Desertificazione bancaria: quali sono le conseguenze in Abruzzo e Molise?

Parlando di desertificazione bancaria, Abruzzo e Molise hanno pagato un prezzo pesante.

Il Molise, in particolare, è la regione italiana che negli ultimi 5 anni ha perso più filiali: più o meno un terzo. Oggi in provincia di Isernia circa il 90% dei Comuni non ha neanche uno sportello bancario. In Abruzzo la maglia nera spetta alla Provincia dell’Aquila, nella quale più o meno tre Comunio su quattro non hanno filiali di banche.

Gl’Istituti di Credito ci raccontano che la presenza fisica non incide sulla qualità dei servizi offerti al territorio, potendo contare sull’operatività online. In realtà c’è un dato, riferito alla Regione Abruzzo, che smentisce questa affermazione. Nel 2022 il credito alle imprese medie e grandi in regione è cresciuto del 4,4%, mentre i finanziamenti alle imprese piccole sono diminuiti del 4,6%.

Imprese medie e grandi non hanno bisogno delle filiali perché possono contare sull’assistenza di strutture accentrate appositamente dedicate a loro mentre l’impresa piccola, se non trova un punto di riferimento sul territorio, non riesce a finanziarsi. Questo comporta due conseguenze.

Prima di tutto in territori nei quali la maggioranza delle imprese è di dimensioni piccole diventa difficile  pensare a uno sviluppo economico. E non è un caso che uno studio del CNA dimostra che nel primo trimestre del 2023 il Molise e l’Abruzzo sono rispettivamente la peggiore e la seconda peggior regione d’Italia per cessazioni di imprese artigiane.

Seconda conseguenza è che le regioni che non riescono a finanziarsi attraverso i canali ufficiali rischiano di cadere vittime degli usurai. E anche qui c’è un dato: c’è la classifica del Sole 24 Ore nella quale 3 delle 4 provincie abruzzesi figurano nelle prime posizioni riguardo all’incidenza dei reati d’usura.

Ferma restando la necessità di garantire un presidio fisico sul territorio, diventa importante creare un servizio di microcredito facilmente accessibile a famiglie e imprese, garantito da fondi pubblici: e questo per evitare che la criminalità venga vista come l’unica in grado di fornire risposte.

 

Intervento del Segretario Regionale Fisac Abruzzo Molise Luca Copersini al convegno “Sud in Credito” svoltosi a Napoli il 27 e 28 settembre 2023


 

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Susy Esposito: su contratto ABI ancora non ci siamo

“Serve Ccnl che dia risposte economiche e normative”


“Ancora non ci siamo, è stato un incontro evasivo e a tratti inconcludente. Appare evidente, almeno per ora, la mancanza di una visione strategica sul futuro del settore da parte di Abi. Non è pensabile condurre questa trattativa muovendosi nella logica di sola riduzione dei costi. Tutte le voci economiche rivendicate in piattaforma sono irrinunciabili, a partire dall’incremento tabellare delle retribuzioni”.

È il commento della segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, sull’esito del nuovo confronto oggi in Abi sul rinnovo del contratto del credito.

“Misurarsi col cambiamento e col governo delle trasformazioni – prosegue – significa anche dare risposte al tema dello sviluppo e della valorizzazione professionale, della riqualificazione e della formazione, del benessere lavorativo e dell’orario di lavoro. Noi abbiamo a cuore le lavoratrici e i lavoratori del settore e vogliamo che quest’ultimo abbia un futuro. Per queste ragioni il contratto nazionale deve continuare ad essere la carta costituzionale per il settore del credito, perché deve dare risposte sia in termini economici che normativi entro l’anno”, conclude Esposito.

 

Fonte: Askanews




BPER L’Aquila e Provincia: noi l’avevamo detto…

Prendete una cartina politica dell’Africa. Noterete che in molti casi i confini degli stati sono costituiti da linee rette. Questo perché non seguono fiumi o montagne, che di solito fungono da naturale separazione fra i vari Paesi, ma rispecchiano una divisione fatta a tavolino, una spartizione dei territori tra le nazioni che avevano colonizzato  quelle zone.

