Bnl: firmato il testo dell’accordo per l’uscita incentivata dei colleghi

3 - Fisac Cgil

Tutte le misure dell’accordo

Dopo una trattativa lunga e complessa, le parti hanno trovato l’accordo per poter apporre una firma su un accordo innovativo che prevede assunzioni, uscite incentivate e ristoro per l’intera popolazione aziendale.

Campagna pensionamenti volontari anticipati

Per chi maturasse il diritto al pensionamento entro il 30/06/2025 c’è la possibilità di uscire al momento della maturazione del primo requisito utile (Anticipata, Quota 103, Quota 104 e Opzione Donna) con 5 mensilità di incentivo. Per i colleghi e le colleghe che decideranno di uscire per effetto di Quota 103 e Opzione donna è prevista, in aggiunta alle 5 mensilità, una erogazione di 10.000€ lordi.

Campagna di adesione al fondo di solidarietà

Per chi maturasse il diritto al pensionamento tra il 1/07/2025 e il 31/12/2026 è prevista la possibilità di aderire volontariamente al Fondo di Solidarietà con uscita al 01/04/2025. Per questi colleghi è previsto un incentivo per chi maturasse il diritto al pensionamento nel corso del 2026 di 5.000€ lordi.

Campagna di riscatto laurea

E’ previsto il riscatto laurea per 179 colleghi che gli consentirà di accedere ad uno dei due bacini di cui sopra (88 pensionamento, 91 Fondo di Solidarietà). Per questi colleghi non è prevista alcuna ulteriore misura di incentivo (né mensilità né erogazioni ulteriori).

Part time incentivato

Per il personale che maturasse il diritto al pensionamento oltre il 1/01/2027 ed entro il 31/12/2028 c’è la possibilità di attivare la misura prevista dal vigente CCNL e denominata Staffetta Generazionale (da definire dopo l’emanazione dei regolamenti attuativi ministeriali). Il provvedimento consentirà di diminuire il proprio orario di lavoro a fronte di una diminuzione meno che proporzionale della retribuzione, di un versamento contributivo e aggiuntivo al fondo pensione invariati. In più l’azienda assumerà personale in virtù dell’adesione a questa forma contrattuale.

Altri interventi

Dopo diverso tempo le Organizzazioni Sindacali sono riuscite a pattuire con l’azienda alcuni interventi a sostegno del reddito (reale e differito). In particolare:

  • La previdenza complementare a carico dell’azienda nei riguardi dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato è elevata al 4,35% dal 1° giugno 2024 e al 4,50% dal 1° giugno 2025, rispetto al 4,20% attuale, ferme tutte le altre regole;
  • A far tempo dal 1° giugno 2024, è previsto un incremento del buono pasto ordinario di €1,00 (portando il ticket restaurant elettronico al massimo di esenzione fiscale prevista di 8€); anche il ticket in Part-time sarà elevato della stessa percentuale arrivando a 6€;
  • A far tempo dal 1° giugno 2024 è, altresì prevista l’erogazione di un buono pasto pari a € 4 per ogni giornata di flexible working.

Nel corso di questo confronto non siamo giunti ad una sintesi soddisfacente in merito al tema del riassorbimento degli AD Personam a seguito del rinnovo del CCNL, pur evidenziando la necessità dell’azienda di intervenire sulle politiche retributive dei Quadri Direttivi.

Le scriventi Organizzazioni Sindacali esprimono soddisfazione per l’andamento della trattativa e per le risultanze del negoziato e auspicano che questo accordo sia in grado di portare giovamento e benessere a tutto il personale facendo da apripista ad una nuova stagione di partecipazione.

 

Segreterie di Coordinamento Nazionale Gruppo BNL
FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN

 

⇒ Scarica il testo dell’accordo




Il riscatto della laurea in pillole

RISCATTO LAUREA
in pillole

Il riscatto del corso di laurea ti permette di trasformare i tuoi anni di studio universitario in anni contributivi previdenziali.

 

PERCHE’ CHIEDERLO ?

E’ utile ai fini previdenziali sia per raggiungere prima il numero di anni necessari per ottenere la pensione, sia per incrementarne l’ammontare.

 

CHI PUÒ RICHIEDERLO ?

Possono esercitare la facoltà di riscatto tutti coloro che hanno conseguito un titolo di studio universitario, in un periodo scoperto da contribuzione.

Possono riscattare anche gli inoccupati, ossia coloro che non abbiano ancora iniziato l’attività lavorativa e non siano iscritti ad una gestione previdenziale.
La domanda di riscatto della laurea può essere presentata anche dal genitore, soggetto che effettua il pagamento, che potrà fruire della detrazione Irpef del 19% solo se il versamento viene effettuato in favore di un soggetto inoccupato e che risulta fiscalmente a carico.


COSA SI PUÒ RISCATTARE ?

E’ possibile riscattare i periodi corrispondenti alla durata dei corsi legali di studio universitario, finalizzato al conseguimento dei diplomi universitari, dei diplomi di laurea, dei diplomi di specializzazione, di dottorati di ricerca e i diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM)
Il periodo di riscatto vale al massimo per la durata legale del corso e dunque gli anni “fuori corso” non sono riscattabili.
Si può richiedere il riscatto di periodi parziali del corso di laurea se non si è interessati al riscatto totale.
Se durante il corso di studio ci sono periodi già coperti da contributi obbligatori, questi non possono essere oggetto di riscatto.


COME SI RISCATTA ?

Versando all’INPS un importo destinato ai contributi previdenziali per gli anni di studio universitario, come se fossero stati invece impiegati al lavoro.
Il versamento dell’importo può anche essere fatto a rate, fino ad un massimo di 120 rate mensili in 10 anni, senza interessi, tramite MAV.
Quando la richiesta di riscatto viene autorizzata, si deve procedere al pagamento entro i termini indicati. In caso contrario la domanda decade.

 

QUANTO COSTA ?

Il costo del riscatto della laurea dipende dalla collocazione del periodo da riscattare e dalle norme che regolano la liquidazione della pensione tramite sistema contributivo o retributivo. Nel sistema contributivo, ovvero per i periodi collocati dal 1° gennaio 1996,(o anche per i periodi antecedenti al 1996 se si accede a pensione da liquidare con il sistema contributivo come opzione donna, computo in gestione separata, totalizzazione) il costo viene calcolato applicando l’aliquota contributiva vigente alla data di presentazione della domanda, alla retribuzione dei 12 mesi precedenti la data di presentazione.
Invece il riscatto c.d. “light” costa per tutti una quota fissa che, per le domande presentate nel 2019 ammontava a 5.240 euro per ogni anno di studio.
Per le domande presentate invece negli anni successivi, l’importo cambia in base al minimale dei commercianti, con un risparmio di più del 50% sul metodo di calcolo normalmente previsto per i lavoratori occupati basato sull’aliquota previdenziale IVS.
Un grande vantaggio del riscatto della laurea è la sua deducibilità dalle tasse, che comporta un grande risparmio fiscale.

