Fisac: possibile la chiusura del CCNL ABI

Si avvicina la stretta finale. Riteniamo positivo che il Comitato di presidenza abbia dato pieno mandato per la chiusura della trattativa per il rinnovo del contratto in tempi brevi alla presidente del Casl e al direttore generale di Abi. I prossimi incontri in plenaria, previsti per il 23 e il 24 novembre, potrebbero essere decisivi”.

Così la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, sull’esito della riunione di oggi sulla trattativa per il rinnovo del contratto Abi, aggiungendo che: “Si conferma al tavolo la richiesta di un aumento salariale per la figura media pari a 435 euro, così come il ripristino pieno del calcolo del Tfr. Due elementi che danno risposta all’esigenza di tutelare il potere di acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori, redistribuendo a tutte e a tutti la produttività di un settore che ha generato risultati record, come confermato dalle trimestrali di tutti i gruppi bancari”.

Nel merito della trattativa, tra le rivendicazioni, osserva la Segretaria Generale della Fisac Cgil, “abbiamo posto la richiesta della riduzione dell’orario di lavoro settimanale, così come il tema di costruire norme più cogenti su temi che riteniamo essere fondamentali, quali la formazione che rappresenta oggi la leva sulla quale incidere per governare i processi di digitalizzazione mettendo al centro le persone. È nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che bisogna prestare attenzione puntando, tra le altre cose, sul benessere lavorativo e sul contrasto alla violenza e alle molestie sui luoghi di lavoro”.

Infine, prosegue Esposito, “ma non per ultimo, abbiamo ribadito che sono già previsti dal Ccnl strumenti che è il momento di utilizzare: cabina di regia, commissione sulle politiche commerciali (che deve finalmente realizzare l’indagine di clima di settore in cui sarà fondamentale misurare lo stress da lavoro correlato),osservatorio produttività, commissione salute e sicurezza e commissione formazione. Una vasta gamma di strumenti che devono camminare per accompagnare la trasformazione del settore a difesa e a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori”, conclude.




Gruppo Bper. Welfare, tassazione mutui, fringe benefits: a che punto siamo?


 

È stata appena pubblicata la circolare numero 279 che prevede la mappatura dei familiari ai fini della determinazione dei benefici complessivi da computare tra i benefits aziendali.

A partire dallo scorso anno diversi colleghi si sono trovate addebitate in busta paga delle trattenute fiscali e previdenziali che in precedenza non gli erano state applicate. Questo a causa di una normativa, quella relativa al trattamento fiscale dei fringe benefits, che esisteva da anni ma , in una situazione in cui per oltre 10 anni il tasso BCE era rimasto vicino allo zero, non aveva prodotto gli effetti dannosi che abbiamo purtroppo toccato con mano.
Avevamo spiegato cosa stava succedendo in questo articolo.

Prima di aggiornarvi sugli sviluppi della questione, riteniamo opportuno ricordare gli aspetti salienti della normativa, ed il motivo per cui avviene questa tassazione.

COSA SONO I FRINGE BENEFITS?

Nella categoria dei fringe benefits rientrano le erogazioni in natura, cioè non monetarie, che il datore di lavoro concede ai dipendenti. Nel nostro caso specifico rientrano in questa categoria:

  • Buoni Cadhoc:  110 annui  (erogazione ancora sospesa ma in procinto di sbloccarsi)
  • Polizza infortuni: € 38,40 annui per il 2023
  • Buoni acquisto o buoni benzina: acquistabili tramite il portale welfare, utilizzando il credito accantonato. Bper aveva  inibito la possibilità di acquistare i buoni. Ci è stato preannunciato l’imminente sblocco della procedura.
  • Mutui e prestiti a tasso agevolato: argomento che approfondiremo tra poco.

Come vengono considerate queste erogazioni dal punto di vista fiscale? Lo Stato non le equipara alle retribuzioni e non le assoggetta a tasse e contributi, a patto che non superino un determinato limite.
Di norma tale limite ammonta ad € 258,23; per il 2023, tramite il D.L. 4 maggio 2023 n. 48, il Governo ha elevato la soglia ad € 3.000 solo per i genitori con figli a carico. Norma che la Fisac ha contestato fin dal primo momento, bollandola come discriminatoria e propagandistica.
Al momento il limite oltre il quale scatta la tassazione resta ad € 258,23 per chi non ha figli a carico.

Attenzione: se si sforano anche di un solo centesimo le soglie di € 3.000 o di € 258,23, verrà tassata e assoggettata a contribuzione non soltanto l’eccedenza ma l’intera somma.
Questo significa che sull’intero ammontare verranno effettuate le trattenute IRPEF (35% o 43% a seconda del reddito complessivo), quelle relative ai contributi previdenziali ed alle addizionali regionali e comunali.

COME FUNZIONA IL MECCANISMO DEI FRINGE BENEFITS PER I MUTUI E PRESTITI?

