In arrivo il POS unico per i Buoni Pasto elettronici


I buoni pasto elettronici, che sostituiscono la mensa aziendale, potranno essere utilizzati in bar, ristoranti e supermercati senza più temere di vedersi negata la transazione perché l’esercente è sprovvisto dell’apposito Pos.
Nel dl Semplificazioni, approvato in via definitiva dal Parlamento la scorsa settimana, è stato infatti inserito un emendamento che introduce il “Pos unico”, cioè un terminale che accetta bancomat, carte di credito ed e-ticket emessi dalle varie società per alleggerire gli oneri degli esercenti e facilitare così l’utilizzo dei buoni pasto. Una novità che rientra nel “piano cashless” previsto dal governo per ridurre l’uso del contante e far emergere l’economia sommersa del nero.

Ma se la battaglia è vinta, la guerra è tutt’altro che conclusa: non si hanno ancora notizie sul decreto attuativo del ministero dello Sviluppo Economico che, di concerto con l’Anac, dovrà regolamentarne i dettagli operativi. E va ancora discussa la partita sul lato operativo: capire, insomma, come si risolverà la questione della convenzione e delle commissioni.
Di solito, supermercati e ristoranti si trovano a gestire fino a 4 Pos. “Con l’attuale sistema – denuncia la Fipe, la federazione degli esercenti – si hanno il 25% di spese ogni 1.500 euro di fatturato solo per installazione, commissioni e contratti di affitto dei vari lettori elettronici”. Un gruzzolo, che con l’introduzione del Pos unico, i gestori non vorranno perdere con il rischio di un aumento generalizzato dei contratti di convenzione.

Un meccanismo infernale che caratterizza da sempre i “buoni”, dove sono sempre gli stessi pochi soggetti a trionfare: i giganti stranieri e lo Stato (*). I primi che si aggiudicano bandi miliardari a suon di ribassi (fino al 30%) e Consip (la centrale acquisti della Pubblica amministrazione) che fa risparmiare all’erario milioni di euro, ma a discapito dei 3 milioni di lavoratori, di cui 1 milione di dipendenti pubblici. Sempre più spesso, con il passaggio quasi obbligato dal buono cartaceo a quello elettronico – dopo l’introduzione da gennaio delle nuove soglie di esenzione (da 7 a 8 euro) – si sono ritrovati in tasca una tesserina praticamente inutilizzibile visto che la maggior parte degli esercenti non vuole pagare i costi di noleggio per l’ennesimo Pos.

Ma da questo limite al Pos unico ce ne passa.

 

Articolo di Patrizia De Rubertis sul Fatto Quotidiano del 21/9/2020

 

(*) Per completezza aggiungiamo anche le aziende private (tra cui quelle del nostro settore) che l’autrice dell’articolo non ha considerato.

 

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