Bcc del Gran Sasso e Banco marchigiano: fusione il primo ottobre


Arriverà a compimento il primo ottobre prossimo la fusione tra la Banca del Gran Sasso d’Italia Bcc con il Banco Marchigiano.

Regista dell’operazione sul fronte abruzzese è il presidente della banca del Gran Sasso nata nel 2015, Giulio Cesare Sottanelli, ex deputato  di Scelta civica di Mario Monti, dal 2014 al 2018, cerca ora di tornare alla ribalta nel suo ruolo di coordinatore regionale di Azione la nuova formazione politica di Carlo Calenda. In queste settimane è impegnato a sostenere la candidatura a sindaco nella sua Roseto degli Abruzzi il consigliere comunale di minoranza di Casa Civica Mario Nugnes, con ben sei liste a supporto.

L’accordo è stato formalizzato a luglio, dalle rispettive compagini sociali che  hanno votato il progetto di fusione dei due Istituti: da una parte Sottanelli, Gabriele Di Simone e Maria Concetta Di Saverio, rispettivamente vice presidente e direttore generale  della Banca del Gran Sasso d’Italia, dall’altra parte per il Banco Marchigiano il  presidente Sandro Palombini, il vice presidente Marco Bindelli e dal direttore generale Marco Moreschi,

L’articolato percorso, iniziato già dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa avvenuta il 23 dicembre dello scorso anno, procederà in base ad un serrato cronoprogramma che vedrà la nascita ufficiale del nuovo Istituto di Credito, frutto della fusione, appunto per il primo ottobre.   Il tutto avverrà ovviamente sotto l’egida della Capogruppo di cui fanno parte entrambe le Banche, ovvero Cassa Centrale Banca S.p.A.

Alle 25 filiali del Banco Marchigiano, articolate tra le provincie di Pesaro, Ancona, Macerata e Fermo, si aggiungeranno pertanto le filiali dell’Istituto abruzzese di Pineto e Montorio al Vomano, provincia di Teramo, e quella de L’Aquila, quest’ultima aperta nel 2018 grazie all’accordo varato con il Comitato promotore della costituenda Banca dell’Aquila.

Ai depositanti della banca del Gran Sasso è stata già inviata nei giorni scorsi, un’informativa che annuncia l’esecuzione del processo di fusione, motivata con “la necessità di stare al passo con le trasformazioni del sistema bancario europeo e nazionale, che impone aspetti patrimoniali organizzativi di livello sempre più elevato anche alle banche di credito cooperativo”.

Aggregazioni che si sottolinea consentiranno “a questa banca di radicarsi ulteriormente realtà locali in cui opera”.

Si assicura poi “la tutela da parte del fondo di garanzia dei depositanti entro il limite dei 100.000 euro. E rimane salva la possibilità entro tre mesi di ritirare o trasferire i depositi presso un altro istituto di credito, senza incorrere in alcuna penalità e serbando il diritto a tutti gli interessi e benefici maturati”, sempre nel limite dei 100mila euro.

La nuova Banca avrà un totale di 11.400 soci, frutto dei 9.000 del Banco Marchigiano e dei 2.400 della banca abruzzese; le filiali saranno come detto 28, i dipendenti saranno 188, 171 quelli marchigiani e 17  gli abruzzesi, il patrimonio complessivo sarà di 71 milioni, di cui 66 marchigiani e 5  abruzzesi, mentre l’attivo patrimoniale sarà di oltre un miliardo e 100 milioni, frutto dell’oltre un miliardo del Banco marchigiano e dei 64 milioni dell’Istituto abruzzese.

Ancora per quel che concerne la copertura territoriale, la nuova banca opererà nelle province di  Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo, Teramo, L’Aquila,  per un totale di 106 comuni.

Per Sottanelli la fusione rappresenta un trampolino di lancio in vista di un ritorno nella politica che conta, leggasi elezione in Parlamento quando massimo nel 2023 si tornerà a votare. A maggio la  rosetana Flavia Mazzarella, a lui vicina,  è stata eletta nel consiglio d’amministrazione di Bper Banca, istituto di credito emiliano che ha inglobato la Carispaq dell’Aquila e ha una significativa presenza in Abruzzo. Mazzarella è giurista ed economista di impresa,  già numero uno di Banca Finnat e, in precedenza, a lungo ai vertici dell’Ivass e prima ancora al Tesoro dal 1994-2002, dove è stata dirigente per le privatizzazioni nell’era di Mario Draghi direttore generale e ora premier.

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