Quel giorno in cui Berlusconi firmò la condanna della città dell’Aquila

Provate a cercare online l’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3762 del 4 maggio 2009. Non ne troverete traccia.
Eppure la successiva Opcm 3763, emessa il giorno dopo, ne prevedeva l’abrogazione all’articolo 12. Un’ordinanza abrogata senza essere mai stata pubblicata, che non è possibile leggere.
Parliamo di una storia poco nota, che in molti hanno dimenticato, e che presenta ancora diversi aspetti oscuri.

La storia dell’Ordinanza fantasma

Il terremoto del 2009 consentì a Berlusconi di migliorare notevolmente la sua immagine pubblica, grazie alla sua capacità di entrare in sintonia con le persone. La sua prima uscita, all’indomani del sisma, fu però molto infelice. In questa intervista rilasciata alla TV tedesca RTL dichiara che gli aquilani avrebbero dovuto prendere la loro permanenza nelle tende “come un camping di fine settimana”.

Ma non divaghiamo e torniamo alla nostra storia. Era passato un mese dal terremoto. Nella città martoriata era iniziata la costruzione del Progetto C.A.S.E., quelle che per molti aquilani sarebbero diventate “Le casette de Berluscò”.
Peccato che l’idea di chi le aveva volute fosse quella di utilizzarle come new towns per sostituire la città, non come alloggi provvisori. Non a caso la realizzazione del Progetto C.A.S.E. servì per raccontare al mondo il “miracolo dell’Aquila”, vantando (anche attraverso le trasmissioni Mediaset: clamoroso il caso di Forum) una ricostruzione che in realtà non c’era, né ci sarebbe stata per molti anni. L’ex Sindaco della città, Massimo Cialente, racconta che Guido Bertolaso gli disse che la ricostruzione sarebbe avvenuta non prima di 30 anni.

L’ordinanza fantasma, firmata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, era coerente con quest’orientamento. Come detto, oggi non se ne trova traccia in quanto non fu mai pubblicata. Ma possiamo ricostruirne il contenuto attraverso il resoconto stenografico di una seduta svoltasi al Senato pochi giorni dopo. A pagina 55 del resoconto leggiamo:

L’ordinanza n. 3762 del 4 maggio 2009 è stata revocata prima della pubblicazione. Nel provvedimento, fra l’altro, l’articolo 11 stabiliva che tutti gli uffici pubblici dell’Aquila venissero trasferiti in città limitrofe in altri uffici esterni al capoluogo

All’ordinanza fantasma erano bastate poche righe per cancellare in un attimo TUTTI GLI UFFICI PUBBLICI dalla città.
Poche righe per cancellare per sempre le speranze di rinascita dell’Aquila.

Finora abbiamo parlato di documenti ufficiali. Da qui in poi possiamo fare solo supposizioni. Intanto non si sa chi abbia voluto quest’ordinanza. Forse Gianni Chiodi, allora presidente della Regione Abruzzo? Forse Guido Bertolaso, che comunque non poteva non esserne al corrente? Chi lesse l’ordinanza disse che il trasferimento sarebbe stato “temporaneo”. Ma cosa significa temporaneo? Fino a quando? È facile immaginare che, una volta usciti dalla città, molti uffici non vi sarebbero più tornati

Possiamo essere certi solo di una cosa: a firmare l’ordinanza fu il Presidente del Consiglio. Cioè Silvio Berlusconi.

Non conosciamo il contenuto esatto dell’ordinanza, né il percorso che portò al suo annullamento ed alla mancata pubblicazione durante la notte tra il 4 e il 5 maggio 2009. Dobbiamo necessariamente affidarci al racconto dell’allora Sindaco della Città, Massimo Cialente.

