A Sud calano presìdi e dipendenti di banche e assicurazioni

Ogni 6 dipendenti al Centro Nord 1 al Sud, per assicurativi rapporto 74% contro 26%. La ricerca del sindacato


 

Una profonda frattura tra Nord e Sud segna il sistema finanziario del Paese. Scarso il presidio fisico e con esso il numero di lavoratori coinvolti di banche e assicurazioni nel Mezzogiorno ed è impietoso il paragone con il Nord. Ad affermarlo sono alcuni dei numeri contenuti in una ricerca condotta dall’Ufficio Studi & Ricerche della Fisac Cgil in occasione dell’iniziativa promossa dalla categoria, insieme alla confederazione nazionale, a Napoli dietro le parole “Sud In Credito”. Secondo il rapporto, a fronte, ad esempio, di 369 banche nel Centro-Nord, se ne contano 79 nel Sud. Di conseguenza i bancari sono rispettivamente 225 mila contro 38 mila, per un rapporto pari a 6 dipendenti al Centro-Nord contro 1 al Sud. Così come nelle assicurazioni, su un totale di circa 46 mila dipendenti sul territorio nazionale, il 74% è collocato nel Nord mentre il restante 26% nel Centro-Sud.

Banche

La distribuzione per gruppo istituzionale e per classe dimensionale vede prevalere nel Mezzogiorno banche minori, come quelle di credito cooperativo, nessuna presenza di banche maggiori e grandi, mentre le spa sono una quota ridotta. Per quanto riguarda il numero di sportelli bancari, si osserva nella ricerca Fisac Cgil, la distribuzione territoriale segna un 78% nel Centro-Nord (16.350) e un 22% nel Mezzogiorno (4.636). Su questa linea il numero di dipendenti bancari al Centro-Nord è di 225.451 contro i 38.685 nel Sud del Paese. Dal 2011 al 2022 in termini percentuali il Mezzogiorno ha sperimentato una contrazione del personale quasi doppia rispetto al Centro-Nord.

Nel rapporto si evidenzia poi che nel Mezzogiorno quasi il 50% dei Comuni è sprovvisto di sportelli bancari, con un’incidenza molto più alta in regioni come il Molise (82,4%), la Calabria (70,5%), l’Abruzzo (58,7%) e la Campania (52,5%), e la relativa popolazione è pari all’11% di quella complessiva. La distribuzione geografica rileva inoltre che i comuni privi di sportelli sono localizzati principalmente nelle zone interne.

Raccolta e impieghi

Nella ricerca Fisac Cgil vi è una sezione dedicata al fronte della raccolta e dalla quale emerge come nel Mezzogiorno i prestiti bancari siano sempre inferiori rispetto al Centro-Nord in rapporto al valore aggiunto ai prezzi di mercato prodotto nella macro aerea, 0,73 per 1,21. Per avere un rapporto almeno pari a 1 servirebbero circa 95 miliardi di maggiori crediti. Così come il rapporto prestiti/depositi bancariè sempre minore nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord (0,66 e 0,94). Per colmare il divario nel Mezzogiorno servirebbero circa 110,5 miliardi di nuovi prestiti. Continua, infine, a essere più oneroso il ricorso al credito: il Taeg sui mutui alle famiglie per acquisto abitazioni al Sud si attesta al 4,26 mentre al Nord al 4,12.

Assicurazioni

Per quanto riguarda il settore assicurativo, composto da 45.588 dipendenti, il 74% si colloca nel Nord, mentre il 26% nel Centro-Sud. La ricerca della Fisac Cgil segnala come non sia presente alcun dirigente direzionale nel Sud. Altro dato: nel rapporto tra dipendenti assicurativi per 100 mila abitanti, le regioni del Mezzogiorno occupano gli ultimi posti. Si va dai 281 dipendenti in Friuli Venezia Giulia, 142 in Lombardia e 133 in Piemonte, nelle prime tre posizioni, ai 19 in Sardegna, 18 in Sicilia e 13 in Basilicata, ultime tre regioni a esclusione della Valle d’Aosta.