Facendo le debite proporzioni, nella provincia dell’Aquila avverrà qualcosa di paragonabile.
La nuova divisione in Aree, infatti, ripartirà la Provincia secondo una linea che non ha alcuna logica di carattere geografico, storico o economico, ma risponde solo all’esigenza di assegnare ad ognuna delle nuove Aree un certo numero di filiali. Quindi le filiali dell’Aquila e dell’immediato circondario saranno accorpate con il Teramano e parte delle Marche, mentre la Marsica e la Valle Peligna saranno accorpate con le Province di Pescara e Chieti.

A scanso di equivoci precisiamo subito che la Banca non ha fatto nulla che non fosse nelle sue facoltà: è legittimo che un’azienda decida in modo autonomo quale assetto organizzativo intenda darsi. D’altro canto, non si può negare che questo sia l’ennesima dimostrazione di scarso interesse per una Provincia che la banca considera niente di più che “un’espressione geografica” (concedeteci la citazione storica). E non è di nessuna consolazione poter dire che la Fisac aveva in qualche modo predetto che questo sarebbe accaduto.

Volendo scegliere un simbolo del disinteresse della Bper verso la Provincia dell’Aquila, adotteremmo l’Auditorium a suo tempo realizzato dalla Cassa di Risparmio. Un centro di aggregazione che per anni ha rappresentato un punto di riferimento per la città, nel quale sono passati nomi illustri del giornalismo, della cultura, della scienza. Un segnale tangibile di vicinanza della banca verso il territorio oggi in stato di abbandono, triste e silenzioso testimone di un tempo che fu.

A voler essere sinceri, è l’intero territorio regionale ad essere da tempo oggetto di un evidente disimpegno da parte dell’Azienda. Non è un caso che Abruzzo e Molise siano le regioni nelle quali la Bper è più indietro rispetto alle assunzioni alle quali si era impegnata con l’accordo del 28/12/2021, e che il più delle volte gli assunti vengano destinati in altre regioni nonostante l’Art.9 del citato accordo preveda che:

” in DR Calabria-Sicilia, Puglia-Basilicata, Abruzzo-Molise, Campania, Toscana-Umbria e in Regione Sardegna l’Azienda si impegna a destinare una quota di assunzioni/stabilizzazioni pari al 50% delle uscite (pensionamenti e adesioni al Fondo di Solidarietà – 1.100), avvenute nei rispettivi territori che si realizzeranno nel periodo 2022/2024 a partire dal 1° gennaio 2022″

La Fisac si è prontamente attivata per ottenere il rispetto letterale dell’accordo, senza escludere nessuna iniziativa che possa rivelarsi utile in tal senso.

Tornando alla riorganizzazione appena annunciata, il nostro timore è che a pagarne il costo siano lavoratrici e lavoratori che, oltre a subire il disagio di non lavorare nel Comune di residenza, vedranno complicarsi la prospettiva di riavvicinarsi, perché aldilà delle rassicurazioni che immancabilmente arriveranno non si può negare che un trasferimento tra diverse Aree comporti maggiori difficoltà rispetto a spostamenti infra Area.
Per questo auspichiamo che l’Azienda voglia guardare con un occhio di riguardo le richieste delle persone che dovessero manifestare l’esigenza di riavvicinarsi: un comportamento che indubbiamente ci si aspetta da chi da anni si fregia della certificazione di Top Employer.

Lo ribadiamo, l’Azienda è libera di organizzarsi come meglio crede. Però vorremmo rivolgerle una preghiera: in futuro si potrebbe per favore evitare di continuare a raccontare che la Bper è vicina a questo territorio? Ve ne saremmo grati.

 

Fisac Cgil 
Segreteria Provinciale L’Aquila

 

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Fringe benefit: dopo nostre pressioni governo apre a intervento

Dopo le pressioni che come Fisac Cgil, insieme agli altri sindacati del settore, abbiamo esercitato sul Parlamento e sul Governo in tema di Fringe Benefit, si apre all’ipotesi di un intervento”.

