Il Tesoro prepara l’uscita da Mps e rinuncia alla regia sul terzo polo

La vendita della prossima tranche del Tesoro darà più peso alle scelte dei soci privati. Si guarda al piano di agosto e all’accordo bancassicurativo con Axa, che può aprire la via a nuove alleanze strategiche: Unipol in primis.


 

Inizia l’estate della verità per Mps. In cui la banca svelerà il volto “riprivatizzato”, e il Tesoro primo socio lascerà ai manager le redini strategiche, e al mercato la (eventuale) scelta del partner con cui formare il “terzo polo” creditizio.

Il 2 luglio scadono i tre mesi presi dal socio pubblico dall’ultima vendita di un 12,5% a dozzine di fondi istituzionali. Da allora il Tesoro può tornare a vendere: e nelle retrovie una terza tranche si profila. Un pacco del 10% circa, in base alle richieste e alla tenuta del titolo, che dopo il picco di €5,29 il 17 maggio nel mese del taglio ai tassi e dell’onda nera alle elezioni UE ha perso quasi un euro. Ma la fase di correzione, comune al settore, lascia il titolo vicino a un multiplo del 60% del patrimonio tangibile: e benché le rivali quotino quasi al 90%, Deutsche Bank ha ricordato che a “quota 60%” sono avvenute tutte le recenti acquisizioni italiane. Come dire che MPS è banca “da sposare”: benché il Tesoro sia più propenso a venderla in piccoli tagli, per rispettare gli impegni del 2017 di uscire dal capitale (l’ultima proroga dice nel 2024).

La coincidenza di date, vista con occhi senesi, schiude una finestra ideale per la terza tranche: l’intervallo tra il Palio della Madonna di Provenzano, proprio il 2 luglio, e quello dell’Assunta, il 16 agosto. In quei 45 giorni i contradaioli pensano quasi solo alle corse, l’attenzione al resto rasenta lo zero. Ma Luigi Lovaglio, da due anni sempre più leader di MPS, ha un’agenda poco senese oggi. In città si vede poco: mentre gira molto tra Roma, Milano e Londra, dove secondo più fonti incontra i vertici del Tesoro e invita tanti investitori nell’azionariato. Lo schema che avrebbe in testa l’ex manager di Unicredit ha due livelli di lettura: rimpolpare la quota dei fondi per poter navigare anche in solitaria – trovando magari qualche “traghettatore” di medio termine. Sempre di public company si tratta: ma non è uguale. Al primo livello ci siamo già, dopo che il tesoro ha ceduto in sei mesi il 37,5% a centinaia di fondi. Gestori che chiedono capital gain e dividendi, ma non si mettono a battagliare con un eventuale “scalatore”. Se invece si formasse un nocciolo duro, tipo quello creato in Banco BPM tra Fondazioni, Casse previdenziali e privati per arginare il Crédit Agricole, la valenza sarebbe doppia: perché se è vero che il ballo delle fusioni vive una pausa di studio, è probabile (lo ha appena detto l’AD di Banco Bpm, Giuseppe Castagna) che riparta in 18-24 mesi: e Siena è attesa sul palco. Ma dal 2025, con il Tesoro sceso intorno al 15% e la Lega indebolita sulla scena politica, sarà più arduo che il governo abbia un ruolo attivo nel consolidamento.

Non sono mancati i tentativi. Da quelli di tre anni fa del governo Draghi, pronto a offrire circa 7 miliardi di dote a Unicredit per indurla a rilevare MPS, alla moral suasion di Meloni (specie con la sponda dei leghisti, forti a Siena e nel nord “bancario”) per convincere Banco Bpm a impalmare il Monte. Inviti sempre respinti al mittente da Castagna & C. Secondo altre fonti un annetto fa il Tesoro cercò soci anche altrove. Nella valle lombarda ben nota al ministro Giancarlo Giorgetti, eletto nel collegio di Sondrio, e pure da Lovaglio, per anni a capo di Creval nella ridotta valtellinese, poi espugnata dall’Opa francese del Crédit Agricole.

La (ex) Popolare di Sondrio, con dimensioni e sviluppo geografico adatti a essere comprata da MPS, aderiva alla nuova narrazione “autonomista” diffusa dai senesi un anno fa, allorché l’impennata dei tassi ne gonfiava i ricavi, mentre le procure di mezza Italia assolvevano tanti ex manager decimando il petitum chiesto dagli investitori (salito fino a 10 miliardi). Cominciava il “Rinascimento” senese e la dirigenza spolverava il blasone, proponendosi come polo aggregante, non più zitella da maritare. Il 12 giugno, al congresso Fabi, Lovaglio cambiò la vulgata: “Il tema non è fare il terzo polo per salvare MPS, non ne abbiamo bisogno. Il terzo polo siamo noi, con logica aggregativa, non per farci salvare”.

