La triste storia dell’Ufficio Ricostruzione BPER


La fine è nota: da oggi l’Ufficio Ricostruzione post sisma è trasferito dall’Aquila a Modena. In realtà era nota da oltre 3 anni. A tanto risale la decisione contro la quale le Organizzazioni Sindacali si sono battute in tutti i modi.

Facciamo un minimo di chiarezza.

La decisione di spostare l’ufficio dall’Aquila è a nostro avviso sbagliata: non ha alcun senso, dopo aver costruito in quasi dieci anni di esperienza un bagaglio di competenze tali da divenire un punto di riferimento per l’intero territorio, disperderlo per ripartire da zero da un’altra parte. E’ evidentemente una scelta che non va nella direzione dell’efficienza, ma risponde a logiche differenti, che non riusciamo a comprendere.

Tuttavia, da un punto di vista formale, la scelta è legittima: purché rispetti le norme, un’azienda può decidere liberamente il suo assetto organizzativo. Cosa può fare a quel punto il sindacato? Molto.

Una volta preso atto dell’irremovibilità della decisione, dopo aver tentato fino all’ultimo di spiegare perché la si ritiene sbagliata, dopo aver fatto tutto il possibile per rinviare il trasferimento, la priorità diventa la difesa dei lavoratori.
E’ importante mantenere il contatto con la realtà: in quello che è oggi il mondo del lavoro, la chiusura di un ufficio comporta di solito perdita di posti di lavoro, trasferimenti di centinaia di chilometri, demansionamenti…..
In questo caso, nulla di tutto ciò è avvenuto. Nessuno dei lavoratori interessati è stato trasferito presso un’altra sede di lavoro; alcuni di loro continueranno per il momento a svolgere le medesime mansioni, e il responsabile dell’Ufficio continuerà a tenere i contatti con gli Enti locali ed a fornire consulenze in merito alle normative, quindi senza nessun danno concreto per la città.

Possiamo quindi affermare che, aldilà dell’alto valore simbolico di questa chiusura, si sia di fronte ad una vicenda nella quale i sindacati hanno fatto bene il loro lavoro, limitando al minimo i danni. E allora, perché parlare di triste storia ?

Esattamente un anno fa la chiusura dell’Ufficio Ricostruzione sembrava cosa fatta, al punto che gli addetti avevano già ricevuto le lettere di trasferimento.
La questione fu portata all’attenzione dell’opinione pubblica da un comunicato stampa pubblicato dalla CISL. Nessun dubbio sul fatto che gli autori del comunicato fossero animati dalle migliori intenzioni: si cercava di sensibilizzare su questo ed altri problemi occupazionali quelle istituzioni locali che in tutte le vertenze legate all’assorbimento delle CARISPAQ in BPER non hanno mai brillato per la loro vicinanza ai lavoratori del nostro comprensorio, nonostante sia stato pesantemente penalizzato. Purtroppo, gli effetti del comunicato stampa si rivelarono assai diversi dalle aspettative.
Subito dopo la pubblicazione della notizia si scatenò un’autentica gara a mettere in mostra quanto di peggio i politici e le autorità locali sanno produrre: protagonismo, opportunismo, approssimazione….. Una corsa a rilasciare dichiarazioni, spesso del tutto sconclusionate, che avevano come unico obiettivo la conquista del classico quarto d’ora di celebrità. Non mancò l’irresponsabile invito a boicottare la BPER, nonostante si tratti di una delle realtà occupazionali più importanti della Provincia, mostrando così una totale indifferenza ai danni che un attacco tanto strumentale avrebbe potuto creare.
Pur consapevoli del rischio di alzare ulteriori polveroni, decidemmo di pubblicare a nostra volta un comunicato stampa, chiedendo a tutti gli interlocutori più o meno istituzionali di avere rispetto per i lavoratori BPER.

Non mancò neanche il colpo di scena finale: l’annuncio dell’ultim’ora con l’annullamento delle lettere di trasferimento e la decisione di lasciare all’Aquila l’Ufficio a seguito – a quanto si disse – di un intervento in Zona Cesarini da parte della Fondazione Cassa di Risparmio dell’Aquila. Nessun dettaglio, nessuna spiegazione furono forniti per motivare un ripensamento tanto repentino: già da allora la sensazione fu che si trattasse di un contentino di breve durata, basato su logiche che non ci è dato di conoscere ma nelle quali stentiamo a credere che possa entrare l’interesse verso i lavoratori interessati.

In questa gara ad esprimere il peggio di sé i vincitori sono purtroppo risultati, di gran lunga, alcuni rappresentanti sindacali. Venuti a sapere in anteprima della sospensione del trasferimento, hanno fatto in modo di attribuirsene il merito lasciando credere che la decisione fosse conseguente ad un loro intervento: prima con l’ennesimo comunicato stampa, poi con un volantino diffuso dai lavoratori dal titolo che non lasciava spazio a dubbi: “FATTI NON PAROLE -UFFICIO RICOSTRUZIONE L’AQUILA?? SI !!!”.
Stando a quanto riferito dagli addetti all’Ufficio, sembra che alcuni di coloro che avrebbero dovuto tutelare i loro interessi non si siano fatti scrupoli a raccontargli della vere e proprie favole. Storie in cui i buoni, con abnegazione e sprezzo del ridicolo, cavalcano fino al tetro maniero dei cattivi e lo occupano militarmente, rifiutandosi di andarsene senza prima aver strappato l’ambito editto ai perfidi tiranni.

Peccato che, nel successivo incontro chiarificatore da noi richiesto all’Azienda, quegli stessi rappresentati sindacali abbiano fatto una frettolosa marcia indietro, affermando di non aver mai detto di aver effettuato interventi disgiunti dalle altre Organizzazioni e di essere stati fraintesi.
La sconcertante vicenda fu da noi raccontata in un volantino diffuso insieme ad altre sigle.

Rivisti a posteriori, gli eventi di 12 mesi fa lasciano ancor più amareggiati. Nei giorni scorsi abbiamo scritto agli stessi protagonisti di un anno fa per informarli di quanto stava per accadere, senza ricevere risposte.
Dove sono tutti coloro che sembravano pronti a qualsiasi mossa pur di impedire il trasferimento? Dove sono i consiglieri comunali, dov’è la Fondazione? Va dato atto al Sindaco Biondi, l’unico a non aver ignorato la nostra ultima comunicazione provando a darle un minimo di seguito.

Ma soprattutto: dove sono i cavalieri senza macchia e senza paura? Oltre ai FATTI (in realtà mai avvenuti) sono finite anche le PAROLE ?

La vicenda è triste, perché in questa storia hanno perso tutti.
Ha perso la BPER, che si è inutilmente privata di un’autentica eccellenza che aveva ricevuto unanimi apprezzamenti dal territorio.
Ha perso la città, che ha avuto l’ennesimo segnale della poca attenzione verso le sue problematiche da parte della BPER.
Ha perso il sindacato, nonostante l’ottimo lavoro fatto al tavolo negoziale, perché quanto è accaduto finisce con lo squalificare l’intera Istituzione.
Ma soprattutto hanno perso i lavoratori dell’ex Ufficio Ricostruzione, finiti loro malgrado ad attirare l’attenzione solo di chi ha visto in loro niente di più che l’occasione per uno spot promozionale a buon mercato.

 

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