Ad affermarlo è la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, dopo le parole della sottosegretaria all’Economia, Sandra Savino, in commissione Finanze della Camera, aggiungendo che: “Come da tempo denunciamo, le lavoratrici e i lavoratori del settore creditizio, beneficiari di prestiti o mutui agevolati, erogati a tassi di interesse ridotti, stanno subendo pesanti decurtazioni in busta paga in ragione del continuo rialzo del costo del denaro e di una norma fiscale irrazionale, iniqua e discriminatoria”.

Sulla questione, ricorda Esposito, “abbiamo fatto pressione, nei mesi passati, insieme ad Abi e alle altre organizzazioni sindacali, affinché il tema fosse affrontato e risolto con urgenza per interrompere questo salasso fiscale che sta falcidiando le buste paga di migliaia di lavoratrici e lavoratori bancari. Le parole della sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Sandra Savino, aprono a un intervento risolutivo nella delega fiscale, ancorché tardivo”.

Riteniamo, infatti, – prosegue la segretaria generale della Fisac Cgil – che si sarebbe dovuto intervenire prima, attraverso uno dei provvedimenti emanati in questi mesi, visti anche i due ordini del giorno del Senato che impegnano il governo l’uno a estendere l’aumento del tetto a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, indipendentemente dal carico familiare; l’altro a modificare strutturalmente la norma del Tuir prendendo a riferimento nel calcolo la data di stipulazione del prestito. Anche la legge di bilancio, che il governo deve presentare entro ottobre, potrebbe prevedere una norma risolutoria. In ogni caso, per noi resta fondamentale un intervento che parta dall’anno fiscale 2023. Monitoreremo l’iter di questo impegno assunto dal Mef. Resta per ora una norma ingiusta.




A Sud calano presìdi e dipendenti di banche e assicurazioni

Ogni 6 dipendenti al Centro Nord 1 al Sud, per assicurativi rapporto 74% contro 26%. La ricerca del sindacato


 

Una profonda frattura tra Nord e Sud segna il sistema finanziario del Paese. Scarso il presidio fisico e con esso il numero di lavoratori coinvolti di banche e assicurazioni nel Mezzogiorno ed è impietoso il paragone con il Nord. Ad affermarlo sono alcuni dei numeri contenuti in una ricerca condotta dall’Ufficio Studi & Ricerche della Fisac Cgil in occasione dell’iniziativa promossa dalla categoria, insieme alla confederazione nazionale, a Napoli dietro le parole “Sud In Credito”. Secondo il rapporto, a fronte, ad esempio, di 369 banche nel Centro-Nord, se ne contano 79 nel Sud. Di conseguenza i bancari sono rispettivamente 225 mila contro 38 mila, per un rapporto pari a 6 dipendenti al Centro-Nord contro 1 al Sud. Così come nelle assicurazioni, su un totale di circa 46 mila dipendenti sul territorio nazionale, il 74% è collocato nel Nord mentre il restante 26% nel Centro-Sud.

Banche

La distribuzione per gruppo istituzionale e per classe dimensionale vede prevalere nel Mezzogiorno banche minori, come quelle di credito cooperativo, nessuna presenza di banche maggiori e grandi, mentre le spa sono una quota ridotta. Per quanto riguarda il numero di sportelli bancari, si osserva nella ricerca Fisac Cgil, la distribuzione territoriale segna un 78% nel Centro-Nord (16.350) e un 22% nel Mezzogiorno (4.636). Su questa linea il numero di dipendenti bancari al Centro-Nord è di 225.451 contro i 38.685 nel Sud del Paese. Dal 2011 al 2022 in termini percentuali il Mezzogiorno ha sperimentato una contrazione del personale quasi doppia rispetto al Centro-Nord.

Nel rapporto si evidenzia poi che nel Mezzogiorno quasi il 50% dei Comuni è sprovvisto di sportelli bancari, con un’incidenza molto più alta in regioni come il Molise (82,4%), la Calabria (70,5%), l’Abruzzo (58,7%) e la Campania (52,5%), e la relativa popolazione è pari all’11% di quella complessiva. La distribuzione geografica rileva inoltre che i comuni privi di sportelli sono localizzati principalmente nelle zone interne.

