La storia del dissesto Carichieti: per non dimenticare

Il 5 settembre del 2014 il Ministero dell’Economia e Finanze decretava lo scioglimento degli organi amministrativi e di controllo della Carichieti Spa ed il conseguente commissariamento della banca. Finiva così, nel modo più inglorioso, una storia iniziata nel 1862 con la costituzione di quella che inizialmente si chiamava Cassa di Risparmio Marrucina.

Le vicende che portarono al dissesto di un’istituto bancario così importante per il territorio presentano aspetti talmente grotteschi da risultare, a posteriori, difficili da credere.

“Può una banca essere guidata da un autista?” Questo si chiede Mario Giordano nel suo libro “Pescecani” , nel quale ricostruisce le vicende che hanno portato al dissesto della banca. Vicende che se non fossero adeguatamente documentate risulterebbero davvero incredibili. Per questo, all’indomani del dissesto, la Fisac Cgil si fece promotrice di un’iniziativa alla quale collaborarono Fabi, First Cisl e Uilca, finalizzata alla creazione di un archivio documentale nel quale raccogliere tutti i documenti e le notizie in modo da non cancellare il ricordo di quanto accaduto.
L’archivio fu raccolto in un sito internet: “La fine dei fatti – Libro bianco Carichieti” raggiungibile dall’URL librocarichieti.it.

Abbiamo deciso di ridare visibilità all’archivio, con una nuova veste grafica e la consultazione facilitata grazie alla divisione per anni, e di accorparlo nel nostro sito, dove sarà stabilmente presente nella home page, mantenendo comunque la possibilità di raggiungerlo anche digitando il vecchio indirizzo.

Sarebbe davvero interessante rileggersi cronologicamente tutti i documenti, per farsi una propria idea dell’accaduto. Tuttavia, se non avete più di un paio di minuti, andatevi a rileggere il verbale del 16 marzo 2010 (cioè 4 anni e mezzo prima del commissariamento).

Riletto col “senno di poi” aiuta a capire molto di ciò che sarebbe successo in seguito, e quanto sia assolutamente necessario, per la sopravvivenza di un’azienda, che esistano sindacati capaci di vigilare sulla corretta gestione e di svolgere la funzione di critica e pungolo quando le cose non vanno per il verso giusto.


 

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La fine dei fatti: il libro bianco Carichieti

 




La fine dei fatti: il libro bianco Carichieti


 

Questa pagina è basata sul preesistente sito internet “La fine dei fatti”.

Un lavoro di ricerca attraverso il quale le segreterie regionali di Fisac/Cgil, Fabi e First/Cisl ricostruirono gli eventi che portarono al dissesto della Carichieti, evidenziando il ruolo che in queste vicende ebbe una figura assolutamente anomala, arrivata ad avere un potere tale da incidere pesantemente sugli accadimenti.

Si tratta di una raccolta di documenti, ordinati cronologicamente senza commenti o giudizi, che permette a chiunque di ricostruire le vicende della Carichieti e farsi un’idea chiara di quello che avvenne.

 

Questo lavoro é stato fortemente voluto dalle OO.SS. FABI, FIRST/CISL e FISAC/CGIL per lasciare una traccia di memoria su quanto é gravemente accaduto in una importante banca del territorio.

Per non dimenticare.

 


 

CONSULTA LA DOCUMENTAZIONE ANNO PER ANNO

 

2010     2011     2012     2013     2014     2015     2016     2017     

 


ANNI 2009-2010: SINTESI DEI FATTI

 

Secondo la stampa, e soprattutto secondo la Banca d’Italia, è caso unico in Italia il fatto che un dipendente con mansioni di autista assuma de facto l’amministrazione di una azienda bancaria.
Fino al 2009 le diverse sigle sindacali rappresentavano circa il 75% delle lavoratrici e dei lavoratori; tale equilibrio tra le forze sindacali ha retto nel tempo nonostante l’avvicendarsi di ben 5 Direttori Generali (D’Antonio, Melena, Vitacolonna, Donini, Di Tizio) e ha permesso, nel tempo, di raggiungere diversi obiettivi, tra cui C.I.A., polizza sanitaria, fondo pensione autonomo, ticket pasto, ricalcolo della scala mobile sul premio di rendimento.

Nel giro di due settimane l’azienda comunica la cancellazione, all’improvviso, di oltre 350 iscritti (fonte Fabi); in poco tempo una sola sigla sindacale, la Falcri, ottiene la quasi totalità degli iscritti.

Tutto ciò avviene con una regia preordinata al fine di creare un unico sindacato di riferimento.



ANNO 2011: SINTESI DEI FATTI

 

Ascesa politica dell’autista Di Fabrizio, Flashbank (presunti rapporti con la ‘ndrangheta, fusione con Carichieti su ordine di Bankitalia, carriera fulminea del figlio dell’autista), nomina del nuovo Direttore generale Sbrolli al posto di Di Tizio: questi i fatti salienti del periodo.



 

ANNO 2012: SINTESI DEI FATTI

 

Riorganizzazione della Carichieti; accordo Sindacale tenuto segreto per lungo tempo, che permetterà, nonostante il blocco delle assunzioni, la riammissione alle dipendenze della Carichieti del famoso autista.



 

ANNO 2013: SINTESI DEI FATTI

 

Fabi, Fiba-Cisl e Fisac Cgil scrivono riservatamente alla Banca d’Italia per evidenziare le problematiche della Carichieti, sia a livello finanziario che di singolare gestione del personale.



ANNO 2014: SINTESI DEI FATTI

 

Parte il Progetto Sviluppo Succursali, con l’assenso incondizionato delle strutture sindacali aziendali UNISIN/FALCRI e UILCA; in Settembre, commissariamento della Carichieti.



ANNO 2015: SINTESI DEI FATTI

 

Il commissariamento procede, e a fatica viene firmato un Accordo Sindacale che prevede grossi sacrifici per i lavoratori. L’anno si conclude con la risoluzione dell’Istituto da parte di Banca Italia (22/11/2015) e la nascita di Nuova Carichieti Spa.



