Età pensionabile donne: tutto quello che c’è da sapere


Età pensionabile donne: i principali requisiti e canali per le lavoratrici assicurate presso la previdenza pubblica obbligatoria che vogliono andare in pensione nel 2021.


L’età pensionabile indica i requisiti anagrafici e contributivi che consentono ad un soggetto di ottenere un trattamento a carico di un ente previdenziale, pubblico o privato.

Vediamo ora nello specifico qual è l’età pensionabile in Italia per le donne e quanti anni di contributi allo stesso tempo sono richiesti per congedarsi.

La normativa di riferimento

La normativa in materia previdenziale è molto ampia e si è strutturata nel corso degli ultimi decenni attraverso continue riforme legislative, che rendono difficile un riassunto in poche righe.

In ordine cronologico, l’ultimo intervento importante sul sistema pensionistico si è avuto con il cd. “Decretone” (D.L. n. 4/2019, convertito con modificazioni in L. n. 26/2019), che ha introdotto il meccanismo “quota 100” ma ha anche modificato la decorrenza di molteplici tipologie di uscite anticipate (come, ad esempio, dei lavoratori precoci), prevedendo la cd. “finestra mobile”.

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 322 della L. n. 178/2020, entrata in vigore il 1° gennaio 2021, è possibile ripercorrere tutti i canali che le lavoratrici hanno a disposizione per chiudere la loro vita lavorativa.

Le ultime notizie sul pacchetto pensioni 2021 arrivano con la legge di bilancio 2021, approvata dal Consiglio dei Ministri del 16 novembre 2020. Tra le molteplici novità non mancano certamente anche quest’anno importanti misure in tema previdenziale.

I requisiti previsti dalla legge

Vediamo innanzitutto quali sono le regole per l’età pensionabile delle donne secondo la normativa vigente.

Nella previdenza obbligatoria pubblica (quella gestita dall’Inps) i requisiti per il collocamento a riposo, dopo il 2011, sono determinati prevalentemente da due prestazioni pensionistiche: la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata.

A partire dal 1° gennaio 2019 si può accedere alla pensione di vecchiaia con 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati.
Nella pensione anticipata, invece, i contributi versati hanno un peso prevalente rispetto al requisito anagrafico e pertanto risulta possibile accedere alla prestazione indipendentemente dall’età anagrafica al perfezionamento di un determinato requisito contributivo.

Anche per l’anno in corso restano invariati i requisiti anagrafici e contributivi per l’uscita delle lavoratrici iscritte alla previdenza pubblica obbligatoria.

Anche nel 2021 resta, pertanto, la possibilità di ritirarsi con 62 anni e 38 anni di contributi; per il pensionamento di vecchiaia occorrono 67 anni unitamente ad almeno 20 anni di contributi.
Per il conseguimento della pensione anticipata occorrono invece, a prescindere dall’età anagrafica:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini
  • 41 anni e 10 mesi di contributi le donne

 Dal 2019 si è aggiunta, in forma sperimentale, anche una terza prestazione pensionistica, la cd. quota 100, composta dal raggiungimento di un mix di età anagrafica e contributiva (62 anni e 38 anni di contributi); si tratta, nella sostanza, di un ripristino della vecchia pensione di anzianità abrogata nel 2012 con la Riforma Fornero.

Nonostante le critiche, il Governo ha espresso la volontà di mantenere la misura sino alla sua scadenza originaria, prevista per il 31 dicembre 2021, contando anche sul fatto che si stanno registrando meno domande di pensionamento rispetto alle stime iniziali.

età pensionabile donne requisitiEtà pensionabile donne: le opzioni possibili nel 2021

La legge di Bilancio del 2021 lascia sostanzialmente immutato il quadro di riferimento per quanto riguarda le opzioni di pensionamento accessibili a chi è in possesso dei requisiti previsti dal legislatore. Vengono confermati o potenziati alcuni strumenti che ammorbidiscono i requisiti previsti dalla Riforma Fornero.

