Cgil: emergenza lavoro nella Provincia dell’Aquila


In una nota dai toni allarmanti, il Segretario Generale della CGIL della provincia dell’Aquila, Francesco Marrelli, torna ad affrontare il complicato tema del lavoro nella nostra provincia, a partire dai dati istat che non appaiono affatto positivi.

“Torniamo a ribadire la necessità di rimettere al centro del dibattito politico il lavoro, i redditi, i diritti.” Queste le parole di Marrelli.

“Solo attraverso la partecipazione, come elemento di costruzione di scelte condivise, è possibile superare questa ennesima crisi sociale ed economica. È necessario invertire immediatamente una tendenza, che da troppo tempo insiste sui nostri territori, attraverso la ricerca di idee, il superamento delle disuguaglianze, il contrasto alla povertà, lo sviluppo di nuove competenze, un utilizzo ragionato delle risorse pubbliche, la valorizzazione ed il potenziamento del sistema pubblico dei servizi, la stabilità occupazionale, gli investimenti pubblici e privati derivanti anche dalle risorse del PNRR, la tutela e la conservazione ambientale. Argomenti questi che devono essere alla base di un grande confronto tra le istituzioni, la politica, le parti sociali e le associazioni che operano sul territorio.”

Infatti, come riportato nella nota del sindacato, l’analisi dei dati Istat per l’anno 2021 delinea un quadro socioeconomico per la provincia dell’Aquila con tratti di forte criticità.

La condizione di particolare vulnerabilità riguarda maggiormente giovani e donne.

Il tasso di disoccupazione nel 2021 si attesta al 9,5% mentre nell’anno precedente era dell’8,2%; il segno assolutamente negativo riguarda le donne con un tasso di disoccupazione che sale nel 2021 al 13.5%, contro il 9,4% del 2020.

La situazione assume particolare rilevanza se andiamo ad analizzare il dato sulla disoccupazione giovanile. Infatti, il tasso di disoccupazione nella fascia di età 15-24 passa dal 31,4% del 2020 al 32,6% del 2021, con un tasso di disoccupazione giovanile femminile, per l’anno 2021, che si attesta al 46,6%.

Per le donne risulta in calo anche il tasso di occupazione che passa dal 47,5% del 2020 al 45,3% del 2021.

“Tale situazione pone seriamente a rischio la possibilità di un rilancio occupazionale per i giovani e per le donne.” Afferma il Segretario Generale “ Per queste ultime continuano ad incidere negativamente le condizioni legate alla scarsità dei servizi, alla contrazione dei livelli occupazionali, alle varie tipologie di lavoro – basti pensare ai part-time involontari ed ai bassi salari – che rischiano di compromettere non solo un eventuale rilancio, ma addirittura il mantenimento della loro condizione occupazionale.”

Proseguendo nella sua analisi Marrelli affronta il tema dei salari “basta leggere i dati del rendiconto annuale dell’INPS Abruzzo 2021 per capire quanto siano inferiori le retribuzioni delle donne rispetto a quelle degli uomini.

Nella gestione privata, la retribuzione media annua pro-capite nella categoria operai per un uomo vale euro 17.768,4, per una donna 9.306,8 euro; per un impiegato uomo euro 29.043,1 e per una donna 17.943 euro; per un dirigente uomo la retribuzione media ha un valore di 127.637,4 euro, mentre per una donna di 74.814 euro .”

Nel commentare questi dati il segretario ha parlato di grave sofferenza.

Un altro dato rilevante riguarda le domande per il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza; infatti nel comunicato si legge che “oggi interessa quasi il 6% della popolazione, e la nostra provincia nella fase di piena pandemia, anno 2020 e 2021, ha visto il maggior numero di domande di reddito di emergenza presentate rispetto alle altre province abruzzesi, con circa 11996 domande su 35000 inoltrate all’INPS. Bisogna sottolineare che tale prestazione di contrasto alla povertà si configurava come residuale rispetto alle altre misure COVID-19 ed allo stesso Reddito di Cittadinanza.

Risulta, altresì, rilevante il dato relativo alle ore di Cassa Integrazione ordinaria, straordinaria ed in deroga, autorizzate nell’anno 2021 che corrispondono a circa 6.608.834.

Nelle aree interne della regione Abruzzo l’aumento dei prezzi dell’energia, delle materie prime e dell’inflazione sta generando una forte preoccupazione per la stagione invernale, con il rischio concreto che le persone con fragilità maggiori debbano rinunciare a scaldare la propria casa, dopo aver rinunciato a tanti altri elementi di consumo.” Così conclude.

Di certo la situazione non è delle migliori ed è ancor più certo che non è possibile far finta di non vedere. C’è un’emergenza lavoro da affrontare.

 

Fonte: Newstown

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