Alluvioni: i Sindacati chiedono lavoro agile e sospensione mutui

Garantire alle lavoratrici e ai lavoratori il lavoro agile, così come di fruire di permessi retribuiti per calamità, e la necessità che le aziende prevedano anche la possibilità di rateizzazioni e/o sospensioni di mutui e prestiti per gli stessi motivi. Così in una lettera all’Abi, nello specifico alla presidente del Casl, Ilaria Dalla Riva, i segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Susy Esposito, Fulvio Furlan ed Emilio Contrasto, in ragione dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna e le Marche.

“Vista la portata dei tragici effetti che sta provocando l’eccezionale ondata di maltempo in Emilia-Romagna e Marche – scrivono -, con la presente siamo a richiedervi di invitare le vostre associate a riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori delle zone alluvionate la possibilità di svolgere la loro attività in modalità di ‘lavoro agile’ e/o di fruire di permessi retribuiti per calamità”.

Inoltre, proseguono, “vi evidenziamo la necessità che le aziende prevedano anche la possibilità di rateizzazioni e/o sospensioni di mutui e prestiti per gli stessi motivi. Restiamo in attesa di un vostro sollecito e positivo riscontro affinché le persone possano affrontare questo difficile momento con la giusta serenità”, concludono.


La Lettera ad ABI

3 - Fisac Cgil

Spettabile ABI

c.a. Dott.ssa Ilaria Dalla Riva
Presidente CASL

c.a. Dott. Stefano Bottino Dott. Vittorio Cianchi
Ufficio Relazioni Sindacali

Roma, 17 maggio 2023

Oggetto: Emergenza alluvione Emilia Romagna e Marche

Vista la portata dei tragici effetti che sta provocando l’eccezionale ondata di maltempo in Emilia-Romagna e Marche, con la presente siamo a richiedervi di invitare le vostre associate a riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori delle zone alluvionate la possibilità di svolgere la loro attività in modalità di “lavoro agile” e/o di fruire di permessi retribuiti per calamità.

Inoltre, vi evidenziamo la necessità che le aziende prevedano anche la possibilità di rateizzazioni e/o sospensioni di mutui e prestiti per gli stessi motivi.

Restiamo in attesa di un vostro sollecito e positivo riscontro affinché le persone possano affrontare questo difficile momento con la giusta serenità.

Distinti saluti.

I Segretari Generali di:
Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin


Lettera a Riscossione Tributi

3 - Fisac Cgil

Spett.le Agenzia delle entrate – Riscossione

c.a. Responsabile Risorse Umane e Organizzazione
Dott. Massimo Pinzarrone

Oggetto: Emergenza alluvione Emilia Romagna e Marche

Vista la portata dei tragici effetti che sta provocando l’eccezionale ondata di maltempo in Emilia Romagna e Marche, con la presente siamo a richiedervi di riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori delle zone alluvionate la possibilità di svolgere la loro attività in modalità di “lavoro agile”.

Restiamo in attesa di un Vostro sollecito e positivo riscontro affinché i colleghi possano affrontare questo difficile momento con la giusta serenità.

Distinti saluti.

Roma, 17 Maggio 2023

Le Segreterie Nazionali del Settore della riscossione


Lettera ad ANIA

3 - Fisac Cgil

Spett.le ANIA c.a. Dott.ssa Maria Emanuela Basti
Responsabile Relazioni Industriali

In questi giorni in molte zone del Paese le condizioni atmosferiche conseguenti al “climate change” stanno rendendo difficoltosa e spesso impossibile la mobilità territoriale . In molte realtà lavorative si sta provvedendo a collocare in “Smart working “ lavoratrici e lavoratori in modo da rendere meno problematici gli spostamenti in in quelle zone.
Le OO.SS chiedono all’Ania di dare urgentemente indicazioni omogenee che vadano in questa direzione a tutti i suoi associati.

Distinti saluti.

Roma 17 maggio 2023.

Le Segreteria Nazionali
First Cisl, Fisac Cgil, FNA, SNFIA e Uilca




Rinnovo CCNL ABI, le richieste dei Sindacati: aumenti, smart working e 35 ore

Aumenti retributivi, riduzione dell’orario a 35 ore settimanali e norme ulteriori sul lavoro da remoto.

Questi alcuni dei principali punti della piattaforma unitaria approvata oggi dai segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Susy Esposito, Fulvio Furlan ed Emilio Contrasto.

La piattaforma verrà sottoposta, nelle prossime settimane, al vaglio delle assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori.
In particolare si richiede aumento retributivo di 435 euro su base mensile per la figura di riferimento (con relativo adeguamento anche sulle altre voci economiche) e ripristino del calcolo pieno del trattamento di fine rapporto (Tfr).

Riduzione dell’orario di lavoro standard a 35 ore settimanali (oggi 37:30), quindi si chiedono 30 minuti giornalieri in meno (poi da adattare per i turni 4×9 e 6X6).

Richiesta anche di allargare l’area contrattuale per estendere il perimetro di applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro (in particolare, superamento comma 6 dell’art. 1) e introdurre dei limiti certi alle attività appaltabili/accessorie.