Se nella notte del 5 maggio del 2009 fosse passata la famosa ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri (nota come “svuota L’Aquila“) che trasferiva tutti gli uffici con il personale “momentaneamente” nelle altre città abruzzesi, forse oggi saremmo sì e no 15mila abitanti . Si tratta dell’ordinanza 3762, che è secretata, firmata da Berlusconi e Bertolaso, dopo il placet dell’allora presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, la quale prevedeva che tutti gli uffici, tranne quelli comunali, che tutte le agenzie specialistiche ospedaliere, le facoltà universitarie, insomma tutto, venisse trasferito nelle altre città abruzzesi. E stabiliva che lo stesso trattamento sarebbe stato riservato ai dipendenti di questi uffici, in modo particolare con priorità per quelli che avevano la casa gravemente danneggiata (classificata ‘E’). Era un modo per dire “Guardate, si ricostruirà, ma con comodo” … A me infatti Bertolaso disse che prima di 30 anni non ci avrei dovuto pensare proprio. Quella notte di maggio fu una guerra che si concluse intorno alle 2,30-3 con una telefonata di Gianni Letta (all’epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri), alla quale alla fine accettai di rispondere e che si concluse con l’annullamento dell’ordinanza. Se si va a vedere, il provvedimento non è riportato e il testo è secretato: fu bloccata la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la prima e unica volta nella storia d’Italia.

(Fonte: L’Aquila Blog)

“Se fosse passata quell’ordinanza oggi saremmo sì e no 15mila abitanti”. Questo il regalo che Silvio Berlusconi avrebbe lasciato alla città dell’Aquila. E che oggi in troppi hanno dimenticato




“Le vittime non hanno colpe”: anche la CGIL in piazza il 23 ottobre

La Cgil dell’Aquila ha aderito alla manifestazione che vedrà la città radunarsi domenica 23 ottobre, dalle ore 11, presso la Villa Comunale.

La manifestazione nasce in reazione alla recente sentenza che ha attribuito alle vittime del terremoto del 6 aprile 2009 un “concorso di colpa”, dovuto alla scelta “incauta” di restare a dormire nelle loro abitazioni.

Il grido di dolore che la piazza lancerà è rivolta innanzitutto alla politica, affinché provveda a disporre misure a favore delle famiglie delle vittime, e si spera possa contribuire in appello alla revisione di una sentenza che offende la memoria delle vittime e della città.

Anche la Fisac L’Aquila sarà in piazza. L’invito è rivolto a tutti per una partecipazione sentita e numerosa.




BPER: bene la sede in centro storico, ora aspettiamo le assunzioni

Veder riaprire il portone della storica sede della Cassa di Risparmio, dopo oltre 12 anni di chiusura, è un enorme piacere per chi dal 2009 sogna di ritrovare un centro storico brulicante di vita.

Bisogna dare merito alla BPER per la scelta di essere presente in pieno centro: una scelta per niente scontata, come dimostrano altri istituti di credito, con sedi storicamente ubicate lungo l’asse centrale che – almeno per il momento – hanno preso decisioni diverse.

Nonostante ciò, riteniamo sia sbagliato parlare di riapertura, per vari motivi. Il primo è fin troppo banale ed evidente: in quei locali, fino al 6 aprile 2009, operava un’altra banca, che si chiamava in un altro modo.

Non è solo una questione di insegna. La vecchia Carispaq era la testimonianza di un mondo comunque destinato a finire: quello delle banche locali, di un reale legame con il territorio. Un mondo in cui anche nel rapporto con le banche la componente umana aveva un ruolo fondamentale.

Partendo da questa considerazione, intendiamo prendere spunto da quella che è una notizia estremamente positiva per la città ed il circondario per fare alcune riflessioni sull’attuale sistema bancario nel suo complesso.