 


QUANTO CONVIENE ?

La risposta, come al solito, è: DIPENDE!
Dipende dalla TUA situazione.
Da quando hai iniziato a lavorare, da quanti anni lavori, quanto guadagni e guadagnerai, e quanta voglia di lavorare avrai in futuro. Conviene sempre se stai raggiungendo l’età pensionistica ma non hai ancora maturato almeno 20 anni di contributi oppure se vuoi anticipare di qualche anno la tua pensione.
Ricordiamo infine che i rappresentanti della FISAC-CGIL e le sedi INCA-CGIL presenti su tutto il territorio Nazionale sono a vostra disposizione per consulenze personalizzate.

 

Dipartimento Previdenza Fisac Cgil




Pensioni, il riscatto rimette in carreggiata «Quota 100»

Se i periodi contributivi da riscattare si collocano entro il 31 dicembre 2021 permettendo di maturare i requisiti per la pensione (età di 62 anni e 38 di contributi), il lavoratore può mettersi a riposo anche se la domanda di riscatto (e i relativi versamenti) risultano successivi al 31 dicembre 2021, termine di operatività di «quota 100».


 

Dal 31 dicembre 2021 non è più possibile ottenere i requisiti della pensione con la «quota 100», vale a dire con la maturazione di una “quota” ottenuta sommando l’età (pari ad almeno 62 anni) e i contributi (almeno 38 anni). Resta peraltro valida la facoltà di conseguire la pensione in «quota 100» anche successivamente al 31 dicembre 2021 in favore di quanti abbiano conseguito il requisito anagrafico e contributivo entro la stessa data.

A differenza di quanto a volte si è portati a credere, pertanto, chi ha i requisiti non ha alcun obbligo di uscire entro il 31 dicembre 2021, non si perde cioè il diritto a pensionarsi. Rinviare l’uscita può poi essere conveniente per due ordini di ragioni: a) si può maturare una pensione di importo più alto grazie ad ulteriori contribuzioni successive alla maturazione dei requisiti minimi e all’attivazione di coefficienti di trasformazione più elevati in considerazione della maggiore età anagrafica alla decorrenza; b) per i dipendenti pubblici si riduce il tempo per la liquidazione della prima rata della buonuscita per la maggiore vicinanza alla data di pensionamento «naturale».

Riscatti retroattivi

Come ribadito dall’Inps nella recente Circolare n. 38/2022, inoltre, i requisiti contributivi per la quota 100 (ma anche per la quota 102), cioè i 38 anni di contributi, possono anche essere raggiunti retroattivamente tramite un riscatto di periodi assicurativi. Infatti i periodi di riscatto vengono considerati nella loro collocazione temporale, esplicando gli effetti come se fossero stati tempestivamente versati (cioè acquisiti alla posizione assicurativa dell’interessato).

 

Di conseguenza, il lavoratore che perfezioni i requisiti per la pensione «quota 100» tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2021 grazie ad una domanda di riscatto (ad esempio del corso universitario) presentata dopo il 31 dicembre 2021 potrà conseguire la pensione in un qualsiasi momento, anche successivo alla scadenza del 31 dicembre 2021. Resta fermo che, in tal caso, la prestazione non potrà prendere decorrenza anteriore alla domanda di riscatto fermo restando il rispetto degli altri requisiti (es. cessazione del rapporto di lavoro dipendente). In sostanza si può rimettere in carreggiata la «quota 100» anche presentando una domanda di riscatto e versando il relativo onere dopo il 31 dicembre 2021.

Gli stessi identici criteri, peraltro, si applicano alla «quota 102» conseguibile nel solo 2022 con un’età anagrafica minima di 64 anni e 38 di contributi. È opportuno evidenziare che, nel disciplinare la «quota 102», la Legge di Bilancio per il 2022 ha inciso direttamente sul testo dell’art. 14, D.L. n. 4/2019, che già regolava la pensione in «quota 100». Ne deriva che, per le parti non interessate dalla modifica legislativa, sono conservate le disposizioni di legge, le precisazioni e le indicazioni operative già emanate dall’ente previdenziale in riferimento al pensionamento con «quota 100».

 

Fonte: Pensionioggi.it




Riscatto Laurea 2020, l’INPS allarga la platea dei beneficiari

Riscatto Laurea 2020, l’INPS allarga la platea dei beneficiari con le istruzioni fornite nella Circolare n.6 del 22 gennaio 2020.

I chiarimenti si sono resi necessari a seguito delle modifiche introdotte dall’approvazione della Legge di Bilancio 2020.

Si ricorda che ai sensi dell’articolo 2 del D.lgs n. 184/1997, l’onere per il riscatto dei corsi universitari di studio è determinato in base alle norme che disciplinano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o con quello contributivo. Questo sempre tenendo conto della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto.

Ma cosa cambia nello specifico da quest’anno? L’INPS in questo senso è estremamente chiaro, aprendo nuovi scenari e nuove possibilità.

Infatti la circolare dell’Inps ha chiarito che il riscatto agevolato non ha più il limite di età anagrafico dei 45 anni

Inizialmente, infatti, tale possibilità sembrava essere limitata agli under 45 che avevano cominciato a versare contributi dopo il 1996, ma la citata circolare Inps chiarisce che l’accesso al riscatto della laurea agevolato è possibile anche per tutti questi altri soggetti inizialmente esclusi.

Per questo i lavoratori che hanno maturato meno di 18 anni di contributi al 1995 possono così optare per la liquidazione della pensione con il sistema contributivo. Purché però abbiano almeno 5 anni di contributi versati con questo sistema (articolo 1, comma 23, legge 335/1995) e applicare all’intera carriera il metodo introdotto dalla Riforma Dini.

Sta avendo molto successo questa nuova forma di riscatto: nel 2019 sono state depositate oltre 70 mila domande, di cui 29 mila per il riscatto ordinario della laurea, 35 mila per quello agevolato e 5 mila per la pace contributiva.

Quest’ulteriore allargamento di platea, senza dubbio, allargherà ancora il numero di domande.

Si rammenta infine che è anche possibile effettuare la simulazione del proprio riscatto di laurea.

Il testo completo della Circolare.

 

Fonte: www.lentepubblica.it

 




Le novità della Legge di Bilancio 2020 su riscatto laurea, Opzione Donna, Quota 100

Approvato lo scorso 16 ottobre, con la dicitura salvo intese, il primo testo della Legge di Bilancio 2019-2020, quindi è necessario ricordare che potrebbero esserci cambiamenti nel corso dell’iter parlamentare nei prossimi due mesi.

