Adesso basta! Il 17 novembre 8 ore di sciopero generale

Venerdì 17 novembre 8 ore di sciopero: per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani


  • Non c’è alcuna risposta all’emergenza salariale: hanno annunciato “100 euro in più nelle buste paga”, ma si limitano a confermare quelle in essere, già falcidiate – in media del 17% – da un’inflazione da profitti e speculazione.
  • Hanno detto di “rilanciare la contrattazione collettiva”, ma non stanziano le risorse necessarie a rinnovare i contratti del pubblico impiego e a sostenere e detassare i rinnovi nei settori privati.
  • Hanno dichiarato di voler incrementare la spesa sanitaria, ma continuano a indebolire il Servizio Sanitario Nazionale spingendo cittadini e personale verso la sanità privata.
  • Tagliano le risorse alla scuola pubblica, alle politiche sociali (casa, affitti, bollette, povertà), alla disabilità e non mettono nulla per la non autosufficienza e sul trasporto pubblico locale.
  • Avevano promesso di “cancellare la Legge Fornero” e invece la confermano e la peggiorano: restringendo le già limitate misure di flessibilità in uscita (quota 103, opzione donna, ape sociale); tagliando i futuri assegni dei pubblici e la rivalutazione delle pensioni in essere; e di fatto stabilendo – dal 2024 – le uscite per tutti con i 67 anni di vecchiaia, i 42 anni e 10 mesi di anticipata (uno in meno per le lavoratrici) e i 71 anni per giovani e donne nel sistema contributivo.
  • Non fanno nulla per il lavoro stabile e di qualità e non intervengono contro la precarietà, anzi: reintroducono i voucher e liberalizzano il lavoro a termine.
  • Nessun investimento concreto per migliorare la vita e il lavoro delle donne: solo propaganda patriarcale e regressiva.
  • Portano avanti una riforma fiscale che – a parità di reddito – tassa di più i salari e le pensioni dei profitti, delle rendite finanziarie e immobiliari, del lavoro autonomo benestante, dei grandi patrimoni e dei redditi alti e altissimi.
  • Non tassano gli extraprofitti e incentivano un’evasione fiscale che, ogni anno, sottrae 100 miliardi di euro alle politiche sociali e di sviluppo del paese.
  • Non investono in salute e sicurezza, nonostante la strage che si consuma ogni giorno nei luoghi di lavoro.
  • Non ci sono politiche industriali e di investimento in grado di creare lavoro buono e ben retribuito soprattutto peri giovani; dare risposte a lavoratrici e lavoratori coinvolti nelle tante crisi aziendali aperte a cui il governo non dà soluzioni; e governare la transizione ambientale, digitale ed energetica: si continua con gli incentivi a pioggia alle imprese e si rilanciano le privatizzazioni.
  • Tagliano gli investimenti pubblici e sulle infrastrutture, dimenticano il Mezzogiorno

 

8 ore di sciopero generale a sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile, ma necessaria e urgente

  • LAVORO Aumentare stipendi e pensioni; rinnovare i contratti nazionali rafforzando il potere d’acquisto e detassando gli aumenti; abbattere i divari che colpiscono le donne.
  • FISCO Combattere l’evasione fiscale: basta sanatorie, basta condoni e basta premiare settori economici che presentano una propensione all’evasione fino al 70%; indicizzazione automatica all’inflazione delle detrazioni da lavoro e da pensione; promuovere un fisco progressivo: no alla flat tax; riportare all’interno della base imponibile irpef tutti i redditi oggi esclusi e tassati separatamente con aliquote più basse; tassare gli extraprofitti e le grandi ricchezze.
  • GIOVANI Favorire il lavoro stabile a tempo indeterminato; cancellare la precarietà; introdurre una pensione contributiva di garanzia; garantire il diritto allo studio attraverso investimenti per servizi, alloggi e borse di studio.
  • PENSIONI Approvare una vera riforma delle pensioni, che superi la legge Monti-Fornero; garantire la piena tutela del potere d’acquisto delle pensioni in essere.
  • STATO SOCIALE Difendere e rilanciare il servizio sanitario nazionale anche aumentando i livelli sala riali; approvare un piano straordinario di assunzioni nella sanità e in tutti i settori pubblici e della conoscenza; finanziare le leggi su non autosufficienza e disabilità; aumentare le risorse per il trasporto pubblico locale; rifinanziare il fondo sostegno agli affitti.
  • SALUTE E SICUREZZA Investire su salute e sicurezza: basta morti sul lavoro!!
  • POLITICHE PER L’ACCOGLIENZA Abbandonare la politica securitaria a partire dalla cancellazione della legge Bossi-Fini e di tutti i recenti provvedimenti in materia di immigrazione e definire nuove politiche di accoglienza e integrazione dei cittadini migranti.
  • POLITICHE INDUSTRIALI Serve una nuova strategia e un nuovo intervento pubblico per affrontare le crisi vecchie e nuove, puntare sulla transizione ambientale ed energetica, riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo governando i processi di digitalizzazione, difendere e incrementare la qualità e la quantità dell’occupazione a partire dal mezzogiorno.