Se un’azienda che vende scarpe e decide di regalare un paio di scarpe ai dipendenti, quella rappresenta un’erogazione in natura. Un’azienda che vende soldi, quando concede ai suoi dipendenti un prestito a tasso agevolato rispetto alla clientela ordinaria sta effettuando un’erogazione in natura. Per questo i finanziamenti ai dipendenti sono soggetti alla normativa sui fringe benefits.

Come si fa a quantificare l’ammontare del beneficio?

L’importo da considerare come benefit si determina partendo dalla differenza tra il Tasso di Riferimento BCE e il tasso pagato sul mutuo o sul prestito.
Al momento il tasso BCE ammonta al 4,5% dopo una vorticosa risalita che nel giro di 14 mesi lo ha portato da zero al livello attuale

Non tutta la differenza rappresenta un benefit: l’importo preso in considerazione è pari al 50% di tale differenza.

Spieghiamoci con un esempio. Se un mutuo al tasso del personale, con debito residuo pari a 100/mila euro, è regolato ad un tasso fisso dello 0,50%, considerando il tasso BCE del 4,50% l’ammontare del benefit è pari a:

4,5 – 0,50 = 4,00%
4,00 : 2 = 2,00%

Ribaltata sul debito residuo, questa percentuale equivale a:

100.000 x 2 : 1200 = 166,67€

che rappresentano il benefit generato dal prestito in un mese.

Purtroppo la normativa fiscale, in vigore ormai da diversi anni, prevede un meccanismo perverso che stabilisce che si faccia il confronto tra il tasso BCE vigente alla fine dell’anno e quello pagato mese per mese. Questo fa sì che il conteggio della differenza finisca con l’essere retroattivo, ed essere esteso anche ai mesi precedenti all’aumento del tasso. Per anni il problema non si era posto perché il tasso BCE è stato per anni molto basso o in discesa, arrivando ad essere addirittura negativo.

Il rischio di vedersi tassati riguarda in primis i mutui e i prestiti a tasso fisso, che non risentono degli incrementi del tasso BCE. Tuttavia, il meccanismo appena illustrato non consente di escludere che anche i finanziamenti a tasso variabile possano generare tassazioni supplementari, soprattutto in caso di forti aumenti del tasso BCE in corso d’anno.

Torniamo al nostro esempio. L’ammontare del benefit mensile, a causa del modo in cui la norma è scritta, va moltiplicato per i 12 mesi dell’anno. Quindi (ipotizzando per semplicità che l’importo sia uguale per tutti i mesi, anche se in effetti varia al variare del debito residuo):

166,67 x 12 = 2.000,00€ Minori interessi su finanziamento
+ 38,40 € Polizza infortuni (quota annua per il 2023)
TOTALE BENEFITS 2.038,40€

N.B. non abbiamo per ora considerato l’ammontare dei Cadhoc. Ci torneremo in seguito


Sommando tutte le voci, un ipotetico collega senza figli a carico si trova ad aver ampiamente sforato la soglia dei 258,23€. Per questo si vedrà le trattenute fiscali e previdenziali sull’intera somma.
Una lavoratrice o un lavoratore con figli a carico riuscirà invece ad evitare la tassazione per il 2023, (ma non ci riuscirebbe nel 2024 come vedremo in seguito).

A differenza di altri istituti, che hanno scelto di effettuare l’addebito in unica soluzione a fine anno, nel 2022 Bper ha deciso di effettuare il controllo mensilmente, provvedendo ad effettuare gli addebiti non appena la soglia viene superata. Questo ha il vantaggio di rateizzare l’esborso, evitando di effettuare un’unica stangata a fine anno; d’altro conto, tale scelta può comportare la necessità di conguagli qualora si verifichino aumenti del tasso BCE successivi all’effettuazione delle trattenute (come abbiamo visto la variazione del tasso ha effetti retroattivi, dovendo calcolare la differenza tra il tasso al 31/12 e quello applicato nel corso dei mesi precedenti).

Nel 2023, tuttavia, l’Azienda ha congelato gli addebiti al mese di marzo, visti gli annunci e i successivi interventi che hanno modificato le soglie d’imponibilità, in attesa di una chiara definizione della materia.

Ricordiamo che, con l’eccezione dell’acquisto di buoni spesa o carburante (al momento inibito), il welfare aziendale non rientra tra i fringe benefits, quindi si può tranquillamente continuare ad utilizzare per tutte le altre voci come zainetto sanitario, spese scolastiche, ecc…

NOVITA’ 2023

 

Con la risoluzione 44/E del 25/7/2023, l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti interpretativi riguardo alle modalità di calcolo dei benefici tassabili. E’ stato così chiarito che tra le agevolazioni da computare nell’imponibile complessivo vadano aggiunti anche gli interessi sui fidi di conto e quelli sui finanziamenti concessi ai familiari elencati nell’art. 12 del TUIR:

– Coniuge (o unito civilmente)
– Figli e loro discendenti
– Coniuge legalmente ed effettivamente separato
– Genitori (anche adottivi)
– Generi e nuore
– Suocero e suocera
– Fratelli e sorelle
– Nonni e nonne

Fra le conseguenze di questa nuova interpretazione c’è il fatto che gli interessi su un mutuo cointestato con il coniuge, che nel 2022 erano stati computati tra i benefits della lavoratrice o del lavoratore per il 50%, quest’anno contribuiranno per il 100% a determinare la base imponibile.