Reintegra nel caso di licenziamenti ingiustificati (ex art. 18 statuto dei lavoratori). Si chiede poi di normare ulteriormente il lavoro da remoto per evitare abusi (telelavoro e smart working).

Estensione delle funzioni della “cabina di regia” per aggiornare il Ccnl in caso di innovazioni, ma anche per evitare deroghe e fughe in avanti da parte dei gruppi. Si chiede anche di “introdurre una serie di momenti di confronto con le organizzazioni sindacali per provare ad intervenire sull’organizzazione del lavoro ed incidere sulla situazione dei carichi di lavoro e la carenza degli organici. Maggiori tutele in materia di obblighi del personale e procedimenti disciplinari (anche con contrasto ad esempio dei codici di condotta unilaterali)”.

 

Fonte: Ansa

 

Scarica il testo della piattaforma




Segretari Generali: incontro con ABI su emergenza Covid, le novità

3 - Fisac Cgil

Dichiarazione congiunta di:
Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Nino Baseotto, Fulvio Furlan e Emilio Contrasto
Segretari Generali di FABI, FIRST CISL, FISAC CGIL, UILCA UIL, UNISIN
a proposito dell’incontro odierno con ABI

 

L’incontro che abbiamo avuto oggi con ABI si è concluso in modo positivo.

Le disponibilità e le convergenze già acquisite sono importanti: ripristino di tutte le misure di prevenzione (distanziamento, areazione, sanificazione, gel disinfettante per le mani, mascherine FFP2, ecc.), ricorso al lavoro agile, ruolo degli RLS, sospensione delle attività di formazione in presenza e delle trasferte, garanzia del mantenimento della retribuzione in caso di periodi di quarantena o autosorveglianza, proroga dell’accordo per lo svolgimento delle assemblee in remoto.

Inoltre si è definito l’impegno a incontrarsi nuovamente alla luce del Decreto che il Governo si è impegnato a fare entro il prossimo 23 gennaio: in tale occasione sarà affrontato il tema di come regolare l’accesso alle filiali da parte della clientela (controllo del Green Pass, appuntamenti, ecc.). Tutto ciò sta a dimostrare quanto utile e opportuna sia stata la decisione di FABI, FIRST, FISAC, UILCA e UNISIN di chiedere un incontro urgente ad ABI sulla base di richieste e proposte precise. Abbiamo rappresentato e vogliamo continuare a rappresentare la profonda e diffusa preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori bancari per la pesante recrudescenza del numero dei contagi da Covid-19.

La tutela della salute viene per noi prima di ogni altra considerazione.

Si tratta di non rinviare a domani ciò che è possibile fare subito e di avere la consapevolezza che, nella situazione data, è necessario mettere in campo decisioni e soluzioni chiare ed anche nuove, non limitandosi alla semplice conferma di quanto già in essere.

Il Sindacato unitariamente proseguirà la propria iniziativa, attraverso un rapporto stringente con ABI, unitamente alle più opportune iniziative che via via potranno essere prese a livello aziendale.

Roma, 13 gennaio 2022

 

I Segretari Generali
FABI, FIRST, FISAC, UILCA, UNISIN

 

COVID: le novità introdotte dal Governo a Gennaio 2022




Unicredit-MPS: inaccettabili le indiscrezioni di stampa

2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 6 - Uilca Unisin nuovo logo

Le insistite indiscrezioni di stampa, ancorché non smentite, circa una complessa operazione che prevederebbe, da un lato, lo scorporo di Unicredit Europa da Unicredit Italia e la conseguente acquisizione da parte di quest’ultima di Monte dei Paschi di Siena sollevano dubbi e preoccupazioni nelle lavoratrici, nei lavoratori e nelle Organizzazioni Sindacali di settore. In primo luogo, l’ipotesi di scorporare Unicredit Europa, prevedendo una quotazione in Borsa a Francoforte ed una fusione con un Gruppo bancario europeo, equivarrebbe ad un oggettivo indebolimento del sistema bancario italiano.

In secondo luogo, l’acquisizione di Monte dei Paschi, stando a quanto supposto da vari organi di stampa, comporterebbe un pesante prezzo in termini occupazionali, che graverebbe soprattutto sulla attuale Direzione del Monte a Siena.

Un taglio dell’occupazione che, fra le altre cose, si ipotizza quale principale condizione preliminare affinché Unicredit Italia possa poi procedere all’incorporazione del Monte.

I Segretari generali di FABI, FIRST, FISAC, UILCA e UNISIN considerano inaccettabile una simile eventualità: sia dal punto di vista sociale, sia perché sarebbe gravemente compromesso l’obiettivo di rilancio del Monte dei Paschi, sia – infine – per il ruolo sbagliato e rinunciatario che svolgerebbe nella vicenda lo Stato Italiano che attualmente detiene il 68,25% del capitale dell’Istituto senese e che resterebbe con un solo 5% a  fronte del fatto che dovrebbe provvedere alla preventiva ricapitalizzazione del Monte dei Paschi.