Raccolta e impieghi

Nella ricerca Fisac Cgil vi è una sezione dedicata al fronte della raccolta e dalla quale emerge come nel Mezzogiorno i prestiti bancari siano sempre inferiori rispetto al Centro-Nord in rapporto al valore aggiunto ai prezzi di mercato prodotto nella macro aerea, 0,73 per 1,21. Per avere un rapporto almeno pari a 1 servirebbero circa 95 miliardi di maggiori crediti. Così come il rapporto prestiti/depositi bancariè sempre minore nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord (0,66 e 0,94). Per colmare il divario nel Mezzogiorno servirebbero circa 110,5 miliardi di nuovi prestiti. Continua, infine, a essere più oneroso il ricorso al credito: il Taeg sui mutui alle famiglie per acquisto abitazioni al Sud si attesta al 4,26 mentre al Nord al 4,12.

Assicurazioni

Per quanto riguarda il settore assicurativo, composto da 45.588 dipendenti, il 74% si colloca nel Nord, mentre il 26% nel Centro-Sud. La ricerca della Fisac Cgil segnala come non sia presente alcun dirigente direzionale nel Sud. Altro dato: nel rapporto tra dipendenti assicurativi per 100 mila abitanti, le regioni del Mezzogiorno occupano gli ultimi posti. Si va dai 281 dipendenti in Friuli Venezia Giulia, 142 in Lombardia e 133 in Piemonte, nelle prime tre posizioni, ai 19 in Sardegna, 18 in Sicilia e 13 in Basilicata, ultime tre regioni a esclusione della Valle d’Aosta.

Retribuzioni

Notevole anche il gap salariale dei dipendenti del settore finanziario, complice l’assenza nel Mezzogiorno di direzioni, così come di poli specialistici che impieghino personale con più elevata qualifica professionale. Analizzando il codice Ateco K di attività bancarie e assicurative, la differenza retributiva tra Centro-Nord e Mezzogiorno è del -8% tra gli impiegati, per i quadri -9,5% e, infine, per i dirigenti -28,3%.

 

Fonte: collettiva.it




La fine dei fatti: il libro bianco Carichieti


 

Questa pagina è basata sul preesistente sito internet “La fine dei fatti”.

Un lavoro di ricerca attraverso il quale le segreterie regionali di Fisac/Cgil, Fabi e First/Cisl ricostruirono gli eventi che portarono al dissesto della Carichieti, evidenziando il ruolo che in queste vicende ebbe una figura assolutamente anomala, arrivata ad avere un potere tale da incidere pesantemente sugli accadimenti.

Si tratta di una raccolta di documenti, ordinati cronologicamente senza commenti o giudizi, che permette a chiunque di ricostruire le vicende della Carichieti e farsi un’idea chiara di quello che avvenne.

 

Questo lavoro é stato fortemente voluto dalle OO.SS. FABI, FIRST/CISL e FISAC/CGIL per lasciare una traccia di memoria su quanto é gravemente accaduto in una importante banca del territorio.

Per non dimenticare.

 


 

CONSULTA LA DOCUMENTAZIONE ANNO PER ANNO

 

2010     2011     2012     2013     2014     2015     2016     2017     

 


ANNI 2009-2010: SINTESI DEI FATTI

 

Secondo la stampa, e soprattutto secondo la Banca d’Italia, è caso unico in Italia il fatto che un dipendente con mansioni di autista assuma de facto l’amministrazione di una azienda bancaria.
Fino al 2009 le diverse sigle sindacali rappresentavano circa il 75% delle lavoratrici e dei lavoratori; tale equilibrio tra le forze sindacali ha retto nel tempo nonostante l’avvicendarsi di ben 5 Direttori Generali (D’Antonio, Melena, Vitacolonna, Donini, Di Tizio) e ha permesso, nel tempo, di raggiungere diversi obiettivi, tra cui C.I.A., polizza sanitaria, fondo pensione autonomo, ticket pasto, ricalcolo della scala mobile sul premio di rendimento.

Nel giro di due settimane l’azienda comunica la cancellazione, all’improvviso, di oltre 350 iscritti (fonte Fabi); in poco tempo una sola sigla sindacale, la Falcri, ottiene la quasi totalità degli iscritti.

Tutto ciò avviene con una regia preordinata al fine di creare un unico sindacato di riferimento.