In questi anni il sistema economico sta cambiando rapidamente. Le banche, che fino a qualche decennio fa facevano a gara per aprire nuove filiali e portarle sotto casa dei clienti, oggi fanno a gara per chiudere gli sportelli, incuranti del fatto che così facendo si contribuisce in modo determinante allo spopolamento di intere aree del paese, escludendo dai servizi bancari tutte le fasce di popolazione “fragili” che per tanti motivi possono avere difficoltà ad accedere ai servizi online. Gli istituti creditizi giustificano queste scelte con il progresso e la digitalizzazione, quando in realtà l’unica molla che spinge a tagliare sedi e dipendenti è la ricerca spasmodica del profitto. Una logica che mal si concilia con la responsabilità sociale d’impresa, che pure dovrebbe rappresentare un obbligo morale per chi si trova a gestire risparmi e finanziamenti di aziende e famiglie, come peraltro prevede l’Art. 47 della Costituzione.

Si tratta di un problema particolarmente grave in una provincia come la nostra, dove ormai due terzi dei comuni sono totalmente sprovvisti di sportelli bancari.

Eppure, in questo mondo che cambia rapidamente in peggio, non si può dire che le banche si comportino peggio delle altre aziende. In nome del guadagno esasperato e senza regole, molte aziende pretendono il taglio di lacci e laccioli finendo col tagliare anche i cavi delle funivie, reclamano senza vergogna il diritto di schiavizzare degli esseri umani facendoli lavorare senza regole e sicurezza pagandoli meno di un sussidio di povertà, cospargono le campagne di fanghi tossici perché intossicare chi mangerà i prodotti di quelle terre costa meno che smaltire correttamente i residui chimici… e l’elenco potrebbe continuare a lungo.

In questo contesto, non sono probabilmente le banche a comportarsi nel modo più spregiudicato. Ed è giusto anche ricordare che la Carispaq è stata la più fortunata tra le Casse di Risparmio abruzzesi, avendo trovato un acquirente solido che ha comunque assicurato a dipendenti e clienti prospettive decisamente migliori rispetto a quanto è toccato ad altri istituti.

Fino a qualche anno fa, entrare in una qualsiasi banca della nostra Provincia significava accedere in un ambiente non troppo illuminato, spesso caotico con il chiacchiericcio delle tante persone in fila. Un posto in cui una richiesta di prestito veniva valutata non in base a freddi algoritmi, ma basandosi sul fatto che il valutatore conosceva tutta la storia della famiglia del richiedente, e ancor prima di guardare i documenti sapeva se si trattava di persona degna di fiducia.

Sono belle le filiali moderne. Luminose e colorate. Poche file, perché in tanti hanno ormai imparato a fare online le loro operazioni, e perché in molti casi si accede per appuntamento. Ambienti ordinati, puliti, che danno un’immediata sensazione di efficienza… ma freddi. Lontani dall’allegro caos che c’era prima del sisma.

Le banche che il terremoto ha chiuso a forza erano ancora incentrate sulle persone, sulle relazioni umane.
Quelle che progressivamente le hanno sostituite sono basate sulle pressioni commerciali,
con il cliente che non viene più ascoltato ma “pesato” in base al numero di prodotti che ha acquistato e che possono ancora essergli venduti, ed i lavoratori che vengono vessati, intimiditi e mortificati per spingerli a “vendere vendere vendere”, in una illimitata rincorsa al profitto.

Le banche di oggi non sono quelle che c’erano prima del sisma. Sono due mondi diversi, in periodi storici molto più distanti fra loro di quanto il banale conteggio degli anni farebbe immaginare.

Torniamo alla BPER. In occasione dell’apertura della nuova Sede, il comunicato stampa della Direzione Regionale Abruzzo e Molise ha parlato del “piacere di contribuire in modo concreto al rilancio della città”. Un piacere che condividiamo e che accogliamo con soddisfazione, in un momento in cui la banca ha una grande opportunità per dimostrare che la nostra Città, la nostra Provincia, sono davvero importanti.

