Banco Bpm e Bper crollano in Borsa, da governo un tetto a incentivi Dta


Banco Bpm e Bper sotto pressione in Borsa: a pesare è la rimodulazione degli incentivi fiscali alle fusioni bancarie, con l’introduzione di un tetto di 500 milioni alla trasformazione delle Dta in crediti fiscali.

Secondo le analisi dei broker, Banco Bpm e Bper vedono sfumare gli incentivi, mentre ne approfitta invece Carige, che risulta favorita dal nuovo impianto.

“Il gioco dell’M&A è finito”, scrivono gli analisti di Mediobanca, sottolineando come l’incentivo delle Dta sia sostanzialmente invariato per Carige e ridimensionato per tutti gli altri.

Mediobanca, che cita le ultime bozze della manovra, evidenzia la comparsa di “un inatteso tetto” all’incentivo rappresentato dal più basso tra 500 milioni di euro e il valore del 2% degli asset della banca più piccola coinvolta nella fusione, di fatto introducendo un ‘cap’ di mezzo miliardo alla trasformazione delle Dta in crediti fiscali.

Dopo “l’interruzione delle trattative tra Unicredit e il Ministero dell’Economia su una potenziale transazione per Mps vediamo l’estensione della Dta al giugno 2022 a rischio”, scrivono gli analisti di Piazzetta Cuccia, che evidenziano “un cambio di corso” nella politica del governo “che di fatto mantiene il supporto sostanzialmente invariato per Carige e lo limita seriamente per tutti gli altri attori”.

Il taglio alle Dta secondo gli esperti “riduce ulteriormente le probabilità di un coinvolgimento di Unicredit“, che già “sta ripiegando su una strategia stand-alone” nel breve termine. I cambiamenti sono giudicati “non favorevoli” a Banco Bpm, che “potrebbe perdere il suo appeal speculativo come potenziale target di un takeover di Unicredit“, e per Bper.

L’istituto modenese vede “dimezzato” da 1 miliardo a 500 milioni l’incentivo a una fusione con il Banco Bpm, le cui chance erano già in calo negli ultimi mesi, mentre restano “invariate” le possibilità di una fusione con la Popolare di Sondrio, in cui le Dta non avrebbero comunque avuto un peso.

Anche Equita si esercita sul nuovo scenario, osservando che sarà più difficile un deal tra Banco Bpm e Unicredit. “Secondo la norma attuale stimiamo un beneficio di 2,7 miliardi”. Al contrario, “non cambierebbero in maniera rilevante le probabilità di fusione tra Banco e Bper dato un beneficio a capitale da conversione Dta significativamente inferiore (ad oggi circa 900 milioni”.

Alle ore 16,54 le azioni Banco Bpm e Bper segnano ribassi intorno al 7%, in controtendenza Carige che avanza di oltre il 2%.

 

Fonte: finanzareport.it

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