Pressioni allo sportello, a rischio il rapporto con i clienti delle banche

Quello delle pressioni commerciali dei vertici della banche sulla rete non è più un problema sindacale. Ma, ormai lo diciamo da tempo, sta trasformandosi in un autentico problema sociale”.
Lo afferma con decisione Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sindacato autonomo dei dipendenti bancari.
Un tema serio che abbiamo illustrato a Carla Ruocco, già presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Rammento che già 30 minuti dopo il nostro incontro, le agenzia di stampa battevano la notizia: la Commissione avrebbe trattato il problema di lì a un mese”. Poi i mesi sono diventati otto. Un segnale che qualche malizioso osservatore ha letto come un intervento delle banche che non avrebbero gradito molto l’approfondimento di un tema per molti versi urticante.

È un tema spinoso non solo sotto il profilo della dialettica sindacale ma pure su quello della qualità intrinseca del prodotto risparmio che viene offerto. E che accende pure un fatto su una tendenza (a mio avviso molto pericolosa) in atto ormai da tempo – spiega Carlo Piarulli, responsabile nazionale del settore credito di Adiconsum quella dell’ assimilazione degli strumenti finanziari e assicurativi ai beni di consumo. Chiarisco: le reti degli sportelli vengono sottoposte a un monitoraggio quotidiano sul numero di “pezzi” venduti. Esattamente come se si trattasse di televisori o asciugacapelli. Ma allora io mi chiedo che senso abbiamo le migliaia di convegni in cui si parla di profilazione, diversificazione, pianificazione, educazione finanziaria. Se tutto si riduce a budget da rispettare e margini da incamerare, tanto varrebbe aprire dei supermarket.”

E non è affatto detto che non si stia pensando.
Quello che abbiamo verificato – aggiunge Sileoni – è che in qualche caso i clienti che ancora si recano fisicamente allo sportello sono stati contattati anche da alti vertici aziendali che cercano di convincerli a farlo sempre meno e a optare per l’operatività dall’home banking”
È il paradosso degli investitori senior (i più abbienti e per definizione meno attrezzati tecnologicamente) penalizzati da un marketing che appare ossessionato dalle quattro P (Price, Promotion, Placement e Product) e distratto sui bisogni del cliente.

Tornando alla Commissione parlamentare – rievoca ancora Sileoni – la relazione finale dei lavori resa nota poco prima della fine della legislatura non ha avuto, a nostro giudizio, esiti né risolutivi né soddisfacenti per la categoria. Nonostante – prosegue ancora Sileoni – nel corso dell’audizione abbiamo prodotto un corposo libro bianco allegando oltre 800 volantini sindacali unitari dando il polso preciso del malessere che pervade la categoria.”
Dunque commissione poco incisiva.”Non direi, – spiega una fonte vicina ai lavori della Commissione – nella seduta del 17 maggio sono stati sentiti i rappresentanti di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin. Nella relazione finale si scrive chiaramente che si ritiene necessario un rafforzamento degli strumenti e delle politiche di vigilanza per verificare il rispetto formale ma ancor più sostanziale della disciplina di settore. Di più: si è prospettato di dotare le singole Autorithy di nuovi poteri d’indagine tra cui il Mistery Shopping (presentarsi in banca “fingendosi” clienti per verificare la correttezza degli operatori), come l’ipotesi di rendere subito esecutive le determinazioni di Acf e Abf”.

Ma cosa chiedono i dipendenti bancari alla politica?
Per Sileoni “In campagna elettorale, nei programmi dei vari partiti, non abbiamo notato una attenzione selettiva sui temi del risparmio. Ciò che chiediamo è che la nuova Commissione sappia dare risposte meno generiche rispetto alla precedente”.

Dal canto suo l’Abi, attraverso Salvatore Poloni, presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro, nel ribadire l’utilità e il valore dell’accordo sulle politiche commerciali e l’organizzazione del lavoro (parte integrante del Ccnl), sottolinea come “sul tema operi la Commissione nazionale paritetica voluta dall’Abi e dai sindacati. Sottolineo inoltre come l’Abi sia impegnata a favorire la piena applicazione dell’accordo che è volto anche a prevenire il configurarsi di situazioni di pressioni commerciali indebite”.

 

Articolo pubblicato su “Il Sole 24 Ore” del 29 ottobre 2022




Coronavirus, accordo ABI-Sindacati. Chiesta chiusura banche per 15 giorni.

