Una Auschwitz a 120 miglia dalle coste italiane


Quello che segue è un filmato duro da vedere, ma necessario perché rende difficile ignorare la realtà.

Si tratta di un estratto da un’intervista al prof. Massimo Del Bene, che all’Ospedale San Gerardo di Monza ricostruisce le mani distrutte dagli aguzzini dei lager libici ad esseri umani colpevoli solo di inseguire la speranza di una vita dignitosa.

Lo scopo di tutto questo? Costringere i familiari a privarsi dei loro esigui risparmi per pagare un riscatto che faccia finire le torture e consenta agli sventurati di imbarcarsi verso il miraggio di un futuro migliore.

E tutto questo avviene con il sostegno economico del nostro Governo, che si preoccupa solo di limitare le partenze, ma poi non vuole vedere quello che succede. Insomma, è il nostro modo di aiutarli a casa loro.

Agghiaccianti le dichiarazioni del dott. Del Bene (un destino nel nome):

Abbiamo una Aushwitz a 120 miglia dalle coste italiane. E quando si dice “Li riportiamo indietro” è come se uno che scappa da Aushwitz tu lo prendi e lo riporti indietro”.

E’ il Medioevo che entra nella nostra civiltà”

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