A Sondrio, però, aveva già piantato un paletto la Unipol di Carlo Cimbri, rilevando il 9,9% della neonata Spa e forte dell’accordo per distribuire le sue polizze sui 500 sportelli di BPS. Proprio in quelle settimane Unipol chiedeva alla BCE di salire fino al 19,9% in BPS, a ciò autorizzata il 6 settembre così da raddoppiare la quota in breve. Due mesi dopo il Tesori iniziava i collocamenti in Borsa di MPS, sfruttando il decollo delle quotazioni. Venti giorni fa, al G7 di Stresa, Giorgetti ha avuto buon gioco a rivendicare la strategia con cui il Tesoro ha recuperato gli 1,6 miliardi sborsati nell’aumento 2022: “Andiamo avanti con il nostro programma. Il risanamento è un grande successo che fa piacere alle casse pubbliche, e la banca mostra una solidità di cui possiamo andare fieri“.

L’operazione “terza tranche” va peraltro inserita nell’agenda estiva, che prevede un doppio passaggio il 5 agosto, quando il CdA MPS esaminerà i conti dei semestrali e la revisione del piano strategico 2022-26 a cui collabora Mc Kinsey. Nasceva, il piano, a complemento dell’ennesima ricapitalizzazione obbligata, ma a metà percorso molti obiettivi sono già colti (come i dividendi, appena erogati e due anni in anticipo). Chi lavora al dossier non attende grandi soprese, salvo qualche ritocco all’insù delle entrate da commissioni – per fronteggiare la discesa dei tassi BCE – e degli investimenti tecnologici, che la BCE vuole veder salire, per operare con efficienza anche senza quella fusione che la vigilanza prima imponeva.

Ma il vero nodo “strategico”, al di fuori del piano, è la bancassicurazione. Lovaglio ha già detto che l’accordo con Axa, che scade fra tre anni, si potrebbe rivedere, per internalizzare la società comune che vende polizze alla rete MPS. Costerebbe circa un miliardo, ma MPS ha circa 2,5 miliardi di capitale libero. Come ha scritto l’ufficio studi di Deutsche Bank c’è un chiaro razionale operativo a negoziare con Axa, emulando la strategia di rivali come Banco BPM, Intesa Sanpaolo e Unicredit, di accentrare a ampliare i ricavi da polizze. Solo che, se MPS prendesse questa via, potrebbe diventare un campo da arare per Unipol, che ha fatto dell’incrocio tra vendite di polizze a banche come BPER e BPS e investimenti nel loro capitale un pilastro del proprio rilancio.

Se MPS si ricomprasse la quota di Axa, insomma, diventerebbe appetibile per nuovi fornitori di polizze; e in caso di futura gara da bandire a Siena e probabile che Unipol partecipi con una buona offerta, magari corredata dall’acquisto di una quota di azioni MPS (proprio ciò che ha fatto a Modena e a Sondrio).

Qui occorre chiedersi  se il governo più a destra della Repubblica Italiana intenda agevolare l’avvicinamento di Unipol-Bper a Siena. Non è questione oziosa: perché se è vero che Carlo Cimbri è ormai una figura di prima grandezza nella finanza italiana, che naviga sicuro unendo logiche di mercato a salde sponde con Intesa Sanpaolo e Mediobanca, e pure vero che le coop emiliane sue socie hanno una storia e un network diversissimi da chi siede al governo. Cimbri peraltro ha forte stima di Lovaglio, cui propose la guida di Bper, poi affidata a Luigi Montani e ora a Gianni Papa. E la scelta, sulle polizze MPS, spetta al banchiere lucano e al CdA che lo ha nominato.

 

Articolo di Andrea Greco su Repubblica del 17/6/2024

 




Assicurazioni: Report Fisac Cgil, per 4 grandi compagnie italiane utili 2023 a 7,2 mld (+57%)

Risultati di bilancio record lo scorso anno per le compagnie assicurative. Generali, Unipol, Intesa Vita e Mediolanum, quattro grandi gruppi assicurativi italiani, hanno registrato un utile complessivo nel 2023 pari a 7,2 miliardi di euro, in crescita del +57% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge da un report dell’Ufficio Studi & Ricerche della Fisac Cgil condotto sui bilanci di un campione di compagnie assicurative e dal quale emerge, come osserva la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, “una estrema resilienza del settore, con un livello molto elevato di redditività, nonostante i sinistri record da catastrofi naturali e da elevati deflussi nel settore vita. Ora è tempo di trasferire questi risultati alla contrattazione”.

Nello specifico del campione selezionato, Generali ha registrato nel 2023 utili per 4,1 miliardi di euro (2,4 miliardi nel 2022), Unipol per 1,3 miliardi (675 milioni), Intesa Vita per 943 milioni (947 milioni) e Mediolanum per 822 milioni (507 milioni). Ai due più grandi player nazionali, Generali e Unipol, la Fisac Cgil affianca altri due grandi player internazionali, come Alianz e Axa, con importanti realtà in Italia, registrando così un utile complessivo di 21,7 miliardi di euro (+43,9% sul 2022). Risultato frutto dei risultati di bilancio di Allianz per il 2023 pari a 9 miliardi di euro e Axa pari a 7,2 miliardi di euro.

