Pubblicità regresso e sciopero generale

Se è vero che la pubblicità è lo specchio di un paese, quello che abbiamo visto nelle ultime settimane deve preoccuparci, e non poco.

In almeno tre campagne pubblicitarie, infatti, abbiamo visto un’immagine del lavoro e dei lavoratori che sarebbe poco definire degradante.

Il primo caso, quello di cui si è parlato tanto, è quello di Renatino e della sua dedizione alla produzione di parmigiano. Per farci capire come dovrebbe essere un vero lavoratore, lo spot ci mostra un povero disgraziato che, dall’età di 18 anni, lavora 365 giorni l’anno e che, come gli viene chiesto dai ragazzi in visita al caseificio, in vita sua non ha mai visto il mare, né Parigi, né messo gli sci. Una vita annullata nel nome della produzione.
Si è detto che quella è un’opera di finzione, che non bisogna esagerare a criticarla, che magari è solo un copione scritto male.

Per questo fa ancora più effetto la campagna pubblicitaria di Amazon, azienda talmente refrattaria ai diritti dei lavoratori da suscitare la preoccupazione di Amnesty International.
La campagna pubblicitaria in corso mostra diversi lavoratori che tessono le lodi del loro munifico datore di lavoro. Tra loro c’è Gianluca, che di sé ci racconta: “Ho smesso di studiare, è il mio grande rimpianto”. Ma per fortuna è arrivata mamma Amazon ad accoglierlo tra le sue braccia.  “L’importante è rialzarsi”. Perché lavorare per Amazon è un traguardo, niente a che vedere con i parassiti che non si rialzano e campano di sussidi. Gianluca ci dice che “imparo cose nuove”, perché “siamo fatti per fare cose grandi”, e “l’importante è crederci”. Imparare a leggere codici a barre, accatastare scatoloni, spostare pedane rappresenta evidentemente un patrimonio al quale una persona deve ambire, altro che quella cultura inutile, con la quale non si mangia: bisogna produrre e ringraziare chi, con spirito mecenatesco, è disposto persino a pagare le persone alle quali offre la possibilità di una simile crescita professionale.
Ma lo spot più inquietante della campagna è quello che ha per protagonista Mohamed. Di sé ci racconta: “la mia frase preferita è (poi dice qualcosa in arabo), che vuol dire non smettere di lottare“. Ma cosa significa per Mohamed lottare? Significa impegnarsi per ottenere condizioni di vita dignitose? Per evitare ad esempio, come raccontano i suoi colleghi del mondo reale, di dover urinare dentro una bottiglia perché mamma Amazon non concede loro neanche il tempo di andare al bagno? No, lottare significa dare tutto sé stesso per permettere al suo datore di lavoro di continuare a trattarlo come un oggetto, una bestia da soma. Eppure Mohammed è grato all’azienda: “Mia sorella è nata con disabilità” “I miei  genitori sono molto contenti perché riesco a aiutarli economicamente”. Alla fine Amazon si è accollata il mantenimento di uno straniero, e questo viene fatto passare non come il corrispettivo (inadeguato) per un duro lavoro, ma come un atto di pura generosità.
Quello che fa male è pensare che le persone che vengono mostrate sono probabilmente veri lavoratori, che hanno recitato un copione molto più inverosimile di quello di Renatino, non si sa quanto volontariamente. La memoria torna ai film di Fantozzi, quando il Megadirettore Galattico si rivolge ai dipendenti chiamandoli “Cari inferiori”.
Inferiori costretti a fare tutto ciò che serve a compiacere i loro padroni e, nonostante questo, condannati a sorridere e ringraziare chi li fa sì lavorare, ma al tempo stesso li priva di ogni prospettiva di una vita dignitosa.

L’ultimo caso emblematico di quanto poco valore venga ormai dato agli esseri umani è quello di uno studio legale che si autocelebrava per essere stato premiato come miglior studio legale d’Italia. Il suo merito? Aver aiutato un’azienda, la GKN di Campi Bisenzio, a cacciare 430 dipendenti: un’operazione della quale, evidentemente, è giusto vantarsi pubblicamente.
Ora, a parte il fatto che lo stesso studio legale è stato sconfitto in appello dalla Fiom di Firenze che giustamente ha commentato: “Chissà cosa spetterà a noi che contro di loro abbiamo presentato e vinto un ricorso in Tribunale per atteggiamento antisindacale!” l’essere arrivati a sventolare come un trofeo l’aver messo sul lastrico centinaia di famiglie rappresenta un punto di non ritorno nella considerazioni di quelli che evidentemente non vengono più viste come persone.