ANNO 2016: SINTESI DEI FATTI

 

Difficile anno di gestione della clientela per effetto della Risoluzione e della nota vicenda delle Subordinate.



ANNO 2017: SINTESI DEI FATTI

 

Ulteriore Accordo Sindacale per permettere ad UBI Banca l’acquisto dell’Istituto.
In 3 anni, nonostante l’avvicendarsi di 3 Commissari Straordinari, 3 Amministratori Delegati e l’ingresso formale di una solida banca, il management è rimasto invariato, come anche il sindacato aziendale: stesse persone ai vertici, stessi metodi, stesso stile.





ISP: aggiornamenti su esodi, PVR ed altre questioni

ADESIONE ESODI

L’Azienda relativamente all’accordo del 16 novembre 2021, ha comunicato che – a fronte delle

2.000 uscite previste – sono pervenute 5.269 richieste, di cui 366 annullate per richiesta dei singoli o per mancanza dei requisiti.

Le domande valide sono pertanto 4.903, di cui circa 600 in corso di valutazione (mancanza di ecocert, richiesta di ricongiunzioni o riscatti in corso, ecc).

Alla luce di quanto sopra, la Banca ha dichiarato che si ricorrerà alla graduatoria e ne entreranno a far parte coloro che matureranno il requisito entro il 30 aprile 2027 calcolato già tenendo conto della diminuzione dell’aspettativa di vita come aggiornata dall’INPS.

La Banca smentisce le “voci” circa un generalizzato anticipo delle finestre di esodo.

PVR 2021

Il Premio Variabile di Risultato 2021 verrà liquidato in anticipo sul conto corrente il prossimo 13 maggio e sarà ricompreso nel cedolino del mese.

Visti i risultati dell’Azienda, la quota base del PVR è stata incrementata del 4,6%: il gestore privati, ad esempio, è passato da 750 € a 786 €.

Fermo restando il montante del bonus pool e a fronte del raggiungimento delle fasce più alte da parte di molte filiali, ci è stata, purtroppo, comunicata la riduzione del 55% dell’eccellenza per la rete.

Abbiamo rappresentato il forte malcontento dei colleghi in particolare per il meccanismo dell’eccellenza, che sarà in parte migliorato con la nuova formulazione sperimentale del recente accordo sul PVR 2022 che ne prevede il riconoscimento per tutte le filiali che raggiungeranno il 100% della scorecard.

Seppure non derivanti da accordi sindacali, la Banca ci ha illustrato i dati relativi al SET, che vede una riduzione del 19,8%, e al Sistema Incentivante NPL 2020-21 che vede una riduzione del 22,5%.

LECOIP 3.0

Nei prossimi giorni uscirà sulla intranet aziendale una comunicazione dedicata al Lecoip 3.0.

La Banca ci ha anticipato che, a differenza del precedente piano, il processo di adesione sarà completamente digitale e non sarà necessaria alcuna stampa.

Vi sarà un supporto per i lungo assenti da parte della Filiale Digitale.

INDENNITA’ GRANDE MOBILITA’ EX UBI

Dal prossimo cedolino di giugno tale indennità sarà riconosciuta a consuntivo e non più a preventivo; pertanto, nel mese di maggio vi sarà una sospensione del pagamento. Ai colleghi interessati è stata data possibilità di richiedere un anticipo al fine di ridurre l’impatto economico.

MONTE PEGNI

L’Azienda ci ha informato che prossimamente vi sarà un conferimento del ramo d’azienda Monte Pegni proveniente dal mondo Ubi di circa 20 persone, in favore di Acantus S.p.A., società recentemente costituita all’interno del Gruppo Intesa Sanpaolo.

RIENTRO GSD (Accordo ex Ubi)

Intesa Sanpaolo ci ha comunicato di aver rescisso il contratto di fornitura con GSD per la fornitura di stampe e postalizzazione e che quindi i colleghi verranno riassegnati nel Gruppo.

Milano, 6 maggio 2022


Delegazioni Trattanti Gruppo Intesa Sanpaolo

FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

 

dal sito fisacgruppointesasanpaolo.it




Intesa-Ubi. Una prima sintesi degli accordi di armonizzazione

Stanotte sono stati sottoscritti una serie di accordi che completano l’armonizzazione normativa ISP UBI e definiscono il rinnovo il rinnovo del CC2L del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Qui di seguito vi forniamo una primissima nota informativa sui principali contenuti degli accordi. si tratta di un work in progress: prossimamente, come di consueto, vi forniremo un approfondimento tecnico con tutti i dettagli.

 

Ruoli e percorsi professionali:

  • Certificazione ai colleghi di tutti i parametri utili (indicatori) per il calcolo e la verifica della complessità. In particolare Teti sarà validato sempre, e i colleghi vedranno l’avvenuta validazione. In relazione alle situazioni “pregresse”, ci sarà il recupero di tutte le mancate validazioni, nonché degli errori di caricamento della formazione (formazione a zero).
  • Spostamento delle decorrenze annuali della complessità da Gennaio a Maggio (per evitare ricalcoli e conguagli), con contestuale “prolungamento”, per il periodo da gennaio ad aprile 2022, delle complessità e correlate indennità già in essere.
  • Introduzione di Ruoli e percorsi per Agribusiness, ricalcato su quelli previsti per le Filiali Imprese
  • Innalzamento dell’inquadramento a QD1 nel caso del livello “C” per i Gestori Imprese e Agribusiness.
  • In caso di variazione di ruolo mantenimento della complessità acquisita (sino al successivo ricalcolo annuale).
  • Applicazione del consolidamento ai colleghi che nel mese di Dicembre 2020 erano in percorso con almeno 20 mesi maturati (riduzione di 4 mesi prevista dall’accordo 12/04/2021), con restituzione di quanto eventualmente addebitato.
  • Riduzione a 18 mesi del periodo di consolidamento dei Direttori.
  • Riconoscimento dell’inquadramento QD4 ai Direttori decorsi 5 mesi in filiali di elevata complessità (ICE).
  • Per i colleghi di nuova assegnazione FOL impegno a valorizzazione dell’esperienza maturata in precedenza.
  • Esplicito demando a un accordo da sottoscrivere entro giugno 2022 che preveda la negoziazione di ruoli e percorsi professionali per le figure specialistiche sia di Direzione che di Rete.

