Il 5 aprile doppio appuntamento in Abruzzo con Maurizio Landini

Si comincia alle ore 10:00 all’Aquila con il convegno “Territori aperti: dai risultati alle sfide future”. Alle ore 15:00 a Teramo Assemblea generale


 

Il 5 aprile sarà una giornata importante per la Cgil Abruzzo Molise. Doppio appuntamento con il segretario generale del sindacato di Corso d’Italia, Maurizio Landini.

Alle ore 10.00, iniziativa presso il Centro congressi “Luigi Zordan” in Piazza San Basilio all’Aquila dal titolo “Territori aperti: dai risultati alle sfide future”. Nel sottotitolo, “Come sviluppare la resilienza dei sistemi territoriali ai disastri”, è chiaro il riferimento al terremoto che colpì la provincia dell’Aquila nella notte del 6 aprile 2009 e del quale quest’anno ricorre il quindicesimo anniversario. Nel corso dell’evento saranno presentati i risultati di oltre cinque anni di attività realizzate nell’ambito del progetto “Territori Aperti”, condiviso con il Comune dell’Aquila e finanziato dal Fondo Territori Lavoro Conoscenza di Cgil Cisl Uil. 


 

Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15.00, Assemblea straordinaria della Cgil Abruzzo Molise presso l’Università degli Studi di Teramo. Al centro della discussione i temi della mobilitazione: sicurezza sul lavoro, sanità, precarietà, fisco e contrattazione.

 




BPER: bene la sede in centro storico, ora aspettiamo le assunzioni

Veder riaprire il portone della storica sede della Cassa di Risparmio, dopo oltre 12 anni di chiusura, è un enorme piacere per chi dal 2009 sogna di ritrovare un centro storico brulicante di vita.

Bisogna dare merito alla BPER per la scelta di essere presente in pieno centro: una scelta per niente scontata, come dimostrano altri istituti di credito, con sedi storicamente ubicate lungo l’asse centrale che – almeno per il momento – hanno preso decisioni diverse.

Nonostante ciò, riteniamo sia sbagliato parlare di riapertura, per vari motivi. Il primo è fin troppo banale ed evidente: in quei locali, fino al 6 aprile 2009, operava un’altra banca, che si chiamava in un altro modo.

Non è solo una questione di insegna. La vecchia Carispaq era la testimonianza di un mondo comunque destinato a finire: quello delle banche locali, di un reale legame con il territorio. Un mondo in cui anche nel rapporto con le banche la componente umana aveva un ruolo fondamentale.

Partendo da questa considerazione, intendiamo prendere spunto da quella che è una notizia estremamente positiva per la città ed il circondario per fare alcune riflessioni sull’attuale sistema bancario nel suo complesso.

In questi anni il sistema economico sta cambiando rapidamente. Le banche, che fino a qualche decennio fa facevano a gara per aprire nuove filiali e portarle sotto casa dei clienti, oggi fanno a gara per chiudere gli sportelli, incuranti del fatto che così facendo si contribuisce in modo determinante allo spopolamento di intere aree del paese, escludendo dai servizi bancari tutte le fasce di popolazione “fragili” che per tanti motivi possono avere difficoltà ad accedere ai servizi online. Gli istituti creditizi giustificano queste scelte con il progresso e la digitalizzazione, quando in realtà l’unica molla che spinge a tagliare sedi e dipendenti è la ricerca spasmodica del profitto. Una logica che mal si concilia con la responsabilità sociale d’impresa, che pure dovrebbe rappresentare un obbligo morale per chi si trova a gestire risparmi e finanziamenti di aziende e famiglie, come peraltro prevede l’Art. 47 della Costituzione.

Si tratta di un problema particolarmente grave in una provincia come la nostra, dove ormai due terzi dei comuni sono totalmente sprovvisti di sportelli bancari.

Eppure, in questo mondo che cambia rapidamente in peggio, non si può dire che le banche si comportino peggio delle altre aziende. In nome del guadagno esasperato e senza regole, molte aziende pretendono il taglio di lacci e laccioli finendo col tagliare anche i cavi delle funivie, reclamano senza vergogna il diritto di schiavizzare degli esseri umani facendoli lavorare senza regole e sicurezza pagandoli meno di un sussidio di povertà, cospargono le campagne di fanghi tossici perché intossicare chi mangerà i prodotti di quelle terre costa meno che smaltire correttamente i residui chimici… e l’elenco potrebbe continuare a lungo.