 

COSA SUCCEDE IN BPER?

Nelle scorse settimane ci è stato richiesto di autocertificare la presenza di figli a carico attraverso la procedura “HR Comunicazioni“. Tale adempimento è apparso a molti come una duplicazione, visto che i dati relativi alle detrazioni per figli a carico sono già presenti nelle procedure Bper: in realtà l’autocertificazione si è resa necessaria in quanto espressamente richiesta dal Decreto Legge.
Ai fini dell’applicazione del limite di esenzione a 3.000 € per lavoratrici e lavoratori con figli a carico, raccomandiamo a chi ancora non lo avesse fatto di aggiornare le informazioni in procedura “HR Comunicazioni” entro il prossimo 10 novembre.

La nuova circolare ci richiede adesso di inserire in procedura le informazioni relative ai propri familiari destinatari di prestiti e finanziamenti agevolati. Per le modalità operative si rimanda alla citata circolare.

A partire dal prossimo mese di novembre la voce TOTBEN, presente sulla busta paga, sarà aggiornata con il totale dei benefit calcolati secondo le modalità indicate, e saranno effettuati gli addebiti delle ritenute relative ai primi 11 mesi dell’anno

A gennaio sarà effettuato l’eventuale conguaglio.

 

Per quanto riguarda i buoni Cadhoc, la cui erogazione è rimasta in sospeso fino ad ora, stiamo lavorando ad un accordo che permetterà di optare per la corresponsione dell’importo corrispondente in busta paga, in modo da evitare di andare ad aumentare l’importo soggetto a tassazione. Torneremo sul tema una volta sottoscritto l’accordo per fornire indicazioni che possano aiutare a scegliere la soluzione migliore per ognuno.

Nel mese di novembre sarà sbloccato l’acquisto di buoni spesa o buoni benzina e la possibilità di utilizzare il credito welfare per il rimborso delle bollette, sia pure con limitazioni che terranno conto delle soglie di tassabilità. 

COME SI STA MUOVENDO LA FISAC?

E’ importante fare una premessa: la tassazione dei fringe benefits non dipende da contratti aziendali o di settore, ma è disciplinata da norme di legge. Questo significa che cercare di ottenere delle modifiche significa andare oltre il normale campo d’azione delle Organizzazioni Sindacali.

Nonostante le difficoltà, la Fisac si è fatta parte attiva nel promuovere diverse iniziative volte a rettificare una norma oggettivamente iniqua; ne ricordiamo solo alcune:

  • Interrogazione Parlamentare a firma del Senatore PD Carlo Cottarelli in data 22/03/2023
  • Lettera congiunta dei Segretari Generali ed ABI alla Presidenza del Consiglio
  • Emendamenti al DL Lavoro presentati dalla Cgil in data 21 giugno 2023
  • Nuova lettera congiunta dei Segretari Generali ed ABI alla Presidente del Consiglio ed ai Ministri dell’Economia e del Lavoro.

 

QUALI RISPOSTE HA DATO IL GOVERNO?

Ad oggi non c’è stato nessun provvedimento relativo alla specifica questione delle tassazione dei finanziamenti agevolati accordati ai dipendenti bancari.

Nel corso dell’anno è stata elevata la soglia di non tassabilità a 3.000€ solo per lavoratrici e lavoratori con figli a carico, norma che la Cgil ha contestato come già specificato.

Nell’ultima manovra finanziaria il Governo ha previsto per il 2024 l’innalzamento della soglia di non tassabilità a 1.000€ per tutti, ed a 2.000€ per chi ha figli a carico. Tale provvedimento è stato subito attaccato dalla Fisac: la Segretaria Generale Susy Esposito ha infatti dichiarato che la nuova norma “rischia addirittura di peggiorare la situazione: per la stragrande maggioranza non cambierà nulla, pagheranno tutti“.

In effetti, per chi avesse ottenuto mutui negli anni scorsi con tassi molto inferiori all’attuale tasso BCE, la soglia di 1.000€ molto probabilmente non risolverà il problema (ricordiamo che al superamento della soglia è l’intero ammontare del benefit ad essere tassato e non la quota eccedente); per contro, l’abbassamento da 3.000 a 2.000€ della soglia per chi ha figli a carico porterà presumibilmente diverse persone che nel 2023 non avevano subito tassazioni a vedersi applicate pesanti ritenute in busta paga.