Retribuzioni

Notevole anche il gap salariale dei dipendenti del settore finanziario, complice l’assenza nel Mezzogiorno di direzioni, così come di poli specialistici che impieghino personale con più elevata qualifica professionale. Analizzando il codice Ateco K di attività bancarie e assicurative, la differenza retributiva tra Centro-Nord e Mezzogiorno è del -8% tra gli impiegati, per i quadri -9,5% e, infine, per i dirigenti -28,3%.

 

Fonte: collettiva.it




La fine dei fatti: il libro bianco Carichieti


 

Questa pagina è basata sul preesistente sito internet “La fine dei fatti”.

Un lavoro di ricerca attraverso il quale le segreterie regionali di Fisac/Cgil, Fabi e First/Cisl ricostruirono gli eventi che portarono al dissesto della Carichieti, evidenziando il ruolo che in queste vicende ebbe una figura assolutamente anomala, arrivata ad avere un potere tale da incidere pesantemente sugli accadimenti.

Si tratta di una raccolta di documenti, ordinati cronologicamente senza commenti o giudizi, che permette a chiunque di ricostruire le vicende della Carichieti e farsi un’idea chiara di quello che avvenne.

 

Questo lavoro é stato fortemente voluto dalle OO.SS. FABI, FIRST/CISL e FISAC/CGIL per lasciare una traccia di memoria su quanto é gravemente accaduto in una importante banca del territorio.

Per non dimenticare.

 


 

CONSULTA LA DOCUMENTAZIONE ANNO PER ANNO

 

2010     2011     2012     2013     2014     2015     2016     2017     

 


ANNI 2009-2010: SINTESI DEI FATTI

 

Secondo la stampa, e soprattutto secondo la Banca d’Italia, è caso unico in Italia il fatto che un dipendente con mansioni di autista assuma de facto l’amministrazione di una azienda bancaria.
Fino al 2009 le diverse sigle sindacali rappresentavano circa il 75% delle lavoratrici e dei lavoratori; tale equilibrio tra le forze sindacali ha retto nel tempo nonostante l’avvicendarsi di ben 5 Direttori Generali (D’Antonio, Melena, Vitacolonna, Donini, Di Tizio) e ha permesso, nel tempo, di raggiungere diversi obiettivi, tra cui C.I.A., polizza sanitaria, fondo pensione autonomo, ticket pasto, ricalcolo della scala mobile sul premio di rendimento.

Nel giro di due settimane l’azienda comunica la cancellazione, all’improvviso, di oltre 350 iscritti (fonte Fabi); in poco tempo una sola sigla sindacale, la Falcri, ottiene la quasi totalità degli iscritti.

Tutto ciò avviene con una regia preordinata al fine di creare un unico sindacato di riferimento.



ANNO 2011: SINTESI DEI FATTI

 

Ascesa politica dell’autista Di Fabrizio, Flashbank (presunti rapporti con la ‘ndrangheta, fusione con Carichieti su ordine di Bankitalia, carriera fulminea del figlio dell’autista), nomina del nuovo Direttore generale Sbrolli al posto di Di Tizio: questi i fatti salienti del periodo.



 

ANNO 2012: SINTESI DEI FATTI

 

Riorganizzazione della Carichieti; accordo Sindacale tenuto segreto per lungo tempo, che permetterà, nonostante il blocco delle assunzioni, la riammissione alle dipendenze della Carichieti del famoso autista.



 

ANNO 2013: SINTESI DEI FATTI

 

Fabi, Fiba-Cisl e Fisac Cgil scrivono riservatamente alla Banca d’Italia per evidenziare le problematiche della Carichieti, sia a livello finanziario che di singolare gestione del personale.



ANNO 2014: SINTESI DEI FATTI

 

Parte il Progetto Sviluppo Succursali, con l’assenso incondizionato delle strutture sindacali aziendali UNISIN/FALCRI e UILCA; in Settembre, commissariamento della Carichieti.