Il 2021 è l’ultimo anno di validità  per l’opzione Quota 100, che vede anche prorogate l’opzione donna e l’APE sociale con gli sconti contributivi per le donne con figli (APE sociale donna). Rimangono invariati i requisiti per la pensione di vecchiaia e anticipata.

Vediamo quali sono nel dettaglio tutte le opzioni a disposizione di chi intenda fare domanda di pensionamento.

Pensione di vecchiaia

Chi raggiunge il requisito dei 67 anni di età (innalzato rispetto ai precedenti 66 anni e 7 mesi) ed abbia versato almeno 20 anni di contributi maturerà il diritto alla pensione di vecchiaia, che scatta dal primo giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti.

Lo scatto di cinque mesi non si applica ai lavoratori addetti alle mansioni gravose con almeno 30 anni di contribuzione che, pertanto, potranno andare in pensione con 66 anni e 7 mesi.

Pensione anticipata

Nel 2021 si va in pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica, con:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi gli uomini (contro i 43 anni e tre mesi della Legge Fornero);
  • 41 anni e 10 mesi le donne (contro 42 anni e tre mesi).

Tuttavia è previsto un sistema di finestre di 3 mesi dalla maturazione dei requisiti pensionistici.

Se non si è raggiunta l’età per la pensione anticipata ordinaria, si può esercitare l’opzione per la pensione anticipata contributiva purché non si abbiano contributi antecedenti il primo gennaio 1996. I requisiti: 64 anni, almeno 20 anni di contributi effettivamente versati (obbligatori, volontari o da riscatto) e assegno maturato di almeno 2,8 volte il minimo (comma 11, articolo 24, D.L. 201/2011).

Categorie di lavoratori disagiate

Proseguono anche gli scivoli pensionistici per le categorie lavorative più deboli (disoccupati, invalidi almeno al 74%, caregivers e addetti alle mansioni gravose).

Si tratta, in particolare, dell’Ape sociale, il sussidio di accompagnamento fruibile dai 63 anni unitamente a 36 o 30 anni di contributi a seconda dei casi sino all’età di vecchiaia, e della pensione anticipata con un requisito di contribuzione ridotto a 41 anni per i lavoratori precoci, cioè coloro che hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età.

Chi matura i requisiti nel corso dell’anno dovrà produrre una doppia domanda all’Inps: la prima volta per la verifica dei requisiti, la seconda volta per accedere alla prestazione vera e propria.

Quota 100

Ancora per il 2021 c’è la possibilità per i dipendenti privati di accedere alla pensione anticipata con quota 100. Tale requisito si perfeziona al raggiungimento di 62 anni di età e 38 anni di contributi. In questo caso è prevista una finestra di tre mesi.

Anche i dipendenti pubblici possono anticipare la pensione con la quota 100. I requisiti richiesti sono gli stessi dei dipendenti privati ma si devono attendere sei mesi dalla maturazione dei requisiti.

Per il settore scolastico e Afam resta ferma la decorrenza della pensione al 1° settembre (1° novembre Afam) dell’anno in cui vengono raggiunti i requisiti pensionistici. A tal fine chi matura i requisiti per la quota entro il 31 dicembre 2021 può presentare domanda di dimissioni entro il 28 febbraio prossimo, per andare in quiescenza dal 1° settembre/novembre dell’anno venturo.

età pensionabile donne opzione donnaL’Opzione donna

L’Opzione Donna dà la possibilità alle lavoratrici del settore pubblico e privato di andare in pensione anticipata, ma con assegno calcolato interamente su sistema contributivo. È stata introdotta dalla Legge Maroni 243/04 e ripresa dalla Riforma Fornero nel 2011.