 

FOL: Esplicito demando a un accordo da sottoscrivere entro giugno 2022 che affronti gli impatti derivanti dall’evoluzione organizzativa, con particolare riferimento alla complessità di gestione dei distaccamenti, alle turnazioni (con correlate indennità) e all’opportunità di rendere, su base volontaria, la prestazione lavorativa per i turni di inizio e fine giornata in Lavoro Flessibile.

 

PVR: Esplicito demando a un accordo da sottoscrivere entro giugno 2022 che preveda la negoziazione del prossimo PVR / Premio Aziendale (in cui far anche confluire i risparmi derivanti dalla cancellazione – a partire dal 2022 – del contributo monoreddito ex UBI) e di un eventuale nuovo piano di incentivazione di lungo termine su presupposti diversi del Lecoip.

 

Buono Pasto:

  • Erogazione del Buono Pasto ai turni 6×6.
  • Esplicito demando a un accordo da sottoscrivere entro giugno 2022 che preveda la possibilità di incremento del buono pasto fino a concorrenza del beneficio fiscale.

 

Smart Working: Esplicito demando a un accordo da sottoscrivere entro giugno 2022 che preveda una complessiva revisione della materia, con mantenimento dell’adesione volontaria, interventi volti a ridurre la mobilità individuale, forme di compensazione economica in relazione al buono pasto.


Conciliazione tempi di vita e di lavoro

Banca del Tempo:

  • Mantenimento anche post emergenza Covid della previsione di utilizzo per colleghi con familiari in difficoltà (più di 75 anni o non autosufficienti).
  • Inserimento della possibilità di ricorrere alla Banca tempo per l’assistenza di familiari in occasioni interventi chirurgici (massimo 2 gg) anche in assenza della condizione di “grave infermità”.

Sospensione volontaria:

  • Confermata l’astensione volontaria (SVL) fino a 20 gg, disponibili sin da inizio anno, con possibilità per il 2022 di ottenere un superamento ulteriore per determinate causali specifiche.

Permessi Gravi Patologie: Aggiornamento dell’elenco delle gravi malattie.

Permessi Vari: Stabilizzazione della prassi già in atto della concessione di un permesso di un giorno per ogni nuova vaccinazione oppure richiamo Covid.

 

Mobilità disposta dall’azienda:

  • Conferma dell’impostazione della mobilità in ISP con applicazione di nuove maggiori fasce di importo per pendolarismo e riduzione della franchigia a 20 km (40 AR).
  • Riduzione a 20 km del limite per la trasferibilità del personale a Part Time.
  • Mantenimento transitorio di alcune previsioni solo per i colleghi ex UBI, tra le quali indennità di Grande Mobilità UBI limitatamente ad un periodo di 6 anni per i trasferimenti in essere al 2021ed erogazione di una seconda una tantum per i trasferimenti disposti tra 2019 e 2020.
  • Esplicito demando a un confronto per prevedere la riduzione del ricorso ai trasferimenti d’ufficio nell’ambito di interventi volti a ridurre complessivamente (anche attraverso lo Smart Working) il ricorso alla mobilità.

 

Mobilità a richiesta del lavoratore (Liste Trasferimento):

  • Le domande pregresse dei colleghi ex UBI, così come quelle formalizzate entro il 28 Febbraio 2021 avranno decorrenza convenzionale del 12/04/2021, con impegno a una valutazione gestionale di quelle collegate a rientro da “grande mobilità”.

 

Formazione: Innalzamento a 4 giorni all’anno per la Formazione Flessibile di diritto (1giorno a trimestre).

 

Inclusione: Confermate le prestazioni e i contributi aziendali per i figli con disabilità già gestite da Clematis UBI. Dal 2022 verranno gestite dalla Onlus di Gruppo ed estese a tutto il Gruppo.

 

Borse di Studio per figli:

  • Conferma per i colleghi UBI degli importi maggiorati degli assegni di studio per l’anno scolastico / accademico 2021-2022.
  • Sostituzione (dal 2022 per i colleghi ISP e dal 2023 per i colleghi ex UBI) dei maggiori importi ex UBI con un versamento su una specifica posizione di previdenza integrativa (o in alternativa versamento su conto sociale) in capo a ciascun figlio pari a 120€ annui per i figli da 0 a 24 anni.

 

Provvidenza per studenti lavoratori: Ai dipendenti che dal 1° gennaio 2021 conseguano un diploma di laurea o laurea magistrale, è riconosciuto per una sola volta un premio di laurea di 1.300€.

 

Previdenza: Innalzamento dell’aliquota minima di contribuzione al 3,75% dal 1/1/2022 e al 4% dal 1/1/2024 per tutti i dipendenti del Gruppo (compresi quindi anche i dipendenti ISP Casa ed ex ISP Casa).

 

Condizioni agevolate:

  • Aumento Plafond elasticità di cassa ad Euro 7.500 (ora 6.500) con 10 anni anzianità – Euro 12.000 (10.500) oltre 10 anni anzianità – Euro 16.000 (15.000) per Dirigenti.
  • Possibilità di rinegoziazione mutui ex UBI.
  • Innalzamento a 40.000€ del limite di reddito per accedere alle finanziamento e al mutuo “amico”.

dal sito Fisac Gruppo Intesa




Mal di budget tra i bancari: lo studio del Sole 24 Ore

Che succede sul fronte delle pressioni commerciali allo sportello? In piena estate è esploso il malessere tra i dipendenti di alcuni gruppi bancari italiani. Raffiche di comunicati hanno intasato le bacheche virtuali delle principali sigle sindacali. Poi sono arrivate le convocazioni dalla commissione parlamentare di vigilanza delle banche, e anche la commissione nazionale banche-sindacati sul mal di budget ha finalmente riavviato i motori. Segnali importanti dell’elevato livello di attenzione in un settore molto delicato.