ANNO 2015: SINTESI DEI FATTI

 

Il commissariamento procede, e a fatica viene firmato un Accordo Sindacale che prevede grossi sacrifici per i lavoratori. L’anno si conclude con la risoluzione dell’Istituto da parte di Banca Italia (22/11/2015) e la nascita di Nuova Carichieti Spa.



ANNO 2016: SINTESI DEI FATTI

 

Difficile anno di gestione della clientela per effetto della Risoluzione e della nota vicenda delle Subordinate.



ANNO 2017: SINTESI DEI FATTI

 

Ulteriore Accordo Sindacale per permettere ad UBI Banca l’acquisto dell’Istituto.
In 3 anni, nonostante l’avvicendarsi di 3 Commissari Straordinari, 3 Amministratori Delegati e l’ingresso formale di una solida banca, il management è rimasto invariato, come anche il sindacato aziendale: stesse persone ai vertici, stessi metodi, stesso stile.





Fisac e Cgil contro l’abbandono bancario in Abruzzo e Molise

 

ABRUZZO MOLISE

 

Negli ultimi 5 anni in Molise è stato chiuso più o meno un terzo delle filiali bancarie presenti: un dato che ne fa la regione italiana più penalizzata dalle politiche dei grandi gruppi bancari.
In Abruzzo le cose sono andate appena meno peggio: in un quinquennio oltre 1 sportello su 4 ha abbassato le saracinesche.

Quando si citano questi numeri sembra che si parli di questioni che non incidono sulla qualità di vita delle persone. Poi si scopre che in 8 comuni su 10 nel Molise, e in 6 comuni su 10 in Abruzzo, chi deve fare un’operazione bancaria è costretto a spostarsi, perché nella località in cui abita non ci sono più banche. Un dato che contribuisce pesantemente allo spopolamento delle aree interne e che ci impone di includere le nostre due regioni tra quelle del Meridione. 

La mancanza di filiali rende più difficile il finanziamento alle piccole e medie imprese, ed i dati Bankitalia lo dimostrano in modo chiaro: nel solo 2022 il taglio è stato del 4,6% in Abruzzo e del 3,2% in Molise. Sono dati che hanno conseguenze pesanti. Una piccola azienda che non riesce a trovare finanziamenti ha due possibilità, entrambe drammatiche: o ricorre agli usurai, o chiude 

Nella classifica dei reati pubblicata dal Sole24Ore e relativa al 2022, tre delle province abruzzesi figurino ai primi posti per quanto riguarda l’usura. Nella classifica manca solo la provincia di Teramo: guarda caso l’unica ad aver mantenuto una presenza di sportelli bancari in linea con la media nazionale. 

 Molto significativo anche il dato delle chiusure delle imprese artigiane: nei primi tre mesi del 2023 il Molise è stata la regione che ha fatto registrare il peggiore saldo tra cessazioni e nuove aperture, con l’Abruzzo al secondo posto. Nel secondo trimestre l’Abruzzo ha effettuato il “sorpasso”, conquistando il poco invidiabile primato. 

Quello della desertificazione bancaria dovrebbe essere un problema in cima all’azienda dei partiti politici, in particolare nelle regioni del centro sud: e invece sembra che la politica se ne disinteressi completamente.

Per sensibilizzare sulle tematiche del Credito nel Centro Sud, la Fisac Cgil ha organizzato per il 28 e 29 settembre l’evento “Sud in Credito – Un nuovo ruolo del sistema finanziario  per lo sviluppo del Mezzogiorno”. L’evento, che si svolgerà a Napoli alla presenza del Segretario Generale CGIL Maurizio Landini, vedrà tra gli ospiti Carlo Cimbri (presidente Unipol Gruppo), Antonio Decaro (presidente ANCI), Massimiliano Fedriga (presidente Conferenza delle Regioni), Antonio Patuelli (presidente ABI), Augusto Dell’Erba (Presidente Federcasse). In rappresentanza di Abruzzo e Molise interverranno Carmine Ranieri (Segretario Regionale CGIL) e Luca Copersini (Segretario Regionale Fisac). 

