BNL: se non firmo ti tutelo


 

COORDINAMENTI NAZIONALI GRUPPO BNL

 

L’accordo firmato oggi sancisce l’avvio di un percorso molto pericoloso, la cui contropartita è non solo molto modesta, ma anche divisiva.


Il protocollo per i canali ad accesso remoto, dopo anni di discussione e tre proroghe che dovevano essere un presupposto per un sostanziale miglioramento della situazione interna al comparto, abbandona totalmente il punto sul turnover – quello più sentito e richiesto dai lavoratori – ed introduce alcune vaghe rassicurazioni la cui esigibilità è sempre lasciata alla discrezione aziendale. Peraltro, non è stato introdotto il punto, da noi richiesto, sull’ampliamento dell’utilizzo del flexible working come forma di migliore conciliazione delle esigenze vita lavoro.

Il verbale di accordo in tema di registrazione e riascolto delle conversazioni e di sistemi tecnologici per la gestione della relazione con la clientela, elude le tutele previste dall’art. 4 della l. 300 ed introduce, per tutti i lavoratori in Bnl ma anche potenzialmente dell’intero settore bancario, il controllo a distanza dei lavoratori, mascherato come possibilità di formazione ma che sappiamo già si tradurrà in nuove forme di pressioni individuali.

L’accorciamento dei percorsi di carriera, che non tornano nemmeno alle tempistiche inizialmente previste nel 2016, è un elemento di profonda divisione dei lavoratori: i percorsi di carriera riguardano l’intera platea dei colleghi, e come tali dovevano essere trattati. Consapevoli del disagio con cui i lavoratori di questo settore operano giornalmente, abbiamo proposto un’indennità di cuffia che fosse un riconoscimento economico che prendeva atto della peculiarità del settore e che era indirizzata a tutti i colleghi del crsc e del polo direct, mentre questo accorciamento, peraltro, riguarda solo pochi di questi lavoratori. Soprattutto, introduce un precedente gravissimo: la firma di questi accordi ha diviso i lavoratori, la cui unità è l’unico strumento di cui disponiamo per una rappresentanza di livello. In cambio, la banca ha incassato la possibilità di controllare i lavoratori: questo si traduce in un maggior rischio di sanzioni disciplinari che, come purtroppo sappiamo, possono portare anche al licenziamento dei lavoratori.

Un pessimo affare: un grosso bastone travestito da carota andata a male.

 

Roma 29/4/2021

 

Coordinamenti Nazionali Gruppo BNL
FIRST CISL – FISAC CGIL

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