Il monitoraggio
A distanza di 5 mesi dalla recrudescenza del fenomeno, Plus24 ha deciso di realizzare un monitoraggio fra i 5 principali gruppi bancari italiani per numero di dipendenti. Chi pensava che i dati fossero facilmente disponibili, dovrà ricredersi: è stato complicato risalire alle segnalazioni inviate dai dipendenti alle commissioni che in ogni gruppo bancario si occupano di mal di budget. Grazie alla collaborazione delle organizzazioni sindacali del settore siamo riusciti a realizzare un primo bilancio post accordo ABI-sindacati del 2017, quando fu siglato il patto per la costituzione della commissione nazionale sulle pressioni commerciali. Ecco di seguito i risultati riassunti anche dalla tabella che segue.

Intesa Sanpaolo
E’ la banca che ha confermato il dato fornito dai sindacati in totale trasparenza: 162 le segnalazioni pervenute alla casella [email protected]. Sono soltanto 118 però quelle che hanno passato il primo screening: 44 email sono state infatti escluse o per mittente anonimo o per assenza del modulo di segnalazione. Da sottolineare che Intesa Sanpaolo è il primo gruppo italiano con quasi 100mila dipendenti e giocoforza registra un maggior numero di casi. A parte la conferma dei dati, nessun commento da parte dell’istituto.

BancoBpm e Bper
La terza e la quarta banca in Italia per numero di dipendenti sono rispettivamente BancoBpm e Bper. La prima, secondo fondi sindacali, ha ricevuto quest’anno 90 segnalazioni di pressioni commerciali; l’istituto con sede a Modena invece è a quota 130: da ricordare che quest’ultimo è reduce dall’acquisizione di 620 sportelli ex Ubi e Intesa.
Sia Banco Bpm che Bper non hanno voluto commentare i dati sulle segnalazioni.

Unicredit e Mps
Infine il secondo e il quarto gruppo bancario italiano. Qui tutto è più complicato. I sindacati non sono riusciti a fornire dati in merito. Dal canto loro, Unicredit e Mps affermano di non aver ricevuto segnalazioni di pressioni commerciali quest’anno.
Da Unicredit fanno sapere che “la commissione, istituita con il protocollo Unicredit sulle politiche commerciali sottoscritto con le nostre organizzazioni sindacali, non ha ricevuto, nel corso del 2020 e 2021, alcuna denuncia per pratiche di pressioni commerciali. Sono state riscontrate solo alcune segnalazioni di singoli comportamenti non conformi alle previsioni contrattuali, gestite e risolte in modo costruttivo grazie ai 7 presidi locali (osservatori bilaterali azienda e sindacato) presenti sul territorio”.
Le dimensioni di Unicredit sono molto simili a quelle di Intesa Sanpaolo: come mai non c’è stata nessuna segnalazione? Lo stesso interrogativo lo si può sollevare per Mps benché qui le dimensioni siano ben diverse da Intesa e Unicredit. Ecco il commento di Siena: “In materia di politiche commerciali, in banca Mps è continuo il confronto nell’ambito dell’omonima commissione paritetica permanente (costituita sin dal 2015 con specifico accordo sindacale aziendale) anche in chiave programmatica e propositiva”. E ancora: “La commissione può anche essere sede di analisi di episodi specifici, su segnalazione da parte dei dipendenti o per il tramite dei rappresentanti sindacali, anche attraverso una casella di posta elettronica dedicata nel rispetto delle norme in materia di privacy. In tal senso, comunichiamo che nel 2021 non sono pervenute segnalazioni su casi specifici”.

La posizione dei sindacati
Quali conclusioni si possono trarre dunque dal monitoraggio sulle segnalazioni di mal di budget a quattro anni dall’intesa nazionale sulle pressioni commerciali? “In realtà, dopo l’accordo sulle politiche commerciali, le banche sono molto più raffinate rispetto al passato nel porre in atto politiche commerciali pervasive ” spiega Susy Esposito, segretaria nazionale Fisac Cgil e componente della commissione nazionale sulle politiche commerciali. “Si pensi anche all’introduzione delle agende elettroniche per l’organizzazione degli appuntamenti della clientela che prevedono, molto spesso, dei report immediati rispetto all’esito dell’appuntamento. Politiche pervasive sono anche le frequenti previsioni di vendita e le correlate graduatorie comparative tra strutture. Il fenomeno e tutt’altro che scomparso.”  A questo punto come bisogna muoversi per aiutare i dipendenti come il mal di budget? “Le segnalazioni delle pressioni commerciali sono indispensabili per far emergere il problema e il disagio lavorativo, quindi è bene alimentare il senso di fiducia nell’accordo” ricorda Fulvio Furlan, segretario generale Uilca. “Dove non risulta ve ne siano può significare che certe criticità siano risolte in ambito gestionale con il sindacato e non serva arrivare a coinvolgere le commissioni preposte”.

 

Articolo di Valerio D’Angerio su “Il Sole 24 Ore” del 4/12/2021




Gruppo Intesa: accordo sull’Assistenza Sanitaria

Si è conclusa la trattativa sulla Assistenza sanitaria che consente l’ingresso del personale ex UBI e definisce una complessiva e decisamente positiva riforma del Fondo Sanitario, con un netto miglioramento delle prestazioni garantite agli aderenti.

Di seguito facciamo il punto sulla questione Ingresso colleghi ex UBI e sintetizziamo le novità del Fondo Sanitario.

AGGIORNAMENTO SU INGRESSO UBI IN FSI

L’accesso alle prestazioni del FSI NON potrà avvenire con decorrenza 1° gennaio 2022 per tutta la platea, in quanto le prestazioni del Fondo sono finanziate da un patrimonio che gli ex UBI non hanno contribuito a costituire.