 Nel corso delle due giornate di lavori la Segretaria Nazionale Fisac, Susy Esposito, illustrerà le proposte del Sindacato  per un sistema bancario e finanziario più rispondente alle esigenze del Paese e delle Regioni Meridionali. 

 

Carmine Ranieri
Segretario Generale Cgil Abruzzo Molise 

Luca Copersini
Segretario Regionale Fisac Abruzzo Molise 

 

Il servizio mandato in onda dalla TGR Abruzzo

 

 

 

 




Teramo e Provincia: il 29/9 tre ore di sciopero contro le morti sul lavoro

Proclamazione sciopero di tre ore per ogni turno di lavoro venerdì 29 settembre 2023

 

Non si deve morire sul lavoro!

Le Scriventi Organizzazioni sindacali proclamano tre ore di sciopero per ogni turno di lavoro nella giornata di venerdì 29 settembre 2023 con presidio delle lavoratrici, dei lavoratori, delle cittadine e dei cittadini a Teramo in largo San Matteo dalle ore 11 alle ore 14.

L’ennesima morte sul lavoro nella nostra provincia ci impone un cambio di passo nell’affrontare i problemi della sicurezza dei luoghi di lavoro, fermarsi si può e si deve.

Alla Famiglia di Gianluigi Ragni giungano le nostre condoglianze ma non si può più tollerare che si muoia sul e per il lavoro.

CGIL Teramo
Pancrazio Cordone
CISL Teramo
Fabio Benintedi
UIL Teramo
Massimiliano Bravo

 

La notizia dell’incidente

Folgorato su un traliccio mentre lavorava – Teramo – Il Centro




Banca Tercas: dietrofront della Commissione, non fu aiuto di stato

Con la decisione del 21/9, la Commissione europea ha concluso che il sostegno concesso dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) nel 2014 a Banca Tercas non costituisce un aiuto di Stato ai sensi delle norme UE.

Questa decisione fa seguito alla sentenza della Corte di giustizia del 02 marzo 2021, C-425/19P, che ha confermato la precedente sentenza del Tribunale UE che annullava la decisione della Commissione del 2015.

Nel dicembre 2015, infatti, la Commissione ha ritenuto che il sostegno concesso dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) italiano a Banca Tercas costituisse un aiuto di Stato illegale e ne ha ordinato il recupero.

In particolare, la Commissione ha rilevato che il FITD è intervenuto a favore di Banca Tercas per coprire le sue perdite e sostenere la sua vendita alla Banca Popolare di Bari.

Nel 2015 la Commissione ritenne che, così facendo, il FITD avesse agito per conto dell’Italia e che quindi il sostegno fosse configurabile quale aiuto di Stato.

Nel marzo 2019, a seguito di un ricorso dell’Italia, della BPB e del FITD, il Tribunale ha annullato la decisione della Commissione del 2015.

In particolare, il Tribunale ha ritenuto che la Commissione non avesse sufficientemente dimostrato che la decisione del FITD di sostenere Banca Tercas fosse imputabile all’Italia.

Nel marzo 2021, la Corte di giustizia ha confermato la sentenza del Tribunale.

Con la decisione odierna, la Commissione ha riesaminato il caso in conformità con le sentenze degli organi giurisdizionali europei e ha concluso che il sostegno concesso dal FITD a Banca Tercas non era imputabile all’Italia e quindi non costituiva un aiuto di Stato illegale.

La versione non riservata della decisione sarà resa disponibile con il numero SA.39451 nel registro degli aiuti di Stato sul sito web della Commissione dedicato alla concorrenza, una volta risolte le questioni di riservatezza.

 

Fonte: dirittobancario.it




Oltre 20mila famiglie molisane in povertà energetica

A renderlo noto è la Cgia di Mestre che ha elaborato i dati del Rapporto Oipe 2023. La regione è terza con il 16% sul totale dei nuclei familiari presenti


In Molise, al 31 dicembre 2021, le famiglie in povertà energetica erano 20.887 (16% del totale), gli individui 45.962.