Settore Danni

In base ai primi dati disponibili dell’Ania, nello studio della Fisac Cgil si rileva come nel settore danni gli eventi atmosferici hanno causato nel 2023 dei pagamenti per sinistri catastrofi naturali pari a 5,7 miliardi di euro, comportando anche un aumento dei combined ratio, ovvero l’indicatore utilizzato per rappresentare l’andamento dei Rami Danni composto dalla somma dell’Espense Ratio (spese riconducibili ai sinistri) e al Loss Ratio (sinistri di competenza). Tuttavia la crescita dei sinistri nel settore auto si è notevolmente attenuata: mentre il costo medio dei sinistri ha continuato ad aumentare, crescendo del 4% a causa dell’inflazione ancora elevata, la frequenza dei sinistri è diminuita dell’1%. I premi lordi danni sono incrementati del 7,7%, arrivando a 44,7 miliardi di euro.

Settore Vita

Nel settore vita l’aumento dei tassi di interesse, si legge nello studio della Fisac Cgil, ha portato a un aumento dei riscatti anticipati e a un calo della nuova produzione. La raccolta netta vita nel 2023 è stata negativa sia per i prodotti di risparmio tradizionali che per quelli unit-linked. A fronte di premi contabilizzati pari a 100 miliardi di euro (-4,8%) si rilevano oneri per sinistri pari a 113,9 miliardi di euro (+45,2%). L’aumento dei tassi di interesse ha reso più attraenti gli investimenti alternativi, come i titoli di Stato italiani e i prodotti di risparmio delle banche, rallentando gli afflussi al settore assicurativo. Inoltre, i tassi di riscatto (misurati come importi di riscatto rispetto alle riserve dell’anno precedente) sono aumentati nel 2023 al 10,6% (erano al 6,7% nel 2022), un livello che non si vedeva da circa dieci anni.

Indici di solvibilità

Il settore assicurativo si è confermato nel complesso molto solido e, come riporta la Fisac Cgil, presenta indici di solvibilità (Solvency II Ratio, per misurare il livello di patrimonializzazione di una compagnia assicurativa) di assoluta tranquillità. L’indicatore è passato da 247% nel 2022 al 258% nel 2023. L’analisi per settore di attività evidenzia come l’aumento dell’indicatore nel periodo dicembre ‘22 – dicembre ‘23 abbia riguardato le imprese Danni e Vita, presentando dinamiche diverse. In particolare, per quelle Danni il Solvency ratio è passato da 227% a 233%, con un incremento di 6 punti base, mentre per le imprese Vita vi è stato un significativo incremento di 41 punti base da 213% a 254%.

Commento

Benché siano primi dati disponibili, afferma la segretaria generale della Fisac Cgil, “è chiara la tendenza verso una forte redditività. Il settore assicurativo si conferma decisamente in buona salute. I risultati record dovranno adesso riversarsi sul fronte della contrattazione, a tutti i livelli: nazionale, aziendale e di gruppo, dando alle lavoratrici e ai lavoratori i riconoscimenti che meritano. Una contrattazione che va sviluppata e che deve allargarsi all’intera filiera assicurativa, dando risposte al rinnovo di contratti attesi come quello Anapa e Anagina”, conclude Esposito.

In allegato il Report dell’Ufficio Studi & Ricerche della Fisac Cgil “Prime riflessioni sui bilanci assicurativi su un campione di Compagnie”




Unipol: approvato l’accordo ponte CIA di Gruppo

3 - Fisac Cgil

21 marzo 2024

 

Care Colleghe e cari Colleghi,

siamo lieti di comunicarvi che, dopo aver avuto ancora una volta una significativa partecipazione alle Assemblee, abbiamo registrato una partecipazione ancora più importante al Referendum (votanti 6.577 su circa 8.400 dipendenti, pari al 78,2%), che ha decretato a larga maggioranza l’approvazione dell’Accordo ponte Cia Gruppo Unipol 2022-2024:

  • VOTI FAVOREVOLI: 5.494 (83,5%)
  • VOTI CONTRARI: 929 (14,1%)
  • ASTENUTI: 154 (2.3%)

Ringraziamo le tantissime colleghe e i tantissimi colleghi che hanno espresso liberamente il loro voto al Referendum, confermando la ritrovata vitalità e la voglia di partecipare e incidere sulle decisioni collettive.

Proseguiremo unitariamente sulla strada che stiamo tracciando insieme, ripartendo da una base più solida per l’azione sindacale futura e per i prossimi confronti.

Grazie a tutti, continueremo a lavorare per unire e per far valere le nostre ragioni, in modo che anche l’Azienda colga il senso di questa straordinaria partecipazione: il senso di appartenenza è fondato sul giusto riconoscimento per il lavoro svolto.