Il piano industriale 2019-2021 prevedeva infatti, a fronte di una serie di prepensionamenti, nuove assunzioni nella misura di una ogni 5 uscite. Nella Provincia dell’Aquila sono stati oltre 30 i lavoratori cessati, a fronte dei quali ci sono state due sole assunzioni: per questo, la Bper dovrebbe ancora procedere all’assunzione di 4 giovani.

Siamo fiduciosi nel fatto che la banca non vorrà penalizzare ulteriormente la Provincia dell’Aquila, dimostrando in questo modo che la vicinanza al territorio non è solo lo slogan per uno spot pubblicitario.

L’Aquila, 19/7/2021

FRANCESCO MARRELLI
SEGRETARIO GENERALE
CDLT PROVINCIA DELL’AQUILA

LUCA COPERSINI
SEGRETARIO PROVINCIALE
FISAC/CGIL L’AQUILA

 




Sindaco Biondi: Bper velocizzerà i pagamenti per la ricostruzione

Bper velocizzerà i pagamenti per le imprese impegnate nella ricostruzione“.

A dare l’annuncio è il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.

Nelle scorse settimane ho raccolto le preoccupazioni che Ance L’Aquila mi ha manifestato ufficialmente, legate ai disagi di numerosissime aziende costrette a fare i conti con il rallentamento nell’erogazione delle somme e le difficoltà seguite al trasferimento dell’ufficio sisma nella sede centrale di Modena dell’istituto bancario. – spiega il sindaco – Per questo ho inviato una nota rivolta ai vertici Bper in cui sono state rappresentate le difficoltà di chi quotidianamente opera per la ricostruzione dell’Aquila e dei territori colpiti dal terremoto”.

Alla missiva ha risposto il responsabile della Direzione territoriale adriatica della Banca popolare dell’Emilia Romagna, Guido Serafini, con il quale mi sono anche incontrato nei giorni scorsi, comunicandomi dell’avvenuta modifica delle modalità operative in attuazione dell’accordo Abi-Comune dell’Aquila. Un passaggio fondamentale che consentirà di ridurre i tempi di esecuzione nella disposizione dei pagamenti ai beneficiari di contributo pubblico”.
Fonte: www.news-town.it

Sullo stesso argomento:

https://www.fisaccgilaq.it/fisac/si-lamentano-i-clienti-bper-accrediti-in-ritardo-da-quando-ufficio-sisma-e-a-modena.html




Si lamentano i clienti BPER: ”Accrediti in ritardo da quando Ufficio Sisma è a Modena”

“E’ inaccettabile che una banca impieghi tutto questo tempo ad accreditare al beneficiario una somma sul suo conto corrente”.

Lo sfogo è di un imprenditrice aquilana, che chiede di rimanere anonima, che accusa di “ingiustificati ritardi”, la banca Bper, relativi ad un pagamento di circa 100 mila euro di uno stato avanzamento lavori, atteso da una settimana, relativo a lavori di ricostruzione post sismica di un edificio nel quartiere di Pile. Tenuto conto che il presidente di consorzio aveva fatto il bonifico il 27 settembre, e che i tempi normali di accredito non superano i due giorni. E sostiene l’imprenditrice, il ritardo non e’ casuale per quanto riguarda i pagamenti relativi alla ricostruzione post-sismica.

La Bper infatti ha sede a Modena, e nel giugno 2013 ha assorbito la storica banca del capoluogo Carispaq, trasferendo poi a gennaio di quest’anno, tra le polemiche, anche l’ufficio Ricostruzione che, dal 2009 ad oggi, ha gestito buona parte delle pratiche relative all’erogazione dei finanziamenti statali per la ristrutturazione degli edifici danneggiati del cratere sismico.

E l’episodio denunciato potrebbe avere a che fare proprio con questi trasferimenti dei centri decisionali, tanto che l’imprenditore assicura che “Il nostro caso non è affatto isolato”.