In questo contesto, non sono probabilmente le banche a comportarsi nel modo più spregiudicato. Ed è giusto anche ricordare che la Carispaq è stata la più fortunata tra le Casse di Risparmio abruzzesi, avendo trovato un acquirente solido che ha comunque assicurato a dipendenti e clienti prospettive decisamente migliori rispetto a quanto è toccato ad altri istituti.

Fino a qualche anno fa, entrare in una qualsiasi banca della nostra Provincia significava accedere in un ambiente non troppo illuminato, spesso caotico con il chiacchiericcio delle tante persone in fila. Un posto in cui una richiesta di prestito veniva valutata non in base a freddi algoritmi, ma basandosi sul fatto che il valutatore conosceva tutta la storia della famiglia del richiedente, e ancor prima di guardare i documenti sapeva se si trattava di persona degna di fiducia.

Sono belle le filiali moderne. Luminose e colorate. Poche file, perché in tanti hanno ormai imparato a fare online le loro operazioni, e perché in molti casi si accede per appuntamento. Ambienti ordinati, puliti, che danno un’immediata sensazione di efficienza… ma freddi. Lontani dall’allegro caos che c’era prima del sisma.

Le banche che il terremoto ha chiuso a forza erano ancora incentrate sulle persone, sulle relazioni umane.
Quelle che progressivamente le hanno sostituite sono basate sulle pressioni commerciali,
con il cliente che non viene più ascoltato ma “pesato” in base al numero di prodotti che ha acquistato e che possono ancora essergli venduti, ed i lavoratori che vengono vessati, intimiditi e mortificati per spingerli a “vendere vendere vendere”, in una illimitata rincorsa al profitto.

Le banche di oggi non sono quelle che c’erano prima del sisma. Sono due mondi diversi, in periodi storici molto più distanti fra loro di quanto il banale conteggio degli anni farebbe immaginare.

Torniamo alla BPER. In occasione dell’apertura della nuova Sede, il comunicato stampa della Direzione Regionale Abruzzo e Molise ha parlato del “piacere di contribuire in modo concreto al rilancio della città”. Un piacere che condividiamo e che accogliamo con soddisfazione, in un momento in cui la banca ha una grande opportunità per dimostrare che la nostra Città, la nostra Provincia, sono davvero importanti.

Il piano industriale 2019-2021 prevedeva infatti, a fronte di una serie di prepensionamenti, nuove assunzioni nella misura di una ogni 5 uscite. Nella Provincia dell’Aquila sono stati oltre 30 i lavoratori cessati, a fronte dei quali ci sono state due sole assunzioni: per questo, la Bper dovrebbe ancora procedere all’assunzione di 4 giovani.

Siamo fiduciosi nel fatto che la banca non vorrà penalizzare ulteriormente la Provincia dell’Aquila, dimostrando in questo modo che la vicinanza al territorio non è solo lo slogan per uno spot pubblicitario.

L’Aquila, 19/7/2021

FRANCESCO MARRELLI
SEGRETARIO GENERALE
CDLT PROVINCIA DELL’AQUILA

LUCA COPERSINI
SEGRETARIO PROVINCIALE
FISAC/CGIL L’AQUILA

 




L’Aquila: BPER apre un bancomat sotto i portici

Una nuova luce illumina da qualche giorno i portici, appena riaperti dopo la ristrutturazione post sisma, del palazzo ex Carispaq in corso Vittorio Emanuele.

Da qualche giorno è stato infatti aperto un bancomat della Bper (ex Carispaq).

 

Fonte: Il Centro

 




Banca Credem apre in Piazza Duomo

Dopo quasi 11 anni dal terremoto del 6 aprile 2009, Credem torna nel centro storico. Oggi riapre la nuova filiale dell’istituto, decimo gruppo bancario italiano, presente su tutto il territorio nazionale con oltre 600 tra filiali, centri imprese, centri small business, negozi finanziari e quasi 1,2 milioni di clienti.

La filiale occupa il piano terra ed una parte del primo piano di Palazzo Betti in piazza Duomo 62, rinnovando una tradizione che ha visto per decenni l’utilizzo dell’edificio come filiale bancaria: è stato infatti per lungo tempo la storica sede della Banca di Roma.