 

 

Le Rappresentanze Sindacali del Gruppo Unipol
First/CISL – Fisac/CGIL – FNA – SNFIA – Uilca/UIL




Unipol: Fisac, rinnovato integrativo, avanzamenti salariali

3 - Fisac Cgil

Care Colleghe e cari Colleghi, nel pomeriggio di ieri è stata sottoscritta l’ipotesi di Accordo CIA ponte (che alleghiamo), che verrà illustrato e discusso nelle assemblee durante la prossima settimana (in basso il calendario).

Nonostante le difficoltà incontrate pensiamo di aver raggiunto un buon risultato, che ci permette di recuperare velocemente una buona parte del potere d’acquisto perduto e di proiettarci fin da subito nel prossimo imminente rinnovo – col quale contiamo di arricchire ancora di più l’impianto generale – partendo da una base ulteriormente migliorata.

In attesa d’incontrarci in Assemblea, ci preme sottolineare quelli che, a nostro giudizio, rappresentano i punti di valore di questo accordo:

Rafforzamento del Percorso Unitario

Non bisogna dimenticare che lo scorso rinnovo del 2021 aveva segnato una divisione dolorosa fra le Sigle Sindacali, dalla quale sono poi derivate le conseguenze negative degli anni successivi che tutti noi conosciamo.

Stare uniti non è sempre facile, a volte è faticoso, ma consente di raggiungere con più certezza risultati migliori, passo dopo passo.

Risultato Economico:

pur consapevoli che non si sia recuperato completamente il potere d’acquisto perduto negli ultimi 2 anni, riteniamo sufficientemente adeguata la cifra complessiva ottenuta (1.550 euro fra UT, Credito Welfare e aumento PAV, legato ad obiettivi facilmente raggiungibili, per un IV livello FT, da riparametrare ), oltre all’arrotondamento del Buono Pasto a 9 euro e all’aumento del Contributo Aziendale al Fondo Pensione al 5,50%, retroattivo dal 1° gennaio 2024, anche perché ottenuta in tempi rapidi e con l’impegno delle parti a contrattare a breve ulteriori adeguamenti.

Riconoscimento Inquadramento Amministrativo Call Center

Primi nel settore, abbiamo finalmente ratificato quando già concordato nel 2021, per cui dal prossimo aprile le nostre colleghe e colleghi dei Call Center del Gruppo avranno il pieno riconoscimento della loro indiscutibile professionalità, ulteriore tappa di un percorso di miglioramento, partito oltre 20 anni fa, che continuerà nei prossimi mesi e anni.

Nuove Basi

Abbiamo intenzione di presentare la nuova Piattaforma CIA entro il prossimo mese di giugno per poi iniziare la trattativa subito dopo l’estate, partendo dai buoni risultati di questo accordo ponte e con l’intenzione di recuperare strutturalmente sia ulteriore potere d’acquisto sia tutte quelle altre tematiche che non hanno trovato spazio in questa trattativa, come un sistema più moderno ed efficace di flessibilità e di modalità lavorativa.

In definitiva, pensiamo che questo risultato, anche per i tempi e modi attraverso i quali è arrivato, ci permetterà di guardare con più fiducia alle prossime e più impegnative sfide – il prossimo CIA sarà sicuramente più complesso da affrontare – partendo da una base più solida e da rapporti migliorati.

Ricordiamo inoltre che in attesa di affrontare la materia nel suo complesso nella prossima trattativa CIA, nelle more della discussione, le flessibilità estese e la sperimentazione sulle nuove forme di flessibilità (Lavoro Agile) verranno prorogate.

CALENDARIO ASSEMBLEE (tutte in modalità mista)

  • Lunedì 4 Bologna ed Emilia-Romagna (con assemblee mattino e pomeriggio), Torino e Piemonte
  • Martedì 5 Firenze e Toscana, Verona e Veneto
  • Mercoledì 6 Milano e Lombardia
  • Giovedì 7 Roma (con video collegamento per tutte le altre sedi rimanenti).

Successivamente l’Ipotesi di Accordo sarà sottoposta all’approvazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori, tramite un Referendum on line, che si terrà nei giorni 18-19-20 marzo.

Le Rappresentanze Sindacali del Gruppo Unipol
First/CISL Fisac/CGIL FNA SNFIA Uilca/UIL

SCARICA L’ACCORDO


Il giudizio della Fisac

Firmato l’accordo ponte del Contratto integrativo aziendale in Unipol.

Dopo un’intensa e serrata trattativa, fa sapere la Fisac Cgil, è stato firmato in Unipol un importante accordo unitario che aumenta le condizioni salariali degli 8.500 dipendenti del gruppo, in vista del rinnovo complessivo del contratto aziendale che sarà discusso a partire dal prossimo autunno.

I punti dell’accordo

Questo accordo, con validità 2024, prosegue la Fisac Cgil, porterà ai colleghi già dal mese di aprile, dopo le assemblee e l’approvazione tramite referendum, i seguenti importi, riferiti a un IV livello:

  • una tantum di 1.000 euro;
  • credito welfare di 200 euro;
  • aumento del premio variabile di 350 euro al raggiungimento di due obiettivi (fruizione delle ferie e formazione obbligatoria);
  • aumento di 0,25% sulla previdenza che arriverà a 5,50; aumento di 0,50 euro sul buono pasto che arriverà a 9 euro;
  • viene infine sancito il riconoscimento dell’inquadramento amministrativo per tutti gli operatori dei Contact Center.

