Reddito di cittadinanza, le storie di chi lo perderà: “Ci tolgono la dignità”


Il Reddito di cittadinanza ha avuto “un ruolo chiave” nel combattere la povertà in questi anni, seppur insufficiente. Lo ha scritto l’Istat più volte. Prima della pandemia e ancor più durante e dopo la stessa. Per questo, quando il governo Meloni ha deciso prima di cancellarlo, poi di ridurlo considerevolmente, era chiaro che ciò avrebbe rappresentato un drammatico problema per milioni di persone. Tutti “occupabili” secondo il governo, una categoria senza paragoni in Europa. Ma chi sono, davvero, queste persone? Il Fatto Quotidiano chiesto ai nostri lettori che percepiscono il Rdc come stanno vivendo questi mesi d’attesa. Hanno scritto a decine. Sono storie di persone a cui la vita aveva già tolto molto, quasi tutto, e a cui il sussidio ha ridato forza e fiducia nelle istituzioni. Riportiamo piccoli estratti di alcune di esse per raccontare il Paese a cui Meloni e i suoi vogliono togliere il reddito.

 

LE FAMIGLIE


“Ho 50 anni, disoccupata e separata con due figli a carico di 14 e 19 anni. Il padre non versa l’assegno di mantenimento, devo provvedere interamente io ai figli con 875 euro al mese di Rdc compreso di assegni familiari. Con questi 875 euro dobbiamo mangiare in tre, pagare bollette, vestiario, spese mediche, scolastiche, sportive, altri extra (riparazioni in casa, spese impreviste) e mantenere una piccola auto che occorre per gli spostamenti abitando in periferia. Per fortuna non pago mutuo o affitto di casa altrimenti saremmo già sotto i ponti. Ho inviato tanti curriculum, fatto concorsi, sono iscritta al centro per l’impiego, ma l’unica proposta che ho ricevuto è un corso di formazione che a tutt’oggi ancora devo fare perché l’agenzia ha detto che si deve formare una classe congrua. Mi chiedo se queste menti diaboliche che stanno al governo hanno pensato minimamente che togliere anche 50, 100 euro su 875 euro al mese significa non
poter pagare una bolletta, oppure non poter fare una visita medica, comprare scarpe ai figli…”.
Tiziana D., 50 anni

Siamo una famiglia di percettori, laureati, due genitori e una bambina. Percepiamo 1.080 euro inclusa la differenza dell’assegno per figli minori. Il Rdc ci ha salvato quando nel maggio 2019 ho perso il mio lavoro in nero per un’azienda barese (800 euro, 10 ore al giorno) dove ho avuto un incidente che non ho denunciato. Nel 2017 avevo già avuto un incidente in campagna, sono stato allettato tre mesi. Non ho denunciato per mantenere un lavoro che poi ho perso comunque. Nel maggio del 2019 per paura di denunce sono stato licenziato e da allora nessuno mi ha prende più. In regola, poi, figurarsi. Da settembre ci tagliano tutto a metà e non sappiamo nemmeno se il bonifico per l’affitto sarà consentito.
Appena la Meloni ha vinto le elezioni il padrone di casa mi ha mandato il preavviso di liberare la casa, ci vuole rimettere dentro in nero. Come camperemo adesso?”.
Danilo, 44 anni

 

I TIMORI DI CHI RIMANE INDIETRO


“Premetto che un lavoro a me non verrà dato tanto facilmente visto il mio passato di tossicodipendenza, sono 16 anni che ne sono fuori ma purtroppo questo interessa poco, per molti rimango sempre un ex tossico. Io voglio lavorare ma con queste premesse sarà difficile. Chiedo alla signora Meloni un lavoro che mi permetta di sopravvivere almeno, un lavoro che posso fare e che il mio corpo possa reggere”.
Pietro P., 54 anni

“Vengo da un famiglia problematica, mio padre non ci ha fornito mai nessun sostegno né morale né economico finché non lo abbiamo chiamato in tribunale. […] Ho cercato un lavoro, ma avendo quasi 50 anni non ho trovato molto, solo cose in nero e sottopagate. Poi è arrivata la pandemia e solo grazie al Rdc non sono finita per strada. […] Forse per chi ci governa sarei dovuta morire anche io nel 2018 con mia madre essendo una cinquantenne senza titolo di studio, senza lavoro, senza figli e senza famiglia. Non mi aspetto molto dal futuro e non so se rientrerò nella categoria che percepirà il Mia, posso dire solo grazie a chi ha istituito il Rdc”.
Francesca N., 53 anni