Si dirà che si sta esagerando, che in fondo sono solo spot. Ma gli spot sono evidentemente realizzati seguendo le indicazioni dei committenti, che guarda caso sono le nostre controparti, e che evidentemente ci tengono a dare questa immagine di loro e dei loro dipendenti. Le stesse controparti che sbraitano contro il reddito di cittadinanza, perché vorrebbero pagare i lavoratori, che tanto generosamente mantengono, meno di un sussidio di povertà, ma per farlo avrebbero bisogno che quel sussidio non esistesse.

E’ contro questa visione del mondo che la Cgil sciopererà assieme alla Uil il prossimo 16 dicembre. Una visione del mondo che chiunque attribuisca un valore alle parole “giustizia” e “solidarietà” non può che rifiutare.

Qualcuno dirà che per noi è diverso, che la categoria dei bancari non ha nulla a che vedere con i personaggi degli spot citati.
Eppure in ognuno di noi c’un po’ di Renatino: ogni volta che facciamo straordinario senza farcelo pagare, ogni volta che restiamo in ufficio durante la pausa pranzo per finire un corso online, ogni volta che rinunciamo alle ferie perché le campagne commerciali vanno completate…
In ognuno di noi c’è un pizzico di Mohamed: quando vendiamo ad un cliente un prodotto non adatto a lui solo perché dobbiamo raggiungere un “obiettivo sfidante” , quando guardiamo i dati di vendita ed abbiamo paura di ritorsioni perché sono inferiori a quello che ci era stato chiesto. È normale aver paura di andare a lavorare?
Ogni filiale che viene chiusa in un piccolo paese è la nostra GKN, e dietro quelle chiusure, decretate non perché le banche abbiano problemi economici ma solo perché gli utili non bastano mai, ci saranno dei dirigenti premiati. Premiati per aver contribuito a spopolare un centro abitato.

Dobbiamo, com’è giusto, approfondire i motivi dello sciopero.
Possiamo parlare del fatto che nei prossimi mesi l’Italia riceverà dall’Europa oltre 190 miliardi di Euro per il programma Next Generation UE, e del fatto che questa somma arriverà nell’unica nazione industrializzata nella quale gli stipendi sono mediamente più bassi rispetto a 30 anni fa.

 

Potremmo aspettarci che questa montagna di denaro venga investita in modo da elevare le retribuzioni e migliorare il tenore di vita delle fasce più deboli. Ma il governo non ha nessuna intenzione di usare questi soldi  per ridurre le diseguaglianze, fedele alla teoria dello sgocciolamento tanto in voga tra le destre: i soldi si danno ai ricchi. I poveri potranno contendersi le briciole che cadranno dalla loro tavola, e dovranno pure ringraziare. Una teoria che ha prodotto effetti devastanti: oggi in Italia oltre un lavoratore su 10, pur percependo uno stipendio, è sotto la soglia di povertà.

Potremmo parlare di pensioni, del fatto che in Europa siamo il paese con l’età pensionabile più alta, di un governo che si era impegnato a ricercare con i Sindacati possibili forme di flessibilità ma poi di questo argomento non ha voluto parlare.

Potremmo parlare della mancanza di prospettive per chi inizia a lavorare tra salari da fame, contratti a singhiozzo, pensioni con le quali non potranno mantenersi da vecchi.

Potremmo parlare di scuole, di sanità, di ambiente, di disabili, di pari opportunità, degli oltre 100 miliardi annui di evasione fiscale… tutti temi sui quali il Governo non apporterà migliorie.

Decidere se aderire o meno ad uno sciopero significa schierarsi, dall’ una o dall’altra parte. Partecipare allo sciopero è un modo per ribellarsi, per provare a rifiutare, per noi ma soprattutto per i nostri figli, una società che contrappone pochi padroni (e i loro rappresentanti), e tantissimi “inferiori” sempre più poveri, sempre più sfruttati, sempre più privati di diritti.
Chi non sciopera afferma implicitamente che le cose vanno bene così come stanno. Ed è una posizione legittima. Però poi perde il diritto di lamentarsi, magari venendo tra qualche anno a chiederci: “Dov’era la Cgil?
Noi ci saremo, come ci siamo sempre stati. E stavolta speriamo di essere davvero in tanti.




Fisac e Uilca: INSIEME PER L’EQUITA’ E LA GIUSTIZIA SOCIALE

3 - Fisac Cgil

Lavoratrici e lavoratori bancari, assicurativi, della riscossione, del credito cooperativo e delle Authorities

INSIEME PER L’EQUITA’ E LA GIUSTIZIA SOCIALE

Sciopero generale di 8 ore giovedì 16 dicembre 2021


La pandemia ha colpito duramente il nostro Paese, da un punto di vista economico e sociale.