Si tratta di un’opzione vincolata non all’età anagrafica dunque, ma agli anni contributivi. Il legislatore ha deciso di estendere anche a quest’anno l’Opzione Donna con la possibilità di allargare di un anno la platea delle beneficiarie. Ricordiamo che questa opzione permette alle lavoratrici di ritirarsi con 58 anni di età (59 se autonome) e 35 di contributi.

La finestra mobile, ovvero il differimento della riscossione dell’assegno pensionistico, in questo caso è di 12 mesi (18 mesi per le autonome), dopo i quali si riceve il primo assegno.

Avvalendosi di questa opportunità, secondo quanto riportato nel messaggio Inps 217/2021, le donne potranno andare in pensione a 58 anni (59 se autonome) se hanno raggiunto i 35 anni di contributi al 31/12/2020.

L’intervento della Legge di Bilancio 2021

La Legge di Bilancio 2021 ha esteso, per quanto riguarda l’età pensionabile delle donne, lo scivolo per le lavoratrici di pubblico e privato che vogliano andare in pensione anticipata, con ulteriori 12 mesi rispetto alla disciplina vigente.

Hanno la possibilità di accedere all’Opzione Donna anche le lavoratrici nate fino al 31 dicembre 1962 (1961 le autonome) che abbiano raggiunto 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2020.

Anche in questo caso si applica la cosiddetta finestra mobile secondo la quale l’assegno viene erogato dopo 12 mesi dalla maturazione dei predetti requisiti per le dipendenti e 18 mesi per le autonome (Circolare Inps 53/2011). Gli adeguamenti alla speranza di vita in questi casi non si applicano.

Per effetto del passaggio al sistema di calcolo totalmente contributivo le lavoratrici che optano per il regime in questione subiscono mediamente una decurtazione sull’assegno in misura del 20-30% rispetto alle regole del sistema misto.

Il taglio è tuttavia molto variabile in base a:

  • età della lavoratrice e dalle caratteristiche di carriera
  • retribuzione ed anzianità contributiva maturata alla data di accesso al regime.

Limiti alla fruizione del regime anticipato

Per la valutazione della contribuzione per il perfezionamento dei 35 anni sono utili, nel limite di 52 settimane annue, i contributi a qualsiasi titolo accreditati (obbligatori, da riscatto e/o da ricongiunzione, volontari, figurativi). Per le lavoratrici dipendenti del settore privato non concorrono però i contributi accreditati per malattia e disoccupazione.

Sono escluse dal ricorso al regime agevolato le lavoratrici che abbiano perfezionato il diritto al trattamento pensionistico in base ai requisiti previsti vigenti al 31/12/2011 o ai nuovi requisiti introdotti dalla Riforma Fornero. Analogamente non possono essere beneficiare le lavoratrici destinatarie delle disposizioni in materia di “salvaguardia” introdotte dal legislatore dopo il 2011 in favore dei cd. esodati (messaggio Inps 219/2013).

Si ricorda, inoltre, che a seguito dell’introduzione del riscatto della laurea agevolato (art. 20 dl n. 4/2019 convertito con legge n. 26/2019) è possibile ricorrere al riscatto per recuperare (con oneri ridotti) la contribuzione necessaria (35 anni) per accedere alla pensione con opzione donna (Circ. Inps n. 6/2020).

Come presentare la domanda

Trattandosi di una prestazione economica erogata dall’INPS, bisogna presentare un’apposita richiesta all’Istituto nazionale della previdenza sociale.

La domanda si può presentare in una delle seguenti modalità:

  • attraverso il servizio online accessibile dalla pagina dedicata alla prestazione sul (Prestazioni e Servizi > Pensione Opzione donna) cliccando su ‘Accedi al servizio’;
  • rivolgendosi agli enti di patronato e intermediari Inps;
  • telefonando al Contact Center Inps, al numero gratuito da rete fissa 803 164 o al numero 06 164 164 da rete mobile.

 

Fonte: www.lentepubblica.it

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