BPER. Fringe benefits: perché vengono tassati mutui e prestiti dei dipendenti?



 

Con la busta paga di settembre diversi colleghi hanno trovato la brutta sorpresa rappresentata da trattenute fiscali e previdenziali extra. Altri potrebbero trovarla nei prossimi mesi.
Cosa sta succedendo? Due sono le cause: la normativa che disciplina la tassazione dei fringe benefits e l’improvviso rialzo del tasso di riferimento BCE.

COSA SONO I FRINGE BENEFITS?

Nella categoria dei fringe benefits rientrano le erogazioni in natura, cioè non monetarie, che il datore di lavoro concede ai dipendenti. Nel nostro caso specifico rientrano in questa categoria:

  • Buoni Cadhoc:  110 annui.
  • Polizza infortuni: € 37,50 annui
  • Buoni acquisto o buoni benzina: acquistabili tramite il portale welfare, utilizzando il credito accantonato. L’importo disponibile è differenziato per ogni singolo dipendente, visto che non tutti beneficiano delle medesime erogazioni a causa della provenienza da istituti diversi. La procedura non permette di acquistare buoni per un importo eccedente la soglia detassata, ma fino ad oggi non teneva conto degli interessi sui prestiti.
  • Mutui e prestiti a tasso agevolato: argomento che approfondiremo tra poco.

Come vengono considerate queste erogazioni dal punto di vista fiscale? Lo Stato non le equipara alle retribuzioni e non le assoggetta a tasse e contributi, a patto che non superino un determinato limite.
Di norma tale limite ammonta ad € 258,23; per il 2022 il D.L. “Aiuti bis” lo ha elevato ad € 600.
Inoltre, per fronteggiare l’aumento dei carburanti, per il 2022 è stata concessa facoltà di usufruire di ulteriori € 200 da destinare esclusivamente all’acquisto di buoni benzina, che non contribuiscono a formare il massimale di € 600.

Attenzione: se si sfora anche di un solo centesimo la soglia di € 600, verrà tassata e soggetta a contribuzione non soltanto l’eccedenza ma l’intera somma.
Questo significa che sarà assoggettata alle trattenute IRPEF (35% o 43% a seconda del reddito complessivo), ai contributi previdenziali ed alle addizionali regionali e comunali.

COME FUNZIONA IL MECCANISMO DEI FRINGE BENEFITS PER I MUTUI E PRESTITI?

Se un’azienda che vende scarpe decide di regalare un paio di scarpe ai dipendenti, quella rappresenta un’erogazione in natura. Un’azienda che vende soldi, quando concede ai suoi dipendenti un prestito a tasso agevolato rispetto alla clientela ordinaria sta effettuando un’erogazione in natura. Per questo i finanziamenti ai dipendenti sono soggetti alla normativa sui fringe benefits.

Come si fa a quantificare l’ammontare del beneficio?

L’importo da considerare come benefit si determina partendo dalla differenza tra il Tasso di Riferimento BCE e il tasso pagato sul mutuo o sul prestito.
Al momento il tasso BCE ammonta all’1,25%. Poco più di due mesi fa era pari a zero, dopo anni in cui era stato addirittura negativo: la forte ripresa dell’inflazione causata dalla crisi ucraina ha spinto la BCE a decidere di aumentarlo per due volte dalla fine di luglio.

Non tutta la differenza rappresenta un benefit: l’importo preso in considerazione è pari al 50% di tale differenza.

Spieghiamoci con un esempio. Se un mutuo al tasso del personale, con debito residuo pari 165/mila euro, è regolato ad un tasso fisso dello 0,50%, considerando il tasso BCE dell’1,25% l’ammontare del benefit è pari a:

1,25 – 0,50 = 0,75
0,75 : 2 = 0,375%

Ribaltata sul debito residuo, questa percentuale equivale a:

165.000 x 0,375 : 1200 = 51,56€

che rappresentano il benefit mensilizzato generato dal prestito.