Si delineano pertanto percorsi differenti in base alle popolazioni individuate dalle attuali coperture.

Ex UBI coperti da polizza Cargeas

In coerenza con lo Statuto del Fondo (che prevede un periodo di “carenza” per i nuovi iscritti) per il 2022 e 2023 la popolazione ex UBI attualmente interessata dal “polizzone” Cargeas, sarà coperta da una nuova polizza le cui caratteristiche saranno definite nelle prossime settimane: sottolineiamo il significativo miglioramento ottenuto essendo tale periodo “di ingresso” ridotto a 2 anni (rispetto ai 3 previsti normalmente dallo Statuto del FSI).

Il premio della polizza per il dipendente e i familiari a carico (€ 900) sarà totalmente a carico dell’azienda, mentre a carico del collega saranno:

  1. il contributo di ingresso destinato a finanziare il patrimonio del FSI (50% del contributo ordinario, quindi 0,50% della RAL per sé e 0,05% per ogni familiare fiscalmente a carico) da versare per il suddetto periodo di 2 anni, contributo che consentirà dall’1.1.2024 di avvalersi delle favorevoli prestazioni del Fondo sanitario ISP.
  2. l’eventuale premio di polizza per i familiari non a carico (€ 325 per coniuge/convivente – € 280 per ogni figlio – € 375 per altri familiari conviventi: genitore, fratello e/o sorella).

Oltre alla riduzione del periodo di “ingresso” a 2 anni, anche la copertura garantita da polizza sarà migliorata rispetto alle precedenti prestazioni (erogate da UniSalute) sulla base delle richieste che abbiamo rappresentato all’azienda e grazie all’incremento del premio pagato dalla banca (da € 700 a € 900).

La nuova polizza sarà definita nelle prossime settimane attraverso la gara che il CdA del Fondo organizzerà tra diverse compagnie per ottenere le migliori condizioni.

Ex UBI iscritti al Fondo Assistenza di Società del Gruppo UBI

A differenza degli ex UBI coperti da polizza Cargeas, gli iscritti al Fondo Assistenza UBI (ex Banca Lombarda) potranno beneficiare del conferimento del patrimonio che hanno costituito negli anni presso il Fondo UBI al FSI ISP e quindi potranno accedere alle prestazioni del Fondo Intesa già dal 1° gennaio 2022 (con pagamento del contributo ordinario: 1% della RAL per sé, 0,10% per ogni familiare fiscalmente a carico, 1% per ogni familiare fiscalmente non a carico).

Ex UBI iscritti all’Associazione Assistenza Sanitaria Integrativa Banca delle Marche

Il patrimonio attuale dell’Associazione non è sufficiente a garantire le medesime condizioni del Fondo UBI (di cui al paragrafo precedente), ma gli attuali iscritti (una volta deliberato il conferimento del patrimonio residuo dell’Associazione BM) potranno comunque accedere fin dal 1° gennaio 2022 alle prestazioni del FSI ISP versando in aggiunta al contributo ordinario (1% della RAL per il dipendente, ecc.) il contributo di ingresso per 2 anni (0,50% della RAL per il dipendente, ecc.).

AGGIORNAMENTO SU PRINCIPALI NOVITÀ FONDO SANITARIO DI GRUPPO

 Abolizione Quota Differita

Abolizione della quota differita dei rimborsi: il rimborso delle prestazioni avverrà per intero al momento della liquidazione.

Incremento Contribuzioni

Aumento (in misura aggiuntiva alle rivalutazioni ISTAT) del contributo aziendale di 20 euro per ogni dipendente a partire dal 1/1/2022 e di ulteriori 30 euro a partire dal 1/1/2024. Contestuale ritocco della contribuzione per familiari non fiscalmente carico con aumento dello 0,10% a partire dal 1/1/2022 e di un ulteriore 0,10% a partire dal 1/1/2024.

Miglioramento Prestazioni (personale in servizio)

  • Riduzione al 10% della franchigia in assistenza convenzionata per visite specialistiche, alta diagnostica, accertamenti diagnostici fisioterapia e analisi di laboratorio.
  • Innalzamento a 200.000€ (400.000€ in caso di grandi eventi patologici) del massimale per prestazioni ospedaliere.
  • Introduzione di un massimale specifico per la procreazione assistita.
  • Innalzamento a 1.000€ del massimale per trattamenti fisioterapici.
  • Innalzamento a 1.800€ del massimale per trattamenti psicoterapeutici.
  • Innalzamento a 1.650€ (2.150€ per nuclei numerosi) del massimale spese dentistiche.
  • Dal 1/1/24 innalzamento a 1.750€ (2.250€ per nuclei numerosi) del massimale spese dentistiche.
  • Dal 1/1/24 innalzamento a 600€ (800€ per nuclei numerosi) del massimale spese per lenti.

 Miglioramento Prestazioni (personale in quiescenza)

  • Riduzione al 10% della franchigia in assistenza convenzionata per visite specialistiche, alta diagnostica, accertamenti diagnostici fisioterapia e analisi di laboratorio.
  • Innalzamento a 200.000€ (400.000€ in caso di grandi eventi patologici) del massimale per prestazioni ospedaliere.
  • Introduzione di un massimale specifico per la procreazione assistita.
  • Innalzamento a 1.000€ del massimale per trattamenti fisioterapici.
  • Innalzamento a 1.800€ del massimale per trattamenti psicoterapeutici.
  • Innalzamento a 700€ (900€ per nuclei numerosi) del massimale spese dentistiche.
  • Dal 1/1/24 innalzamento a 750€ (1.000€ per nuclei numerosi) del massimale spese dentistiche.
  • Dal 1/1/24 innalzamento a 400€ (550€ per nuclei numerosi) del massimale spese per lenti.