ANNO 2011: SINTESI DEI FATTI

 

Ascesa politica dell’autista Di Fabrizio, Flashbank (presunti rapporti con la ‘ndrangheta, fusione con Carichieti su ordine di Bankitalia, carriera fulminea del figlio dell’autista), nomina del nuovo Direttore generale Sbrolli al posto di Di Tizio: questi i fatti salienti del periodo.



 

ANNO 2012: SINTESI DEI FATTI

 

Riorganizzazione della Carichieti; accordo Sindacale tenuto segreto per lungo tempo, che permetterà, nonostante il blocco delle assunzioni, la riammissione alle dipendenze della Carichieti del famoso autista.



 

ANNO 2013: SINTESI DEI FATTI

 

Fabi, Fiba-Cisl e Fisac Cgil scrivono riservatamente alla Banca d’Italia per evidenziare le problematiche della Carichieti, sia a livello finanziario che di singolare gestione del personale.



ANNO 2014: SINTESI DEI FATTI

 

Parte il Progetto Sviluppo Succursali, con l’assenso incondizionato delle strutture sindacali aziendali UNISIN/FALCRI e UILCA; in Settembre, commissariamento della Carichieti.



ANNO 2015: SINTESI DEI FATTI

 

Il commissariamento procede, e a fatica viene firmato un Accordo Sindacale che prevede grossi sacrifici per i lavoratori. L’anno si conclude con la risoluzione dell’Istituto da parte di Banca Italia (22/11/2015) e la nascita di Nuova Carichieti Spa.



ANNO 2016: SINTESI DEI FATTI

 

Difficile anno di gestione della clientela per effetto della Risoluzione e della nota vicenda delle Subordinate.



ANNO 2017: SINTESI DEI FATTI

 

Ulteriore Accordo Sindacale per permettere ad UBI Banca l’acquisto dell’Istituto.
In 3 anni, nonostante l’avvicendarsi di 3 Commissari Straordinari, 3 Amministratori Delegati e l’ingresso formale di una solida banca, il management è rimasto invariato, come anche il sindacato aziendale: stesse persone ai vertici, stessi metodi, stesso stile.





Fisac e Cgil contro l’abbandono bancario in Abruzzo e Molise

 

ABRUZZO MOLISE

 

Negli ultimi 5 anni in Molise è stato chiuso più o meno un terzo delle filiali bancarie presenti: un dato che ne fa la regione italiana più penalizzata dalle politiche dei grandi gruppi bancari.
In Abruzzo le cose sono andate appena meno peggio: in un quinquennio oltre 1 sportello su 4 ha abbassato le saracinesche.

Quando si citano questi numeri sembra che si parli di questioni che non incidono sulla qualità di vita delle persone. Poi si scopre che in 8 comuni su 10 nel Molise, e in 6 comuni su 10 in Abruzzo, chi deve fare un’operazione bancaria è costretto a spostarsi, perché nella località in cui abita non ci sono più banche. Un dato che contribuisce pesantemente allo spopolamento delle aree interne e che ci impone di includere le nostre due regioni tra quelle del Meridione. 

La mancanza di filiali rende più difficile il finanziamento alle piccole e medie imprese, ed i dati Bankitalia lo dimostrano in modo chiaro: nel solo 2022 il taglio è stato del 4,6% in Abruzzo e del 3,2% in Molise. Sono dati che hanno conseguenze pesanti. Una piccola azienda che non riesce a trovare finanziamenti ha due possibilità, entrambe drammatiche: o ricorre agli usurai, o chiude 

Nella classifica dei reati pubblicata dal Sole24Ore e relativa al 2022, tre delle province abruzzesi figurino ai primi posti per quanto riguarda l’usura. Nella classifica manca solo la provincia di Teramo: guarda caso l’unica ad aver mantenuto una presenza di sportelli bancari in linea con la media nazionale. 

 Molto significativo anche il dato delle chiusure delle imprese artigiane: nei primi tre mesi del 2023 il Molise è stata la regione che ha fatto registrare il peggiore saldo tra cessazioni e nuove aperture, con l’Abruzzo al secondo posto. Nel secondo trimestre l’Abruzzo ha effettuato il “sorpasso”, conquistando il poco invidiabile primato. 