Il palazzo risale alla seconda metà dell’Ottocento, quando fu costruito in stile neorinascimentale per volontà dell’avvocato toscano Gustavo Betti, operante nel settore del commercio. L’edificio fu oggetto di ammodernamenti negli anni trenta del Novecento, con la creazione degli ingressi sulle vie laterali. A causa dei danni subiti con il terremoto del 2009 l’edificio è stato sottoposta a un lungo intervento di restauro, da poco ultimato.
Sul selciato esterno al palazzo, in corrispondenza dell’entrata, è stata collocata una pietra d’inciampo in ricordo di Giulio Della Pergola, ebreo aquilano arrestato e deportato ad Auschwitz

Fino al terremoto la filiale era ubicata nei pressi della Basilica di San Bernardino. A seguito del sisma era stata trasferita nella periferia ovest della città.. La filiale,  aperta dal 2003, presenta un organico di 11 persone oltre a tre consulenti finanziari.

Per il direttore territoriale Luca Antonio Trotta, tornare in città ha un valore non solo simbolico. Trotta si è detto convinto che il territorio aquilano abbia grandi potenzialità per la vivacità economica e sociale che dimostra.




Si lamentano i clienti BPER: ”Accrediti in ritardo da quando Ufficio Sisma è a Modena”

“E’ inaccettabile che una banca impieghi tutto questo tempo ad accreditare al beneficiario una somma sul suo conto corrente”.

Lo sfogo è di un imprenditrice aquilana, che chiede di rimanere anonima, che accusa di “ingiustificati ritardi”, la banca Bper, relativi ad un pagamento di circa 100 mila euro di uno stato avanzamento lavori, atteso da una settimana, relativo a lavori di ricostruzione post sismica di un edificio nel quartiere di Pile. Tenuto conto che il presidente di consorzio aveva fatto il bonifico il 27 settembre, e che i tempi normali di accredito non superano i due giorni. E sostiene l’imprenditrice, il ritardo non e’ casuale per quanto riguarda i pagamenti relativi alla ricostruzione post-sismica.

La Bper infatti ha sede a Modena, e nel giugno 2013 ha assorbito la storica banca del capoluogo Carispaq, trasferendo poi a gennaio di quest’anno, tra le polemiche, anche l’ufficio Ricostruzione che, dal 2009 ad oggi, ha gestito buona parte delle pratiche relative all’erogazione dei finanziamenti statali per la ristrutturazione degli edifici danneggiati del cratere sismico.

E l’episodio denunciato potrebbe avere a che fare proprio con questi trasferimenti dei centri decisionali, tanto che l’imprenditore assicura che “Il nostro caso non è affatto isolato”.

“Per noi che siamo una piccola impresa – protesta l’imprenditore -, è assolutamente urgente ricevere sul conto corrente quei 100 mila euro. Dobbiamo pagare infatti i fornitori e subappaltatori”.
Del resto – si osserva – la pratica di pagamento era stata già passata al vaglio dell’Ufficio ricostruzione del Comune dell’Aquila, e regolarmente autorizzata.

“Non è la prima volta che accade – rivela infine l’imprenditore – anzi accade con regolarità da quando la Bper ha accentrato tutto a Modena. E infatti la spiegazione che ci hanno dato di questi ritardi è proprio che a Modena devono verificare le fatture. Facciano pure con comodo, ma ricordo che per noi imprese, se c’è un pagamento da effettuare, talvolta non ci concedono nemmeno un giorno di ritardo”.

A protestare con veemenza contro il trasferimento dell’uffico sisma della Bper a Modena era stata a gennaio la Fisac Cgil.

“Non ha alcun senso – questo il passaggio saliente di una loro nota – , dopo aver costruito all’Aquila, in quasi dieci anni di esperienza, un bagaglio di competenze tali da divenire un punto di riferimento per l’intero territorio, disperderlo per ripartire da zero da un’altra parte. E’ evidentemente una scelta che non va nella direzione dell’efficienza, ma risponde a logiche differenti, che non riusciamo a comprendere”.