Si sono persi un’enorme quantità di posti di lavoro, tante imprese sono state costrette a chiudere, sono cresciute precarietà e povertà, si sono approfondite vecchie e nuove disuguaglianze.

I dati ufficiali dicono che i più colpiti sono stati il lavoro dipendente e le pensioni.

Il Parlamento sta discutendo la Legge di Bilancio predisposta dal Governo.
Alcune proposte avanzate dal Sindacato confederale sono state recepite, ma l’intervento più importante – quello in materia fiscale – è pericoloso nell’impostazione e sbagliato nel merito e non coglie il profondo disagio che si vive nel Paese, in particolare da parte di chi è più debole e più fragile.

Infatti, mentre sono stati destinati a sostegno delle imprese 170 miliardi, vengono destinati alla riduzione delle tasse solo 8 miliardi di euro, secondo questa logica:

  • 1 miliardo va a diminuire l’IRAP a carico delle imprese (il che equivale a 1 miliardo in meno per il Sistema Sanitario Nazionale)

7 miliardi sono destinati alla riduzione della pressione fiscale per le persone fisiche.

In tale ambito la manovra fiscale produce inoltre l’effetto di favorire notevolmente meno chi ha più bisogno infatti:

con un reddito tra i 20 e i 35.000€ lordi annui, si avrà un beneficio fiscale medio di 115€ all’anno. Per i redditi più bassi poco o nulla.

Inoltre:

  • Vengono ridotte da cinque a quattro le aliquote IRPEF con l’effetto che si andrà a premiare chi dispone dei redditi più alti, indebolendo ulteriormente il criterio della progressività della tassazione;
  • nulla è previsto per la lotta all’evasione e all’elusione fiscale.

Questo vuol dire non dare risposta alle attese di gran parte del lavoro dipendente e delle pensioni, con la conseguenza di aggravare le disuguaglianze.

È una legge di bilancio che va cambiata, va resa più giusta.
Il Paese ha bisogno di un fisco giusto, di una lotta concreta all’evasione fiscale, di soluzioni che puntano all’inclusione e alla giustizia sociale e di supportare concretamente tutto il lavoro dipendente e le pensioni, che garantiscono da sempre il pagamento puntuale delle tasse e il sostegno ai consumi.

Dobbiamo uscire al più presto dalla pandemia e riprendere la via della crescita: lo dobbiamo fare unendo il Paese, riducendo precarietà e disuguaglianze, investendo sullo sviluppo dell’occupazione e su un lavoro dignitoso per tutte e tutti.

Per tutti questi motivi CGIL e UIL hanno deciso di proclamare lo sciopero generale nella giornata di giovedì 16 dicembre, e Fisac Cgil e Uilca sostengono la mobilitazione che riguarderà anche il settore del credito (Banche, BCC, Banca d’Italia, Authorities), tutto il comparto assicurativo e la riscossione.

Le iniquità delle misure fiscali previste e le incertezze che gravano sul futuro dei criteri pensionistici impattano in modo diretto anche sui nostri settori e serve un segnale chiaro di contrarietà a tale situazione.

Partecipiamo convinti portando le attese e le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori dei settori finanziari italiani.




Cgil e Uil: il 16 dicembre sciopero generale. Insieme per la giustizia

I segretari generali di Cgil e Uil illustrano le ragioni dello sciopero generale del 16 dicembre. Landini: “Nella manovra del governo si aiutano i redditi più alti: un errore molto grave. Devono confrontarsi con noi”


È uno sciopero per ottenere dei risultati. Uno sciopero di merito che pone dei problemi al governo, per cambiare nel modo giusto questo Paese”:

Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, oggi in conferenza stampa con il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. I due hanno illustrato le ragioni dello sciopero generale del 16 dicembre con manifestazione nazionale a Roma, dal titolo “Insieme per la giustizia“.

Nella manovra economica, ha spiegato, “le risorse maggiori vengono date ai redditi più alti: questo secondo noi è sbagliato. Al contrario bisogna investire sulla sanità pubblica, la scuola e l’istruzione. Vanno fatte assunzioni nella sanità e nel pubblico impiego“. La parola giustizia sta nel titolo della mobilitazione: “Giustizia significa anche dire basta alla precarietà – prosegue Landini -: questo è l’altro grande tema e la critica che facciamo ai provvedimenti. L’80 per cento delle assunzioni quest’anno sono state fatte con contratti precari. Per noi ciò non è accettabile“.