“Per noi che siamo una piccola impresa – protesta l’imprenditore -, è assolutamente urgente ricevere sul conto corrente quei 100 mila euro. Dobbiamo pagare infatti i fornitori e subappaltatori”.
Del resto – si osserva – la pratica di pagamento era stata già passata al vaglio dell’Ufficio ricostruzione del Comune dell’Aquila, e regolarmente autorizzata.

“Non è la prima volta che accade – rivela infine l’imprenditore – anzi accade con regolarità da quando la Bper ha accentrato tutto a Modena. E infatti la spiegazione che ci hanno dato di questi ritardi è proprio che a Modena devono verificare le fatture. Facciano pure con comodo, ma ricordo che per noi imprese, se c’è un pagamento da effettuare, talvolta non ci concedono nemmeno un giorno di ritardo”.

A protestare con veemenza contro il trasferimento dell’uffico sisma della Bper a Modena era stata a gennaio la Fisac Cgil.

“Non ha alcun senso – questo il passaggio saliente di una loro nota – , dopo aver costruito all’Aquila, in quasi dieci anni di esperienza, un bagaglio di competenze tali da divenire un punto di riferimento per l’intero territorio, disperderlo per ripartire da zero da un’altra parte. E’ evidentemente una scelta che non va nella direzione dell’efficienza, ma risponde a logiche differenti, che non riusciamo a comprendere”.

Fonte: AbruzzoWeb

Leggi anche

https://www.fisaccgilaq.it/banche/bper/la-triste-storia-dellufficio-ricostruzione-bper.html




Montereale, 27/9 ore 11.30: inaugurazione Municipio e asilo ricostruiti grazie a finanziamento Prosolidar

L’inaugurazione della nuova struttura antisismica rappresenta una tappa importante sulla difficile strada della ricostruzione dopo i terremoti del Centro Italia del 2016 e 2017. Al tempo stesso si tratta di un’occasione che deve inorgoglire tutti i lavoratori del settore del credito.

 

COS’E’ LA FONDAZIONE PROSOLIDAR?

E’ un Ente bilaterale, costituito per iniziativa del Fondo nazionale del settore del credito per progetti di solidarietà- Onlus, dal quale ha ereditato il patrimonio culturale ed i principi fondativi. E’ riconosciuta come Onlus ed opera in Italia e nel mondo.
All’interno della Fondazione Prosolidar sono presenti pariteticamente tutte le Organizzazioni Sindacali del settore, tutte le banche aderenti all’ABI e la stessa Associazione Bancaria Italiana.

 

CHI FINANZIA LA FONDAZIONE PROSOLIDAR?

La fondazione rappresenta la prima – ed al momento anche l’unica – esperienza a livello internazionale di ente voluto dalle parti in un accordo collettivo, e finanziato dai lavoratori del settore con un contributo poco più che simbolico, pari ad € 6 annui. Le Aziende di credito contribuiscono a loro volta con un importo analogo. La contribuzione è volontaria; attualmente la percentuale di adesione dei lavoratori del settore del credito è del 67%.

Per conoscere i progetti che la Fondazione Prosolidar sta portando avanti e quelli conclusi è sufficiente andare sul sito www.fondazioneprosolidar.org. Come si potrà facilmente verificare, i fondi vengono gestiti all’insegna della massima trasparenza.

Quella che sarà inaugurata il prossimo 27 settembre non rappresenta la prima realizzazione della Fondazione nei territori del cratere. I precedenti interventi sono stati:

  • Ricostruzione scuola per l’infanzia di Norcia, inaugurata il 22/12/2016
  • Centro aggregativo di Montereale, inaugurato il 1/06/2018

Questi interventi si aggiungono a quelli già effettuati in occasione del terremoto dell’Aquila nel 2009, quando la Fondazione Prosolidar contribuì in modo determinante alla realizzazione di diversi progetti tra cui ricordiamo la costruzione del PalaAngeli Prosolidar, del Centro Anziani di Paganica e l’acquisto della Sede dell’Unione Italiana Ciechi.

