Banca d’Italia: la Grande Guerra delle Filiali


Dopo svariati mesi trascorsi ad errare per la periferia, più o meno remota, della Banca d’Italia, il Vertice è tornato a casa, soddisfatto perché convinto di aver pacificato le Province, anche quelle più turbolente.

Le domande scomode, durante le visite, non sono mancate. Soprattutto circa il destino che avranno le Filiali, ed in special modo quelle più piccole.

Le rassicurazioni del Vertice non hanno giovato più di tanto all’umore generale: erano forse troppo simili a quelle che avevano preceduto le prime due ristrutturazioni territoriali?
Nel frattempo la vita nelle Filiali somiglia sempre più a quella di trincea: lunghi periodi di noia intervallati da improvvisi momenti di panico.
Perché, da un lato, la Banca ha rinunciato a svolgere alcune delle sue attività “tipiche”, oppure ha deciso di avocarle dalla periferia al centro. Dall’altro, nonostante quanto appena detto, sono sempre più frequenti i picchi “ciclici” di operatività che la Filiali si trovano ad affrontare con compagini decimate da pensionamenti senza turn over e missioni operative in entrata disposte col contagocce.
L’umore delle truppe, lì al fronte, non è dei migliori; e la domanda che tutti si fanno non è più “se”, ma “quando” la chiusura riguarderà anche loro.

Discorso a parte meritano le 10 UST, Filiali “a scadenza” con chiusura programmata a di-cembre 2018.
Queste realtà, condannate alla chiusura perché, a dire del Vertice, oramai inutili, si trovano oggi a fronteggiare una mole di lavoro del tutto spropositata rispetto al numero degli addetti: dalle Sedi Regionali viene delegata, ad esempio, la lavorazione di migliaia e migliaia di esposti e di richieste di accesso alla Centrale dei Rischi, così come moltissimo impegno richiede la lavorazione in “subappalto” delle pratiche ABF.
La domanda, allora, sorge spontanea: ma non si era detto che quelle Filiali erano inutili?
O forse l’idea del Vertice è che, trattandosi di Filiali “a scadenza programmata”, i colleghi addetti a quelle realtà siano da trattarsi alla stregua di yogurt, e dunque “da CONSUMARSI entro il 31.12.2018”?

Quale fiducia possiamo avere nel nostro futuro, volendo parafrasare le recenti parole del Governatore, se in quelle Filiali si sta “come d’autunno, sugli alberi, le foglie”?

 

Fonte: www.fisacbancaditalia.it

 

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