È vero che c’è l’espansione e la ripresa ma, si chiede il leader della Cgil, “ripresa per chi? Quale nuovo modello si deve affermare? Noi chiediamo di cancellare le forme di assunzione che sono solo precarietà. La forma per assumere le persone deve essere una: fondata sulla formazione e sulla prospettiva della stabilità. Occorre rimettere al centro giovani e donne”.

Nella legge di bilancio “ci sono anche cose buone, raggiunte grazie al contributo dei sindacati. Ma è molto significativo quello che manca: non c’è una vera riforma fiscale, del mercato del lavoro, una seria lotta all’evasione. Dopo tanto tempo che lo chiediamo, ancora manca il decreto contro le aziende che fanno delocalizzazioni“.

In particolare quello che è avvenuto sul fisco “è molto grave, secondo Landini. “Dopo aver parlato con noi il governo ha colto che c’è qualcosa che non va. Poi però la maggioranza ha bocciato le richieste di cambiamento, che andavano tutte a favore dei redditi più bassi. Ovvero la maggioranza ha bocciato l’idea di introdurre un minimo di solidarietà: un elemento molto grave, che deve far riflettere tutta la politica, la quale non sta tenendo conto della situazione reale del Paese“.

Sul fisco, ancora, “c’erano otto miliardi a disposizione ma il governo si è presentato da noi con un accordo già fatto. Quando parliamo di Irpef, deve essere chiaro che il 90 per cento la pagano lavoratori dipendenti e pensionati: va discusso con i sindacati che queste persone le rappresentano. Intervenire sulla materia senza permettere di discuterne è un errore molto grave. Se questo è il primo passo verso la riforma fiscale, noi non siamo d’accordo“.

Poi c’è il capitolo pensioni. “L’esecutivo si era impegnato ad aprire un tavolo per superare la riforma Fornero – ha ricordato Landini -. Tavolo che non è ancora stato aperto. Il metodo ci preoccupa: se arrivano al confronto con l’intesa già chiusa tra i partiti della maggioranza, questo significa uccidere le parti sociali. Noi da tempo abbiamo presentato la nostra piattaforma unitaria: andiamo in piazza per sostenerla, per riaffermare le richieste che finora non sono state accolte”.

Maurizio Landini ha ribadito l’autonomia nei confronti del governo. “Giudichiamo i governi per quello che fanno, non per chi li compone. Se un governo taglia il rapporto con le parti sociali, noi lo diciamo: le diseguaglianze si combattono aiutando chi sta peggio, non chi sta meglio“. Con l’esecutivo comunque il dialogo non è interrotto: “Si può trattare, dialogare e scioperare. Siamo pronti a parlare col governo di tutto, ma ci devono essere cambiamenti molto forti. Non siamo indisponibili al confronto prima dello sciopero, ma sia prima che dopo pensiamo che il confronto si debba fare su basi diverse”.

Insomma Cgil e Uil vanno in piazza “insieme per la giustizia”: “Ci mobilitiamo per rimettere al centro l’idea che la giustizia debba essere la baseper riformare questo Paese. Una giustizia vera: economica, sociale e dei diritti. Dalla pandemia dobbiamo uscire con un nuovo modello: al mondo del lavoro va riconosciuto il contributo fondamentale che ha portato in questo anno e mezzo di pandemia”.

Sulla stessa linea il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri: “Abbiamo apprezzato il lavoro costante fatto dal presidente Draghi nel confronto con le parti sociali – ha spiegato -, ma riteniamo che il governo non abbia dato tutte le risposte che noi ci aspettavamo sui temi più importanti”. Sulle critiche di alcune forze politiche allo sciopero generale, ha detto, “lo sciopero è un diritto garantito dalla Costituzione”.

In conclusione così Maurizio Landini: “Ci rivolgiamo al governo, affinché tenga conto dei bisogni del mondo del lavoro, in particolare dei giovani, delle donne e del Mezzogiorno”.

 

Fonte: www.collettiva.it




Lettera aperta ai cittadini. 24 settembre 2021: Gruppo MPS in sciopero

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LETTERA APERTA AI CITTADINI
24 settembre 2021: GRUPPO MPS IN SCIOPERO!

 

Siamo le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo Monte dei Paschi di Siena.
In questi anni avete sentito parlare della nostra Banca come di un problema.
Invece noi siamo le persone che, nonostante le difficoltà, hanno lavorato con dedizione per rendere alla nostra clientela un servizio competente e rispondente alle esigenze.

