Manovra economica: le misure per il lavoro.


La manovra economica è legge. La Camera ha dato il via libera definitivo, il governo ha incassato la fiducia. I voti a favore sono stati 312, i contrari 153, due gli astenuti. La votazione in aula è avvenuta a notte fonda, alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Da tempo Cgil, Cisl e Uil hanno avviato una mobilitazione unitaria, per sostenere le loro richieste proprio in vista della legge di bilancio. L’ultimo appuntamento è stato quello del 17 dicembre, a Roma in piazza Santi Apostoli, con l’intervento del segretario generale della Cgil Maurizio Landini: “Il governo lo deve sapere, non facciamo sconti a nessuno”.

Sono tante e articolate le misure contenute nell’ex Finanziaria, che vanno dall’Iva al taglio del cuneo fiscale. Ecco dunque le principali che riguardano il lavoro e il sociale.

Pensioni tra indicizzazione assegni e ape social. Viene prevista la rivalutazione al 100% per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo Inps (pari a 6.669,13 euro). Confermata la rivalutazione al 77% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo; al 52% tra 5 e 6 volte il minimo; al 47% tra 6 e 8 volte il minimo; al 45% per gli assegni tra 8 e 9 volte minimo; al 40% per i trattamenti superiori. Viene prorogata a tutto il 2020 la sperimentazione dell’Ape social. Su Opzione donna, viene estesa la possibilità di fruizione alle lavoratrici che abbiano maturato determinati requisiti entro il 31 dicembre 2019.

Fondo disabilità e non autosufficienza. Viene istituito, nello stato di previsione del ministero del Lavoro, il fondo a carattere strutturale per la disabilità e la non autosufficienza. La dotazione ammonta a 39 milioni di euro per il 2020, a 200 milioni di euro per il 2021 e 300 annui dal 2022. Le risorse del fondo, nelle intenzioni del governo, sono indirizzate all’attuazione di interventi a favore della disabilità, finalizzati al riordino e alla sistematizzazione delle politiche di sostegno in materia.

Contratti del pubblico impiego. Aumentano di 325 milioni di euro per il 2020 e di 1,6 miliardi di euro dal 2021 i fondi per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego nel triennio 2019-2021.

Imprese: promozione per il made in Italy. Viene ampliato il fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca. Si interviene sulla norma in favore dei giovani imprenditori nel Mezzogiorno, cosiddetta “Resto al Sud”, stabilendo che, per l’anno 2019 e per l’anno 2020, il requisito del limite di età (compreso tra i 18 e i 45 anni), si intende soddisfatto se posseduto alla data del primo gennaio 2019. Risorse poi arrivano per il potenziamento del piano straordinario per la promozione del made in Italy e l’attrazione degli investimenti in Italia. Altri interventi sono previsti per le aree di crisi industriale e rifinanziamento del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, nella misura di 700 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020-2021. Gli investimenti previsti dal piano Impresa 4.0, il super e l’iper-ammortamento si trasformano in un credito di imposta da usare in compensazione.

Il taglio del cuneo fiscale. Nasce un Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti con una dotazione di tre miliardi di euro per il 2020 e di cinque miliardi annui a decorrere dal 2021. I 4,5 milioni di lavoratori con redditi tra i 26.600 euro e 35 mila euro, finora esclusi dal bonus Renzi, avranno fino a circa 50 euro in più al mese: quindi intornoai 500 euro in più nel 2020 e mille euro in più nel 2021. Per i 9,4 milioni di lavoratori con redditi da 8.000 euro a 26.600 euro che percepiscono il “bonus 80 euro” dal taglio del cuneo riceveranno solo 40-50 euro annui.

Cancellate le clausole di salvaguardia per il 2020.Vengono cancellate completamente per il 2020 e parzialmente per il 2021 le cosiddette “clausole di salvaguardia”, ovvero gli aumenti delle aliquote Iva e delle accise per un valore complessivo di circa 23 miliardi di euro. Dal 2021 però arriva un nuovo incremento sulla benzina, con un ritocco delle clausole di salvaguardia sulle accise.

Plastic, sugar e auto. Le nuove tasse introdotte dalla manovra sono state ridimensionate e posticipate nel corso dell’iter parlamentare. La “plastic tax”, cambiata più volte, entrerà in vigore da luglio e prevede nella sua ultima versione un’imposta di 45 centesimi al chilo (da un euro iniziale, poi ridotto a 50 centesimi) per i prodotti monouso. Slitta a ottobre la “sugar tax”, che resta a 10 centesimo al litro. Di fatto risulta azzerata, invece, la stretta sulle auto aziendali che partirà a luglio per i nuovi contratti.

Un “green new deal”. L’esecutivo punta alla realizzazione di un piano di investimenti pubblici per lo sviluppo di un “green new deal” italiano, mediante l’istituzione di un fondo con una dotazione complessiva di 4,24 miliardi di euro per gli anni 2020-2023. Parte del finanziamento disponibile (non meno di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020-2022) sarà destinata a interventi volti alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Risorse in arrivo anche per le reti ciclabili urbane con l’istituzione di un fondo ad hoc di 150 milioni nel triennio 2022-2024 per coprire il 50% delle spese.

 

Fonte: www.rassegna.it

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