Cosa dobbiamo aspettarci nell’immediato futuro? La risposta sta ancora nelle parole della Segretaria Nazionale Susy Esposito: “Continueremo la nostra azione, aspettandoci al più presto un confronto sul tema che sia veloce e risolutivo, a partire dal 2023 per il quale non è stato previsto un intervento risolutivo per coloro che non hanno carichi familiari e sui quali si abbatterà la scure fiscale” 

 

 

 

 

 

 




CCNL ABI: nuovi spiragli per chiusura entro l’anno

Per chiudere serve mandato pieno al Presidente del Casl di Abi, Ilaria Dalla Riva. L’8 novembre il Comitato di Presidenza sceglierà se accelerare il negoziato.


La mobilitazione dei bancari – che nessuna banca vuole – per ora non ci sarà. Per ora, però.

I Sindacati si sono presi del tempo dopo che bell’incontro in ristretta di ieri tra il Presidente del Casl di Abi, Ilaria Maria Dalla Riva, e i Segretari Generali di Fabi Lando Maria Sileoni, First Riccardo Colombani, Fisac Susy Esposito, Uilca Fulvio Furlan e Unisin Emilio Contrasto, è stato fatto il “punto nave” e si sono aperti spiragli sui temi più cari al lavoratori in questa fase di altra inflazione. E cioè quelli economici.

Il contratto è scaduto alla fine del 2022 e nei 270mila bancari si sono create molte aspettative, tant’è che nel fine settimana i Sindacati hanno scelto di alzare i toni, in attesa delle risposte sulle questioni economiche. L’8 novembre ci sarà un comitato di Presidenza di Abi in cui Dalla Riva chiederà un mandato forte per avviare il percorso di convergenza sui singoli punti e costruire la cornice del contratto. Ieri sono stati definiti percorso, metodo e punti da chiarire.

Sicuramente il negoziato parte da richieste impattanti non solo sul fronte economico, con costi diretti e indiretti, ma anche su quello dell’aumento delle procedure sindacali. Con il risultato di aumentare i lacci e lacciuoli del contratto, quando per le Banche serve semplificare. Rimangono centrali fattori come la formazione, un vero e proprio strumento per garantire l’occupabilità delle persone proprio adesso che ci sono migliaia di bancari che devono affrontare percorsi di upskilling e deskilling. Di qui l’ipotesi di valutare nuove sinergie tra il Fondo per l’occupazione e il Fondo di solidarietà.
La fungibilità è un altro tema molto caro alle Banche, come anche la mobilità e le trasferte.

Ieri Abi ha ribadito anche la volontà di arrivare a una soluzione entro quest’anno, emersa chiaramente durante l’ultimo esecutivo. Del resto con i conti che si prevedono per il 2023, la voce aumenti del contratto potrebbe essere spesata proprio entro quest’anno.
Una voce di grande peso. Un calcolo molto rudimentale e al ribasso, considerando solo l’aumento di 435 euro del livello medio di riferimento – quindi senza tenere conto che i bancari hanno mediamente inquadramenti molto alti – per il sistema bancario significherebbe, a regime (quindi alla fine della durata del contratto), un aumento del costo del lavoro di un miliardo e mezzo l’anno. A cui andrebbe aggiunto il ripristino della base completa per il ricalcolo del Tfr.  Alcuni istituti hanno già iniziato a fare alcune proiezioni anche su questo tema, segno che comunque dei ragionamenti si stanno facendo.

A questo punto se il Comitato di Presidenza dovesse dare un mandato pieno al Presidente del Casl Dalla Riva, si potrebbe anche immaginare che il contratto si chiuda con tempistiche più veloci del passato. un’idea che non dispiace a nessuno, soprattutto perché gli istituti hanno l’esigenza di vedere i bancari lavorare con serenità e concentrarsi sui progetti strategici, a partire dalla banca digitale.

 

Sintesi dell’articolo di Cristina Casadei su “Il Sole 24 Ore” del 24/10/2023




Susy Esposito: su contratto ABI ancora non ci siamo

“Serve Ccnl che dia risposte economiche e normative”


“Ancora non ci siamo, è stato un incontro evasivo e a tratti inconcludente. Appare evidente, almeno per ora, la mancanza di una visione strategica sul futuro del settore da parte di Abi. Non è pensabile condurre questa trattativa muovendosi nella logica di sola riduzione dei costi. Tutte le voci economiche rivendicate in piattaforma sono irrinunciabili, a partire dall’incremento tabellare delle retribuzioni”.

È il commento della segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, sull’esito del nuovo confronto oggi in Abi sul rinnovo del contratto del credito.

“Misurarsi col cambiamento e col governo delle trasformazioni – prosegue – significa anche dare risposte al tema dello sviluppo e della valorizzazione professionale, della riqualificazione e della formazione, del benessere lavorativo e dell’orario di lavoro. Noi abbiamo a cuore le lavoratrici e i lavoratori del settore e vogliamo che quest’ultimo abbia un futuro. Per queste ragioni il contratto nazionale deve continuare ad essere la carta costituzionale per il settore del credito, perché deve dare risposte sia in termini economici che normativi entro l’anno”, conclude Esposito.