Oggi siamo in sciopero perché il nostro futuro è incerto
. Non sappiamo per quale azienda lavoreremo, se la nostra professionalità sarà salvaguardata, se lavoreremo nella stessa città, quale mansione saremo chiamati a svolgere. Oppure se saremo considerati esuberi, cioè persone di troppo, che non servono più.

Oggi siamo in sciopero perché abbiamo affrontato la crisi senza nasconderci, mettendoci la faccia e accollandoci la nostra parte di sacrificio economico, per un risanamento promesso e mai arrivato.
La responsabilità non è nostra ma siamo noi, lavoratrici e lavoratori del Gruppo Monte dei Paschi di Siena, a rischiare di pagarne il conto. Un conto salatissimo.

Oggi siamo in sciopero perché meritiamo rispetto e per chiedere di essere coinvolti da subito nel progetto che deve riguardare il complesso dei dipendenti dell’intero Gruppo – e non solo una parte – per contrattare le garanzie di un futuro dignitoso e sostenibile.

Per tutte e per tutti noi.

Vi chiediamo lo sforzo di comprendere le nostre ragioni e di essere solidali con la nostra protesta.

 




MPS: scioperiamo perché…

Partecipiamo alle assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori! Ragioniamo insieme sul nostro futuro!

  Rendiamoci conto che tutti insieme

 – siamo 21mila! –

abbiamo un peso che non si può ignorare.

E possiamo esprimere una forza in grado di modificare operazioni pensate solo dal punto di vista della convenienza economica delle aziende e degli azionisti.

 E le lavoratrici e i lavoratori non contano?

Sì che contano: non arrendiamoci senza averci almeno provato. Dobbiamo dire la nostra!




MPS. Venerdì 24 settembre: sciopero!

Come annunciato nel nostro ultimo comunicato unitario, il 24 agosto abbiamo avviato l’iter per la proclamazione dello sciopero e, esaurito senza esito il tentativo preventivo di conciliazione, in data odierna abbiamo proclamato lo sciopero delle Lavoratrici e dei Lavoratori del Gruppo MPS per il giorno VENERDÌ 24 SETTEMBRE.

Nelle settimane che ci separano dallo sciopero organizzeremo assemblee da remoto su tutti i territori per sostenere le ragioni della protesta e favorire la massima partecipazione alla giornata di sciopero.
È indispensabile in questa fase ancora progettuale far sentire forte e chiara la voce delle Lavoratrici e dei Lavoratori, finora esclusa dal dibattito che si sta svolgendo intorno al futuro della Banca e del Gruppo MPS. Un dibattito che chiama in causa i dipendenti solo per declinarne gli ipotetici esuberi, senza che sia chiaro l’orizzonte di questa imponente ed indefinita operazione di aggregazione.

Le Lavoratrici e i Lavoratori del Gruppo MPS hanno il diritto di conoscere con trasparenza quale sarà il loro destino lavorativo, quali sono le aziende coinvolte in questa vicenda (Unicredit, MCC, altre società che magari neppure applicano il Contratto del Credito?), quali potrebbero essere le loro mansioni (lo stesso lavoro, un lavoro diverso, magari meno qualificato?) e quale sarà il luogo di lavoro (lo stesso luogo o uno diverso, magari più lontano?).
E per i paventati esuberi, la copertura economica del Fondo di Solidarietà sarà immodificata? E la permanenza sarà effettivamente allungata a 7 anni?

Invitiamo sin da ora tutte le Lavoratrici e tutti i Lavoratori di ogni realtà e di ogni struttura – dalla Rete alla Direzione Generale, dal COG e Società del Gruppo ai distaccati presso altre società – a partecipare alle assemblee che saranno convocate nei propri territori e ad aderire allo SCIOPERO di VENERDI’ 24 SETTEMBRE, a tutela dei propri diritti e per affermare la dignità del Lavoro e della nostra storia.

Siena, 1 settembre 2021

 

Le Segreterie di Coordinamento
Banca Monte dei Paschi Siena




MPS: quello che il MEF e Unicredit non dicono

1 - Fabi 2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 6 - Uilca Unisin nuovo logo

Dopo giorni di inutile attesa, appare evidente come il Ministro Franco ritenga di non dover convocare i rappresentanti dei 21mila Lavoratori del Gruppo MPS, nonostante saranno questi ultimi a subire gli effetti dell’operazione che si sta profilando con molti punti oscuri.
Faremo sentire comunque la nostra voce, da Nord a Sud, dalle Filiali, dalla Direzione Generale, dal Consorzio, dalle Società del Gruppo, dai poli distaccati presso società terze.