Una base di partenza


Questa ipotesi di accordo, spiega il segretario responsabile Fisac Cgil del gruppo Unipol, Giovanni Gabbiani, “oltre a rappresentare da subito un significativo segnale sulla parte economica di secondo livello, che era al centro della piattaforma sindacale, costituisce la base indispensabile per la costruzione di un nuovo modello di relazioni industriali nel gruppo Unipol. Un modello che dovrà essere rafforzato e che dovrà accompagnarci nei prossimi appuntamenti che ci vedranno impegnati col rinnovo organico del contratto aziendale in parallelo con il nuovo piano industriale d’impresa”.

Le assemblee

Tutti questi temi saranno affrontati nelle assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori che saranno svolte già nei prossimi giorni, a loro spetterà democraticamente il giudizio su questa ipotesi di accordo tramite un referendum che sarà indetto al termine del giro di assemblee. “È fondamentale – aggiunge il segretario nazionale della Fisac Cgil, Francisco Genre – che anche e soprattutto in un periodo di cambiamento di un Gruppo importante come Unipol, proseguano le tradizionali buone pratiche di relazioni industriali. Questo è un patrimonio non solo del Gruppo, ma del settore assicurativo e contribuisce a creare le condizioni per la costruzione di un percorso unitario di stesura della piattaforma rivendicativa per il prossimo Ccnl”, conclude Genre.

Giorgio Saccoia
Ufficio Stampa Fisac Cgil Nazionale

 




Unipol incorpora UnipolSai

Il gruppo Unipol ha approvato un progetto di razionalizzazione societaria «da realizzarsi mediante la fusione per incorporazione di UnipolSai in Unipol Gruppo». Nell’ambito dell’operazione, si legge in una nota, è previsto il lancio di un’offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria di Unipol su UnipolSai al prezzo di di 2,7 euro ad azione.

Il progetto prevede la fusione per incorporazione in Unipol di UnipolSai Assicurazioni, nonché di Unipol Finance S.r.l., UnipolPart I S.p.A. e Unipol Investment S.p.A., società interamente partecipate da Unipol che detengono partecipazioni in UnipolSai, con un rapporto di cambio determinato dai cda di Unipol e UnipolSai in 3 azioni Unipol per ogni 10 azioni UnipolSai.

All’esito dell’operazione Unipol Gruppo assumerà la denominazione di Unipol Assicurazioni. Il corrispettivo dell’Opa incorpora un premio pari al 12,6% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni UnipolSai alla data del 15 febbraio 2024 e del 16,3% rispetto alla media aritmetica ponderata dei prezzi ufficiali registrati da UnipolSai negli ultimi sei mesi.
L’offerta, che verrà finanziata da Unipol con risorse proprie, riguarderà massime 417.386.600 azioni UnipolSai, pari al 14,75% del capitale sociale, e il corrispettivo sarà ’cum dividendo’, ossia inclusivo delle cedole relative ad eventuali dividendi distribuiti da UnipolSai.

Per gli azionisti che non volessero concorrere alla fusione ci sarà la possibilità di esercitare il recesso a 5,27 euro ad azione.

L’operazione, spiega Unipol, si pone gli obiettivi di «razionalizzare la struttura societaria del Gruppo Unipol, semplificando nel contempo i processi decisionali di direzione unitaria e governo del gruppo stesso. La società risultante dalla fusione sarà una delle principali compagnie assicurative italiane, quotata nei mercati regolamentati, che rivestirà anche il ruolo di capogruppo del gruppo Unipol, in linea con le migliori practice nazionali e internazionali e con le aspettative del mercato». Inoltre l’operazione contribuirà a «ottimizzare il profilo di cassa e di funding di Unipol Gruppo», a «conseguire alcune sinergie di costo connesse all’ottimizzazione delle strutture centrali e delle relative attività» e a «ottimizzare la solida posizione di solvibilità di gruppo, anche in chiave prospettica».

I conti di Unipol

Il cda del gruppo Unipol ha inoltre dato il via libera ai conti del 2023, chiusi con un risultato netto consolidato a 1,331 miliardi di euro (da 866 milioni nell’anno precedente, +53,7%). Il risultato, si legge in una nota, risente positivamente per 267 milioni di euro del “badwill” iscritto per effetto del consolidamento della partecipazione nella Popolare di Sondrio (in seguito all’acquisizione di una quota del 10,2% della banca, che ha portato la partecipazione complessiva del gruppo al 19,7%). Il risultato netto, escludendo tale partita straordinaria, è pari a 1,064 miliardi.

