Risparmiatrice aquilana frodata da pirati informatici. L’ABF: “La Bper risarcisca”


Una correntista  aquilana della Bper ha vinto un ricorso  contro la sua banca, che non voleva risarcirla, dopo essere stata vittima di  una truffa da smishing/phishing  con una perdita di quasi 3 mila euro. La sentenza è stata pronunciata dall’Arbitro bancario finanziario, organismo indipendente e autorevole, che  opera sotto l’egida di Bankitalia, e risolve in modo stragiudiziale le cause tra clienti e banche in tempi rapidi e costi limitati.

Si tratta della punta d’iceberg di un fenomeno truffaldino sterminato  ai danni dei risparmiatori  e banche da parte di organizzazioni criminali spesso con base all’estero.

Secondo la sentenza Bper non avrebbe garantito la sicurezza del canale utilizzato per le comunicazioni e  la gestione dei movimenti, canale nel quale si sono inseriti i truffatori.  La Bper aveva negato il rimborso attribuendo la colpa al correntista che da 30 anni aveva scelto quell’istituto di credito.

Si tratta, va ricordato, di un  tranello molto frequente ai danni di correntisti di molti istituti di credito. Le indagini della polizia postale sono difficili visto che spesso i malviventi operano da fuori Europa.  I casi di truffa on line sono stati quasi centomila nel 2020 tanto per dare la dimensione del fenomeno e in tempi più recenti  hanno riguardato  addirittura un utente su tre.

Questa la trappola. La correntista aveva  ricevuto un sms sul cellulare  sulla messaggistica “Gruppo Bper” e, visto chi  sembrava essere  il mittente, ha aperto il messaggio nel quale veniva chiesto il telefono e il numero di carta prepagata. Si era sentita rassicurata.

Poi è  stata contattata da un  falso operatore di sicurezza Bper  che la informava, ad arte, di un tentativo di truffa sulla sua carta. Il sedicente operatore, nell’ambito della sua strategia del raggiro,  ha riferito che la carta era stata clonata  e che vi fossero 3 disposizioni di pagamento in corso.

Secondo quel falso operatore per revocare quelle disposizioni la correntista avrebbe dovuto solo  ricaricare la carta prepagata ricevendo, però, un rifiuto.

L’interlocutore le ha detto che faceva bene a non fidarsi e che, per dimostrare la liceità della procedura, le avrebbe inviato un sms  sul gruppo Bper. A quel punto la persona raggirata si è convinta che  si trattasse di un vero operatore Bper dando seguito alle indicazioni fornite: fare tre ricariche in tutto per quasi 3mila euro. C’è stata poi una telefonata in cui il truffatore ha invitato la correntista a verificare lo storno e il successivo riaccredito della somma. Ma  tutto è stato inutile visto che i soldi erano stati trasferiti in Lituania senza nessun nuovo accredito.

Resasi conto della  frode conclamata la donna ha presentato denuncia alla polizia postale rivolgendosi all’ufficio reclami di Bper chiedendo il risarcimento visto che gli sms provenienti dai recapiti Bper sono stati inviati da malviventi in grado di falsificare il mittente del messaggio.

Secondo quanto si dice nel ricorso (poi accolto ottenendo il diritto al rimborso) Bper e Bibanca (struttura di supporto) avrebbero ammesso di non aver garantito la sicurezza nel succitato canale usato per le comunicazioni. La banca, in teoria, potrebbe ora incardinare un  nuovo ricorso davanti al tribunale. Ma per ora ha avuto torto. La Bper è forse la banca più forte e presente nel territorio aquilano e regionale avendo acquisito nei decenni scorsi la Cassa di risparmio della provincia dell’Aquila.

 

Fonte: AbruzzoWeb

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