È legittimo il controllo della posta elettronica del dipendente?


La sentenza della Corte d’Appello di Milano dell’8 settembre 2020 riguarda una causa di lavoro avente per oggetto il risarcimento dei danni arrecati da alcuni dipendenti per concorrenza sleale. Tuttavia, affronta un argomento ricorrente anche nelle cause d’impugnazione di licenziamenti e sanzioni disciplinari.

In particolare, la sentenza ha affrontato il tema della legittimità o meno dei controlli attuati dal datore di lavoro sulle caselle di posta elettronica – sia aziendale che privata – dei dipendenti, controlli che nel caso in esame erano stati attuati per dimostrare la concorrenza sleale.

La Corte d’Appello ha dichiarato l’illegittimità dell’accesso del datore di lavoro a una casella di posta privata del lavoratore, anche se installata sul computer aziendale.
Questa condotta è sempre illegittima e configura il reato di cui all’art. 616 codice penale.

La Corte ha invece stabilito la legittimità dell’accesso alla posta elettronica aziendale; tuttavia ciò può avvenire solo alle seguenti condizioni:

  • che sia stata fornita al dipendente l’informativa circa i controlli;
  • che vi sia proporzionalità tra il controllo effettuato e la finalità;
  •  che vi sia il fondato sospetto di lesione dell’interesse del datore di lavoro.

Fonte: Fisac/Cgil

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