Cresce inoltre la raccolta diretta assicurativa a 15,1 miliardi di euro (+10,4% rispetto al 2022), con Danni a 8,7 miliardi di euro (+4,2%) e Vita a 6,4 miliardi di euro (+20,0%). Il combined ratio a fine 2023 è pari al 98,2% (dal 98,6% di settembre 2023), mentre l’indice di solvibilità, sempre alla fine dell’anno scorso, risulta al 200% (in linea con il valore al 31 dicembre 2022) e tiene conto dei dividendi attesi e del consolidamento della Banca Popolare di Sondrio.Sale, infine, il dividendo a 0,38 euro per azione (per un “dividend yield” al 6,6%) contro gli 0,37 euro nel 2022. Quanto al futuro, si stima «un andamento reddituale della gestione consolidata per l’anno in corso in linea con gli obiettivi fissati nel Piano Strategico 2022-2024».

«Chiuso un percorso»

«Questa operazione chiude, anche fisicamente, un percorso iniziato più di 10 anni fa, iniziato nel 2012 con l’acquisizione di FondiariaSai e tutte le operazioni successive che sono intervenute in questi anni». Così il presidente del gruppo Unipol, Carlo Cimbri, presentando l’opa su UnipolSai. «Chi c’era all’epoca ricorderà una struttura molto più complessa e articolata» e ora si arriva «all’ultimo tassello di questo progetto» con «una semplificazione attesa dal mercato».

«Mps non è nei programmi di Bper»

A proposito del risiko bancario, Cimbri ha affermato che «Mps non è nei programmi di Bper». Secondo il manager «Bper ha un suo programma che sta andando avanti, noi non abbiamo avuto interlocuzioni di questo tipo, per quanto ci compete neanche Bper non ha avuto interlocuzioni di questo tipo con Mps che peraltro sta conseguendo nella sua veste stand alone sotto la guida di Luigi (Lovaglio, ceo di Mps, ndr) degli ottimi risultati».

 

«Difenderemo Bper e Sondrio»

«Senza fare il processo alle intenzioni, faremo le nostre mosse, se dovesse servire, e penso che saranno sufficienti». Così Cimbri, a chi gli chiedeva quali reazioni se dovessero arrivare offerte ostili su Bper o sulla Popolare di Sondrio. Visto che su questi due istituti, aggiunge, «stiamo investendo, ci attrezziamo affinché il governo di queste banche rimanga in un ambito di sfera di collaborazioni con noi, piuttosto che di altri gruppi bancari».

Fonte: Il Sole 24 Ore

 

 




Gruppo Unipol: ampia partecipazione alle assemblee e prossimo referendum piattaforma rinnovo CIA

3 - Fisac Cgil

Nella mattinata di ieri, con le tappe di Roma, Verona e Napoli, e il collegamento con tutte le altre sedi per le quali non è stato possibile organizzare degli incontri in presenza, si è concluso il giro di assemblee per la presentazione della Piattaforma per il Rinnovo del Cia di Gruppo.

Ampia la partecipazione di colleghe e colleghi, a dimostrazione dell’altissimo apprezzamento di questa convinta fase unitaria e della rinnovata azione sindacale.
Bello e animato il dibattito, con critiche costruttive, suggerimenti e soprattutto tanta disponibilità all’ascolto, con la ritrovata consapevolezza che abbiamo tutti bisogno di riunirci attorno a uno scopo comune, a quel rassicurante senso di comunità che c’è stato sottratto negli ultimi anni.

Inizieremo questo impegnativo percorso con maggiore fiducia e convinzione, certi che questa volontà di partecipazione che accomuna la stragrande maggioranza dei colleghi ci sosterrà negli eventuali momenti difficili.

Da lunedì 18 e fino a mercoledì 20, sarà possibile votare attraverso un Referendum (invieremo apposita mail), con il quale vogliamo testimoniare ancora di più il nostro desiderio di coinvolgere e unire.

Abbiamo tutti bisogno di ripartire; abbiamo tutti bisogno di sentirci parte di un progetto fondato sul bene comune.

Vogliamo fortemente che questa piattaforma per il rinnovo del CIA di Gruppo diventi l’espressione chiara di una volontà collettiva, che ci permetta di rivendicare con maggiore forza le nostre legittime richieste davanti l’azienda, nell’interesse di tutti.

Grazie a tutte e a tutti i colleghi che hanno partecipato alle assemblee e a tutti quelli che contribuiranno al buon esito del referendum.

 

Le Rappresentanze Sindacali del Gruppo Unipol
First/CISL – Fisac/CGIL – FNA – SNFIA – Uilca/UIL

 

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Unipol: piattaforma per il rinnovo CIA




Unipol: piattaforma per il rinnovo CIA

3 - Fisac Cgil

 

Care colleghe e cari colleghi,

in allegato la Piattaforma per il rinnovo del CIA 2022-2024 e in calce il calendario delle assemblee della prossima settimana (verranno successivamente inviate le relative mail di convocazione, con l’indicazione degli orari, delle sedi e i link per il collegamento da remoto).
Al termine della tornata assembleare la Piattaforma verrà sottoposta ad un Referendum online, allo scopo di allargare il più possibile la partecipazione e dare maggior peso alle nostre legittime rivendicazioni.
Anche per questo, è più importante che mai dare un segnale chiaro e forte all’Azienda attraverso un’attiva e ampia partecipazione alla discussione, prendendo parte alle assemblee.