 

Per Abruzzo e Molise sono previste manifestazioni a Lanciano e Campobasso. 

 

Scarica il volantino




Sciopero generale: perché è importante aderire

Sciopero Generale: in Abruzzo e Molise
le ultime 4 ore del 
15 dicembre

Ti sta bene pagare fino al 43% di tasse sulla tua busta paga, mentre un professionista paga al massimo il 15%?
Allora NON SCIOPERARE!

Ti sta bene che si taglino le spese sulla sanità e l’adeguamento delle pensioni al costo della vita, ma intanto aumentino le spese per gli armamenti?
Allora NON SCIOPERARE!

Ti sta bene che si decida di chiudere il 10% delle scuole pubbliche, ma si aumentino i contributi alle scuole private?
Allora NON SCIOPERARE!

Ti sta bene che si tolgano i sussidi ai più poveri, usando quei soldi per condonare le tasse non pagate agli evasori?
Allora NON SCIOPERARE!

Ti sta bene che all’indomani della tragedia di Ischia si taglino del 45% i fondi destinati alla prevenzione dei disastri naturali?
Allora NON SCIOPERARE!

Ti sta bene l’aumento della soglia per i pagamenti in contanti fino a 5.000 euro e l’incentivo a rifiutare i pagamenti elettronici, regalo agli evasori e a chi lavora in nero?
Allora NON SCIOPERARE!

Ti sta bene la reintroduzione dei voucher, simbolo della precarietà e del lavoro sottopagato ed ulteriore incentivo per i nostri giovani ad andare a cercare lavoro all’estero?
Allora NON SCIOPERARE!

Ti sta bene il sostanziale ritorno alla Legge Fornero per quanto riguarda l’età pensionabile, con il depotenziamento pressoché totale dell’Opzione Donna?
Allora NON SCIOPERARE!

Se invece, come noi, pensi che tutto ciò non sia accettabile, allora fai sentire la tua voce partecipando allo sciopero che per l’Abruzzo e il Molise si svolgerà il 15 dicembre e riguarderà le ultime 4 ore lavorative.

Fisac Gruppo Bper



Il 15 dicembre sciopero generale ultime 4 ore di lavoro

SCIOPERO PERCHE’
Una legge di Bilancio contro il lavoro, sbagliata e da cambiare


NOI CHIEDIAMO

  • di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (così detto recupero del drenaggio fiscale);
  • di conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai CCNL un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali;
  • di eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo;
  • una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività;
  • la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà;
  • la rivalutazione delle pensioni;
  • risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia;
  • di cancellare la Legge Fornero e introdurre: l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.

Per la CGIL, in coerenza con le piattaforme unitarie, sono necessarie:
riforme vere, ispirate dai criteri di solidarietà e giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su nuove politiche industriali ed energetiche capaci di prospettare un futuro per il Paese, sulla trasformazione digitale e la riconversione verde, su uno stato sociale più forte e qualificato.

IL GOVERNO INVECE

  • proprio mentre l’inflazione sta mangiando il potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni, premia gli evasori e, con la flat tax fino a 85.000 euro per il lavoro autonomo, rende ancora più ingiusto il sistema fiscale, sempre più scaricato sul lavoro dipendente, che a parità di reddito paga il triplo;
  • trasforma le tasse sugli extraprofitti frutto della speculazione sul caro energia in “contributo di solidarietà straordinario” e cambia platea e metodo di calcolo, riducendo gli 11 mld, attesi dalla tassazione di Draghi, a 2,6 mld;
  • aumenta la precarietà di giovani, donne, nel Mezzogiorno, allargando l’utilizzo dei voucher, che considerano il lavoro merce, senza diritti e senza tutele;
  • taglia le risorse a sanità e scuola, che pagano pesantemente il prezzo dell’inflazione;
  • colpevolizza e colpisce i più poveri, andando verso l’abolizione del reddito di cittadinanza;
  • non stanzia adeguate risorse per i rinnovi contrattuali pubblici e per il trasporto pubblico;
  • cambia il meccanismo di adeguamento delle pensioni all’inflazione e rende ancora più penalizzante e discriminante l’opzione donna; si peggiora la situazione attuale con quota 103 che prevede i due requisiti: 62 anni di età e 41 di contributi.

Ci mobilitiamo per una Legge di Bilancio più giusta per le persone, più utile per il Paese.

 

 

 

 




10 motivi per festeggiare il Natale con uno sciopero generale

Ci sono vari modi per spiegare uno sciopero.

Questo video lo fa con ironia, e probabilmente con una chiarezza maggiore rispetto a tutto quanto è stato scritto finora. Dedicategli qualche minuto: non ve ne pentirete.