 

Fonte: Askanews




Fringe benefit: dopo nostre pressioni governo apre a intervento

Dopo le pressioni che come Fisac Cgil, insieme agli altri sindacati del settore, abbiamo esercitato sul Parlamento e sul Governo in tema di Fringe Benefit, si apre all’ipotesi di un intervento”.

Ad affermarlo è la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, dopo le parole della sottosegretaria all’Economia, Sandra Savino, in commissione Finanze della Camera, aggiungendo che: “Come da tempo denunciamo, le lavoratrici e i lavoratori del settore creditizio, beneficiari di prestiti o mutui agevolati, erogati a tassi di interesse ridotti, stanno subendo pesanti decurtazioni in busta paga in ragione del continuo rialzo del costo del denaro e di una norma fiscale irrazionale, iniqua e discriminatoria”.

Sulla questione, ricorda Esposito, “abbiamo fatto pressione, nei mesi passati, insieme ad Abi e alle altre organizzazioni sindacali, affinché il tema fosse affrontato e risolto con urgenza per interrompere questo salasso fiscale che sta falcidiando le buste paga di migliaia di lavoratrici e lavoratori bancari. Le parole della sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Sandra Savino, aprono a un intervento risolutivo nella delega fiscale, ancorché tardivo”.

Riteniamo, infatti, – prosegue la segretaria generale della Fisac Cgil – che si sarebbe dovuto intervenire prima, attraverso uno dei provvedimenti emanati in questi mesi, visti anche i due ordini del giorno del Senato che impegnano il governo l’uno a estendere l’aumento del tetto a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, indipendentemente dal carico familiare; l’altro a modificare strutturalmente la norma del Tuir prendendo a riferimento nel calcolo la data di stipulazione del prestito. Anche la legge di bilancio, che il governo deve presentare entro ottobre, potrebbe prevedere una norma risolutoria. In ogni caso, per noi resta fondamentale un intervento che parta dall’anno fiscale 2023. Monitoreremo l’iter di questo impegno assunto dal Mef. Resta per ora una norma ingiusta.




Fisac e Cgil contro l’abbandono bancario in Abruzzo e Molise

 

ABRUZZO MOLISE

 

Negli ultimi 5 anni in Molise è stato chiuso più o meno un terzo delle filiali bancarie presenti: un dato che ne fa la regione italiana più penalizzata dalle politiche dei grandi gruppi bancari.
In Abruzzo le cose sono andate appena meno peggio: in un quinquennio oltre 1 sportello su 4 ha abbassato le saracinesche.

Quando si citano questi numeri sembra che si parli di questioni che non incidono sulla qualità di vita delle persone. Poi si scopre che in 8 comuni su 10 nel Molise, e in 6 comuni su 10 in Abruzzo, chi deve fare un’operazione bancaria è costretto a spostarsi, perché nella località in cui abita non ci sono più banche. Un dato che contribuisce pesantemente allo spopolamento delle aree interne e che ci impone di includere le nostre due regioni tra quelle del Meridione. 

La mancanza di filiali rende più difficile il finanziamento alle piccole e medie imprese, ed i dati Bankitalia lo dimostrano in modo chiaro: nel solo 2022 il taglio è stato del 4,6% in Abruzzo e del 3,2% in Molise. Sono dati che hanno conseguenze pesanti. Una piccola azienda che non riesce a trovare finanziamenti ha due possibilità, entrambe drammatiche: o ricorre agli usurai, o chiude 

Nella classifica dei reati pubblicata dal Sole24Ore e relativa al 2022, tre delle province abruzzesi figurino ai primi posti per quanto riguarda l’usura. Nella classifica manca solo la provincia di Teramo: guarda caso l’unica ad aver mantenuto una presenza di sportelli bancari in linea con la media nazionale. 

 Molto significativo anche il dato delle chiusure delle imprese artigiane: nei primi tre mesi del 2023 il Molise è stata la regione che ha fatto registrare il peggiore saldo tra cessazioni e nuove aperture, con l’Abruzzo al secondo posto. Nel secondo trimestre l’Abruzzo ha effettuato il “sorpasso”, conquistando il poco invidiabile primato. 

Quello della desertificazione bancaria dovrebbe essere un problema in cima all’azienda dei partiti politici, in particolare nelle regioni del centro sud: e invece sembra che la politica se ne disinteressi completamente.

Per sensibilizzare sulle tematiche del Credito nel Centro Sud, la Fisac Cgil ha organizzato per il 28 e 29 settembre l’evento “Sud in Credito – Un nuovo ruolo del sistema finanziario  per lo sviluppo del Mezzogiorno”. L’evento, che si svolgerà a Napoli alla presenza del Segretario Generale CGIL Maurizio Landini, vedrà tra gli ospiti Carlo Cimbri (presidente Unipol Gruppo), Antonio Decaro (presidente ANCI), Massimiliano Fedriga (presidente Conferenza delle Regioni), Antonio Patuelli (presidente ABI), Augusto Dell’Erba (Presidente Federcasse). In rappresentanza di Abruzzo e Molise interverranno Carmine Ranieri (Segretario Regionale CGIL) e Luca Copersini (Segretario Regionale Fisac). 