Alla luce dell’attuale fase socio-economica (caratterizzata da una forte inflazione) nelle valutazioni legate a questo nostro rinnovo CIA 2022-24 abbiamo ritenuto utile portare avanti uno schema che ci permetta di dare priorità a richieste riguardanti il salario diretto (c.d. frontale) e pochi altri contenuti significativi, che valgano per l’insieme dei lavoratori, con l’obiettivo di procedere in tempi ragionevolmente rapidi alla definizione della trattativa, per poi costruire il successivo rinnovo – inerente al triennio 2025/2027 – in maniera più organica e articolata.

  • 11 settembre Torino Milano
  • 12 settembre Bologna UnipolSai
  • 13 settembre Bologna Via Larga (Linear, Unisalute, Clg) Firenze
  • 14 settembre Roma, Napoli, Verona gruppo Arca

In Abruzzo la riunione avrà luogo a Pescara giovedì 14 settembre dalle ore 11 alle ore 13

Tutte le altre sedi: tramite collegamento Teams.

 

 

 

Le Rappresentanze Sindacali del Gruppo Unipol
First/CISL Fisac/CGIL FNA SNFIA Uilca/UIL

 

PIATTAFORMA PER IL RINNOVO DEL CIA 2022-2024




Unipol vuole il 20% di Popolare di Sondrio. E sul matrimonio con Bper…

Richiesta alla Bce per accrescere il pacchetto azionario fino al 20%. Ecco perché è la mossa che potrebbe dare il via al risiko bancario



Unipol ha avviato l’iter autorizzativo con la Bce
per aumentare la propria partecipazione nella Banca Popolare di Sondrio fino al 19,99%. La notizia, una vera e propria bomba nell’ambiente finanziario, è stata anticipata da Repubblica. Le domande che rimbalzano in questo momento sono sostanzialmente due: la scelta di Unipol, qualora vi sia il via libera da Francoforte, è il prodromo all’integrazione di Banca Popolare di Sondrio con Bper Banca e la creazione di un terzo polo? E che tempi sono previsti per la realizzazione dell’operazione?

Fonti accreditate riferiscono ad Affaritaliani.it che, dando per scontato che la Bce dia il via libera a Unipol, non è così ovvia la fusione Bper-Sondrio. Intanto perché la compagnia di assicurazioni avrebbe il 20% di entrambi gli istituti, una quota di maggioranza relativa ma che non garantirebbe totale libertà di movimento. Poi perché l’istituto valtellinese è molto radicato nel territorio ed è difficile immaginare che i soci accettino di essere “fagocitati” da Bper.

Questo non significa che l’operazione non si possa fare, ma che – almeno al momento – non è così scontata. C’è però da considerare che
Francesco Gaetano Caltagirone ha puntato una fiche per rilevare poco meno dell’1% della Banca Popolare di Sondrio. Mero investimento o c’è sotto dell’altro? A quanto risulta ad Affari i rapporti tra il presidente esecutivo di Unipol, Carlo Cimbri, e l’imprenditore romano sono ottimi. Anche qui: nessuna certezza e nessuna voce scontata, ma certo il tandem Cimbri-Caltagirone potrebbe essere l’ariete che dia un’accelerata al risiko bancario.

 

Fonte: affaritaliani.it




Assicurazioni: Report Fisac, boom utili per 4 grandi gruppi

Generali, Unipol, Allianz e Axa: in 1° semestre a 11,3 mld (+34%). Susy Esposito: “Base importante per sviluppo contrattazione”



Quattro grandi player assicurativi di livello internazionale – Generali e Unipol dalle radici italiane, Allianz ed Axa con importanti realtà nel nostro paese – hanno registrato nel primo semestre dell’anno un utile complessivo pari a 11,3 miliardi di euro, in crescita del 34% sullo stesso periodo dello scorso anno. A rilevarlo è un report su di un campione di quattro grandi importanti compagnie assicurative europee dell’Ufficio Studi e Ricerche della Fisac Cgil dal quale emerge, osserva la segretaria generale della categoria, Susy Esposito, “un quadro positivo per il settore, sia in termini di resilienza che di forte redditività, in un contesto macroeconomico estremamente complesso. Dati che dovranno essere la base per lo sviluppo della contrattazione, ora e in avanti, a tutti i suoi livelli, nazionale, aziendale e di gruppo. Con questi risultati è ora di fare passi in avanti sul fronte della contrattazione, ampliandola all’intera filiera assicurativa, iniziando dal rinnovo dei contratti Anapa e Anagina”.

