Limiti al contante: le nuove regole


Vi è una doppia novità per cercare di limitare l’uso del denaro contante e per incentivare i pagamenti tracciabili: dal primo di luglio 2020 scende a 2 mila euro la soglia per regolare le transazioni via cash, contemporaneamente arriva il bonus collegato all’obbligo per i professionisti di installare i Pos per incassare i pagamenti elettronici.

Le due modifiche fanno parte del Collegato fiscale dell’ultima manovra di Bilancio. Come ha ricordato pochi giorni fa il Direttore delle Entrate, l’utilizzo delle tecnologie è fondamentale per cercare di limitare il fenomeno dell’evasione, sarebbe possibile dimezzarne l’incidenza in cinque anni grazie all’impiego appropriato di strumenti tech a nostra disposizione.

 LA SOGLIA PER L’UTIIZZO DEL DENARO CONTANTE SCENDE A 2 MILA EURO

La prima novità è la riduzione di mille euro della soglia che limita le transazioni in denaro contante. Passa così, dal 1°luglio, a 2 mila euro. E’ uno passaggio temporaneo che dovrebbe durare fino al 31 dicembre 2021. A partire dal 1° gennaio 2022, infatti, il Decreto fiscale prevede un ulteriore dimezzamento del limite a mille euro.

Nella scheda di presentazione della Norma alla Camera, i tecnici di Montecitorio hanno citato un dossier di Bankitalia, che inquadra il problema-contante nel nostro Paese: secondo i dati Bce, in Italia si registra il maggior numero di transazioni giornaliere per persona: in media 2 al giorno, di cui 1,7 in contanti, contro una media europea di 1,6 pagamenti, di cui 1,2 in contanti. L’85,9 per cento delle transazioni è regolato in contanti, per un valore pari al 68,4 per cento del totale.

Gli strumenti alternativi al contante più utilizzati sono le Carte di pagamento (debito, credito e prepagate) con le quali è stato regolato il 12,9% delle transazioni. Tale percentuale risulta più che raddoppiata se si prende in considerazione il valore delle operazioni (28,6%) in quanto l’utilizzo degli strumenti alternativi al contante cresce sensibilmente quando l’importo della transazione supera le 100 euro.

Per il contante il valore medio di una transazione è stato di 13,57 euro, per le carte di 37,70 euro (carte contactless di 8,92 euro). Gli altri strumenti sono utilizzati per importi superiori, con un valore medio di 44,02 euro, maggiore per i bonifici (60,82 euro) e gli assegni (96,11 euro). In generale, l’importo medio delle transazioni è stato di 17,05 euro.

Diminuire la soglia sulle transazioni di maggiore entità, dunque, ha a che fare soprattutto con il tentativo di contrastare i fenomeni di riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. A questo si accompagna l’obiettivo di limitare l’evasione. Il tetto al contante è stato oggetto di molti dibattiti e successivi interventi. Arrivato a punte di 12.500 euro, il tetto era stato abbassato a 1.000 Poi, con la Legge di Stabilità per il 2016 era stato rimesso a 3 mila euro.

 OBBLIGO DI POS PER I PROFESSIONISTI-IL CREDITO D’IMPOSTA SULLE SPESE SOSTENUTE

Sempre al Decreto fiscale si lega la seconda innovazione che scatta con luglio. Il Decreto ha introdotto, infatti, un credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate per transazioni effettuate con Carte di pagamento. Si tratta di  un bonus fiscale riconosciuto (con l’obbligo di accettare i pagamenti con carte) ad esercenti attività di impresa, arte o professioni, i cui ricavi e compensi riferiti all’anno d’imposta precedente non eccedano i 400mila euro. Lo scopo è quello di compensare parzialmente i costi sostenuti per incassare i pagamenti attraverso strumenti tracciabili, dalle carte di credito ai bancomat.

Al tema dell’uso del Contante ha appena dedicato un’analisi la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, evidenziando come nel tempo il valore assoluto dell’economia irregolare sia cresciuto, passando da 202 miliardi di euro del 2011 a 210 del 2017 (+3,9%). Per il Presidente della Fondazione, il limite alla circolazione del contante aiuta certamente a contrastare l’illegalità, ma gli interventi che vanno in questa direzione, per essere realmente incisivi, devono essere strutturali.

 

Dal sito Fisac/Cgil nazionale

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