Cgil e Uil: il 16 dicembre sciopero generale. Insieme per la giustizia

I segretari generali di Cgil e Uil illustrano le ragioni dello sciopero generale del 16 dicembre. Landini: “Nella manovra del governo si aiutano i redditi più alti: un errore molto grave. Devono confrontarsi con noi”


È uno sciopero per ottenere dei risultati. Uno sciopero di merito che pone dei problemi al governo, per cambiare nel modo giusto questo Paese”:

Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, oggi in conferenza stampa con il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. I due hanno illustrato le ragioni dello sciopero generale del 16 dicembre con manifestazione nazionale a Roma, dal titolo “Insieme per la giustizia“.

Nella manovra economica, ha spiegato, “le risorse maggiori vengono date ai redditi più alti: questo secondo noi è sbagliato. Al contrario bisogna investire sulla sanità pubblica, la scuola e l’istruzione. Vanno fatte assunzioni nella sanità e nel pubblico impiego“. La parola giustizia sta nel titolo della mobilitazione: “Giustizia significa anche dire basta alla precarietà – prosegue Landini -: questo è l’altro grande tema e la critica che facciamo ai provvedimenti. L’80 per cento delle assunzioni quest’anno sono state fatte con contratti precari. Per noi ciò non è accettabile“.

È vero che c’è l’espansione e la ripresa ma, si chiede il leader della Cgil, “ripresa per chi? Quale nuovo modello si deve affermare? Noi chiediamo di cancellare le forme di assunzione che sono solo precarietà. La forma per assumere le persone deve essere una: fondata sulla formazione e sulla prospettiva della stabilità. Occorre rimettere al centro giovani e donne”.

Nella legge di bilancio “ci sono anche cose buone, raggiunte grazie al contributo dei sindacati. Ma è molto significativo quello che manca: non c’è una vera riforma fiscale, del mercato del lavoro, una seria lotta all’evasione. Dopo tanto tempo che lo chiediamo, ancora manca il decreto contro le aziende che fanno delocalizzazioni“.

In particolare quello che è avvenuto sul fisco “è molto grave, secondo Landini. “Dopo aver parlato con noi il governo ha colto che c’è qualcosa che non va. Poi però la maggioranza ha bocciato le richieste di cambiamento, che andavano tutte a favore dei redditi più bassi. Ovvero la maggioranza ha bocciato l’idea di introdurre un minimo di solidarietà: un elemento molto grave, che deve far riflettere tutta la politica, la quale non sta tenendo conto della situazione reale del Paese“.

Sul fisco, ancora, “c’erano otto miliardi a disposizione ma il governo si è presentato da noi con un accordo già fatto. Quando parliamo di Irpef, deve essere chiaro che il 90 per cento la pagano lavoratori dipendenti e pensionati: va discusso con i sindacati che queste persone le rappresentano. Intervenire sulla materia senza permettere di discuterne è un errore molto grave. Se questo è il primo passo verso la riforma fiscale, noi non siamo d’accordo“.

Poi c’è il capitolo pensioni. “L’esecutivo si era impegnato ad aprire un tavolo per superare la riforma Fornero – ha ricordato Landini -. Tavolo che non è ancora stato aperto. Il metodo ci preoccupa: se arrivano al confronto con l’intesa già chiusa tra i partiti della maggioranza, questo significa uccidere le parti sociali. Noi da tempo abbiamo presentato la nostra piattaforma unitaria: andiamo in piazza per sostenerla, per riaffermare le richieste che finora non sono state accolte”.

Maurizio Landini ha ribadito l’autonomia nei confronti del governo. “Giudichiamo i governi per quello che fanno, non per chi li compone. Se un governo taglia il rapporto con le parti sociali, noi lo diciamo: le diseguaglianze si combattono aiutando chi sta peggio, non chi sta meglio“. Con l’esecutivo comunque il dialogo non è interrotto: “Si può trattare, dialogare e scioperare. Siamo pronti a parlare col governo di tutto, ma ci devono essere cambiamenti molto forti. Non siamo indisponibili al confronto prima dello sciopero, ma sia prima che dopo pensiamo che il confronto si debba fare su basi diverse”.

Insomma Cgil e Uil vanno in piazza “insieme per la giustizia”: “Ci mobilitiamo per rimettere al centro l’idea che la giustizia debba essere la baseper riformare questo Paese. Una giustizia vera: economica, sociale e dei diritti. Dalla pandemia dobbiamo uscire con un nuovo modello: al mondo del lavoro va riconosciuto il contributo fondamentale che ha portato in questo anno e mezzo di pandemia”.

Sulla stessa linea il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri: “Abbiamo apprezzato il lavoro costante fatto dal presidente Draghi nel confronto con le parti sociali – ha spiegato -, ma riteniamo che il governo non abbia dato tutte le risposte che noi ci aspettavamo sui temi più importanti”. Sulle critiche di alcune forze politiche allo sciopero generale, ha detto, “lo sciopero è un diritto garantito dalla Costituzione”.

In conclusione così Maurizio Landini: “Ci rivolgiamo al governo, affinché tenga conto dei bisogni del mondo del lavoro, in particolare dei giovani, delle donne e del Mezzogiorno”.

 

Fonte: www.collettiva.it