Al risultato complessivo del campione citato di 11,3 miliardi di euro al 30 giugno 2023, si osserva nel report della Fisac Cgil, hanno contribuito soprattutto i Rami Danni che registrano complessivamente nel semestre di quest’anno un utile operativo tecnico di 8,9 miliardi di euro, con un incremento del 33% sullo stesso periodo dello scorso anno, mentre i Rami Vita hanno presentato un utile operativo tecnico di 6,7 miliardi, con una crescita più contenuta, pari al 7%, dovuta alle minusvalenze sui titoli obbligazionari, causate dal rialzo dei tassi di interesse, sviluppatosi nel corso del 2022 e ancora in corso, oltre ai correlati riscatti di polizze vita.

Il settore assicurativo nel campione selezionato, come evidenziato nel report della Fisac Cgil, ha manifestato una importante resilienza. Anche con riguardo al campione ‘italiano’, costituito dal Gruppo Generali e da quello Unipol, vi è stato un importante incremento (+51%) dell’utile di periodo: Generali è passata da 1.448 milioni di euro, registrati nel primo semestre del 2022, a 2.330 milioni di euro da gennaio a giugno 2023, per un incremento del 60%; Unipol nello stesso periodo è passata da 433 milioni di euro a 517 milioni di euro, con un incremento del 19%. Per gli altri due player si segnala un incremento significativo di Allianz, che migliora del 73% l’utile del semestre passando da 2,7 miliardi di euro a 4,6 miliardi di euro, mentre Axa conferma sostanzialmente utili per 3,8 miliardi di euro. I dati, sottolinea la Fisac Cgil, sono normalizzati e riconteggiati ai sensi dei nuovi principi contabili: Ifrs 17 sui contratti assicurativi e Ifrs 9 sugli strumenti finanziari.

Complessivamente, ricorda la Fisac Cgil, i quattro grandi gruppi hanno superato i 186 miliardi di euro di premi (Danni e Vita), con un incremento del 4,32%, sullo stesso periodo dello scorso anno. Le dinamiche di sviluppo risultano alquanto diverse tra Rami e tra le diverse compagnie. I Rami Danni presentano una crescita importante del 8,73%, in particolare si segnala un incremento di oltre il 12% del Gruppo Generali. Invece i Rami Vita registrano una crescita di appena lo 0,3%, con sviluppi decisamente diversi: il Gruppo Unipol evidenzia un aumento di oltre il 26% mentre il Gruppo Axa denota una diminuzione del 3% dei premi vita.

Il settore assicurativo, si osserva infine nel report Fisac Cgil, si conferma nel complesso molto solido ed evidenza, inoltre, indici di solvibilità (Solvency Capital Requirement II – SCR Ratio) in deciso incremento e il campione presenta Gruppi tutti con ratio già superiori al 200% a dicembre 2022, quindi con fondi propri più che doppi rispetto al requisito di capitale di solvibilità SCR, che è passato da una media, aritmetica del campione, del 210% a dicembre 2022 ad una del 222% a giugno 2023, arrivando al 208% di Allianz, al 218% di Unipol, al 228% di Generali e, infine, al 235% di Axa.


In allegato il Report dell’Ufficio Studi e Ricerche della Fisac Cgil ‘Osservatorio Bilanci: Prime riflessioni sulle semestrali 2023 su un campione di alcune importanti Compagnie Europee’


Giorgio Saccoia
Ufficio Stampa Fisac Cgil Nazionale
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Ipotesi fusione con Bper: MPS vola in borsa

Banca Monte Paschi Siena (+5,01%)  scatta in testa al FTSE MIB  sulla scia delle indiscrezioni che individuano in Bper il partner per una futura aggregazione. I titoli dell’istituto senese corrono, mentre gli investitori sembrano meno entusiasti sul fronte Bper Banca (+0,24%) . Secondo quanto riportato da indiscrezioni di stampa, l’operazione sarebbe vista con favore dai principali azionisti della banca modenese, Unipol e la Fondazione di Sardegna.

Non sono previsti sviluppi nell’immediato, dato che «le urgenze del governo per il momento sono altre» e quindi «i tempi non sono maturi», ma «c’è ancora un anno e gli astri si vanno allineando», riportano le indiscrezioni. Nel dettaglio, per facilitare l’integrazione, la rete Mps potrebbe dimagrire con la cessione di 150 sportelli a Mcc e di «una parte delle filiali venete delle reti ex Antonveneta e Bam» a Unicredit 

«Nonostante il successo della ristrutturazione di Mps» una simile operazione sarebbe accompagnata «da un certo rischio di esecuzione viste le dimensioni relative» dei due istituti, avvertono gli analisti di Equita. Gli esperti considerano comunque «credibile» il sostegno di Unipol all’operazione, che espanderebbe la rete di distribuzione per la bancassicurazione, al netto della necessità di definire le relazioni con Axa, l’attuale partner di Mps (che secondo indiscrezioni avrebbe un’opzione put da 1 miliardo). La prospettiva di un’aggregazione tra Mps e Bper sembra intanto sostenere anche Banco Bpm, spesso considerato tra i potenziali partner per la banca senese.

Fonte: Il Sole 24 Ore