RISCATTO DELLA LAUREA

COS’E’ ?

Il riscatto del corso di laurea è la possibilità prevista dal nostro ordinamento che consente ai laureati di poter riscattare i contributi dei corsi universitari a fini pensionistici.
Tale possibilità è concessa a tutti gli iscritti all’AGO, assicurazione generale obbligatoria e alle altre forme sostitutive ed esclusive e alla gestione separata, quindi a dipendenti privati, lavoratori autonomi, dipendenti pubblici, professionisti, artisti e imprenditori ecc …
Requisito fondamentale è di aver conseguito il titolo di studio universitario; specifiche previsioni (per le quali si rimanda al sito dell’INPS) riguardano la possibilità di riscattare periodi di studio universitario compiuti all’estero; inquesto caso sono riscattabili i periodi di studio qualora i titoli conseguiti siano stati riconosciuti da Università italiane e abbiano valore legale in Italia.

La facoltà di riscatto può essere esercitata sia per il proprio periodo di studi, sia nei casi in cui venisse presa in considerazione a beneficio dei famigliari a carico e in particolare dei figli.

NOVITA’

Tra le novità della legge 28 marzo 2019, n. 26 , che ha convertito con modifiche il D.L. n. 4/2019 vi è un diverso sistema di calcolo dell’onere del corso di studi a condizione che il richiedente, alla data della domanda, abbia un’età inferiore a 45 anni e che il riscatto riguardi periodi che si collochino nel sistema di calcolo contributivo (riscatto con onere agevolato, che prevede un calcolo economicamente più favorevole). Il richiedente in quest’ultimo caso potrebbe comunque scegliere il calcolo ordinario, con un onere più elevato che gli garantirebbe un rendimento pensionistico superiore.

Altra importante novità è il riscatto laurea INPS over 45 con la possibilità anche per loro di fruire dello sconto del 30% purchè abbiano versato contributi non prima del 1.1.1996.

COME FUNZIONA?

Il lavoratore verifica di essere in possesso di tutti i requisiti e condizioni e controlla quali periodo possano essere fatti valere ai fini della pensione. E’ necessario poi, prima di presentare la domanda all’INPS, accertare il costo e se quest’ultimo risulti o meno vantaggioso. L’onere è calcolato dall’INPS sulla base delle norme che regolano la liquidazione della pensione a seconda che sia con il sistema retributivo o contributivo, a seconda della collocazione temporale a cui si riferisce il periodo oggetto di riscatto.

La domanda di riscatto della laurea deve essere effettuata esclusivamente in via telematica, pertanto gli/le interessati/e possono presentarla direttamente se sono in possesso di PIN dispositivo o di Spid (l’identità unica per l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione) o tramite un Caf- Patronato, un commercialista o intermediario autorizzato o ancora tramite il numero verde INPS.

Il riscatto della laurea può avvenire in unica soluzione o rateizzato con un massimo di 120 rate mensili senza interessi che verrà effettuato con bollettini MAV inviati dall’INPS .

L’INPS chiarisce infine che eventuali oneri di riscatto già versati non possono essere rideterminati in base al calcolo agevolato. In sostanza se il riscatto del corso di studi è già definito con l’integrale pagamento dell’onere dovuto, non si può chiedere il ricalcolo. Se è iniziato il pagamento rateale, si potrà interrompere, ottenere l’accredito del periodo corrispondente alla quota versata e presentare, per i periodi scoperti, una nuova domanda di riscatto il cui onere potrà essere determinato a richiesta, con il metodo agevolato. Se invece il riscatto non si è ancora perfezionato con l’accettazione dell’onere, si potrà ritirare la domanda e proporne una successiva.

TITOLI DI STUDIO E PERIODI AMMESSI

Si possono riscattare :

Il riscatto può riguardare l’intero periodo del corso di studi o singoli periodi.
È possibile riscattare due o più corsi di laurea.

Per i periodi di studio universitario all’estero la legge prevede siano riscattabili se riconosciuti da università italiane o comunque abbiano valore legale in Italia, quindi oggetto di legge speciale o di accordi bilaterali.

PERIODI ESCLUSI

I periodi che non danno possibilità di riscatto sono quelli:

  • già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto (quindi per esempio i periodi in cui contemporaneamente si svolgeva una attività lavorativa).

IL RISCATTO DI LAUREA RICHIESTA DA SOGGETTO INOCCUPATO

La facoltà è esercitabile anche dai soggetti inoccupati che all’atto della domanda non risultino essere stati mai iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza e non abbiano iniziato l’attività lavorativa né in Italia né all’estero.

CALCOLO DELL’ONERE : differenze tra riscatto ordinario e riscatto agevolato

Di seguito vediamo le differenze tra il riscatto di laurea ordinario e quello agevolato previsto dal Decreto -legge n. 4/2019 convertito con modifica dalla Legge 26/2019.

Il riscatto di laurea ordinario del corso legale degli studi universitari, è accessibile ai lavoratori dipendenti iscritti alle Gestioni Inps a condizione che il lavoratore abbia già un contributo accreditato nella Gestione.
Per quanto riguarda l’onere del riscatto, questo varia in base al periodo in cui si colloca il periodo di studi oggetto di riscatto :

  1. se si colloca in un periodo di competenza del metodo di calcolo pensionistico misto, i periodi prima del 1996 ricadono nel metodo di calcolo retributivo (in questo caso il riscatto del periodo di laurea corrisponderà a un valore pari all’incremento generato dal riscatto sulla pensione liquidata dalla Gestione che viene moltiplicato per un coefficiente determinato in base a sesso, età e stato del richiedente), mentre per i periodi di competenza del metodo di calcolo contributivo il calcolo del riscatto degli anni di laurea successivi al 31 dicembre1995 é stabilito applicando un’aliquota fissa del 33% all’imponibile previdenziale degli ultimi 12 mesi di retribuzione.

Il nuovo riscatto agevolato rende pertanto possibile esercitare la facoltà di riscatto con un onere fisso di 5.239,74 euro per ogni anno e gli anni di studio dovranno partire dal 1 gennaio 1996, trovandosi così nel periodo di competenza del metodo di calcolo pensionistico contributivo.

A differenza del riscatto ordinario l’onere del riscatto agevolato non viene calcolato sulla retribuzione o al reddito, ma al minimale artigiani e commercianti a cui si applica l’aliquota di finanziamento della gestione previdenziale deilavoratori dipendenti pari al 33%.
Tale minimale per il 2019 è pari a euro 15.878 euro che moltiplicato per il 33%, determina il valore del riscatto per ogni anno di laurea pari a 5.239,74 euro.
Tale onere è deducibile fiscalmente per il calcolo delle imposte e può anche essere rateizzato in 120 rate mensili senza interessi che l’INPS incasserà con bollettini MAV “PagoPA”.