NON PROTESTIAMO CONTRO
una possibile soluzione per risolvere i problemi della Banca, la nostra non è una critica aprioristica, vorremmo capire i motivi e il perimetro di una trattativa in esclusiva caratterizzata da una moral suasion esercitata dall’azionista pubblico – lo Stato – che intende accordare una serie di indubbie agevolazioni in favore del soggetto acquirente, Unicredit. Vorremmo capire inoltre perché non vengono prese in considerazione soluzioni alternative.

PROTESTIAMO PER avere chiarezza su un’acquisizione che si gioca sulla pelle delle persone e pertanto non può essere condotta al buio o sulla fiducia. Non deleghiamo la tutela dei Lavoratori a nessuno, perché compete a noi.

PROTESTIAMO PER definire i destini dei 21mila dipendenti del Gruppo, nessuno escluso.

PROTESTIAMO PER delineare un’operazione dai contorni chiari e non divisa in due tempi (prima quello che piace, senza che quello che non piace abbia una prospettiva).

PROTESTIAMO PER avere contezza sull’acquisizione della rete filiali di tutt’Italia. Le filiali MPS del perimetro che sarà acquisito da Unicredit come si collocano nella legislazione antimonopolistica (Antitrust)? Le sovrapposizioni
saranno chiuse? Cedute a terzi? Analogamente, le filiali MPS del perimetro che non sarà acquisito da Unicredit – esclusione che sembra interessare intere aree geografiche – saranno chiuse o cedute a terzi? I colleghi di tutte queste filiali resteranno al loro posto? Continueranno a fare il loro mestiere? Oppure saranno oggetto di mobilità professionale e territoriale?

PROTESTIAMO PER chiarire il futuro delle strutture non prettamente commerciali. Quali sono? Solo la Direzione Generale, peraltro avente significativi presidi sparsi in tutte le regioni d’Italia, oppure anche gli uffici considerati di
supporto, come le direzioni le aree territoriali ed i poli di consorzio? E se Unicredit è interessata alle attività commerciali, disponendo di supporti suoi, a quale altro soggetto potrà interessare un supporto alla rete senza più la rete?

PROTESTIAMO PER capire come si collocano nella possibile acquisizione le società del gruppo, tutte nate dalla costola della banca e anche finanziate con personale proveniente dalla banca, nonché i colleghi reintegrati in MPS e tuttora distaccati sulla società terza Fruendo Srl.

PROTESTIAMO PER avere garanzie che la quantificazione degli esuberi sia coerente con la platea degli aventi diritto al Fondo di Solidarietà delle realtà eventualmente interessate, che il calcolo dell’assegno non subisca modifiche peggiorative e che l’accesso sia realmente volontario.
Dopo tanti anni di duro lavoro e sacrifici, non dobbiamo lasciarci sopraffare dalla paura o dalla rassegnazione proprio ora. Tocca a noi farci sentire dallo Stato, dal Governo, da Unicredit.

Abbiamo avviato le procedure per la proclamazione dello sciopero e, nei tempi previsti dalle normative, daremo vita a un ciclo di assemblee per fare il punto della situazione. Siamo determinati a giocare il nostro ruolo in questa partita perché la posta è altissima, ma dovremo conquistarcelo insieme alle Lavoratrici e ai Lavoratori del Gruppo.

 

Siena, 24 agosto 2021

 

Le Segreterie di Coordinamento
Banca Monte dei Paschi Siena




Alleanza silente: avanti con lo sciopero del 23 settembre

2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 8 - Fna 6 - Uilca

Alleanza silente: proseguiamo con le iniziative per lo sciopero del 23 settembre

A seguito del presidio dello scorso 15 luglio, durante il quale tutte le OO.SS unitariamente hanno dimostrato il proprio dissenso verso le scelte attuate dai vertici aziendali negli ultimi anni, Alleanza è rimasta silente e, di conseguenza, proseguiamo con le iniziative che ci porteranno allo sciopero del 23 settembre.

Grazie a tutti i lavoratori che hanno seguito e diffuso l’evento di luglio, possiamo affermare che il successo è stato superiore a qualsiasi aspettativa.