Sottoscritto da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Unisin e Associazione bancaria un protocollo per garantire la tutela della salute e per arginare l’espansione dell’epidemia Covid-19. Nelle agenzie sarà garantita solo l’assistenza ai clienti, attività commerciale solo da remoto. Chiesta la chiusura delle filiali per 15 giorni. Paletti per accesso di fornitori, pulizia e sanificazione, precauzione igieniche e sanitarie, dispositivi di protezione individuale, servizi e contatto col pubblico, organizzazione aziendale, sorveglianza sanitaria.

Roma, 17 marzo 2020.

Nella tarda serata di ieri si è concluso il vertice tra i Segretari Generali delle Organizzazioni Sindacali di Settore – Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin – e ABI al fine di gestire congiuntamente gli aspetti legati a salute e sicurezza in relazione all’emergenza epidemiologica del Paese. Al centro del protocollo sottoscritto è stata posta la tutela del diritto alla salute e l’impegno comune ad attivarsi e collaborare fattivamente per arginare l’espansione dell’epidemia Covid-19. Al fine di contribuire in via incisiva al controllo della diffusione del virus, i Segretari Generali delle cinque organizzazioni sindacali del credito hanno unitariamente prioritariamente richiesto la chiusura totale degli sportelli bancari su tutto il territorio nazionale, garantendo esclusivamente i servizi on line e l’operatività tramite Atm.

A fronte della nostra richiesta di chiusura di tutti gli sportelli sul territorio nazionale per 15 giorni il Presidente degli Affari Sindacali di ABI, Salvatore Poloni, si è detto non competente a sciogliere la riserva, attendiamo pertanto l’esecutivo ABI previsto per la giornata di mercoledì 18 marzo per il pronunciamento circa la nostra richiesta finalizzata a tutelare in modo deciso ed incisivo il diritto alla salute di lavoratrici e lavoratori in un così delicata fase emergenziale.

Nel merito del protocollo, occorre osservare che, fermo restando il rispetto delle prassi di profilassi governative, abbiamo ottenuto la limitazione dell’attività bancaria di sportello alla sola assistenza alla clientela, limitando ai soli canali remoti lo svolgimento dell’attività commerciale.

Sono stati fissati importanti paletti a tutela dei Colleghi su accesso fornitori, pulizia e sanificazione, precauzioni igieniche sanitarie, dispositivi di protezione individuale, servizi e contatto con il pubblico, organizzazione aziendale, sorveglianza sanitaria.

Abbiamo, infine, prevista la partecipazione nella gestione e nell’analisi congiunta di questa fase emergenziale al tavolo nazionale anche di un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza per organizzazione sindacale.


I Segretari Generali Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin
Lando Maria Sileoni – Riccardo Colombani – Giuliano Calcagni – Massimo Masi – Emilio Contrasto

Scarica il testo dell’accordo




Chiusura scuole? I Sindacati chiedono permessi retribuiti per i genitori

Settore ABI

Al Responsabile del CASL ABI

Dott. Salvatore Poloni

Nell’ambito degli interventi posti in essere a livello governativo al fine di gestire ed arginare le conseguenze della vasta epidemia causata dal Covid-19 è certamente apprezzabile il contributo di ABI quanto alle misure di natura economico finanziarie a beneficio di cittadini e imprese coinvolti in via diretta dall’emergenza in corso.

Tuttavia, nel dare anche seguito ai temi della genitorialità già sviluppati nel nuovo CCNL di Settore, i Segretari Generali delle cinque Organizzazioni Sindacali del credito, unitariamente  

CHIEDONO,

al fine di favorire le esigenze genitoriali connesse alla contingente fase emergenziale, la concessione di  giornate di permesso retribuite per tutte le lavoratrici/ lavoratori che abbiano uno o più figli frequentanti scuole di ogni ordine e grado coinvolti dalla chiusura degli istituti scolastici per effetto di ordinanze governative o territoriali legate all’emergenza sanitaria in corso sino alla cessazione della stessa, anche in via retroattiva, a far data quindi dalla promulgazione delle ordinanze di chiusura degli Istituti scolastici legate al contenimento della diffusione dell’epidemia.

Roma, 02 marzo 2020

 

I Segretari Generali Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin

Lando Maria Sileoni – Riccardo Colombani – Giuliano Calcagni – Massimo Masi – Emilio Contrasto

Scarica il volantino