Esempio n. 1

Un soggetto che nel 2019 ha 45 anni, una laurea quinquennale dal 1996 al 2000, un imponibile previdenziale di euro 50.000 (ultime 52 settimane), e una aliquota vigente del 33% :

  • Con il riscatto ordinario il costo di un anno di riscatto sarà pari a euro 16.500 (50.000 x 33%), per un totale delcosto del riscatto pari a euro 82.500 euro (16.500 x 5).
  • Con il nuovo metodo (riscatto agevolato) l’onere annuale sarà di 5.239,74 (15.878 x 33%), per un totale di 26.200 euro.

Il risparmio fiscale in sede di dichiarazione dei redditi inoltre corrisponderà a 1.990,83 euro per anno riscattato, pari all’aliquota del 38% sull’onere sostenuto. Di conseguenza per tutti i 5 anni riscattati il costo effettivo sarà dato da 26.200 – risp.fiscale 9.954,15 = 16.245,85 euro

Esempio n. 2

Un soggetto di 30 anni con un corso di laurea di tre anni, ed un imponibile di 22.000 euro (ultime 52 settimane):

  • con il riscatto agevolato verserà, per ogni anno di riscatto, 5.239,74 euro per un totale di 15,719,22 euro.

Il risparmio fiscale in sede di dichiarazione dei redditi inoltre corrisponderà a 1.414,73 euro per anno riscattato, pari all’aliquota del 27% corrispondente allo scaglione di reddito. Il costo effettivo del riscatto sarà quindi dato da 15.719,22 – risp fiscale 4.244,19= 11.475,03 euro

NB : Non è esclusa la possibilità di riscatto calcolata con il metodo ordinario (più onerosa) anche per chi rientra nel calcolo contributivo e ha diritto al riscatto agevolato, ma la scelta di riscatto degli anni di laurea, che poggia su duemisure (il diritto ad avvicinare l’età pensionabile e l’incremento della pensione) dovrebbe concentrarsi sulla prima misura. Piuttosto, si guardi, per quanto riguarda l’incremento della propria pensione, all’accumulo in fondi previdenziali integrativi che, tra l’altro, ne consentono l’anticipazione nei casi previsti dalla legge.

IL RISCATTO DELLA LAUREA RICHIESTO DA SOGGETTI INOCCUPATI

Il riscatto della laurea può essere esercitato anche da un soggetto inoccupato non iscritto ad alcuna forma obbligatoria di previdenza e che non abbia iniziato l’attività lavorativa in Italia o all’estero.

Nel caso in cui il richiedente non avesse un reddito personale (perché ha perso il lavoro o perché non ha mai prestato attività lavorativa: per quest’ultima ipotesi v. anche il paragrafo successivo), il contributo può essere detratto nella misura del 19% dall’imposta dovuta dal/i soggetto/i di cui il laureato fosse fiscalmente a carico (per esempio i genitori).

ASSISTENZA FISAC/CGIL

Invitiamo i/le colleghi/e interessati al riscatto degli anni di laurea a rivolgersi ai Patronati INCA che richiederanno direttamente all’INPS l’estratto contributivo e avvieranno le pratiche amministrative.
Le RSA FISAC-CGIL sono a Vostra disposizione per qualsiasi supporto e offrirvi la consulenza necessaria.

PROROGA DI OPZIONE DONNA

Tra le novità previste nella Legge di Bilancio 2020 la proroga (certa) di Opzione Donna rappresenta ancora un’incognita e il suo rinnovo avrà le risposte attese solo ad approvazione della Legge di Bilancio 2020.
Ricordiamo intanto quali sono ad oggi i requisiti che permettono alle lavoratrici di accedere a Opzione Donna, preparandoci ad un eventuale mantenimento degli stessi.

Opzione Donna, nata con Legge Maroni del 2004, ripresa con la riforma Fornero del 2011 e rinnovata con le leggi di bilancio 2017 e 2019, permette alle lavoratrici dei settori pubblico e privato di andare in pensione anticipata con un assegno calcolato interamente sul sistema contributivo con un taglio sull’importo finale del 20-30%.

Ne possono usufruire tutte le lavoratrici che hanno raggiunto i 58 anni (59 per le lavoratrici autonome) e 35 anni di versamenti.

Si ricorda che sono escluse coloro che sono iscritte alla gestione separata o che vogliono usare i contributi maturati con tale gestione per raggiungere il requisito contributivo.

QUOTA 100

Nessuna modifica per quest’anno, mentre per il 2021 il discorso rimane aperto. Con la Legge di Bilancio 2020 infatti Quota 100 resta immutata ed è saltata anche la rimodulazione delle finestre di uscita unica per lavoratori privati e pubblici al posto dei due distinti “canali” originariamente previsto dal D.L. 4/2019.

Il tema sarà riproposto al tavolo governo-sindacati sulle pensioni, chiamato a ricercare alcuni correttivi e creare i presupposti per la nuova riforma che si rende necessaria per evitare gli effetti negativi di un maxi-scalone di 5 anni con cui si troverebbero a che fare i lavoratori nati dopo il 1960 e con almeno 38 anni di contribuzione.

Per ottenere il pensionamento anticipato con Quota 100 il lavoratore deve avere i seguenti requisiti di età e contribuzione: 62 anni compiuti, almeno 38 anni di contributi versati di cui massimo 2 anni di contributi figurativi.

QUOTA 41

Riguarda la possibilità di andare in pensione anticipatamente per quanti hanno raggiunto la famosa Quota 41, ossia41 anni e 6 mesi di contributi a prescindere dall’età di cui 2 o 3 anni di contributi figurativi.
Tale misura è stata mantenuta solo per le categorie già previste dalla Legge.

PENSIONE ANTICIPATA 2020

Dovrebbe essere riconfermata l’età pensionabile di oggi : 42 e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Segreteria di Coordinamento Fisac/CGIL
Gruppo Crédit Agricole Italia

 




Piano industriale BPER 19/21: al via la trattativa

Dopo gli incontri del 9 e 23 luglio, nei giorni scorsi è proseguita la trattativa relativa alla cd “Manovra sul personale” del Gruppo Bper, di cui fa già parte a pieno titolo Unipol Banca, che il Gruppo intende realizzare in esecuzione del Piano Industriale 2019/2021.
La “manovra”, secondo l’impostazione aziendale, si articola in quattro temi portanti:
a) riduzione e ricambio anagrafico della forza lavoro;
b) razionalizzazione e contenimento strutturale dei costi;
c) mobilità territoriale e professionale;
d) azioni di valorizzazione delle risorse.