“Questa vicenda mi determina un’ansia indescrivibile. Non nascondo che i 500 euro mensili mi sono di aiuto a sostenere spese per lo svolgimento della quotidianità e per il benessere di mio figlio a cui dedico quasi tutto il mio tempo. La paura di perdere questo sussidio quasi non mi fa dormire la notte aspettando che arrivino i 67 anni per poter avere la mia pensione che se anche sarà la minima mi permetterà di vivacchiare serenamente. È vero che ci sono migliaia di furbetti, mi capita spesso di vedere al supermercato persone che lavorano per certo (ovviamente in nero) che pagano con la carta del Reddito di cittadinanza. Spero che la vostra iniziativa dia buoni frutti e che queste iniziative del governo, vostro tramite, siano ponderate e ben articolate”.

Pier Giovanni, 66 anni

“Sono dovuta tornare in Sicilia per accudire mio padre durante il breve tratto della sua malattia orribile, con la speranza che un miracolo accadesse […]. Non sono più riuscita a risalire e sono rimasta qui per sbrigare tutto ciò che c’era da fare. Non ho trovato lavoro, qui la situazione per i giovani è molto disagiata… io prego che questo errore non venga fatto, ma se dovesse succedere credo che l’Italia faccia tremila passi indietro, molti si sentiranno di nuovo abbandonati a se stessi. La fame bisogna provarla per poter parlare, come il dolore di un lutto e le altre cose brutte della vita. Non credo che la Meloni abbia mai patito la fame, non siamo tutti uguali, non tutti hanno fortuna nella vita”.

Roberta R., 38 anni

 

IL LAVORO AGLI OCCUPABILI


“Io sono uno dei tanti che il Rdc ha letteralmente salvato dallo sfratto, vivendo in affitto. Ora grazie al governo Meloni questo pericolo tornerà. Ho un diploma, parlo bene, mi reputo una persona perbene. […] Ci hanno promesso corsi di formazione che non sono partiti, dicono che non vogliamo lavorare ma io sto cercando lavoro anche come lavapiatti, ma per età o per scarsa esperienza non riesco a trovare. Solo di affitto pago 350 euro al mese, con l’eventuale Mia io avrei diritto se tutto va bene a 375 euro al mese. Secondo voi come farò? Non ho altre entrate e non ho una famiglia alle spalle che mi possa aiutare economicamente o anche per un tetto sulla testa”.

Giuseppe I., 51 anni

“Sinceramente se non ci fosse stato il Reddito di cittadinanza non so proprio come avrei potuto sopravvivere perché non sono riuscita a trovare uno straccio di lavoro se non puro sfruttamento. Ora che il nuovo governo vuole sostituire il Rdc con Mia non potrò neanche permettermi un monolocale, sono disperata, i miei attacchi di panico stanno aumentando, sono preoccupatissima: il lavoro non c’è soprattutto per chi ha superato una certa età”.

Maria C., 56 anni

“Lavoravo con una azienda multiservizi con contratto a tempo indeterminato, nel 2019 ci hanno licenziato perché lavoravano in subappalto. Da quel momento l’odissea, sono dovuto tornare a casa con mia madre perché non potevo pagare l’affitto, però nel 2021 è venuta a mancare. Adesso mi trovo in provincia di Ferrara, sono iscritto a tutte le agenzie come a molti siti per il lavoro, ma per qualche azienda sono molto grande, per altre sono molto formato, per altri è meglio avere un giovane per avere qualche agevolazione, il discorso è quello […]. L’estate del 2022 volevo provare a fare la stagione, ma anche quello è stato un buco, vogliono giovani per pagarli meno. Avevo una speranza che questo governo davvero ci avrebbe dato un lavoro dopo quei famosi corsi, però è stata solo una presa in giro. Mi scuso per i troppi errori ma sto scrivendo questa email con le mani che mi tremano”.

Gianluca C.

 

Lettere pubblicate sul Fatto Quotidiano del 30/3/2023 a cura di Leonardo Bison

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