Purtroppo la normativa fiscale, in vigore ormai da diversi anni, prevede un meccanismo perverso, che stabilisce che si faccia il confronto tra il tasso BCE vigente alla fine dell’anno e quello pagato mese per mese. Questo fa sì che il conteggio della differenza finisca con l’essere retroattivo, ed essere esteso anche ai mesi precedenti all’aumento del tasso. Per anni il problema non si era posto perché il tasso BCE è stato per anni molto basso o in discesa, arrivando ad essere addirittura negativo.

Il rischio di vedersi tassati riguarda in primis i mutui e i prestiti a tasso fisso, che non risentono degli incrementi del tasso BCE. Tuttavia, il meccanismo appena illustrato non consente di escludere che anche i finanziamenti a tasso variabile possano generare tassazioni supplementari, soprattutto in caso di ulteriori aumenti del tasso BCE entro la fine dell’anno.

Torniamo al nostro esempio. L’ammontare del benefit mensile, a causa del modo in cui la norma è scritta, va moltiplicato per i 9 mesi fin qui trascorsi. Quindi (ipotizzando per semplicità che l’importo sia uguale per tutti i mesi, anche se in effetti varia al variare del debito residuo):

51,56 x 9 = 464,04€ Minori interessi su finanziamento
+ 110,00€ Buoni Cadhoc
+ 37,50 Polizza infortuni
TOTALE BENEFITS 611,04€

Sommando tutte le voci, il nostro ipotetico collega si trova ad aver sforato la soglia dei 600€. Ecco perché nella busta paga di settembre si è viste addebitare le trattenute fiscali e previdenziali sull’intera somma.

Nei mesi a venire subirà ancora trattenute extra, ma relative all’ammontare del beneficio mensilizzato. Quindi, restando al nostro esempio, saranno calcolate su un importo di € 51,56€ (ancora una volta ipotizziamo che l’importo sia costante).

Colleghi che ad oggi non hanno ancora raggiunto la soglia dei 600€ ma ci sono molto vicini, subiranno l’addebito non appena l’avranno scavalcata, sempre se questo avviene entro la fine dell’anno.
Per controllare l’ammontare dei benefits calcolati fino al corrente mese bisogna prendere l’ultimo cedolino di stipendio e leggere la voce TOTBEN.

Andamento analogo si verificherà nel 2023: nei primi mesi non verranno effettuate ritenute extra, fino al superamento della soglia (che ad oggi non sappiamo se sarà ancora di 600€ o tornerà al vecchio limite di 258,23). In quel momento verrà effettuata la tassazione per l’intera somma, e dal mese successivo l’importo verrà mensilizzato.

Ricordiamo che, con l’eccezione dell’acquisto di buoni spesa o carburante, il welfare aziendale non rientra tra i fringe benefits, quindi si può tranquillamente continuare ad utilizzare per tutte le altre voci come zainetto sanitario, spese scolastiche, ecc…
Tuttavia, per chi ha finanziamenti a tasso agevolato è opportuno evitare l’acquisto di ulteriori buoni spesa, che contribuiscono al calcolo dell’importo tassato.

Non è detto che le brutte soprese siano finite. Nell’ipotesi, purtroppo tutt’altro che remota, di ulteriori aumenti del Tasso di Riferimento BCE, la differenza rispetto al tasso applicato verrà ricalcolata ed estesa a tutti e 12 i mesi, causando un  nuovo conguaglio.

Un paradosso. Se un dipendente BPER avesse ottenuto un prestito presso un’altra banca ad un tasso inferiore all’attuale tasso di riferimento BCE, lo avrebbe fatto come cliente e non come dipendente, quindi non si vedrebbe applicata la tassazione sui fringe benefits. Analogo beneficio si avrebbe effettuando la portabilità del mutuo, ma bisognerebbe verificare la convenienza rispetto al tasso attualmente pagato.

E’ evidente che questo meccanismo crei distorsioni, per le quali è auspicabile un intervento normativo volto ad eliminarle. Per ora non possiamo far altro che limitarci a spiegare la situazione esistente, riservandoci di aggiornarvi puntualmente in caso di novità.

 

Fisac/Cgil Bper Banca

 

 

 

 

 

 

 

 

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