Prestiti personali: attenzione alla busta paga


I prestiti personali sono ormai un “prodotto da banco”.

Gli importi sono spesso modesti; il fatto che il richiedente abbia un lavoro e pertanto percepisca uno stipendio è un requisito che in linea di massima è adeguato a garantire la solvibilità. Le procedure operative sono snelle e finalizzate ad una rapida definizione del finanziamento.

Presso diverse banche la documentazione richiesta per tali prestiti si riduce al documento d’identità, alla busta paga ed al permesso di soggiorno se il lavoratore è straniero.
Ma falsificare una busta paga è assai più facile che falsificare una carta d’identità.  Così, si sono verificati casi in cui il dipendente di banca non ha chiesto un riscontro all’impresa che all’apparenza dava lavoro al soggetto che richiedeva il prestito.

Una volta erogata la somma, emergeva come il beneficiario fosse in realtà disoccupato e privo di qualunque reddito.  Anche se era identificabile, non aveva alcuna possibilità di restituire il prestito.

A fronte delle carenti verifiche della busta paga, le banche hanno disposto sanzioni disciplinari e in taluni casi hanno anche richiesto ai lavoratori la rifusione totale o parziale del danno arrecato.

Fonte: Fisac/Cgil

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