Riduzione e ricambio anagrafico forza lavoro
Il Gruppo si propone l’obiettivo più volte enunciato: raggiungere a fine a piano la diminuzione di 1.300 dipendenti tramite l’uscita volontaria di circa 1.500 persone, l’azzeramento del numero dei somministrati (circa 230 a inizio anno) a fronte dell’ ingresso di circa 400 nuovi assunti. Per il capitolo “uscite” il Gruppo ipotizza:
  • l’accesso al Fondo di Solidarietà per chi matura i requisiti pensionistici fino al 31/12/2025 mediante l’uscita dal lavoro a fine marzo, giugno, settembre e dicembre 2020 e marzo 2021, di norma correlate all’anno di maturazione diritto alla pensione (chi va in pensione prima entra prima nel Fondo);
  • l’uscita incentivata direttamente in pensione per chi matura i requisiti pensionistici entro il 2021;
  • uscite incentivate per le c.d. “Opzione Donna” e “Quota 100”;
  • il riscatto laurea, anche parziale, qualora lo stesso consenta di maturare i requisiti per l’accesso diretto alla pensione oppure di diminuire il periodo di permanenza nel Fondo (utilizzabile, quindi, solo da chi ha già i requisiti per accedervi).
Al riguardo, rispetto alla delega che gli altri 3.500 colleghi del Gruppo hanno dato all’azienda per il calcolo dei dati pensionistici, BPER ha comunicato che a circa 1/3 è stata data risposta, per altri 1.000 la pratica è in lavorazione mentre oltre 1.300 posizioni risultano ancora da evadere. BPER ha comunque comunicato di ritenere che entro il mese di ottobre verrà data risposta a tutti i colleghi.
Rispetto al capitolo assunzioni BPER ha comunicato che da inizio anno ha già effettuato 141 assunzioni (mentre le cessazioni sono state 177).

Razionalizzazione e contenimento strutturale costi
Come già comunicato, il 25 novembre 2019 è prevista la chiusura di 75 filiali nell’ambito dell’operazione di incorporazione di Unipol Banca. Nei 2 anni successivi è invece prevista la chiusura di ulteriori circa 100 filiali (indicativamete il 44% al Nord, il 15% al Centro, il 12% al Sud e il 29% nelle Isole).
Fra le altre misure di riduzione dei costi, BPER intende confermare le misure già adottate negli ultimi anni quali la fruizione di ferie e festività entro l’anno di maturazione e della banca ore entro l’anno successivo.
Analogamente al passato piano industriale è inoltre nuovamente prevista la possibilità, per il prossimo biennio, di utilizzare su base volontaria e in modalità che dovrà essere regolamentata delle giornate di sospensione dell’attività lavorativa.
Rispetto alla rete e alle cd strutture di Semicentro
  • entro la fine dell’anno circa 200 filiali dovrebbero essere trasformate in cash light (cioè con la chiusura del servizio di cassa il pomeriggio) e, per alcune di esse, con l’adozione di una nuova modalità di servizio cassa leggera “verticale” (ovvero, per uno o due gg la settimana non effettuerebbero servizio di cassa);
  • è prevista contemporaneamente all’operazione di fusione di Unipol Banca la creazione in Bper Banca di 12 Direzioni Regionali in sostituzione delle attuali 10 Direzioni Territoriali (con 33 Aree territoriali) mentre una ulteriore è prevista al momento della fusione di Cr Bra e Cr Saluzzo.
Mobilità territoriale e professionale
Per effetto delle incorporazioni delle banche (la prossima di Unipol Banca e le future della Casse piemontesi) e della manovra in uscita del personale, sarà inevitabile dover gestire sia una quota di mobilità territoriale , sia una quota di mobilità professionale – quest’ultima indotta non solo dalla “scomparsa” di alcune posizioni dalla pianta organica, ma anche dalla necessità di mantenere il più possibile i lavoratori vicini ai territori di residenza. La gestione di questa importante fase verrebbe fatta utilizzando una combinazione di strumenti, come la conferma di condizioni economiche per il personale coinvolto (già concordate nel passato piano industriale), lo spostamento di lavorazioni da territori
“scoperti” a quellicon con “eccedenze” di personale, il ricorso ad assunzioni mirate sui territori con particolare fabbisogno di risorse e l’incremento del lavoro a distanza (hub e smart working).

Azioni di valorizzazione delle risorse
In questo importante capitolo, rivolto agli oltre 12.000 colleghi che continueranno a lavorare durante e anche oltre la fine del piano, BPER individua alcuni strumenti (part time, flessibilità oraria giornaliera, introduzione della cd “Banca del Tempo”, incentivazione di hub e smart working, formazione svolta in modalità smart) oltre alla salvaguardia dei percorsi professionali già acquisiti e di quelli in corso di acquisizione al fine di non disperderne competenze e decorrenze, nonché sullo sviluppo di percorsi nuovi.
La trattativa entrerà nel vivo le prossime settimane e per poterla svolgere al meglio abbiamo richiesto dati e informazioni al fine di aver una visione completa, attuale e di prospettiva.
Come abbiamo già scritto, il Gruppo BPER, come la quasi totalità degli altri gruppi bancari, con il nuovo Piano industriale prosegue nella “razionalizzazione” strutturale della macchina organizzativa puntando sempre più sulle “nuove attività” (bancassurance e canali digitali).
Per provare a intervenire sulle “ricadute” (le conseguenze) per il personale, riteniamo che siano necessarie regole che non si limitino a limitare i disagi, ma incentivino lo sviluppo di nuovi bagagli professionali e l’armonizzazione di tempi di vita e lavoro.
In particolare, come Fisac CGIL riteniamo che i nostri obiettivi per questa importante trattativa siano:
  • la necessità di evitare l’impoverimento dei territori (in particolare di quelli, come il Mezzogiorno e le Isole, che già soffrono di problemi socio-economici strutturali);
  • la difesa ed il rilancio, territoriale e professionale, dei colleghi – con attenzione per quelli di Unipol Banca attraverso una fusione dalle modalità e caratteristiche meno frettolose e tumultuose rispetto a quelle del recente passato;
  • un deciso colpo di acceleratore alle nuove assunzioni, per colmare i deficit territoriali, per adeguare le dotazione ai fabbisogni, in particolare in Rete, e per stabilizzare e/o riassumere una quota decisamente superiore al preventivato di lavoratori precari che il Gruppo, in questi anni, ha utilizzato e formato ben aldilà dei picchi straordinari di attività, ed anzi con le caratteristiche di personale stabile.
I prossimi incontri sono programmati per i giorni 1-3 e 8-10 ottobre.