A renderlo noto è l’Ufficio studi della Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre) che ha elaborato i dati del Rapporto dell’Osservatorio italiano sulla povertà energetica (Oipe) 2023.

Il Molise si pone al terzo posto in Italia in questa particolare classifica. Le famiglie più disagiate, rispetto a quelle molisane, risultano quelle di Calabria (16,7%) e Puglia (16,4%).

Si tratta di persone che vivono in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d’inverno, poco raffrescate d’estate, con livelli di illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici. I nuclei familiari più a rischio sono costituiti da un elevato numero di persone, si trovavano in condizioni di disagio economico e le abitazioni in cui vivono sono in cattivo stato di conservazione.

“Questi risultati”, commenta la Cgia, “preoccupano non poco, anche perché sono certamente sottodimensionati, in quanto riferiti a prima dello shock energetico scoppiato nel nostro Paese a inizio del 2022. Le principali condizioni professionali del capofamiglia che si trovano in PE sono, in linea di massima, tre: disoccupato, pensionato solo e in molti casi, quando lavora, lo fa come autonomo. Va infine sottolineato che le famiglie più a rischio PE, soprattutto nel Sud, sono quelle che utilizzano il gas quale principale fonte di riscaldamento. Coloro che invece utilizzano altri combustibili (bombole a gas, pellet, gasolio, legna, kerosene, etc.), presentano valori percentuali di rischio più contenuti”.

 

Fonte: Quotidianomolise.com




BCC Abruzzo Molise. Premio di risultato 2023: firmato l’accordo per l’erogazione bilancio esercizio 2022

3 - Fisac Cgil

ABRUZZO MOLISE


 

Premio di risultato 2023
Firmato l’accordo per l’erogazione
bilancio esercizio 2022

 

In data odierna, presso la Federazione BCC Abruzzo e Molise è stato sottoscritto l’accordo che consentirà l’erogazione del “premio di risultato” 2023, relativo all’esercizio 2022.

La liquidazione del PDR avverrà con la busta paga del mese di ottobre al personale in servizio nel mese di erogazione e che abbia prestato attività lavorativa nel corso dell’anno di misurazione 2022.
Nel caso di inizio del rapporto di lavoro durante l’anno di misurazione il premio di risultato verrà erogato in proporzione ai mesi di servizio prestati, considerando come mese intero l’eventuale frazione superiore ai 15 giorni.
Per quanto riguarda la metodologia di calcolo è stata adottata la stessa degli anni precedenti ed in particolare quella dello scorso anno.
Inoltre è stata confermata la possibilità di optare, in luogo dell’erogazione in busta paga di tutto o in parte e comunque su base volontaria, per il rimborso di prestazioni sostenute a titolo di Welfare prevedendo, in tal caso, la maggiorazione dell’importo del premio di risultato 2023 di un 20% a carico dell’azienda.

I titolari di un reddito di lavoro dipendente non superiore ad euro 80.000, con riferimento a quanto percepito nell’anno 2022, sconteranno un’aliquota agevolata IRPEF di tassazione pari al 5% fino a un importo di premio massimo pari ad Euro 3.000.
Per i dipendenti con reddito di lavoro superiore alla soglia indicata, gli importi fruiti in modalità Welfare saranno assoggettati a tassazione ordinaria.
Entro giorno il 2 ottobre, ogni dipendente, dovrà effettuare la scelta Welfare comunicandolo al proprio Ufficio del Personale o in mancanza alla Direzione Generale della BCC di appartenenza, con le seguenti possibilità:

  • Conversione totale del premio in Welfare;
  • Conversione parziale del premio in Welfare (indicando l’importo).

