La garanzia statale aiuta le banche e non le imprese: in Abruzzo metà prestiti rispetto a media nazionale.


Le garanzie statali decise dai decreti di rilancio del secondo governo di Giuseppe Conte,  non hanno avuto come effetto, in particolare in Abruzzo,  l’aumento del volume dei prestiti delle banche a favore delle imprese in drammatica crisi di liquidità, anzi sono state semplicemente sostitutive. Questo perché, “le Banche hanno chiamato i propri clienti per segnalare la occasione di potere sostituire il prestito in corso, magari fatto ai fini della innovazione o del sostegno alla produzione, per farne uno diverso con il sistema di garanzia messo in piedi dal governo”, scaricando sui contribuenti il rischio di insolvibilità. Insomma, la misura ha aiutato più che altro le banche, che hanno scaricato il rischio di impresa, in una situazione dove le imprese abruzzese hanno avuto la metà dei prestiti rispetto la media nazionale e per importi modesti.

E’ quanto emerge da una analisi  effettuata dall’associazione Focus Abruzzo, sulla base di una recente ricerca  dell’economista Aldo Ronci sul credito durante l’emergenza covid-19, per conto della Cna.

La ricerca, numeri alla mano, dimostra che non ha sortito gli effetti sperati la pur ragionevole ed opportuna misura per far fronte all’emergenza sanitaria causata dal Covid 19, che ha determinato una crisi di liquidità per le imprese, inducendo il Governo ad emanare una serie di provvedimenti per facilitare l’erogazione di finanziamenti da parte del sistema creditizio, provvedimenti che prevedono la concessione di garanzie dirette da parte dello Stato che variavano dall’80% al 100% dei prestiti.

Infatti al 31 dicembre del 2020 la consistenza del credito in Abruzzo è stata di 19 miliardi e 938 milioni di euro ed ha registrato, sui 12 mesi precedenti, un incremento di 522 milioni.
Al netto dei fondi i prestiti sono stati 17 miliardi e 830 milioni e rispetto ai 12 mesi precedenti hanno subito una flessione di 1 miliardo e 586 milioni.

Di fatto i finanziamento garantiti (+2.108 miliardi) hanno ampiamente compensato il decremento (- 1.586 miliardi), facendo registrare un saldo positivo di 522 milioni.

Se si va ad analizzare poi la consistenza dei presti medi, si scopre che in Abruzzo in media è stato per impresa di 86.602  euro, contro i 145.803 euro nella media italiana, il 44% in meno.

Numeri che confermano che la garanzia statale ha favorito solo la sostituzione del prestito rischioso per le banche con quello coperto dai soldi dei contribuendo, non favorendo investimenti e irrogazione di liquidità per le imprese adeguate alla situazione di emergenza.

In valore percentuale, i prestiti abruzzesi hanno subito un incremento del 2,6%, valore pari alla metà di quello nazionale che è stato del 5%. Al netto dei fondi i prestiti hanno subito una flessione dell’ 8,2%, dato più che doppio rispetto a quella nazionale che è stata del 5,3%

I  prestiti alle piccole imprese nel 2020 ammontavano a 2 miliardi e 624 milioni di euro ed hanno registrato un incremento di 236 milioni. Al netto dei fondi i prestiti hanno subito una flessione di 202 milioni. I finanziamenti garantiti alle piccole imprese (+439 milioni) hanno ampiamente compensato il decremento (- 215 milioni), facendo registrare un saldo positivo di 236 milioni.

Commenta dunque Focus Abruzzo: “L’operazione decisa dal Governo di sostegno al sistema produttivo, diventa una occasione per fare altro. In buona sostanza la Banca non fa più la Banca, non opera sostegno finanziario alla produzione sul territorio dove opera, ma si costruisce uno scudo protettivo e fa opera di garanzia a se stessa eleminando il rischio di sofferenze.

E aggiunge:Questo comportamento, del sistema bancario abruzzese, deve preoccupare chi, sul piano politico dirige il governo regionale e l’insieme degli Enti Locali, ma anche sindacati e mondo imprenditoriale. Grazie alla concessione di garanzie da parte dello Stato, il numero di domande di credito è decuplicato rispetto al 2019 e l’intervento del Fondo di Garanzia ha mitigato la crisi di liquidità ed ha evitato fenomeni di credit crunch. Ed oggi, a fronte dei provvedimenti ed interventi previsti dal Recovery Plan, esiste la necessità di capire quali possono essere le modalità di accompagnamento delle imprese, che dovranno superare la fase di soccorso per entrare nei processi di digitalizzazione e nei settori dell’innovazione ed internazionalizzazione, ma anche della economia sostenibile e della transizione ecologica”.

 

Fonte: www.abruzzoweb.it

 

Sull’argomento la Fisac e la CIGL L’Aquila erano intervenute in più occasioni: ne ricordiamo alcune.

 

https://www.fisaccgilaq.it/banche/politica-banche-imprese-tutti-facciano-la-loro-parte-per-il-rilancio-del-paese.html


https://www.fisaccgilaq.it/banche/bper/piani-industriali-grandi-gruppi-bancari-ulteriore-impoverimento-del-territorio.html


 

https://www.fisaccgilaq.it/banche/perche-le-banche-non-vogliono-piu-finanziare-le-aziende-aquilane.html

 

 

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