L’antitrust indaga su Intesa, RBM e Previmedical per irregolarità sulle polizze salute


L’Authority, dopo oltre mille reclami, ha avviato un procedimento istruttorio sui due gruppi per presunte condotte scorrette. Realizzate ispezioni nelle sedi da parte della Gdf


Faro dell’Autorità garante per la concorrenza e del mercato (Agcm) sulle polizze salute tornate al centro dell’interesse degli assicurati in tempi di pandemia. A seguito di oltre mille reclami, l’Agcm ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Intesa Sanpaolo, Rbm Salute Spa e Previmedical (Servizi per Sanità Integrativa) per due presunte pratiche commerciali scorrette nell’offerta di servizi assicurativi.
In particolare, le due società avrebbero svolto «una pratica commerciale aggressiva, consistente in condotte e omissioni volte a ostacolare l’esercizio dei diritti che derivano dal rapporto contrattuale, inducendo i consumatori assicurati a rinunciare alle prestazioni economiche e assistenziali cui avrebbero diritto», come si legge nella nota dell’Agcm.

Tra ritardi e dinieghi

Gli assicurati, infatti, secondo le indagini, si sarebbero trovati a fronteggiare richieste di documentazione probatoria eccessiva, ritardi nel rilascio delle autorizzazioni alle prestazioni dirette ovvero ritiro dell’autorizzazione già rilasciata, difficoltà/impossibilità di accedere ai call center delle società per chiedere informazioni, mancata erogazione di rimborsi senza apparente motivazione o sulla base di motivazioni pretestuose, valutazioni sulla congruità delle prescrizioni rilasciate dai medici ai consumatori, inadeguatezza e scarsa trasparenza nella gestione dei reclami.

Inoltre, sia Rbm sia Previmedical avrebbero realizzato una pratica commerciale ingannevole diffondendo a mezzo stampa un messaggio pubblicitario in cui la “Polizza stop liste di attesa di Rbm” verrebbe prospettata, contrariamente al vero, come soluzione per chi è “stufo dei tempi del Servizio Sanitario Nazionale” – spiega una nota della Autorità garante –. Una condotta che, se verificata, violerebbe gli articoli 20, comma 2, 21 e 22, del Codice del Consumo».

Il 25 ottobre, sono state anche condotte verifiche ispettive nelle sedi delle due società coinvolte nell’istruttoria, in collaborazione con il Nucleo Speciale della Guardia di Finanza.

Gare vinte nei fondi sanitari

Già da tempo anche L’Ivass aveva acceso un faro sulle polizze salute settore dove arrivavano copiosi i reclami, in particolare su Rbm Salute (acquisita tra il 2019 e il 2020 dal gruppo Intesa Sanpaolo).

Ad aumentare le lamentele all’Authority assicurativa ha contribuito anche la crescita delle teste assicurate dal gruppo visto che la compagnia in questione, negli ultimi anni, si è aggiudicata numerosissime gare indette dalla sanità integrativa. Intesa Sanpaolo Rbm Salute copre numerosi fondi sanitari di grandi dimensioni (come Metàsalute dei metelmeccanici) e proprio a inizio novembre si è aggiudicata anche la gestione dei fondi integrativi contrattuali dei gruppi Fca (Fasif) e Cnh Industrial ( Fisdaf) che assistono circa 170 mila persone e che storicamente erano seguiti da Generali Italia.

E ironia della sorte tra i fondi clienti del gruppo indicati sul sito della compagnia del gruppo diretto da Carlo Messina c’è la stessa Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in compagnia di Ivass, Autorità Nazionale Anticorruzione, Ministero della Difesa, Marina Militare, Carabinieri, Agenzia delle entrate-Riscossione e per finire anche il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica.

 

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