Intesa e Unicredit: “Vuoi il prestito? Estingui il fido”


Sui siti di Intesa d Unicredit l’invito alle imprese a usare i nuovi prestiti per estinguere le posizioni aperte: così il rischio passa allo Stato 

Insomma, questione di parole. Come quelle mal scritte del decreto “Cura Italia” che lasciano aperto più di un dubbio a una semplice domanda: cosa succede se un imprenditore non riesce a ripagare puntualmente il prestito garantito? Una possibilità tutt’altro che remota in tempi di lockdown.

Dietro la possibilità di ottenere un finanziamento fino a 25 mila c’è infatti l’incubo di finire nella morsa dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (l’ex Equitalia).
In caso di insolvenza di una sola rata, le banche possono escutere la garanzia assicurandosi l’80% del mancato pagamento. Poi, in base al principio di surroga, il Fondo subentra ed è obbligato a rivalersi sul debitore utilizzando le procedure esecutive erariali”, spiega Andrea Augello, ex senatore di Fratelli d’Italia.
In pratica, l’imprenditore non farà i conti con la banca, ma col Fisco che invierà una cartella esattoriale senza bisogno di diffide e decreti ingiuntivi. Con l’aggravante che per l’imprenditore potrebbe arrivare anche un Documento di regolarità contributiva (Durc) negativo che gli impedirebbe di chiedere un nuovo prestito: “Fra l’altro le cartelle esattoriali sono crediti privilegiati e vengono liquidati in via prioritaria, in danno a fornitori ed eventuali parenti che hanno prestato denaro”, sottolinea Augello.

 

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