Quello della desertificazione bancaria dovrebbe essere un problema in cima all’azienda dei partiti politici, in particolare nelle regioni del centro sud: e invece sembra che la politica se ne disinteressi completamente.

Per sensibilizzare sulle tematiche del Credito nel Centro Sud, la Fisac Cgil ha organizzato per il 28 e 29 settembre l’evento “Sud in Credito – Un nuovo ruolo del sistema finanziario  per lo sviluppo del Mezzogiorno”. L’evento, che si svolgerà a Napoli alla presenza del Segretario Generale CGIL Maurizio Landini, vedrà tra gli ospiti Carlo Cimbri (presidente Unipol Gruppo), Antonio Decaro (presidente ANCI), Massimiliano Fedriga (presidente Conferenza delle Regioni), Antonio Patuelli (presidente ABI), Augusto Dell’Erba (Presidente Federcasse). In rappresentanza di Abruzzo e Molise interverranno Carmine Ranieri (Segretario Regionale CGIL) e Luca Copersini (Segretario Regionale Fisac). 

 Nel corso delle due giornate di lavori la Segretaria Nazionale Fisac, Susy Esposito, illustrerà le proposte del Sindacato  per un sistema bancario e finanziario più rispondente alle esigenze del Paese e delle Regioni Meridionali. 

 

Carmine Ranieri
Segretario Generale Cgil Abruzzo Molise 

Luca Copersini
Segretario Regionale Fisac Abruzzo Molise 

 

Il servizio mandato in onda dalla TGR Abruzzo

 

 

 

 




Cgil e Fisac, 28 e 29 settembre iniziativa a Napoli “Sud in Credito”

All’Hotel Ramada, tra gli ospiti: Cimbri, Decaro, Dell’Erba, Fedriga, Landini, Patuelli


 

Sud in Credito. Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno”.

È il titolo dell’iniziativa promossa dalla Fisac e dalla Cgil nazionale in programma a Napoli il 28 e il 29 settembre presso l’Hotel Ramada in via Galileo Ferraris 40. Una due giorni per riflettere e avanzare proposte concrete, in vista della manifestazione del 7 ottobre “La Via Maestra – Insieme per la Costituzione”, sulla necessità di insediare poli specialistici, da parte dei grandi gruppi del credito e delle assicurazioni, nelle regioni meridionali, all’interno di una strategia precisa di politica industriale.

Una proposta – “Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno”, che sarà avanzata dalla segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito – che pone particolare enfasi alle nuove professionalità del digitale, all’intelligenza artificiale e ai radicali cambiamenti che ancora ci attendono. Banche, Assicurazioni e Bcc devono essere protagoniste nel superamento delle disparità territoriali, mettendo al centro l’economia reale e sostenendo il sistema delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno e le esigenze dei suoi cittadini.

Per farlo Fisac e Cgil organizzano questa iniziativa, lunga due giorni, che si articolerà in 4 tavole rotonde per riflettere su AutonomiaOccupazione e Infrastrutture e tirare poi le somme nel tavolo finale il 29 settembre che ragionerà sulla proposta di Fisac e Cgil alla presenza del presidente di Unipol, Carlo Cimbri; del presidente di Federcasse, Augusto Dell’Erba; del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini; e del presidente di Abi, Antonio Patuelli.

Tra gli ospiti, oltre a segretari generali della Cgil di categorie e territori, da segnalare: il 28 settembre saranno presenti Pier Paolo Baretta, assessore al Bilancio del Comune di Napoli; Antonio Decaro, presidente dell’Anci; e Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni. Il 29 settembre: Adriano Giannola, presidente di Svimez; Vito Grassi, vice presidente di Confindustria.

Nel dettaglio il programma prevede l’avvio dei lavori, giovedì 28 settembre all’Hotel Ramada di Napoli, alle ore 10 con i saluti di di Michele Cervone, segretario generale Fisac Cgil Campania, e l’intervento di Bruna Belmonte, segretaria nazionale Fisac Cgil, con delega al Mezzogiorno. A seguire la presentazione di una ricerca, a sostegno dei lavori della giornata, affidata a Roberto Errico, responsabile dipartimento Mezzogiorno Fisac Cgil Nazionale. Intorno alle ore 10.30 prevista la relazione introduttiva di Susy Esposito, segretaria generale Fisac Cgil Nazionale.