Fonte: AbruzzoWeb

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https://www.fisaccgilaq.it/banche/bper/la-triste-storia-dellufficio-ricostruzione-bper.html




Montereale, 27/9 ore 11.30: inaugurazione Municipio e asilo ricostruiti grazie a finanziamento Prosolidar

L’inaugurazione della nuova struttura antisismica rappresenta una tappa importante sulla difficile strada della ricostruzione dopo i terremoti del Centro Italia del 2016 e 2017. Al tempo stesso si tratta di un’occasione che deve inorgoglire tutti i lavoratori del settore del credito.

 

COS’E’ LA FONDAZIONE PROSOLIDAR?

E’ un Ente bilaterale, costituito per iniziativa del Fondo nazionale del settore del credito per progetti di solidarietà- Onlus, dal quale ha ereditato il patrimonio culturale ed i principi fondativi. E’ riconosciuta come Onlus ed opera in Italia e nel mondo.
All’interno della Fondazione Prosolidar sono presenti pariteticamente tutte le Organizzazioni Sindacali del settore, tutte le banche aderenti all’ABI e la stessa Associazione Bancaria Italiana.

 

CHI FINANZIA LA FONDAZIONE PROSOLIDAR?

La fondazione rappresenta la prima – ed al momento anche l’unica – esperienza a livello internazionale di ente voluto dalle parti in un accordo collettivo, e finanziato dai lavoratori del settore con un contributo poco più che simbolico, pari ad € 6 annui. Le Aziende di credito contribuiscono a loro volta con un importo analogo. La contribuzione è volontaria; attualmente la percentuale di adesione dei lavoratori del settore del credito è del 67%.

Per conoscere i progetti che la Fondazione Prosolidar sta portando avanti e quelli conclusi è sufficiente andare sul sito www.fondazioneprosolidar.org. Come si potrà facilmente verificare, i fondi vengono gestiti all’insegna della massima trasparenza.

Quella che sarà inaugurata il prossimo 27 settembre non rappresenta la prima realizzazione della Fondazione nei territori del cratere. I precedenti interventi sono stati:

  • Ricostruzione scuola per l’infanzia di Norcia, inaugurata il 22/12/2016
  • Centro aggregativo di Montereale, inaugurato il 1/06/2018

Questi interventi si aggiungono a quelli già effettuati in occasione del terremoto dell’Aquila nel 2009, quando la Fondazione Prosolidar contribuì in modo determinante alla realizzazione di diversi progetti tra cui ricordiamo la costruzione del PalaAngeli Prosolidar, del Centro Anziani di Paganica e l’acquisto della Sede dell’Unione Italiana Ciechi.

Si tratta di risultati ottenuti grazie al contributo delle Aziende e dei lavoratori del credito, che tuttavia spesso non ricordano nemmeno di aver contribuito alle iniziative di solidarietà.

Per questo invitiamo tutti i lavoratori che potranno essere presenti a partecipare alla cerimonia d’inaugurazione; ma soprattutto chiediamo a tutti i lavoratori di verificare di aver dato il loro assenso alla trattenuta annuale di € 6 e, in caso non lo avessero ancora fatto, di dare anche loro il loro piccolo (l’equivalente di mezzo caffè al mese) ma importantissimo contributo.

 

Fabi          First/Cisl          Fisac/Cgil          Uilca          Unisin

 

Scarica il volantino

 




Banche: in Abruzzo persi 736 posti in 3 anni, male la Provincia dell’Aquila.

L’andamento dell’occupazione nel settore bancario nella Regione Abruzzo presenta un trend discendente ormai da oltre un decennio; negli ultimi anni tale tendenza si è accentuata in modo drammatico. Infatti, nel triennio 2015-2017 il numero complessivo dei bancari si è ridotto di 736 unità, pari al 17% degli occupati.

Per quanto concerne la nostra Provincia è doveroso specificare che subito dopo il sisma l’occupazione nel settore bancario aveva fatto registrare un forte incremento in provincia dell’Aquila, quantificabile all’incirca nel 34% degli impiegati totali, soprattutto a seguito della scelta del Gruppo Intesa Sanpaolo di aprire un centro di Back Office nel Capoluogo. I livelli occupazionali sono rimasti praticamente stabili per tre anni toccando un massimo di 1.071 addetti, salvo poi subire un brusco calo tra il 2011 ed il 2013: una perdita di 190 posti di lavoro, pari al 17% in soli due anni.
Due le cause di questo calo: il progressivo disimpegno degli istituti da un territorio che i danni del sisma avevano reso meno allettante dal punto di vista economico, ma soprattutto l’incorporazione della storica banca locale, la Carispaq, all’interno della BPER.
Lo stesso Gruppo Intesa Sanpaolo ha progressivamente ridimensionato la sua presenza sul territorio.
Se guardiamo quindi l’andamento degli impiegati nel settore a partire dal 2010 al 2017, rileviamo una perdita complessiva di 294 posti di lavoro, pari al 27% del totale, con una media annua del 3,4% degli addetti, più che doppia di quella rilevata a livello nazionale (1,5% nel medesimo periodo).