Ricordiamo brevemente i motivi che hanno portato queste OO.SS. a proclamare il prossimo sciopero:

  • Riapertura di tutti gli Ispettorati Agenziali;
  • Eliminazione delle pressioni commerciali;
  • Riduzione degli obiettivi e reinserimento dei bonus mensili su più piste, non solo su quella danni ed alle stesse condizioni del terzo quadrimestre 2020;
  • Ripristino degli obiettivi annuali e non più semestrali, insieme al ricalcolo dei rappel;
  • Avvio della possibilità di acquisire in Offline;
  • Eliminazione delle due piste Mix a favore di una sola;
  • Rispetto del contratto di lavoro;
  • Riduzione dei carichi amministrativi in capo ai produttori;
  • Riduzione dei carichi di lavoro per gli Impiegati Amministrativi e ripristino delle provvigioni acquisitive nella stessa misura precedentemente prevista;
  • Implemento dei silos di supporto alla rete o, comunque, reintegro nella stessa misura dello scorso anno, con utilizzo solo per spese attinenti all’agenzia, escludendo quelle in capo alla Direzione (come i ristori per gli amministrativi) ed in armonia con le circ. (v. premi per CF);
  • Ritiro del progetto di inserimento dei Senior Advisor (CF presi da altre Sim/Banche da inserire direttamente in carico all’Agenzia, pagati meglio di Account e TS, ed a cui affidare i migliori clienti e tutte le scadenze da togliere ai settori) e reimpiego delle risorse già stanziate a favore dei lavoratori in essere o per l’inserimento di collaboratori nei settori;
  • Regolamentazione della remotizzazione selvaggia a cui abbiamo assistito dal diffondersi della pandemia, con il pagamento di “ristori” per tutti (come avviene per i produttori Generali) e dotazione di supporti ergonomici ed elettronici per eliminare le conseguenze patologiche del lavoro da casa;
  • Ripristino della percentuale di correntizzazione solo sulle provvigioni o, in alternativa, riconoscimento anche sugli incentivi dei meccanismi bonus/malus previsti per la correntizzazione.

Per tutte queste ragioni e per ritornare a vestire la maglia di Alleanza e a lavorare con orgoglio e soddisfazione, riducendo quello stress che oggi ci sta facendo ammalare, invitiamo tutti a partecipare allo sciopero del 23 settembre ed alla manifestazione che si svolgerà a Milano sotto alle Torri dove hanno sede Alleanza e Generali, che ricordiamo fanno utili record ogni anno. Non esistono solo gli azionisti, ma anche i lavoratori.

Nessuno può tirarsi indietro, basta con lamentele ed insoddisfazioni, è il momento di dimostrare all’azienda che è finito il tempo delle chiacchiere ed è arrivato il momento dei FATTI.

Ci vediamo in piazza Tre Torri a Milano GIOVEDI’ 23 SETTEMBRE alle ore 11.00. Rivolgetevi alle RSA sul territorio, che stanno organizzando i trasporti per arrivare a Milano.




Alleanza: il presidio in Piazza Tre Torri del 15/7

8 - Fna 6 - Uilca

Giovedì 15 luglio alle ore 11 si è celebrata una meravigliosa giornata di orgoglio sindacale che ha visto presenti in Piazza Tre Torri a Milano i rappresentanti di tutte le 5 Sigle per manifestare contro l’atteggiamento prepotente dell’Azienda, sorda agli appelli e alle legittime sollecitazioni dei lavoratori.

Un numero simbolico ma significativo di rappresentanti di tutte le OO.SS. si è ritrovato all’ombra della Torre Generali in un clima di piena solidarietà ed unità, sostenuti dal supporto dei colleghi connessi in streaming, i presenti hanno dato vita ad una manifestazione di protesta caratterizzata da alto senso civico e correttezza, benché rumorosa e colorata da tante bandiere sventolanti.

Nonostante le RSA abbiano rispettato le norme, la vigilanza privata dell’azienda ha mostrato i muscoli, diffidando i manifestanti arrivati per primi dall’avvicinarsi alla sede aziendale. A metà mattina sono, addirittura, arrivati poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa!!!!!

Al termine della giornata registriamo un risultato di assoluta e grande soddisfazione:

  • tanti sono stati i cittadini che si sono avvicinati al presidio, chiedendo spiegazioni e significando il loro pieno appoggio;
  • la diretta Facebook è stata seguita da diverse migliaia di utenti che nei commenti hanno espresso il loro pieno sostegno all’iniziativa;
  • ogni post pubblicato su Linkedin e sugli altri social è stato visualizzato centinaia di volte e ampiamente commentato;
  • i video della manifestazione pubblicati hanno superato le 4.200 visualizzazioni.

Più di tutto, abbiamo sentito il sostegno di migliaia di lavoratori che ci hanno chiesto con forza di proseguire su questa strada, in difesa dei diritti di TUTTI.

E ora, per affermare ulteriormente il valore delle nostre idee, prepariamoci allo sciopero del 23 settembre, che ci vedrà nuovamente a Milano, questa volta ben più numerosi!!!