Subito dopo, intorno alle ore 11.30, anticipata dagli interventi video di Mimma Argurio e Laura Urgeghe, rispettivamente segretaria generale Fisac Cgil Sicilia e Sardegna, la prima tavola rotonda dal titolo: ‘AUTONOMIA – Dal Mezzogiorno al Paese, lo sviluppo tra autonomia e unità’. Previsti gli interventi di: Pier Paolo Baretta, assessore Bilancio Comune di Napoli; Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil Nazionale; Fausto Durante, segretario generale Cgil Sardegna; Massimiliano Fedriga, presidente Conferenza delle Regioni; Christian Ferrari, segretario confederale Cgil Nazionale; Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia; Mariella Volpe, economista e componente Forum Disuguaglianze Diversità. A moderare i lavori Roberta Lisi, giornalista Collettiva.it.

Nel pomeriggio, alle ore 15, dopo gli interventi video di Paolo Carravetta e Bruno Lorenzo, rispettivamente segretario generale Fisac Cgil Calabria e Basilicata, la seconda tavola rotonda dal titolo ‘OCCUPAZIONE – Il lavoro è sviluppo, occupazione stabile e di qualità nel Mezzogiorno’ con ospiti: Andrea Ciarini, professore associato Sociologia dei processi economici, organizzativi e del lavoro Università La Sapienza Roma; Antonio Decaro, presidente Anci; Maria Grazia Gabrielli, segretaria confederale Cgil Nazionale; Fernando Mega, segretario generale Cgil Basilicata; Nicola Ricci, segretario generale Cgil Campania; Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil Nazionale; Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria. Modera Roberta Lisi di Collettiva.it.

La seconda giornata di ‘Sud in Credito’, venerdì 29 settembre, si aprirà con la seconda ricerca, centrata sul settore, a cura di Davide Riccardi, responsabile Ufficio Studi & Ricerche Fisac Cgil Nazionale. Seguiranno gli interventi video di Francesco Balducci e Luca Copersini, rispettivamente segretario generale Fisac Cgil Puglia e Abruzzo Molise. Sarà poi il momento della proposta di Fisac e Cgil ‘Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno’ nelle parole della segretaria generale Fisac Cgil Nazionale, Susy Esposito.

Per le ore 10.30 la terza tavola rotonda dal titolo ‘INFRASTRUTTURE – Il settore finanziario per lo sviluppo infrastrutturale del Mezzogiorno’ con: Gigia Bucci, segretaria generale Cgil Puglia; Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil Nazionale; Adriano Giannola, presidente Svimez; Vito Grassi, vice presidente Confindustria e presidente Consiglio rappresentanze regionali e politiche di coesione territoriale; Stefano Malorgio, segretario generale Filt Cgil Nazionale; Ferdinando Natali, regional manager Sud UniCredit; Carmine Ranieri, segretario generale Cgil Abruzzo Molise; Roberto Torrini, capo Servizio struttura economica Banca d’Italia. Modera i lavori Nica Ruggiero, giornalista responsabile Comunicazione Cgil Puglia e Bari.

Alle 14, infine, sempre dalla giornata di venerdì 29 settembre, la quarta e ultima tavola rotonda dal titolo ‘AUTONOMIA. OCCUPAZIONE. INFRASTRUTTURE.- Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno’ con la partecipazione di Carlo Cimbri, presidente Unipol; Augusto Dell’Erba, presidente Federcasse; Maurizio Landini, segretario generale Cgil Nazionale; Antonio Patuelli, presidente Abi. Modera la discussione Janina Landau, Giornalista Class CNBC.

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“La via maestra, insieme per la Costituzione”: il 20/9 assemblea regionale Fisac

Con la grande manifestazione del 7 ottobre parte il percorso di mobilitazione promosso dalla CGIL per provare a cambiare il Paese agendo su temi che incidono fortemente sulla vita di tutti noi e delle persone che ci stanno a cuore:

  • Lavoro
  • Fisco
  • Giovani
  • Pensioni
  • Stato sociale
  • Politiche industriali
  • Pace e Costituzione

Oltre alla manifestazione la CGIL ha avviato una grande consultazione dei lavoratori, ai quali viene chiesto di pronunciarsi in merito alla possibile proclamazione di uno sciopero generale. Un vero e proprio referendum, che di fatto non ha precedenti: una grande dimostrazione di democrazia, ma anche una sfida da vincere.