 Nel corso delle due giornate di lavori la Segretaria Nazionale Fisac, Susy Esposito, illustrerà le proposte del Sindacato  per un sistema bancario e finanziario più rispondente alle esigenze del Paese e delle Regioni Meridionali. 

 

Carmine Ranieri
Segretario Generale Cgil Abruzzo Molise 

Luca Copersini
Segretario Regionale Fisac Abruzzo Molise 

 

Il servizio mandato in onda dalla TGR Abruzzo

 

 

 

 




Fisac, su contratto no a “contro piattaforma” Abi, partire da nostre rivendicazioni

“Non abbiamo alcuna intenzione di discutere di una ‘contro piattaforma’ di Abi. Il solo documento in campo è la Piattaforma sindacale unitaria, validata dalle lavoratrici e dai lavoratori, e sulla quale esigiamo risposte. Rispediamo al mittente questa anomalia della prassi e pretendiamo risposte sulle nostre rivendicazioni”. Così la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, in occasione del terzo incontro del tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto del credito.

“Il documento che ci ha presentato il Casl dell’Abi – aggiunge Esposito -, e che ha ‘preteso’ fosse la base della discussione, oggi e dei prossimi tavoli convocati l’11 e il 12 ottobre, è un’anomalia nella prassi delle nostre relazioni e va rispedito al mittente. Ci aspettavamo, e ora pretendiamo, una risposta invece sulla nostra Piattaforma, un documento che vuole misurarsi con il contesto economico complessivo del Paese, sull’andamento del settore e sulle risposte da dare alle lavoratrici e ai lavoratori, sul fronte dei diritti, delle tutele e del salario”.

Ma soprattutto, prosegue la segretaria generale della Fisac Cgil, “esigiamo che ci siano risposte da parte di Abi sul ruolo che le aziende bancarie intendono svolgere, ora e nel futuro, a sostegno del Paese e delle future generazioni. La stessa vicenda della tassazione degli extra profitti mostra la mancanza da parte di Abi di una posizione autorevole e trasparente. Vogliamo chiarezza, anche e soprattutto sul tema dei Fringe benefit che stanno letteralmente piegando le lavoratrici e i lavoratori del settore. È il momento che Abi faccia sentire la sua voce, e intervenga sulla politica delle banche di sola riduzione dei costi, e giochi un ruolo attivo a sostegno del paese e nel rinnovo di un contratto che metta al centro le lavoratrici e i lavoratori bancari”, conclude Esposito.


Giorgio Saccoia
Ufficio Stampa Fisac Cgil Nazionale
335.63.88.949




Cgil e Fisac, 28 e 29 settembre iniziativa a Napoli “Sud in Credito”

All’Hotel Ramada, tra gli ospiti: Cimbri, Decaro, Dell’Erba, Fedriga, Landini, Patuelli


 

Sud in Credito. Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno”.

È il titolo dell’iniziativa promossa dalla Fisac e dalla Cgil nazionale in programma a Napoli il 28 e il 29 settembre presso l’Hotel Ramada in via Galileo Ferraris 40. Una due giorni per riflettere e avanzare proposte concrete, in vista della manifestazione del 7 ottobre “La Via Maestra – Insieme per la Costituzione”, sulla necessità di insediare poli specialistici, da parte dei grandi gruppi del credito e delle assicurazioni, nelle regioni meridionali, all’interno di una strategia precisa di politica industriale.

Una proposta – “Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno”, che sarà avanzata dalla segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito – che pone particolare enfasi alle nuove professionalità del digitale, all’intelligenza artificiale e ai radicali cambiamenti che ancora ci attendono. Banche, Assicurazioni e Bcc devono essere protagoniste nel superamento delle disparità territoriali, mettendo al centro l’economia reale e sostenendo il sistema delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno e le esigenze dei suoi cittadini.

Per farlo Fisac e Cgil organizzano questa iniziativa, lunga due giorni, che si articolerà in 4 tavole rotonde per riflettere su AutonomiaOccupazione e Infrastrutture e tirare poi le somme nel tavolo finale il 29 settembre che ragionerà sulla proposta di Fisac e Cgil alla presenza del presidente di Unipol, Carlo Cimbri; del presidente di Federcasse, Augusto Dell’Erba; del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini; e del presidente di Abi, Antonio Patuelli.

Tra gli ospiti, oltre a segretari generali della Cgil di categorie e territori, da segnalare: il 28 settembre saranno presenti Pier Paolo Baretta, assessore al Bilancio del Comune di Napoli; Antonio Decaro, presidente dell’Anci; e Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni. Il 29 settembre: Adriano Giannola, presidente di Svimez; Vito Grassi, vice presidente di Confindustria.