 Fondo Prevenzione

Istituzione di un “Fondo Prevenzione” finanziato con:

  • un versamento aziendale una tantum di 2.000.0000€
  • il conferimento una tantum del 3% del capitale del Fondo Sanitario
  • il versamento da parte dell’azienda di 20€ annui per ciascun aderente già coperto da LTC nazionale e di 10€ da parte dell’iscritto in questione
  • il versamento da parte dell’azienda di 30€ annui per ciascun aderente non beneficiario di LTC nazionale e di 30€ da parte dell’iscritto in questione.

Il Fondo Prevenzione consente:

  • L’attivazione di una copertura di LTC aggiuntiva a quella prevista dal CCNL, per dipendenti e familiari.
  • L’azzeramento di franchigie e scoperti per le prestazioni di prevenzione che verranno definite dal CDA del Fondo Sanitario.

 Utilizzo Patrimonio

  • *Utilizzo del Patrimonio del Fondo per coprire eventuali sbilanci di una o di entrambe le Gestioni (iscritti in servizio ed iscritti in quiescenza) nel limite del 15% del Patrimonio per non oltre due bilanci consecutivi.
  • *Utilizzo del Patrimonio della Gestione iscritti in servizio per garantire il completo riversamento del 6% (con un limite massimo di 12 milioni) di contributo di solidarietà alla Gestione quiescenti.

 Terza sezione per Pensionati e Agenti

Istituzione di una Terza Sezione del Fondo a cui potranno iscriversi i Pensionati e gli Agenti, con una permanenza minima di tre anni nella sezione. Le prestazioni, inferiori a quelle garantite dal regolamento del Fondo, saranno assicurate da una polizza assicurativa.

Semplificazione normativa

Modifica dei requisiti per il trattamento contributivo dei familiari, anche con inserimento della autocertificazione, per snellire e rendere più efficiente e meno burocratico il funzionamento del Fondo. Verrà comunque richiesta la documentazione atta a dimostrate la condizione di familiare a carico per i figli con più di 24 anni di età: in difetto verranno automaticamente considerati come non a carico.

Riapertura Termini Adesione

Possibilità di iscrizione per i dipendenti attualmente non iscritti al Fondo, con le medesime regole già utilizzate in precedenza.

⇒ SCARICA IL TESTO DELL’ACCORDO

 

dal sito Fisac Intesa Sanpaolo




Intesa Sanpaolo: promemoria sulla previdenza per il personale ex UBI

Il 29 settembre scorso è stata emanata dal Fondo pensione ISP la Circolare n. 4/2021 in tema di “Coperture assicurative contro il rischio premorienza o premorienza ed invalidità permanente”, alle quali sarà possibile aderire dandone comunicazione entro le due scadenze del 29 o del 31 ottobre prossimi.

Nella stessa data sono stati sottoscritti alcuni ulteriori accordi riguardanti la Previdenza complementare del personale proveniente dall’ex Gruppo UBI, e precisamente le coperture accessorie per premorienza e invalidità garantite per il tramite del Fondo BRE e del Fondo BDM.

Di seguito approfondiamo pertanto il tema delle prestazioni accessorie riconosciute attraverso i Fondi pensione, precisando fin d’ora che occorreranno ulteriori istruzioni e/o interventi procedurali per rendere possibile l’adesione alle coperture del Fondo ISP.

Ricordiamo inoltre che entro il 31 ottobre 2021 il personale ex UBI aderente ai Fondi Pensione esterni (Previbank, Previp, Arca, ecc.) dovrà aver perfezionato l’iscrizione al Fondo Pensione ISP, per la quale non è sufficiente il ricorso all’applicativo online, ma sono necessari ulteriori adempimenti. Raccomandiamo a coloro che non avessero ancora richiesto l’adesione di attivarsi quanto prima, considerato che – nell’ambito di questa platea – dal 1° novembre 2021 il contributo aziendale sarà riconosciuto esclusivamente a chi si fosse iscritto al Fondo ISP.

Qui nel comunicato in pdf trovate tutti i dettagli.

 

dal sito Fisac Intesa Sanpaolo




Banche sempre più libere, Abruzzo sempre più povero: il 24 settembre protestiamo davanti alla Regione Abruzzo

Segreterie Regionali Abruzzo Molise

 

PRESIDIO DI FRONTE LA SEDE DELLA REGIONE ABRUZZO
(piazza Unione –Pescara)
24 Settembre 2021,ore 10,00-12,30

 

Le banche sempre più libere, l’Abruzzo sempre più povero

 

MONTE DEI PASCHI-UNICREDIT, BANCA POPOLARE DI BARI, B.N.L., BPER, BANCA ISP
si ristrutturano a danno del territorio e le comunità locali non hanno presìdi bancari

 

Banca M.P.S.: Sciopero nazionale, il 24 settembre ,delle lavoratrici e dei lavoratori che temono conseguenze per i livelli occupazionali, per le filiali che saranno cedute o chiuse in molti comuni, e per il mancato confronto col MEF, che non incontra le OO.SS. per l’ipotesi di fusione con Unicredit.

Banca Popolare di Bari: La più grande banca regionale del Centro Sud, che ha acquisito le banche regionali Banca Tercas e Banca Caripe, inizia la sua avventura di nuova Banca pubblica, dedicata al Mezzogiorno, chiudendo la maggior parte delle filiali in una delle regioni del Mezzogiorno.

BPER Banca: Ha incorporato ben tre banche locali (BLS, Carispaq e Serfina Banca) con conseguenti gravi impatti sulle economie locali – in termini di occupazione e di indotto -, e acquisito gli sportelli ex Unipol ed ex UBI ;sceglie di seguire l’esempio dei maggiori istituti bancari e di ridurre ulteriormente sportelli e dipendenti.

BNL: Le lavoratrici e i lavoratori protestano contro il progetto di cessione di numerose lavorazioni e di circa 900 lavoratori e contro la chiusura di 150 agenzie su tutto il territorio nazionale, per mera riduzione dei costi, pur essendo BNL un’azienda in ottima salute. Continua lo spostamento del baricentro dell’azienda verso le zone più ricche del Nord Italia.