Avendo chiarito che i dati nella nostra Provincia sono tutt’altro che confortanti, non possiamo fare a meno di esprimere forte preoccupazione per ciò che succederà in futuro.
Tutti i grandi gruppi bancari stanno programmando chiusure di sportelli ed ulteriori tagli di personale: in un territorio come il nostro, dove esistono numerosi comuni siti in zone montane o comunque logisticamente svantaggiate, il rischio che molte delle chiusure vadano a penalizzare le aree interne è estremamente concreto.
Dobbiamo rilevare come anche nel Capoluogo la riduzione di sportelli si sia fatta sensibile: se la chiusura delle sedi danneggiate dal sisma aveva dato modo di ridurre sensibilmente il numero di filiali (e spicca la scelta di Intesa Sanpaolo, che concentrò in una sola sede i 5 sportelli preesistenti), altrettanto sta avvenendo con il lento ritorno nel centro cittadino degli Istituti bancari: un esempio è rappresentato dal Monte Paschi di Siena, che è appena tornato nella storica sede chiudendo però le due filiali che avevano operato fino al giorno prima.

Ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dalla riforma delle BCC e dai processi di aggregazione che inizieranno dal prossimo anno. Ad oggi la BCC di Roma rappresenta una delle più importanti realtà occupazionali del settore bancario nella nostra Provincia: abbiamo avuto modo di verificare nel recente passato quanto pesante sia stato il costo da pagare in termini di occupati totali in occasione dell’incorporazione della Carispaq.

La riforma delle BCC potrebbe avere un’ulteriore conseguenza negativa. La Regione Abruzzo, a differenza di quanto avvenuto nelle altre regioni dove la Banca d’Italia ha conservato un’unica filiale posta nella città capoluogo, vanta ad oggi due sedi dell’Istituto di Vigilanza: quella dell’Aquila e quella di Pescara. Il venir meno di tante piccole BCC ridurrà notevolmente gli adempimenti svolti dalla filali della Banca d’Italia, con il rischio più che concreto di chiudere almeno una delle due sedi presenti in Regione.

Il progressivo smantellamento della rete fisica di sportelli ha come unico scopo la massimizzazione dei profitti delle banche; contrariamente a quanto affermato dal top management degli istituti di credito non è una scelta che va incontro alle esigenze della clientela
Chiudere le filiali significa isolare i piccoli comuni, i cui abitanti rischiano di dover percorrere decine di chilometri anche per un piccolo prelievo.
Significa emarginare un’intera fascia di popolazione, che per varie ragioni ha difficoltà nell’accesso e nell’utilizzo della rete internet, privandola di molti servizi bancari.
Significa disumanizzare alcuni processi, come ad esempio la concessione di prestiti, trasformandoli in freddi algoritmi senza nessuna possibilità di colloquio tra cliente ed impiegato.

In una Provincia che non riesce ancora a superare i traumi dovuti agli eventi sismici che l’hanno colpita negli ultimi anni, significa creare ulteriori ostacoli ad una rinascita che appare sempre più problematica.

Un’ultima considerazione: con i suoi 20.946 euro procapite, L’Aquila è la prima provincia d’Abruzzo per ammontare dei depositi bancari e postali, leggermente al di sotto della media nazionale (€ 21.460) ma al terzo posto in tutto il centro-sud dopo Roma e Avellino. Questo renderebbe la nostra provincia meritevole di altre attenzioni e di un miglior presidio del territorio da parte delle le grandi banche nazionali, che spesso si limitano invece a vederla come una zona in cui venire a raccogliere soldi destinati ad essere impiegati in altre Regioni




MPS: inaugurazione ufficiale della filiale aquilana

Banca Monte dei Paschi di Siena torna operativa negli storici locali di Corso Federico II, nel centro dell’Aquila. Dopo un intenso lavoro di recupero e ristrutturazione, Mps riapre al pubblico gli uffici al piano terra del palazzo del Grand Hotel, originaria sede della banca senese fin dal 1979, inaugurata oggi con una veste completamente rinnovata nel layout, più interattiva e fruibile, secondo i più moderni standard di accessibilità e funzionalità.