Si tratta di risultati ottenuti grazie al contributo delle Aziende e dei lavoratori del credito, che tuttavia spesso non ricordano nemmeno di aver contribuito alle iniziative di solidarietà.

Per questo invitiamo tutti i lavoratori che potranno essere presenti a partecipare alla cerimonia d’inaugurazione; ma soprattutto chiediamo a tutti i lavoratori di verificare di aver dato il loro assenso alla trattenuta annuale di € 6 e, in caso non lo avessero ancora fatto, di dare anche loro il loro piccolo (l’equivalente di mezzo caffè al mese) ma importantissimo contributo.

 

Fabi          First/Cisl          Fisac/Cgil          Uilca          Unisin

 

Scarica il volantino

 




MPS torna nella storica sede aquilana (ma ne chiude due)

Dopo dieci anni dal sisma, la banca Monte dei Paschi di Siena torna in centro. Da lunedì sarà operativa la filiale di corso Federico II, sede storica dell’istituto bancario toscano, che l’ha acquisita nel lontano 1979.
«Una scelta fortemente voluta, per dare un segnale importante alla città»: così l’ha definita il direttore Mps dell’Aquila, Stefano Simi, che ha invitato le altre realtà creditizie che operano sul territorio «a seguire la stessa strada».

Le banche, dunque, stanno tornando in centro: lo scorso anno la Banca di credito cooperativo del Gran Sasso d’Italia ha inaugurato la filiale aquilana su via XX Settembre, in una zona più periferica. Di recente, anche la Fondazione Carispaq ha ripreso possesso della vecchia sede, nel palazzo dei Combattenti, alla Fontana Luminosa, ma senza sportello Bper. In centro anche Banca Intesa e la Carichieti è lì da anni,

SCELTA IDENTITARIA. «Da un anno e mezzo dirigo la filiale Mps di viale Corrado IV, dove per un decennio ha trovato una collocazione provvisoria l’agenzia di corso Federico II», spiega Simi, «ho conosciuto L’Aquila prima del sisma, era una bellissima città. Mi dispiace constatare come ancora non riprenda la sua piena funzionalità. Penso al centro storico, dove stanno aprendo bar, pub, ristoranti e anche molti negozi. Ultimamente si è vista una spinta propulsiva, ma gli esercizi commerciali sono alle prese con mille difficoltà. Il centro storico deve tornare ad essere attrattore e le banche devono dare un segnale concreto, di partecipazione a questa rinascita».

I NUMERI MPS. Monte dei Paschi di Siena è presente all’Aquila da 40 anni (l’anniversario dell’inaugurazione della prima agenzia cade a settembre). Tre le filiali attive sul territorio: corso Federico II, al piano terra del palazzo del Grand Hotel, che ingloberà anche la filiale della Fontana Luminosa, operativa fino al 31 dicembre scorso, Paganica e Barisciano. 27 i dipendenti totali, di cui 20 nell’agenzia principale in centro, 4 a Paganica e 3 a Barisciano.

INAUGURAZIONE A FEBBRAIO. Il trasloco è stato fatto, in tutta fretta ieri per consentire la piena operatività degli sportelli Mps a partire da lunedì, ma l’inaugurazione ufficiale è prevista a febbraio.
«Sarà una cerimonia di apertura alla città», sottolinea Simi, «con la partecipazione del management nazionale e delle istituzioni locali, con l’intento di lanciare un preciso messaggio e dire agli aquilani: noi ci siamo. Un segnale vero di appartenenza e vicinanza alla comunità locale, oltre che di partecipazione attiva alla rinascita economica e sociale del territorio». «Monte dei Paschi di Siena è tra le prime banche a riaprire gli sportelli in centro», dichiara Simi, «mi sento di dover lanciare un appello anche agli altri istituti di credito perché seguano il nostro esempio e tornino all’interno delle mura cittadine, per dare sostegno e supporto alla ripresa delle attività produttive».

 

Fonte: www.ilcentro.it