BANCA INTESASANPAOLO: La riorganizzazione, conseguente la fusione ,tra Banca ISP ed Ubi si sta palesando come fortemente deleteria a scapito delle lavoratrici e dei lavoratori, e produrrà numerose chiusure, anche di Filiali “storiche”, ubicate in Comuni di alto valore simbolico.

I gruppi bancari nazionali operano in una logica di “profitti da commissioni, e tutto ciò fa pensare a politiche aziendali di breve/brevissimo periodo. La raccolta e le masse creditizie, per finanziare le imprese locali, scarseggiano sempre di più.

Aumentano i Comuni senza più uno sportello bancario, rendendo ancor più difficoltosa la ripresa economica e ostacolando gli sforzi dei cittadini e degli enti locali; molte delle località coinvolte dalle chiusure degli sportelli fanno parte dell’area del cratere del terremoto, area destinataria di ingenti risorse, per le quali sarebbe necessaria e opportuna l’intermediazione di un Istituto di credito locale.
In tutto ciò, non rileviamo l’attenzione da parte della Politica Regionale.

LE AZIENDE NON RICEVONO IL GIUSTO CREDITO, IL LAVORO SI PERDE E LE LAVORATRICI E I LAVORATORI NON HANNO FUTURO.

LA REGIONE ABRUZZO LASCIA FARE?

 

Le Segreterie Regionali

 

Leggi anche

https://www.fisaccgilaq.it/banche/bper/il-libero-mercato-secondo-le-banche.html

https://www.fisaccgilaq.it/banche/i-drammatici-dati-dellabbandono-bancario-in-provincia-dellaquila.html

 




Il libero mercato secondo le banche

Le persone che lavorano in banca sono sempre di meno, e diminuiranno ancora: evidentemente le aziende le ritengono non necessarie ad attività con un altissimo grado di automazione.

E ovviamente, sono sempre di meno le filiali. E’ un tema del quale ci siamo occupati in diverse occasioni, sottolineando come le chiusure non siano uguali in tutto il territorio nazionale: le banche tendono a concentrarle nelle zone in cui ritengono di avere minori prospettive di guadagno. Questo sta comportando differenze enormi e crescenti nella possibilità di accesso al credito tra le varie regioni, con ovvia penalizzazione del Centro-Sud rispetto al Nord Italia.

Per farsi un’idea del fenomeno è sufficiente guardare questa cartina. Rappresenta la concessione di credito pro-capite ai residenti delle varie regioni italiane. Con l’eccezione del Lazio, dovuta al fatto che molte grandi aziende hanno sede nella Capitale, è assolutamente evidente come il colore delle regioni tenda a divenire sempre più chiaro man mano che si scende verso sud, fino ad un omogeneo giallo paglierino per tutte le regioni del Mezzogiorno.

 

 

L’immagine è tratta dal rapporto Gen/2021: Economia e credito delle Regioni Italiane prodotto dall’istituto di ricerca IRSF-LAB. L’intero rapporto è scaricabile a questo link.

 

Quest’immagine dice una cosa ben precisa: per le regioni in difficoltà economica non esiste possibilità di riscatto, andranno anzi verso un ulteriore impoverimento visto che sarà sempre più difficile riuscire a finanziare nuove attività che possano rimpiazzare quelle che chiudono. E le banche hanno pesanti responsabilità in tal senso.

Se c’è una tesi che non si può assolutamente sostenere è che le banche siano aziende in crisi. I bilanci relativi al primo semestre del 2021 parlano di aziende molto floride, spesso con risultati ai massimi storici, per le quali evidentemente c’è un solo motivo per tagliare dipendenti e filiali: guadagnano tanto, tantissimo (quasi 6 miliardi per i primi 6 gruppi) ma non gli basta e vogliono di più, ancora di più.
Gli istituti creditizi minimizzano l’abbandono di buona parte del Paese continuando a millantare fantomatici legami con territori che in realtà stanno contribuendo ad impoverire, e in quanto aziende private rivendicano il diritto di massimizzare i loro profitti.

Ma è proprio così?

Ci sarebbe l’art. 47 della Costituzione che impone allo Stato il controllo dell’esercizio del credito che, se applicato, porrebbe delle concrete limitazioni alla libertà di manovra dei CdA delle Banche. Ma l’articolo viene ignorato perché le banche, ma soprattutto i politici, hanno una strana concezione del “Libero Mercato”.

 

IL CASO UNICREDIT – MPS

Quanto sta accadendo in questi giorni è assolutamente emblematico. Dopo aver speso circa 20 miliardi di soldi pubblici per tenere in vita il Monte Paschi di Siena, lo Stato decide che basta così e cerca un’acquirente. Proviamo ad immaginare un ipotetico dialogo tra i vertici di Unicredit e i rappresentanti del Governo:

Buongiorno, abbiamo saputo che cercate un acquirente per il Monte Paschi. Ok, lo prendiamo noi.
Ottimo, allora prepariamo i documenti e…
Un attimo. Lo prendiamo, ma non tutto tutto. I crediti problematici ve li tenete. Non pretenderete mica di deteriorare i nostri indici patrimoniali?
E va bene. In fondo lo abbiamo fatto per tutti i precedenti salvataggi. Si tratterà di accollarsi le perdite, ma a questo punto qualche miliardo in più cosa volete che sia? Quindi siamo d’accordo?
E no. Anche senza crediti problematici a noi il Centro-Sud non interessa. Anche quello ve lo tenete voi.
Noi? E che ci facciamo?
Affari vostri. Trovate un altro acquirente.
Non sta andando come avremmo voluto. Però non abbiamo alternative, quindi… OK! Affare fatto?
Non ancora. Dobbiamo parlare di soldi. Non vorrete che ci prendiamo una banca  importante come il Monte Paschi gratis? Non sarebbe giusto!
Certo che no, non sarebbe giusto. Quindi…
Quindi dovete pagarci!
Cosa? noi dobbiamo pagare voi?
Certo. Diciamo che un 5 o 6 miliardi di crediti d’imposta dovrebbero bastare.

