Gruppo UBI: revoca delle ferie programmate


GRUPPO UBI

REVOCA DELLE FERIE: SCAMBIO DI LETTERE

Nella giornata di lunedì è proseguito il confronto con l’azienda conseguente all’iniziativa assunta da UBI di revocare le ferie programmate dal 20 al 31 luglio 2020: un atto grave, con conseguenze rilevanti sulla vita delle persone che senza alcun preavviso si sono viste negare la possibilità di fruire del periodo di riposo programmato e tanto atteso.

LE GIUSTIFICAZIONI ADDOTTE DALL’AZIENDA
Secondo quanto ci è stato illustrato, la decisione (su cui l’azienda si è detta fin da subito irremovibile) è nata dalle valutazioni delle competenti funzioni aziendali che hanno prospettato un incremento dell’afflusso dei clienti azionisti intenzionati ad aderire all’OPS di Intesa Sanpaolo, e hanno evidenziato la necessità di realizzare le condizioni per offrire un servizio adeguato: secondo quanto affermato dall’azienda una difficoltà nell’esecuzione delle operazioni esporrebbe UBI ad azioni di carattere sanzionatorio da parte degli enti preposti.

Da tale contesto è scaturita la scelta di trattenere in servizio o richiamare dalle ferie i responsabili di filiale nonché le figure professionali a vario titolo coinvolte nell’operatività in titoli (consulenti premium e consulenti famiglie e privati) delle aree geografiche in cui il numero degli azionisti è più significativo, e inoltre i dipendenti di UBI Online impegnati nel c.d. inbound. Per le stesse ragioni non è stata esclusa l’eventualità di estendere la revoca alle assenze programmate per i primi giorni di agosto in caso di proroga del periodo dell’OPS.

Le filiali interessate sono circa 200, di cui:
• circa 100 a Bergamo e dintorni,
• circa 50 a Brescia e dintorni,
• circa 50 su Milano, Torino e Cuneo
e le restanti (una decina) su altre piazze, per un totale di 350-400 lavoratrici/tori della rete, a cui si aggiungono un centinaio di colleghe/i di UBI Online.

LA NOSTRA POSIZIONE
Abbiamo fin dall’inizio espresso la nostra totale contrarietà all’iniziativa aziendale che denota una assoluta incapacità organizzativa e gestionale per i tempi e per la scelta delle persone coinvolte (individuate in base al ruolo e senza una reale conoscenza della singola realtà operativa): una incapacità che avrà conseguenze pesanti sul benessere psico-fisico delle persone, già logorate dalle preoccupazioni connesse all’emergenza epidemiologica, considerato oltretutto che le aree territoriali interessate dalla revoca sono quelle stesse in cui la diffusione del contagio ha prodotto gli esiti più drammatici.

Pur nella consapevolezza che non vi potrà essere una compensazione adeguata per le lavoratrici e i lavoratori colpiti dalla revoca, nella giornata di venerdì avevamo avanzato all’azienda alcune richieste volte a:
♦ garantire una riprogrammazione in periodi graditi alla/al collega, stabilendo, qualora questa condizione non fosse realizzabile, il superamento dell’obbligo di esaurire le ferie in corso d’anno (e quindi la possibilità di rinvio all’anno successivo se tale soluzione fosse stata preferibile per la/il dipendente);
♦ assicurare il pieno ristoro delle spese a vario titolo sostenute in conseguenza dell’annullamento/spostamento delle ferie.

A seguito delle sollecitazioni di parte sindacale l’azienda ha fatto pervenire una lettera che recepisce solo in parte le nostre richieste; la missiva esprime tra l’altro “riconoscenza alle persone che hanno affrontato questo periodo di particolare complessità con impegno, responsabilità e professionalità”. Ne prendiamo atto, ma sarebbe stato preferibile che un apprezzamento fosse manifestato al di fuori di un contesto in cui si arrecano (come ammesso nella stessa lettera) disagi e complicazioni significative.

A fronte della lettera inviata dall’azienda (e della parziale insoddisfazione che ne traiamo) abbiamo ritenuto opportuno formalizzare unitariamente ulteriori considerazioni e ribadire alcuni aspetti che non hanno trovato positivo accoglimento, auspicando che da ciò scaturisca un’assunzione di responsabilità da parte di UBI nei confronti dei propri dipendenti: nelle pagine successive riproduciamo entrambe le missive.
Rimane immutato il nostro giudizio di ferma critica per un’iniziativa che rischia comunque di ledere irrimediabilmente il diritto a un meritato periodo di riposo e di recupero psico-fisico, in particolare per la difficoltà di far coincidere con le esigenze familiari le nuove pianificazioni.

Da parte nostra vigileremo affinché quanto ci è stato fin qui assicurato trovi pratica applicazione.

FISAC CGIL Gruppo UBI

ALLEGATI:

 

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