All’inaugurazione hanno preso parte i vertici di Monte dei Paschi dell’Area Territoriale Centro e Sardegna con il general manager Serafina PalopoliStefano Simi, titolare della filiale L’Aquila di Banca Mps, il responsabile risorse umane Giampaolo Casolaro, il responsabile organizzazione Giacomo Vasaturo, il direttore territoriale retail Rosalba Diodato e i colleghi della filiale. Presenti inoltre le istituzioni cittadine con il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, i Vigili del Fuoco e il Parroco della Cattedrale Mons. Renzo D’Ascenzo, oltre ai dipendenti e ai clienti.

Prima del consueto taglio del nastro, affidato al sindaco Biondi, Don Renzo ha impartito la benedizione e, nel rivolgere un breve saluto ai presenti, ha inteso sottolineare l’importanza dell’accoglienza, un valore imprescindibile per realizzare qualsiasi pogetto, anche di impresa. “Quando si parla di benedizione -le parole di Don Renzo- dobbiamo restituire a questa parola il significato teologico. E’ importante che la banca sia accogliente -ha sottolineato- perchè chi entra ha bisogno dell’accoglienza e l’accoglienza ha una valenza evangelica. L’accoglienza è tutto -ha ribadito- e quando non accogliamo mettiamo in grave disagio l’altro. L’auspicio è che questa banca sia accogliente e onesta e illuminata dall’etica e dalla volontà di Dio che è vicino a coloro che si rivolgono a tutti e, soprattutto, a coloro che accolgono tutti“.

Concetto ribadito e condiviso anche dalla general manager Serafina Palopoli. “Ringrazio Don Renzo per le bellissime parole -ha affermato- Da sempre rivolgiamo grandissima attenzione al valore dell’accoglienza, all’importanza di rivolgersi a tutti, valori alla base delle comunità e che anche le istituzioni finanziarie hanno il compito di tenere ben presente nel modo di fare impresa”.

“La riapertura della filiale nel centro storico dell’Aquila ha diversi significati – ha aggiunto Palopoli – Il primo è prettamente emotivo: abbiamo aperto questa fliale quaranta anni fa e oggi continuiamo investire ancora sull’Aquila, nonostante la presenza di piani indistriali e di ristrutturazione che, nel settore bancario, prevedono la chiusura delle filiali e il ridimensionamento della presenza fisica. Questo territorio merita la nostra presenza, e questa Banca intende parteicipare attivamente al processo di ricostruzione fisica e sociale della città”.

Di segnale di vicinanza al territorio da parte del Monte dei Paschi e del contributo concreto che si intende dare alla rinascita dell’Aquila, ha parlato anche Stefano Simi, titolare della filiale. “Mps ha una presenza storica e radicata sul territorio aquilano ed è tra i primi istituti di credito a riaprire gli sportelli all’interno delle mura cittadine – ha commentato Simi– dimostrando la vicinanza alla comunità locale e l’attenzione da sempre posta alle istanze che vengono dalle persone e dal tessuto produttivo e imprenditoriale. E’ una vera soddisfazione, quindi, poter condividere con cittadini e clienti l’inaugurazione della nostra sede dopo un periodo lungo e complicato per tutta la popolazione. Speriamo di poter lanciare così un messaggio positivo alla città e fornire un supporto concreto per la sua crescita”.

Quindi, il sindaco Biondi. “La ricostruzione dell’Aquila -ha affermato- che non è solo la ricostruzione del luogo ma anche del genius loci, e quindi dei sentimenti di legame comunitario che fanno la fortuna o la sfortuna, la ricostruzione è un impegno collettivo non solo delle isituzioni, che hanno un ruolo preponderante, che chiama in causa tutti i protagonisti, dalle forza sociali alle associazioni ai cittadini e anche gli istituti di credito, come il Monte dei Paschi di Siena. Rientrare in centro -ha concluso- è un segnale importante”.