Scusate il tono parodistico, ma è il modo migliore per rendere l’idea di una trattativa surreale. E che davvero non si capisce come possa rientrare nel concetto di “Libero mercato”.
Non è un caso isolato: sono state per molti versi simili le operazioni di “salvataggio” di cui in passato hanno beneficiato importanti gruppi bancari. Ricordiamo le più importanti: Intesa per Popolare di Vicenza e Veneto Banca, UBI (e quindi poi, indirettamente, ancora Intesa) per Banca Marche, Carichieti ed Etruria, BPER per Cariferrara.

I grandi gruppi bancari sono accomunati da progetti ambiziosi, fatti di chiusure di filiali ed abbandono dei territori meno appetibili, di tagli occupazionali e contestuale crescita dei compensi ai top manager. E ritengono di essere nel pieno diritto di farlo, dichiarando di dover rispondere solo agli azionisti ed alla ricerca del profitto, che evidentemente pensano possa crescere all’infinito in barba a tutte le leggi dell’economia.

Davvero tutto questo si può considerare normale?
Davvero si può parlare di libero mercato quando le perdite sono a carico dello Stato (cioè le paghiamo tutti noi) e gli utili sono ad esclusivo vantaggio di azionisti che sembrano non accontentarsi mai?
Non sarebbe doveroso imporre alle banche che hanno usufruito di pesanti erogazioni statali dei vincoli che impediscano la desertificazione di oltre metà del paese?

Sono evidenti le responsabilità della Politica, che si sottrae scientemente ad un suo dovere costituzionalmente previsto. Ma sappiamo che tra banche e politica non c’è il rapporto che ci si aspetterebbe tra controllore e controllato, quanto piuttosto un continuo scambio con reciproci benefici. E per rendercene conto, un esempio molto valido possiamo trarlo ancora dalla recente vicenda Unicredit- Monte Paschi.

Nel 2008, l’allora Ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan nazionalizzò MPS, con una spesa (pubblica) di 8 miliardi, affermando di averla salvata. In realtà, nel corso degli anni ulteriori iniezioni di denaro pubblico si sono rese necessarie per tenere a galla il Monte Paschi.
Nel 2020 Padoan ha traslocato dalla politica alla presidenza di Unicredit, passando così dal ruolo di salvatore di MPS a sostenere che in realtà il Monte Paschi non vale niente, convincendo (impresa non così difficile) lo Stato a scucire altri soldi pubblici.

C’è poco da aggiungere, se non che ancor oggi la miglior definizione di “Libero Mercato” è quella attribuita ad Ernesto Che Guevara.

Il capitalismo? Libera volpe in libero pollaio

Forse la frase non è davvero sua, ma descrive esattamente quello che le banche intendono quando parlano di “Libero mercato”.

 




Unipol al 6,9% di Popolare Sondrio, verso fusione con Bper?

Blitz riuscito solo in parte, ma cresce l’attesa per la nuova fase di aggregazioni bancarie


 

Banca Popolare di Sondrio e Bper sempre più vicine a una possibile fusione dopo che Unipol si è portata al 6,9% della banca valtellinese, anche se è meno del 9,5% preventivato nell’operazione.

Unipol, quota Popolare Sondrio sale al 6,9%

Unipol è anche il primo azionista di Bper (al 19%) e già il suo ingresso in Bp Sondrio l’anno scorso con una quota di circa il 2% aveva acceso la speculazione su un possibile matrimonio fra le due banche.

UnipolSai si è avvalsa di un’operazione di reverse accelerated book building, gestita da Equita Sim, che ha consentito al gruppo assicurativo di acquisire 18,2 milioni di azioni di Popolare Sondrio, meno delle 30 milioni di azioni preannunciate ieri sera in un comunicato.

Prezzo 4,15 euro per azione, con un esborso totale di 75,6 milioni. Le azioni della Pop Sondrio avevano chiuso ieri a 4,008 euro. L’acquirente aveva messo sul piatto un premio compreso tra il 2% e il 4%.

UnipolSai già disponeva del 2,9% dell’istituto valtellinese dopo averne acquistato un altro 1% nelle ultime settimane.

 

Popolare Sondrio-Bper, fusione dietro l’angolo?

Per il gruppo guidato da Carlo Cimbri l’operazione è “finalizzata a contribuire ai piani di sviluppo della banca”, che è anche “partner industriale dal 2010 nel comparto della bancassicurazione Danni e Vita”.

Le analogie non finiscono qui. Bper e Popolare Sondrio sono legate anche nel risparmio gestito, avendo coinvestito in Arca Sgr.

La fusione tra la banca modenese e Bps  sarebbe quindi uno sbocco “naturale” di una partnership lunga e consolidata. Il blitz rilancia con forza l’ipotesi di una futura aggregazione e arriva peraltro mentre si attende la sentenza del Consiglio di Stato che dovrebbe spianare la strada alla trasformazione di Sondrio in spa.

 

Banco Bpm alla finestra su Popolare Sondrio e Bper

La mossa peraltro avviene mentre si discute sul futuro di Banco Bpm, possibile preda di Unicredit nella nuova fase di consolidamento bancario, anche se il ceo di Piazza Meda Giuseppe Castagna avrebbe preferito dare vita a un terzo polo con Bper.

Secondo gli osservatori un matrimonio fra Modena e Sondrio dovrebbe allontanare definitivamente quest’ultima ipotesi, ma c’è anche chi ritiene che un’alleanza a tre sia comunque possibile.

Intanto in Borsa dopo il blitz di Unipol riuscito solo in parte alle ore 10,08 le azioni Banca Popolare di Sondrio segnano +1,5% a 4,068 (ma con punte di circa il +6%, sopra il prezzo dell’operazione) mentre Bper -1,27% consolida dopo i recenti rialzi, Unipol -1,3%, bene Banco Bpm +1,7%.

 

Fonte: www.finanzareport.it