Nel dettaglio il programma prevede l’avvio dei lavori, giovedì 28 settembre all’Hotel Ramada di Napoli, alle ore 10 con i saluti di di Michele Cervone, segretario generale Fisac Cgil Campania, e l’intervento di Bruna Belmonte, segretaria nazionale Fisac Cgil, con delega al Mezzogiorno. A seguire la presentazione di una ricerca, a sostegno dei lavori della giornata, affidata a Roberto Errico, responsabile dipartimento Mezzogiorno Fisac Cgil Nazionale. Intorno alle ore 10.30 prevista la relazione introduttiva di Susy Esposito, segretaria generale Fisac Cgil Nazionale.

Subito dopo, intorno alle ore 11.30, anticipata dagli interventi video di Mimma Argurio e Laura Urgeghe, rispettivamente segretaria generale Fisac Cgil Sicilia e Sardegna, la prima tavola rotonda dal titolo: ‘AUTONOMIA – Dal Mezzogiorno al Paese, lo sviluppo tra autonomia e unità’. Previsti gli interventi di: Pier Paolo Baretta, assessore Bilancio Comune di Napoli; Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil Nazionale; Fausto Durante, segretario generale Cgil Sardegna; Massimiliano Fedriga, presidente Conferenza delle Regioni; Christian Ferrari, segretario confederale Cgil Nazionale; Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia; Mariella Volpe, economista e componente Forum Disuguaglianze Diversità. A moderare i lavori Roberta Lisi, giornalista Collettiva.it.

Nel pomeriggio, alle ore 15, dopo gli interventi video di Paolo Carravetta e Bruno Lorenzo, rispettivamente segretario generale Fisac Cgil Calabria e Basilicata, la seconda tavola rotonda dal titolo ‘OCCUPAZIONE – Il lavoro è sviluppo, occupazione stabile e di qualità nel Mezzogiorno’ con ospiti: Andrea Ciarini, professore associato Sociologia dei processi economici, organizzativi e del lavoro Università La Sapienza Roma; Antonio Decaro, presidente Anci; Maria Grazia Gabrielli, segretaria confederale Cgil Nazionale; Fernando Mega, segretario generale Cgil Basilicata; Nicola Ricci, segretario generale Cgil Campania; Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil Nazionale; Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria. Modera Roberta Lisi di Collettiva.it.

La seconda giornata di ‘Sud in Credito’, venerdì 29 settembre, si aprirà con la seconda ricerca, centrata sul settore, a cura di Davide Riccardi, responsabile Ufficio Studi & Ricerche Fisac Cgil Nazionale. Seguiranno gli interventi video di Francesco Balducci e Luca Copersini, rispettivamente segretario generale Fisac Cgil Puglia e Abruzzo Molise. Sarà poi il momento della proposta di Fisac e Cgil ‘Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno’ nelle parole della segretaria generale Fisac Cgil Nazionale, Susy Esposito.

Per le ore 10.30 la terza tavola rotonda dal titolo ‘INFRASTRUTTURE – Il settore finanziario per lo sviluppo infrastrutturale del Mezzogiorno’ con: Gigia Bucci, segretaria generale Cgil Puglia; Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil Nazionale; Adriano Giannola, presidente Svimez; Vito Grassi, vice presidente Confindustria e presidente Consiglio rappresentanze regionali e politiche di coesione territoriale; Stefano Malorgio, segretario generale Filt Cgil Nazionale; Ferdinando Natali, regional manager Sud UniCredit; Carmine Ranieri, segretario generale Cgil Abruzzo Molise; Roberto Torrini, capo Servizio struttura economica Banca d’Italia. Modera i lavori Nica Ruggiero, giornalista responsabile Comunicazione Cgil Puglia e Bari.

Alle 14, infine, sempre dalla giornata di venerdì 29 settembre, la quarta e ultima tavola rotonda dal titolo ‘AUTONOMIA. OCCUPAZIONE. INFRASTRUTTURE.- Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno’ con la partecipazione di Carlo Cimbri, presidente Unipol; Augusto Dell’Erba, presidente Federcasse; Maurizio Landini, segretario generale Cgil Nazionale; Antonio Patuelli, presidente Abi. Modera la discussione Janina Landau, Giornalista Class CNBC.

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Susy Esposito: «Stipendi adeguati agli utili delle banche»

La segretaria generale della Fisac Cgil fa il punto sulla contrattazione del settore


La segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, dal palco dell’Arena del Sole di Bologna, ha fatto il punto sullo stato dell’arte della contrattazione per i settori bancario e assicurativo, ricordando che “la copertura contrattuale è al 97% con una sindacalizzazione al 75%” e spiegando che per i rinnovi “l’approccio è partire dal contratto precedente e tentare di fare avanzamenti. Bisogna arrivare a risultati simili tra loro, considerando anche la natura delle controparti talvolta anche in concorrenza tra loro“.