Seguiranno comunicazioni sui termini e sulle modalità di presentazione della documentazione, a carico dell’Azienda.
Nel caso in cui non venga effettuata alcuna scelta, l’intero importo sarà automaticamente erogato come premio di risultato con il cedolino paga del mese di ottobre 2023.
L’importo destinato a Welfare, comprensivo di maggiorazione, dovrà essere completamente assorbito dai rimborsi presentati.
Gli importi relativi ai rimborsi Welfare saranno evidenziati come voce figurativa nel cedolino di ottobre.
Indicativamente di seguito le causali previste per le prestazioni assoggettabili a rimborso:

  • Rette, tasse, iscrizioni asili/scuole/università comprese le mense scolastiche;
  • Campus estivi e invernali;
  • Testi scolatici/universitari;
  • Assistenza anziani o non autosufficienti:
  • Contributo al fondo pensione.

Pescara, 15 settembre 2023

 

Le Segreterie Regionali di Abruzzo e Molise

 

Scarica l’accordo




“La via maestra, insieme per la Costituzione”: il 20/9 assemblea regionale Fisac

Con la grande manifestazione del 7 ottobre parte il percorso di mobilitazione promosso dalla CGIL per provare a cambiare il Paese agendo su temi che incidono fortemente sulla vita di tutti noi e delle persone che ci stanno a cuore:

  • Lavoro
  • Fisco
  • Giovani
  • Pensioni
  • Stato sociale
  • Politiche industriali
  • Pace e Costituzione

Oltre alla manifestazione la CGIL ha avviato una grande consultazione dei lavoratori, ai quali viene chiesto di pronunciarsi in merito alla possibile proclamazione di uno sciopero generale. Un vero e proprio referendum, che di fatto non ha precedenti: una grande dimostrazione di democrazia, ma anche una sfida da vincere.

Per questo è importante partecipare alle assemblee e sostenere il percorso di mobilitazione, così come è importante essere in piazza a Roma il prossimo 7 ottobre.

Per Abruzzo e Molise la Fisac ha organizzato un’assemblea per mercoledì prossimo, 20 settembre, alle ore 17.30.

Due le modalità di partecipazione:

 

In presenza o da casa, è fondamentale partecipare all’assemblea ed alla successiva votazione: il referendum e la successiva mobilitazione avranno tante più possibilità di incidere e provare a cambiare davvero le cose quanto più numerosa sarà la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori.

Nei prossimi giorni organizzeremo ulteriori assemblee nei luoghi di lavoro, per le quali provvederemo ad informarvi tempestivamente.

 

Scarica l’appello

Scarica il volantino

 




La Carovana dei Diritti per la mobilità sostenibile

La Cgil L’Aquila e la sua Carovana dei diritti testano le infrastrutture ferroviarie

I collegamenti con i mezzi di trasporto rappresenta non dei fattori più determinanti per l’attrattività di un territorio ed il livello di benessere e qualità della vita che esso esprime. Abbiamo deciso di testarne e raccontarne il grado di fruibilità ed efficacia.
Vogliamo insomma provare a rinverdire i fasti del passato. La mitica e mai dimenticata “Freccia del Gran Sasso” che a metà del secolo scorso rappresentava quanto di meglio la trazione diesel potesse offrire in una relazione “diretta” L’Aquila Roma-Termini, ovviamente passando per Terni. Con un tempo di percorrenza di “sole” 3 ore e trenta minuti si poteva raggiungere la Capitale. Tutto ciò accadeva nel 1959.
Cos’è cambiato rispetto ai mitici fasti della Freccia del Gran Sasso? Lo vogliamo testare. Vogliamo raccontare come la Città dell’Aquila e la provincia tutta si approccino ai nuovi sistemi di mobilità. Vogliamo misurare le infrastrutture esistenti ed i servizi che su esse si espletano.
Ed allora partiamo.
Prima tappa della nostra esperienza (le altre le comunicheremo successivamente) è Roma .
Abbiamo deciso, ripercorrendo i fasti della citata “ Freccia” di portarci al centro della Capitale utilizzando il mezzo meno inquinante e più sostenibile. Il mezzo del futuro: il Treno. E sì, perché l’offerta esiste. Trenitalia vende al costo di 14,10 euro un biglietto L’Aquila-Roma Tiburtina.
Certamente la tecnologia e le attenzioni riservate al territorio avranno migliorato le condizioni di viaggio. Ve lo racconteremo. Per ora noi ci diamo appuntamento venerdì 1 settembre alle ore 7,28 alla Stazione dell’Aquila per salire sul treno Regionale 19724 che ci introdurrà all’esperienza.
Questo il primo appuntamento in programma della nostra “Carovana dei diritti” per il prossimo mese di settembre; altri ne seguiranno interessando tutta la provincia aquilana. Tra i diritti costituzionalmente garantiti la mobilità, insieme a sanità, scuola e fruibilità dei beni comuni definiscono il grado di benessere collettivo, di attratività di un territorio ed esigibilità dei diritti fondamentali.
Vi racconteremo il nostro viaggio.



