A cosa servono le donne italiane?


Qual è il modello ideale di donna al quale ispirarsi nel nostro Paese?

Prendendo spunto da quanto sostenuto con veemenza dalla Premier attualmente in carica, possiamo affermare che deve essere “madre, italiana e cristiana”. Come dire che la perfetta donna italica deve avere come scopo della sua esistenza il fornire figli alla patria ed educarli secondo valori cristiani. Il suo posto è questo, quindi stare un gradino sotto l’uomo diventa una logica conseguenza.
Non a caso Giorgia Meloni vuole che il suo ruolo sia declinato al maschile: “IL PRESIDENTE. Ritenendo evidentemente che indicarlo al femminile equivarrebbe a sminuirne la rilevanza.

Sono indicazioni implicite, ma abbastanza chiare di un modo di pensare che è assai più diffuso di quanto vogliamo ammettere.
Restiamo nel campo delle massime istituzioni. Ignazio La Russa, Presidente del Senato seconda carica dello Stato, di fronte all’accusa di stupro rivolta al figlio ha  come prima cosa fatto rilevare che “la ragazza aveva assunto cocaina”. Versione “senatoriale” del classico “se l’è andata a cercare”.
Vogliamo citare il “Se eviti di ubriacarti non trovi il lupo” dell’ex compagno della premier? E’ inutile nascondersi dietro un dito: ha dato voce a quello che in tantissimi, decisamente in troppi, pensano. L’uomo può ubriacarsi; la donna deve tenere comportamenti adeguati al suo stato di sottomissione, altrimenti si merita tutto ciò che arriva.

Ci vantiamo di essere una civiltà superiore. Eppure i nostri nonni sono vissuti in un’epoca in cui esisteva il delitto d’onore, abolito poco più di 40 anni fa. Come dire che uccidere una donna non era una bella cosa, ma se lei non sapeva stare al suo posto e se l’andava a cercare, non era poi così grave.
Andando appena un po’ più indietro, i nostri bisnonni consideravano giusto che le donne potessero fare solo determinati lavori, e percepissero stipendi inferiori agli uomini in virtù della loro “indiscutibile minore intelligenza”.
E noi stessi, la nostra generazione, siamo stati capaci di santificare un uomo come Berlusconi, che dell’umiliazione e della sottomissione della donna aveva fatto il suo manifesto. Volendo estrapolare una frase dal suo orrendo repertorio, quella che meglio ne descrive il pensiero fu quella pronunciata contro la richiesta di eutanasia per Eluana Englaro: “potrebbe ancora generare figli”.

Acqua passata? La realtà è che questo modo di pensare non ce lo siamo mai scrollato di dosso. Ed è facile trovarne esempi un po’ dappertutto. Ne citiamo uno tra i tanti possibili: Amadeus che al festival di Sanremo di 3 anni fa pensò di fare un complimento a Francesca Sofia Novello,  fidanzata di Valentino Rossi definendola “una donna che la la capacità di stare un passo indietro a un grande uomo”. Il posto della donna è quello: un passo indietro per non fare ombra.
Pensiamo alla notizia di questi giorni: il terribile omicidio della giovane studentessa Giulia Cecchettin. Su molti organi di stampa si coglie una certa bonomia nei confronti del suo assassino, che da più parti viene definito come “un bravo ragazzo”. Un bravo ragazzo che ha fatto una sciocchezza.

Come si fa per cambiare questa mentalità? Adesso il Paese è scosso dall’indignazione, in molti casi ipocrita, anche da parte di soggetti che hanno fatto di tutto per alimentare l’idea che la donna debba essere sottomessa.
E domani cosa succederà? Assisteremo all’ennesima “stretta”. All’ennesimo “inasprimento delle pene”. Alle ennesime dichiarazioni roboanti, infarcite di slogan privi di contenuto.

Insomma, ancora una volta faremo finta di cambiare tutto. E non cambierà niente.

 

(foto tratta dal film “La donna perfetta”)

 

 

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