Segreteria di Coordinamento Sindacale FISAC/CGIL del Gruppo BPER
Modena, 27 settembre 2019



Il riscatto della laurea

Il riscatto del corso di laurea è una misura che permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del corso di studi, esercitabile a condizione che l’interessato abbia conseguito il titolo relativo.
La legge 28 marzo 2019, n. 26 (che ha convertito, con modifiche, il D.L. n. 4/2019) ha introdotto a partire dal 30 marzo 2019, per coloro che sono in possesso dei requisiti richiesti, una ulteriore facoltà di riscatto con costi mediamente ridotti rispetto a quelli previsti in base alla modalità “tradizionale”.
Con questa nota ci proponiamo di fornire (pur con qualche inevitabile semplificazione) un quadro complessivo della normativa riguardante il riscatto della laurea, utile sia nei casi in cui il/la lavoratore/trice valutasse il riscatto del proprio periodo di studi, sia nei casi in cui questa facoltà venisse presa in considerazione per esempio a beneficio dei famigliari a carico e in particolare dei figli.

 

TITOLI DI STUDIO E PERIODI AMMESSI

Il riscatto della laurea è una facoltà prevista per coloro che abbiano conseguito uno dei seguenti titoli di studio:

  • diplomi universitari, i cui corsi non siano stati di durata inferiore a due e superiore a tre anni;
  • diplomi di laurea i cui corsi non siano stati di durata inferiore a quattro e superiore a sei anni;
  • diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;
  • dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge;
  • titoli accademici introdotti dal decreto n. 509/1999 (laurea al termine di un corso triennale e laurea specialistica al termine di un corso biennale propedeutico alla laurea);
  • diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale, relativi ai nuovi corsi attivati a decorrere dall’anno accademico 2005/2006 e al conseguimento dei seguenti titoli di studio: diploma accademico di primo livello; diploma accademico di secondo livello; diploma di specializzazione; diploma accademico di formazione alla ricerca, equiparato al dottorato di ricerca universitario.

Il riscatto può riguardare l’intero periodo del corso di studi o singoli periodi.
È possibile riscattare due o più corsi di laurea.
Specifiche previsioni (per le quali si rimanda al sito dell’INPS) riguardano la possibilità di riscattare periodi di studio universitario compiuti all’estero.

PERIODI ESCLUSI
I periodi che non danno possibilità di riscatto sono quelli:

  • di iscrizione fuori corso;
  • già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto (quindi per esempio i periodi in cui contemporaneamente si svolgeva una attività lavorativa).

CALCOLO DELL’ONERE

Il calcolo dell’onere di riscatto si determina con criteri differenziati a seconda che i periodi del corso di studi si collochino nel sistema retributivo o contributivo.
Rientrano nel sistema di calcolo retributivo i periodi:

  • precedenti al 1° gennaio 1996;
  • fino al 31 dicembre 2011, se il richiedente aveva maturato 18 anni di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.

Rientrano, invece, nel sistema di calcolo contributivo i periodi:

  • successivi al 31 dicembre 1995, se a tale data il richiedente non aveva maturato 18 anni di contribuzione;
  • successivi al 31 dicembre 2011, nei casi in cui il richiedente aveva maturato 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995.

PERIODI DA RISCATTARE CHE SI COLLOCANO NEL SISTEMA RETRIBUTIVO
Per il riscatto di periodi nel sistema retributivo il calcolo della somma da versare è complesso e basato su molteplici fattori quali l’età, il periodo da riscattare, il sesso e le retribuzioni percepite negli ultimi anni; tale complessità non consente di proporre degli esempi.
Sull’area riservata del sito dell’INPS accessibile con PIN dispositivo è disponibile un simulatore che consente un calcolo orientativo valido per gli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti.

PERIODI DA RISCATTARE CHE SI COLLOCANO NEL SISTEMA CONTRIBUTIVO
Per il riscatto di periodi nel sistema contributivo l’onere per ciascun anno si calcola moltiplicando la retribuzione dei 12 mesi più recenti per l’aliquota contributiva del fondo pensioni di appartenenza (che per il Fondo pensioni lavoratori dipendenti è del 33% fino a € 47.143 annui lordi, e del 34% per la parte di retribuzione che eccedesse questa soglia).

ESEMPIO
Un lavoratore iscritto al Fondo pensioni lavoratori dipendenti con una retribuzione lorda (imponibile previdenziale) di € 40.000, il quale intenda riscattare 4 anni di laurea, dovrà pagare una cifra complessiva (eventualmente rateizzabile) pari a: € 40.000 X 33% =€ 13.200 X 4 anni = € 52.800

Il simulatore sul sito dell’INPS consente anche per questi casi un calcolo orientativo.

LA NUOVA POSSIBILITÀ DI RISCATTO AGEVOLATO
La legge 28 marzo 2019, n. 26 (che ha convertito, con modifiche, il D.L. n. 4/2019) ha introdotto a partire dal 30 marzo 2019 una ulteriore facoltà di riscatto riservata ai periodi dei corsi di studi che si collochino nel sistema contributivo, con costi mediamente ridotti rispetto a quelli previsti in base alla modalità “tradizionale” (illustrata ai paragrafi precedenti).
Come già precisato rientrano nel sistema di calcolo contributivo i periodi:

  • successivi al 31.12.1995, se a tale data il richiedente non aveva maturato 18 anni di contribuzione;
  • successivi al 31.12.2011, nei casi in cui il richiedente aveva maturato 18 anni di contribuzione al 31.12.1995.

Qualora ci si avvalga di questa opzione (che dalla conversione in legge del decreto non è più soggetta ad alcun limite di età del richiedente) l’onere per ogni anno di riscatto è determinato sulla base del minimale degli artigiani e commercianti vigente nell’anno di presentazione della domanda moltiplicato per l’aliquota del 33%.

Per le domande presentate nel 2019, il costo per riscattare ciascun anno di corso è pari a € 5.239,74.

RATEIZZAZIONE
In tutti i casi il versamento può essere effettuato in unica soluzione o in alternativa frazionandolo in massimo 120 rate mensili (quindi per una durata massima di 10 anni) senza l’applicazione di interessi per la rateizzazione.

 

EFFETTI SUL DIRITTO E SULLA MISURA DELLA PENSIONE

Il riscatto della laurea, sia tradizionale che agevolato, produce effetti sia ai fini della data in cui si maturerà il requisito pensionistico (perché aumenta l’anzianità contributiva), sia ai fini della misura della pensione (perché l’onere pagato entrerà nel computo dell’ammontare della pensione). Ovviamente dato che l’incremento della pensione sarà commisurato all’onere pagato, il riscatto agevolato rispetto a quello tradizionale determinerà un vantaggio minore dal punto di vista dell’incremento dell’assegno pensionistico, mentre, a parità di anni riscattati, la data del pensionamento verrà anticipata per un periodo di pari durata.