Biondi ha concluso il suo discorso con un importante annuncio. “Entro domani -ha affermato- la struttura di missione sbloccherà il fondo da 10 milioni di euro che, nell’ambito della programmazione Restart, abbiamo destinato al sostegno e all’accesso al credito da parte, soprattutto, delle piccole imprese che hanno difficoltà a fornire le garanzie. Le risorse verranno gestite la finanziaria regionale abruzzese che oggi è stata trasformata in una società in house. Anche voi sarete chiamati a dare il vostro contributo al sostegno finanziario delle inziative economiche e imprenditoriali che in questo territorio sono numerose”.

La filiale de L’Aquila di Corso Federico II conta un organico di 20 risorse e offre servizi per le aziende, gli investimenti, due sportelli e una linea dedicata alla consulenza e clientela generica. Complessivamente Banca Monte dei Paschi conta 31 filiali, 1 centro private e 3 centri pmi distribuiti sul territorio abruzzese.

 

Fonte: www.newstown.it

 

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https://www.fisaccgilaq.it/bcc/mps-torna-nella-storica-sede-aquilana-ma-ne-chiude-due.html




MPS torna nella storica sede aquilana (ma ne chiude due)

Dopo dieci anni dal sisma, la banca Monte dei Paschi di Siena torna in centro. Da lunedì sarà operativa la filiale di corso Federico II, sede storica dell’istituto bancario toscano, che l’ha acquisita nel lontano 1979.
«Una scelta fortemente voluta, per dare un segnale importante alla città»: così l’ha definita il direttore Mps dell’Aquila, Stefano Simi, che ha invitato le altre realtà creditizie che operano sul territorio «a seguire la stessa strada».

Le banche, dunque, stanno tornando in centro: lo scorso anno la Banca di credito cooperativo del Gran Sasso d’Italia ha inaugurato la filiale aquilana su via XX Settembre, in una zona più periferica. Di recente, anche la Fondazione Carispaq ha ripreso possesso della vecchia sede, nel palazzo dei Combattenti, alla Fontana Luminosa, ma senza sportello Bper. In centro anche Banca Intesa e la Carichieti è lì da anni,

SCELTA IDENTITARIA. «Da un anno e mezzo dirigo la filiale Mps di viale Corrado IV, dove per un decennio ha trovato una collocazione provvisoria l’agenzia di corso Federico II», spiega Simi, «ho conosciuto L’Aquila prima del sisma, era una bellissima città. Mi dispiace constatare come ancora non riprenda la sua piena funzionalità. Penso al centro storico, dove stanno aprendo bar, pub, ristoranti e anche molti negozi. Ultimamente si è vista una spinta propulsiva, ma gli esercizi commerciali sono alle prese con mille difficoltà. Il centro storico deve tornare ad essere attrattore e le banche devono dare un segnale concreto, di partecipazione a questa rinascita».

I NUMERI MPS. Monte dei Paschi di Siena è presente all’Aquila da 40 anni (l’anniversario dell’inaugurazione della prima agenzia cade a settembre). Tre le filiali attive sul territorio: corso Federico II, al piano terra del palazzo del Grand Hotel, che ingloberà anche la filiale della Fontana Luminosa, operativa fino al 31 dicembre scorso, Paganica e Barisciano. 27 i dipendenti totali, di cui 20 nell’agenzia principale in centro, 4 a Paganica e 3 a Barisciano.

INAUGURAZIONE A FEBBRAIO. Il trasloco è stato fatto, in tutta fretta ieri per consentire la piena operatività degli sportelli Mps a partire da lunedì, ma l’inaugurazione ufficiale è prevista a febbraio.
«Sarà una cerimonia di apertura alla città», sottolinea Simi, «con la partecipazione del management nazionale e delle istituzioni locali, con l’intento di lanciare un preciso messaggio e dire agli aquilani: noi ci siamo. Un segnale vero di appartenenza e vicinanza alla comunità locale, oltre che di partecipazione attiva alla rinascita economica e sociale del territorio». «Monte dei Paschi di Siena è tra le prime banche a riaprire gli sportelli in centro», dichiara Simi, «mi sento di dover lanciare un appello anche agli altri istituti di credito perché seguano il nostro esempio e tornino all’interno delle mura cittadine, per dare sostegno e supporto alla ripresa delle attività produttive».

 

Fonte: www.ilcentro.it