Esposito ha puntato poi l’attenzione sulla “parte meno tutelata dei lavoratori del settore, sulla sfida dei velocissimi cambiamenti dati dalla digitalizzazione. Cambiamenti che hanno provocato la desertificazione bancaria e una forte spinta anche all’utilizzo del lavoro agile“.
Il venire meno della presenza fisica sui posti di lavoro porta quindi al tema della rappresentanza: “Vengono meno alcuni gli insediamenti, oppure ne abbiamo di molto piccoli, motivo per il quale all’ordine del giorno della trattativa con l’Abi c’è proprio la rappresentanza sindacale“. 

La piattaforma contrattuale con Abi ha come slogan il rispetto per il lavoro, ma anche la valorizzazione del lavoro stesso“, ha ricordato la segretaria generale della Fisac, arrivando poi a uno dei nodi fondamentali dell’attività sindacale degli ultimi tempi: “Nel 2019 è stato firmato l’ultimo contratto con l’Abi, da allora a oggi ci sono stati la pandemia, la guerra, l’innalzamento dell’inflazione, ma la remunerazione del settore ha continuato a lievitare. Questi utili delle banche sono stati alti grazie alle lavoratrici e ai lavoratori, non grazie agli investimenti. Per questo non deve stupire e non stupisce la nostra richiesta di un adeguamento delle retribuzioni dei lavoratori di 435 euro medie lorde”.

Esposito ha ribadito l’esigenza che la piattaforma unica tenga insieme salario e tutele per la trasformazione del settore. Di qui anche la proposta della riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore a parità di salario: “Perché è tempo di richiedere tempo per le lavoratrici e i lavoratori, per governare un contratto che abbia attenzione alla qualità della vita”.

Altro tema – ha proseguito – è quello dell’inclusività: oltre alle internalizzazioni, alle partite Iva, vi sono piccoli settori nei quali i grandi asset assicurativi hanno di fatto determinato la presenza di piccoli padroncini, con contratti pirata. Per questo è necessaria una sinergia tra la Fisac, le altre categorie sindacali, Apiqa e i lavoratori a partita Iva“. Esposito ha poi toccato il temi della funzione di un salario minimo e, in chiusura, ha lanciato la manifestazione della Fisac, il 28 e 29 settembre a Napoli, dal titolo “Sud in credito“, durante la quale sarà presentata la proposta del sindacato per un credito più attivo nel sostegno del Mezzogiorno.

 

Fonte: collettiva.it

 




Assicurazioni: Report Fisac Cgil, settore a 2,3 mld di euro di utili nel 2022

Susy Esposito: “Confermata resilienza e redditività, base per sviluppi della contrattazione”


Il settore assicurativo ha generato nel corso del 2022 utili di bilancio pari a 2,3 miliardi di euro, in calo rispetto ai 6,7 miliardi di euro del 2021, manifestando comunque un’importante resilienza in un anno particolarmente difficile, tra tensioni geo-politiche e andamento negativo dei mercati finanziari che non hanno lasciato indenni i mercati assicurativi dei principali paesi europei. È quanto emerge in sintesi in un report dell’Ufficio Studi e Ricerche della Fisac Cgil sul settore assicurativo basato sui dati Ania relativi ai bilanci 2022, rispetto al quale, osserva la segretaria generale della categoria, Susy Esposito, “gli elementi complessivamente positivi che emergono dall’analisi, sul fronte della resilienza e della redditività del settore, costituiscono una base importante per gli sviluppi presenti e futuri della contrattazione, di primo e secondo livello”.

Nel merito del rapporto della Fisac Cgil si evidenzia come il settore Vita ha chiuso lo scorso anno in perdita di 0,4 miliardi di euro per la prima volta negli ultimi dieci per effetto del calo dei premi e l’aumento delle minusvalenze nette. I rami Danni hanno invece raggiunto un utile, sempre relativamente allo scorso anno, pari a 2,7 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 2,4 miliardi di euro del 2021. “Rispetto agli altri paesi l’Italia è stata complessivamente resiliente – commenta Esposito -, anche se il mercato assicurativo Vita ha subito una significativa flessione e ha risentito in particolare della concorrenza dei titoli di Stato”.

Il settore assicurativo si è confermato nel complesso “molto solido”, e, come riporta la Fisac Cgil, evidenza “indici di solvibilità (Solvency capital requirement II – Scr Ratio) quasi stabili, rimanendo a livelli di assoluta sicurezza pari al 247% a fine 2022 rispetto al 252% di dicembre 2021. In altre parole i fondi propri (145 miliardi di euro) risultano essere 2,5 volte il requisito di capitale di solvibilità (Scr pari a 59 miliardi di euro) per una eccedenza positiva, a ulteriore garanzia degli impegni assunti, pari a 86 miliardi di euro”. Infine la Fisac Cgil fa sapere che nel prosieguo del 2023 verrà monitorato l’andamento del settore, con particolare riferimento agli sviluppi della situazione di Eurovita che, al momento, sembra incanalata verso una risoluzione tramite la collaborazione tra istituzioni, principali compagnie Vita, istituti di credito, assieme alle organizzazioni sindacali, volta a tutelare dipendenti, assicurati e risparmiatori.


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