 

BENEFICI FISCALI

Il contributo è fiscalmente deducibile dall’interessato. Ne deriva che il risparmio, per quanto riguarda l’IRPEF ordinaria, è indicativamente pari all’onere da riscatto versato nell’anno moltiplicato per l’aliquota marginale (o a quella immediatamente inferiore).
Per esempio, un lavoratore con un imponibile IRPEF di € 35.000 che versasse nell’anno rate per il riscatto per complessivi € 3.000, risparmierà € 1.180 di IRPEF ordinaria: inoltre in conseguenza dell’imponibile IRPEF più basso beneficerà di detrazioni (per lavoro dipendente ed eventuali carichi famigliari) maggiori e pagherà addizionali (regionale e comunale) più contenute.
Nel caso in cui il richiedente non avesse un reddito personale (perché ha perso il lavoro o perché non ha mai prestato attività lavorativa: per quest’ultima ipotesi v. anche il paragrafo successivo), il contributo può essere detratto nella misura del 19% dall’imposta dovuta dal/i soggetto/i di cui il laureato fosse fiscalmente a carico (per esempio i genitori).

 

IL RISCATTO DELLA LAUREA RICHIESTO DA SOGGETTI INOCCUPATI

Il riscatto della laurea può essere esercitato anche da soggetti inoccupati non iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza che non abbiano iniziato l’attività lavorativa in Italia o all’estero.
Questa possibilità può riguardare eventuali famigliari che non abbiano mai lavorato: qualora si tratti di familiari fiscalmente a carico si potrà beneficiare di una detrazione del 19% sull’importo versato per il riscatto.
Nei casi di riscatto della laurea richiesto da soggetti inoccupati, l’onere è costituito dal versamento di un contributo, per ogni anno da riscattare, pari, per le domande presentate nel 2019, a € 5.239,74.

 

LA DOMANDA

La domanda deve essere presentata in via telematica, mediante uno dei seguenti canali:

  • WEB, tramite il servizio on-line dedicato, accessibile dal sito www.inps.it (il percorso è: “Prestazioni e Servizi” => “Tutti i servizi” => “Riscatto Laurea”) mediante l’uso del proprio PIN dispositivo1 o della Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o del Sistema Pubblico Identità Digitale (SPID); il servizio mette a
    disposizione un simulatore per il calcolo dell’onere di riscatto che ha valenza orientativa;
  • Patronati – tra cui l’INCA CGIL.

 

A cura della Fisac/Cgil c/o BPER Banca

 




Quanto costa riscattare la tua laurea? Puoi calcolarlo da solo sul sito INPS

Sul Portale INPS è disponibile il simulatore del riscatto di laurea attraverso il quale è possibile calcolare l’ammontare della somma da versare al fondo pensionistico di appartenenza per riscattare gli anni universitari. Grazie a questo strumento l’utente può valutare se valorizzare o meno il periodo del proprio corso di studi ai fini pensionistici.

Possono simulare l’onere di riscatto, per i periodi che si collocano nel sistema contributivo, sia gli iscritti alla gestione privata che a quella pubblica. Per gli iscritti al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti e alle gestioni speciali di artigiani, commercianti, coltivatori diretti e coloni mezzadri, la funzionalità è stata estesa ai periodi collocati nei sistemi retributivo e misto.

Come funziona il simulatore del riscatto di laurea

Per utilizzare il simulatore bisogna accedere al servizio “Riscatto di laurea”, tramite codice PIN, SPID o CNS, e cliccare su “Simulazione calcolo” nel menu a sinistra.

Una volta selezionata la gestione previdenziale per cui si desidera simulare il calcolo, occorre inserire alcuni dati:

  • anno di iscrizione all’università,
  • numero di rate in cui frazionare il pagamento,
  • periodo o periodi da riscattare afferenti lo stesso anno solare.

All’utente viene inoltre richiesto di dichiarare l’esistenza di eventuali periodi di anzianità estera o anteriore al 1° gennaio 1996.

Dopo aver inserito tutti i dati, non resta che cliccare sul pulsante “Calcola l’onere del tuo riscatto di laurea”. Ricordiamo che l’importo è orientativo e potrebbe discostarsi da quello effettivo, comunicato a seguito della presentazione della domanda di riscatto.

In aumento le simulazioni dei riscatti di laurea

Da marzo sono aumentate le simulazioni dei riscatti di laurea da parte degli utenti. Secondo le statistiche (riferite alla sola gestione privata) il picco si è registrato ad aprile. A maggio si è verificato un calo rispetto al mese precedente, ma i valori sono rimasti superiori rispetto a quelli di marzo e soprattutto di febbraio. Le simulazioni più numerose riguardano il regime contributivo.

 

Fonte: www.lentepubblica.it

 

Leggi anche

https://www.fisaccgilaq.it/normativa/agevolazioni-2019-per-il-riscatto-della-laurea.html




Agevolazioni 2019 per il riscatto della laurea

Ai fini della legge 28/03/2019, si possono riscattare:

•i diplomi universitari, i cui corsi non siano stati di durata inferiore a due e superiore a tre anni;
•i diplomi di laurea i cui corsi non siano stati di durata inferiore a quattro e superiore a sei anni;
•i diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;
•i dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge;
•i titoli accademici introdotti dal decreto 3 novembre 1999, n. 509 ovvero Laurea (L), al termine di un corso di durata triennale e Laurea Specialistica (LS), al termine di un corso di durata biennale propedeutico alla laurea.

I periodi che non danno possibilità di riscatto sono quelli:
•di iscrizione fuori corso;
•già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto che sia non solo presso il fondo cui è diretta la domanda stessa, ma anche negli altri regimi previdenziali (Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti, ecc…).

I periodi di studio universitario compiuti all’estero sono riscattabili qualora siano stati riconosciuti da università italiane o, comunque, abbiano valore legale in Italia. Per verifiche più approfondite sul proprio caso specifico si consiglia una consulenza al Patronato INCA, per le sedi fare riferimento al proprio Delegato Sindacale o RSA locale.

 

Il riscatto può riguardare l’intero periodo di studi o singoli periodi.

Il costo del riscatto per il contribuente è detraibile in dichiarazione dei redditi dall’imposta lorda IRPEF al 50% e la detrazione (eventuale credito d’imposta) è ripartita in modo fisso in 5 quote annuali di pari importo, a partire dall’anno di spesa.

N.B.: Il limite alla detraibilità del costo del riscatto è dato dall’ammontare dell’imposta IRPEF pagata annualmente dal contribuente, quindi non si può detrarre la parte eventualmente eccedente tale importo, che si può verificare dal CUD. È fondamentale rivolgersi al Patronato INCA e/o al CAF CGIL di riferimento per tutti i conteggi del caso.

