Non dateci troppi soldi: banche in lotta contro i grandi conti correnti


Fineco minaccia di chiudere il conto a chi ha più di 100mila euro senza investirli, mentre Bper, UniCredit, Bnl e altri “tassano” le imprese con grandi giacenze. Ecco perché i super-conti diventano un problema per le banche


«Non datemi troppi Soldi»
Credevamo di averle viste tutte. Ma nell’era del Covid, dei tassi sotto zero e del record di depositi. alcune banche hanno avviato una battaglia che non avrebbero mai creduto di dover combattere: quella contro l’eccesso di liquidità sui conti correnti. C’è chi minaccia di chiudere il conto a clienti che detengono più di 100mila€ senza fare investimenti, c’è chi impone nuove commissioni sulle  grandi giacenze delle imprese, chi  invece cerca di usare la persuasione  e dl prendere i clienti per le buone.  Con varie sfumature di grigio, a seconda dei modelli di business e della  clientela, varie banche hanno deciso  di dichiarare guerra all’eccesso di  soldi sui conti correnti. Persino quella  che è sempre stata la loro primaria  fonte di raccolta è diventata un costo nell’era dei tassi negativi.

Per loro. E per i risparmiatori. Mi dai tanti soldi? Allora paga

Il caso più eclatante è quello di FINECO  Bank che in questi giorni ha spedito una  lettera ai clienti per informarli di una  novità.
D’ora in avanti   la banca avrà la  facoltà di chiudere un conto corrente,  con un preavviso, se sussistono tre  condizioni: sul conto devono esserci più di 100mila€, il dente non deve  avere alcuna forma di finanziamento  e non deve avere nessun tipo di investimento. Come dire: caro cliente, o investi tuoi soldi oppure noi ti chiudiamo mo il super-conto. Fineco assicura che non sarà brutale e non farà nulla senza avere prima avvisato gli interessati (che comunque sono solo qualche migliaia): l’obiettivo (spiegano dalla banca) – non è di chiudere i conti ma di indurre i risparmiatori a investire. In ogni caso un tabù è stato infranto.

Misure meno drastiche, e solo indirizzate alle imprese, sono state prese da altre bande. Per disincentivare giacenze over-size, BPER Banca dal 5 febbraio 2021 sui conti correnti d nuova apertura superiori ai 100mila€ applicherà una nuovissima «commissione di liquidità rilevante». Novità che riguarda – bene inteso – solo l clienti «non consumatori››: partite Iva e imprese.
UniCredit fa più o meno la stessa cosa per i nuovi conti aperti dopo ll primo marzo 2021 dalle imprese: oltre i 100mila€ applicherà una «commissione di giacenza››. Soglie più alte per Bnl: l’istituto addebita un costo di mille euro al trimestre per i conti delle imprese che hanno una giacenza media superiore al milione.
BancoBpm non si è ancora mossa. ma ci sta pensando: «Per quanto riguarda il mondo delle imprese – spiegano dall’istituto -, la banca sta valutando la possibilità che vengano applicate delle commissioni proporzionate alle giacenze».

Per la clientela retail, invece, l’orientamento comune (escludendo Fineco) è di giocare solo sulla persuasione. Bnl la chiama «gestione attiva della clientela››: proporre soluzioni più remunerative rispetto al conto corrente. UniCredit dice di voler offrire «ai clienti retail e imprese. soluzioni alternative ai depositi come ad esempio investimenti in fondi di mercato monetario senza commissioni e obiettivi di performance in territorio positivo». Idem BancoBpm: «La banca attenta nel proporre ai clienti soluzioni di investimento ed accumulo, in particolare di risparmio gestito».

II paradosso dei depositi

Il punto è che i 1.745 miliardi di euro oggi depositati nelle banche da famiglie e imprese italiane (record storico, con un aumento di quasi 200 miliardi in un anno) sono diventati un problema. Sembra paradossale, ma è così.
Per le banche innanzitutto. Lo spiega bene Fineco nella sua lettera: a causa dei tassi di mercato negativi, un conto di 100mila€ costa alla banca per la gestione della liquidità 24,5 euro al trimestre in più rispetto al 2019.
Dato che in Italia non è possibile applicare tassi negativi sui conti correnti (cosa invece che hanno fatto altri Paesi europei), alcune banche si stanno dunque ingegnando con metodi alternativi per cercare di evitare questo costo.

Del resto anche per il cliente tenere troppi soldi depositati a tasso zero non è un grande affare: è vero che in tempi di Covid l’incertezza è forte e che i mercati finanziari hanno una rischiosità ben maggiore, ma è anche vero che troppi soldi sul conto non fanno altro che essere erosi da un’inflazione che – secondo le previsioni – inizierà ad arrivare. Un ragionamento, anche dal loro punto di vista, è dunque utile farlo.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore

 

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