Imprese artigiane, Abruzzo regione Cenerentola d’Italia

Studio CNA: nei primi sei mesi del 2023 male manifatturiero, autoriparazione, ristorazione e trasporti.
Saraceni: «Da due anni ferma una legge regionale che favorisce l’accesso al credito delle microimprese»


Abruzzo sul gradino più basso, tra le regioni italiane, per andamento delle imprese artigiane nei primi sei del 2023: un primato negativo in cui spiccano settori in grande sofferenza come manifatturiero, riparazione auto, trasporti e ristorazione. Lo dice lo studio realizzato da Aldo Ronci per la CNA regionale, su dati di Movimprese: una ricerca che rivela come la nostra regione si attesti all’ultima piazza della graduatoria tra i diversi territori italiani, con una flessione assoluta di 126 unità e una perdita percentuale dello 0,45%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di una crescita media nazionale dello 0,18%. «Il peggioramento rispetto al primo semestre dell’anno scorso – illustra il curatore dello studio – si spiega con il fatto che, da un lato, le iscrizioni sono diminuite di 29 unità e, dall’altro, le cessazioni sonO aumentate di 62».

Tra i territori, i segnali di maggiore sofferenza arrivano dall’Aquilano e della provincia di Chieti, con flessioni rispettivamente di 44 e 40 unità: numeri assai negativi che pongono le due realtà a 97esimo e 99esimo posto (su 105 province in totale) della graduatoria italiana. Performance leggermente meno negative sono invece quelle realizzate dalle province di Teramo (-23) e Pescara (-19). Quanto ai settori produttivi, i primi sei mesi dell’anno fanno registrare andamenti particolarmente negativi per quel che riguarda manifatturiero (-69); riparazione auto e prodotti per la casa (-35); trasporti (-26); ristorazione (-31). Con gli unici incrementi di una certa entità registrati nelle costruzioni a Pescara (+14) e Teramo (+13), e nei servizi alla persona all’Aquila (+10).

In questo quadro tutt’altro che rassicurante, il mondo delle micro imprese torna a invocare con urgenza misure in grado di sostenere le aziende, aiutandole a uscire dal pantano. E il nodo del credito viene certamente al primo posto nell’agenda delle richieste al mondo delle istituzioni, Regione in testa. Così, il presidente regionale di CNA Abruzzo, Savino Saraceni, ricorda come «da due anni sia ferma nel cassetto una norma contenuta nella legge numero 9 del maggio 2021, votata all’unanimità dal Consiglio regionale». «Una norma – spiega – che prevede l’assegnazione di 5 milioni di euro attraverso il sistema dei confidi, con il rilascio di un voucher per l’abbattimento dei costi degli interessi e della garanzia». «Assieme alle altre associazioni della micro e piccola impresa – conclude – siamo tornati a sollecitarne il rapido sblocco, perché di tempo a disposizione ne abbiamo pochissimo: assistiamo a un’impennata che ha portato i tassi d’interesse praticati dalle banche tra l’8 e il 9%. Insostenibile davvero, per un mondo di imprese che continua a mandare alle istituzioni pressanti richieste di aiuto».

28/7/2023

 

Comunicato stampa CNA Abruzzo