Per questo è importante partecipare alle assemblee e sostenere il percorso di mobilitazione, così come è importante essere in piazza a Roma il prossimo 7 ottobre.

Per Abruzzo e Molise la Fisac ha organizzato un’assemblea per mercoledì prossimo, 20 settembre, alle ore 17.30.

Due le modalità di partecipazione:

 

In presenza o da casa, è fondamentale partecipare all’assemblea ed alla successiva votazione: il referendum e la successiva mobilitazione avranno tante più possibilità di incidere e provare a cambiare davvero le cose quanto più numerosa sarà la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori.

Nei prossimi giorni organizzeremo ulteriori assemblee nei luoghi di lavoro, per le quali provvederemo ad informarvi tempestivamente.

 

Scarica l’appello

Scarica il volantino

 




Susy Esposito: «Stipendi adeguati agli utili delle banche»

La segretaria generale della Fisac Cgil fa il punto sulla contrattazione del settore


La segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, dal palco dell’Arena del Sole di Bologna, ha fatto il punto sullo stato dell’arte della contrattazione per i settori bancario e assicurativo, ricordando che “la copertura contrattuale è al 97% con una sindacalizzazione al 75%” e spiegando che per i rinnovi “l’approccio è partire dal contratto precedente e tentare di fare avanzamenti. Bisogna arrivare a risultati simili tra loro, considerando anche la natura delle controparti talvolta anche in concorrenza tra loro“.

Esposito ha puntato poi l’attenzione sulla “parte meno tutelata dei lavoratori del settore, sulla sfida dei velocissimi cambiamenti dati dalla digitalizzazione. Cambiamenti che hanno provocato la desertificazione bancaria e una forte spinta anche all’utilizzo del lavoro agile“.
Il venire meno della presenza fisica sui posti di lavoro porta quindi al tema della rappresentanza: “Vengono meno alcuni gli insediamenti, oppure ne abbiamo di molto piccoli, motivo per il quale all’ordine del giorno della trattativa con l’Abi c’è proprio la rappresentanza sindacale“. 

La piattaforma contrattuale con Abi ha come slogan il rispetto per il lavoro, ma anche la valorizzazione del lavoro stesso“, ha ricordato la segretaria generale della Fisac, arrivando poi a uno dei nodi fondamentali dell’attività sindacale degli ultimi tempi: “Nel 2019 è stato firmato l’ultimo contratto con l’Abi, da allora a oggi ci sono stati la pandemia, la guerra, l’innalzamento dell’inflazione, ma la remunerazione del settore ha continuato a lievitare. Questi utili delle banche sono stati alti grazie alle lavoratrici e ai lavoratori, non grazie agli investimenti. Per questo non deve stupire e non stupisce la nostra richiesta di un adeguamento delle retribuzioni dei lavoratori di 435 euro medie lorde”.

Esposito ha ribadito l’esigenza che la piattaforma unica tenga insieme salario e tutele per la trasformazione del settore. Di qui anche la proposta della riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore a parità di salario: “Perché è tempo di richiedere tempo per le lavoratrici e i lavoratori, per governare un contratto che abbia attenzione alla qualità della vita”.

Altro tema – ha proseguito – è quello dell’inclusività: oltre alle internalizzazioni, alle partite Iva, vi sono piccoli settori nei quali i grandi asset assicurativi hanno di fatto determinato la presenza di piccoli padroncini, con contratti pirata. Per questo è necessaria una sinergia tra la Fisac, le altre categorie sindacali, Apiqa e i lavoratori a partita Iva“. Esposito ha poi toccato il temi della funzione di un salario minimo e, in chiusura, ha lanciato la manifestazione della Fisac, il 28 e 29 settembre a Napoli, dal titolo “Sud in credito“, durante la quale sarà presentata la proposta del sindacato per un credito più attivo nel sostegno del Mezzogiorno.

 

Fonte: collettiva.it