Per calcolare il costo del riscatto l’Inps ha creato un apposito strumento denominato “Riscatto Laurea” sul proprio sito (www.inps.it) e per accedervi bisogna inserire le proprie credenziali di accesso.

Si può scegliere di rateizzare il costo del riscatto, senza tasso di interesse, da un minimo di 1 rata a un massimo di 120 rate.

•La legge di conversione 28 marzo 2019, n. 26 ha eliminato la soglia dell’età anagrafica dei 45 anni per essere ammessi alle nuove modalità di calcolo. Per effetto della modifica, a partire dal 30 marzo 2019, data di entrata in vigore della legge 26/2019, si potrà quindi accedere alla facoltà di riscatto con i nuovi criteri di calcolo indipendentemente dall’età anagrafica posseduta dal richiedente alla data di presentazione della relativa domanda di riscatto, sempre che siano soddisfatti gli ulteriori requisiti prescritti.

Alcune considerazioni finali:

•Il riscatto della laurea serve solo per l’incremento dell’anzianità contributiva, e non per l’incremento dell’assegno pensionistico, quindi gli anni riscattati non daranno vita ad un contributo concreto che alzi l’importo della pensione mensile.

Per poter valutare adeguatamente l’opportunità di effettuare la scelta del riscatto laurea vi invitiamo a rivolgervi al Patronato INCA, presente nella maggior parte delle sedi CGIL.

Maggio 2019

 

A cura del Dipartimento Comunicazione Fisac CGIL del Gruppo Unicredit




Riscatto laurea: la pensione si avvicina ma l’assegno non cresce

Il primo requisito è evidente: non aver compiuto i 45 anni di età. Riscattare gli anni di studio universitari pagando un forfait annuo di poco più di 5mila euro sarà consentito (ammettendone la domanda) fino al compimento del quarantacinquesimo anno di età.

La misura è prevista all’interno del capitolo sulla “pace contributiva” del decretone pensioni-reddito di cittadinanza, che dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale la settimana prossima.

A differenza della “pace contributiva”, la nuova agevolazione sui riscatti della laurea è “stabile” e prevede un costo contenuto. Si tratta di una opzione che non stravolge le forme di riscatto tradizionali – che restano in vita – ma piuttosto aggiunge una possibilità in più, come quella già accessibile a prezzo ridotto a condizione però di non aver mai lavorato prima (per i cosiddetti inoccupati).

 

Riscatto agevolato: l’assegno non cresce

Per chi sta valutando l’ipotesi di chiedere il riscatto agevolato degli anni all’università bisogna però fare attenzione a una condizione: il nuovo riscatto della laurea è valido solo per arrivare prima al traguardo della pensione ma non incide minimamente sulla misura dell’assegno. In altre parole, si recuperano anni per avvicinarsi alla pensione, ma i contributi versati per questi anni non consentono di aumentare l’importo della stessa.

Il primo requisito, come detto, per accedere alla nuova possibilità di riscattare la laurea è quello anagrafico: avere meno di 45 anni di età. Ciò taglia fuori chi aspira a quota 100, perché dovrà aver compiuto, entro il 31 dicembre 2018, 62 anni (e nel 2021 ci sarà un adeguamento alla speranza di vita di circa 3 mesi aggiuntivi).

Il secondo requisito è che il riscatto agevolato è possibile solo per i periodi da valutare con il sistema di calcolo pensionistico contributivo.

Gli eventi riscattabili (laurea e dottorato di ricerca privo di contribuzione) dovranno quindi collocarsi in periodi che per l’assicurato siano di competenza del metodo contributivo.

Chi dunque abbia meno di 45 anni, ma intenda riscattare un periodo anteriore al 1996 che sia di competenza del metodo di calcolo retributivo, non potrà chiedere il riscatto agevolato.

Facciamo due esempi. Per un lavoratore che ha meno di 45 anni e ha studiato all’università cominciando nel 1994 per 4 anni il riscatto potrà essere richiesto in forma agevolata solo per i periodi a partire dal 1° gennaio 1996:  dunque in totale 2 anni e 10 mesi (fine anno accademico a ottobre 1998).
Un lavoratore che studiava negli stessi anni del precedente, ma abbinava agli studi lavoretti stagionali nei mesi di luglio e agosto di ogni estate potrà riscattare solo 2 anni e 4 mesi visto che perde due mesi di riscattabilità nel 1996, 1997 e 1998 e troverà comunque applicazione la regola generale secondo cui non si può riscattare un periodo già coperto da contributi obbligatori.

 

Come si calcola il riscatto

Va sottolineato che nel calcolo del riscatto si parte dal novembre del primo anno di immatricolazione e si va avanti solo del numero di anni della durata legale del corso anche se per arrivare alla laurea vengono impiegati più anni.

Il costo del riscatto agevolato è calcolato con le modalità oggi previste per quello laurea per gli inoccupati: moltiplicando l’aliquota Ivs vigente (33%) per il reddito minimo soggetto a imposizione della Gestione Inps di artigiani e commercianti, pari a 15.710 euro nel 2018, per una spesa di € 5.185 circa per ogni anno riscattato. Un metodo meno costoso di quello tradizionale per i periodi contributivi, che prende invece come riferimento non una base forfettaria ma l’ultima retribuzione imponibile del lavoratore prima della richiesta per applicare la percentuale del 33 per cento.

 

Anche in questo caso facciamo due esempi.

Un lavoratore in regime contributivo, che guadagna circa 40.000 euro lordi con il metodo ordinario pagherebbe poco più di 13mila euro l’anno. Con quelle previste dal decreto pagherà poco più di 5mila euro l’anno.Un lavoratore con 43 anni di età nel 2019 e con uno stipendio di 28mila euro lordi , con cinque anni di studio in ingegneria non riscattati, con le regole ordinarie pagherebbe 46.200 euro complessivi, con il riscatto agevolato spenderebbe 26.200 euro, con un risparmio di circa il 44%.

 

Riscatto della laurea: come fare le simulazioni

Chi è interessato a valutare l’opzione del riscatto può collegarsi al sito dell’Inps, dove con le proprie credenziali, si può accedere a una sezione dedicata al riscatto della laurea e calcolare quanto costerebbe l’operazione con le regole vigenti finora. Il costo dipende da due fattori: il reddito e l’età anagrafica. Il riscatto risulta più conveniente appena terminati gli studi, versando un importo fisso se non si hanno ancora contributi da lavoro. La domanda di riscatto va presentata online, attraverso il sito Inps, utilizzando il proprio Pin personale.

 

Fonte: www.ilsole24ore.it