Vi aspettiamo tutti in piazza Tre Torri per lo

SCIOPERO del 23 SETTEMBRE con MANIFESTAZIONE A MILANO sotto la sede di ALLEANZA E GENERALI

 

Italia, 16 luglio 2021.

 

I Coordinamenti Nazionali delle RSA
FISAC/CGIL – FNA – SNFIA – UILCA




Alleanza: presidio in piazza il 15/7 e sciopero il 23/9.

8 - Fna 6 - Uilca

Lo scorso 30 giugno si è svolto l’incontro richiesto dai vertici Alleanza per comunicare alle OO.SS. le modifiche al sistema provvigionale in ottemperanza all’art. 109 del CCNAL. I cambiamenti dettati dall’azienda si riferiscono agli incentivi di produzione, in riferimento ai quali verrà applicata una decurtazione del 10% del monte quote in presenza di una correntizzazione inferiore al 96% sul trimestre e non più sul mese. Inoltre, per il trimestre estivo, pur restando invariate le tre piste Mix, il premio verrà corrisposto al 50% se risulterà raggiunta una delle piste protection o investimenti. Viene rinnovato per luglio il bonus protection ed il 50% di quanto maturato a luglio verrà fatto risalire anche su agosto.

Oltre a queste comunicazioni, l’azienda ha dichiarato di essere disponibile alla riapertura di altri 10 Ispettorati Agenziali su istanza sindacale, a dimostrazione di volontà di dialogo.
In realtà, più che dialogo questa sembra una presa in giro: Alleanza chiude 265 uffici periferici e ci offre la riapertura di 10 I.A.!
Abbiamo ribadito che gli uffici devono essere riaperti TUTTI e che l’azienda deve FERMARE questa ristrutturazione che toglie ai lavoratori una sede presso la quale operare, costringendoli a lavorare da casa o per strada o ammucchiandosi nelle Agenzie aperte senza rispetto né per loro né per la clientela ed obbligandoli ad operare senza considerare gli standard minimi previsti dalla legge per la sicurezza con nocumento per la salute. Sono aumentate, infatti, le segnalazioni per peggioramento della vista, problemi muscolo-scheletrici e malattie psichiche dovute allo stress causato da questa nuova modalità di lavoro e dalle inaccettabili pressioni commerciali ad essa correlate, insieme al non rispetto degli orari di lavoro.

Ci è stato comunicato anche che l’obiettivo produttivo per il secondo semestre sarà di 4 miliardi e 935 milioni di quote che, sommate a quelle del primo semestre (il cui risultato non viene minimamente preso in considerazione), fanno crescere il budget annuale del 6,44% rispetto a quello del 2020!

Per i soggetti fragili, l’incentivazione prevista per giugno/luglio/settembre, verrà pagata ugualmente al 50% anche per coloro che non dovessero raggiungere gli obiettivi a cui l’incentivazione è legata. Non è assolutamente ciò che queste OO.SS. hanno richiesto: noi vogliamo fare un accordo, come per i produttori di Generali Italia per i quali è stato previsto, per TUTTI i lavoratori non solo quelli fragili, un indennizzo dall’inizio della pandemia ad oggi, non un premio legato ai risultati di soli tre mesi.

L’azienda, in sostanza, aldilà delle solite dichiarazioni formali e nonostante gli utili eccezionali, procede in modo SORDO ed AVIDO per la sua strada confermando una ristrutturazione che avrà anche delle ripercussioni sui posti di lavoro, visto che Alleanza ci ha convocato per il 27 luglio ad un tavolo tecnico sugli improduttivi e se quest’incontro segue lo stesso iter di quello sugli ispettorati periferici non promette nulla di buono.

Queste Organizzazioni Sindacali, di conseguenza, restano in stato di AGITAZIONE SINDACALE

ED ATTUANO AZIONI DI LOTTA INVITANDO TUTTI I LAVORATORI A NON PARTECIPARE ALLE CALL DEL MARTEDI’, A NON COMPILARE MODULISTICA ED ORGANIZZANO UNITARIAMENTE

UN PRESIDIO IN PIAZZA TRE TORRI IL 15 LUGLIO

E PROCLAMERANNO UNA

GIORNATA DI SCIOPERO IL 23 SETTEMBRE.

Verrà data ampia diffusione alle iniziative su media, stampa e social.
DOBBIAMO LOTTARE TUTTI UNITI PER SALVARE ALLEANZA ED I POSTI DI LAVORO.

Italia,5 luglio 2021.

 

I Coordinamenti Nazionali delle RSA
FISAC/CGIL–FNA –SNFIA –UILCA