Le Organizzazioni Sindacali ribadiscono il proprio impegno e la propria determinazione ad operare per un reale rilancio del Monte dei Paschi, attraverso una presenza pubblica che sappia esserne motrice, con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio di professionalità e competenze presenti nella più antica Banca italiana, a partire dal mantenimento del nome e della presenza a Siena e sul territorio nazionale.
Non possono essere le lavoratrici e i lavoratori del Monte dei Paschi a pagare per gli errori gravissimi che negli anni sono stati compiuti dal management che si è via via succeduto.

Roma, 4 novembre 2020

I SEGRETARI GENERALI
Nino Baseotto – FISAC CGIL
Lando Maria Sileoni – FABI
Riccardo Colombani – FIRST CISL
Massimo Masi – UILCA
Emilio Contrasto – UNISIN




Esposto dei sindacati contro inaccettabile clima d’odio verso i bancari

2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 6 - Uilca Unisin nuovo logo

Denuncia a tutte le Procure della Repubblica in Italia da parte dei segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin che criticano duramente gli attacchi alla categoria: «Se ci scappa il morto, la responsabilità è della cattiva informazione». Allertato il ministro dell’Interno Lamorgese


Roma, 6 maggio 2020. I segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin – Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Giuliano Calcagni, Massimo Masi ed Emilio Contrasto – presentano un esposto a tutte le Procure della Repubblica in Italia, informando contestualmente il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per denunciare il crescente e inaccettabile clima di odio contro il settore bancario e, in particolare, verso la categoria delle lavoratrici e dei lavoratori delle banche. «Si tratta di un clima di odio pericoloso che trae origine dalla necessità di individuare a tutti i costi un colpevole per i ritardi che si stanno verificando in relazione al decreto liquidità del governo e ai prestiti garantiti dallo Stato, che vengono erogati con alcune difficoltà mai imputabili alle lavoratrici e ai lavoratori bancari. Negli ultimi giorni, l’attenzione di tutti i media su questo argomento è cresciuta sensibilmente e, peggio ancora, vengono diffuse e mandate in onda telefonate registrate con gli operatori bancari, con il solo becero obiettivo di dare la colpa a qualcuno. Se si verificheranno violenze fisiche gravi o, peggio, se ci “scapperà” il morto, la colpa sarà sia di chi ha contribuito a scatenare questo clima d’odio sia di chi fa cattiva informazione» commentano Sileoni, Colombani, Calcagni, Masi e Contrasto. Nelle ultime settimane, la tensione nella rete delle filiali è cresciuta costantemente, con casi di violenze e aggressioni verbali, minacce, offese, insulti, soprusi, sputi. E poi vetrine prese a sassate, ruote delle autovetture bucate e perfino finti pacchi bomba. Da Bari a Torino, passando per le isole, nelle ultime settimane, assieme all’esasperazione collettiva per l’emergenza legata al Coronavirus, le lavoratrici e i lavoratori delle banche soni finiti letteralmente “sotto attacco” da parte della clientela.

Ecco, qui di seguito, una rassegna di casi di insulti e attacchi ai dipendenti degli istituti, in parte raccontati dalle cronache locali e in parte raccolti dalle strutture territoriali e dai rappresentanti aziendali e di gruppo delle organizzazioni sindacali.

Salerno, cliente senza mascherina minaccia il personale. Martedì scorso, un correntista di una banca di Salerno entra in filiale senza alcuna protezione personale: non indossava né mascherina né guanti. La ragione della visita era ottenere una attestazione Isee (indicatore sintetico equivalente della situazione economica) che era stata chiesta per e-mail, nonostante le regole interne alla banca non lo prevedano. Il cliente non aveva concordato l’appuntamento, come stabilito da un accordo tra Abi e sindacati del settore del 24 marzo scorso per far fronte all’emergenza Covid-19, e pretendeva di ottenere subito il documento richiesto. Ma il documento non era stato stampato e il cliente, con uno scatto d’ira, ha cominciato a minacciare e a offendere pesantemente il personale dell’agenzia bancaria. La situazione è tornata sotto controllo solo quando l’Isee è stato consegnato dal vicedirettore, intervenuto per calmare la situazione.

Cassiere pesantemente aggredito (verbalmente) a Bari. Filiale bancaria a Bari. All’inizio della scorsa settimana, di prima mattina, entra in banca un uomo per chiedere di cambiare un assegno emesso da un cliente dell’agenzia. Saldo non sufficiente e richiesta respinta dal cassiere che prova, comunque, a chiedere l’autorizzazione al superiore. Niente da fare: l’incapienza del conto corrente non è derogabile. Appresa la notizia, il beneficiario dell’assegno ha subito aggredito verbalmente il dipendente della banca, con toni sopra le righe e minacce esplicite finalizzate a ottenere il denaro richiesto. Segue telefonata tra l’uomo entrato in banca e il titolare del conto, che immediatamente chiama telefonicamente il cassiere e giù pure lui con una raffica di insulti e parolacce. Al termine di un doppio diverbio, salta fuori il disguido: il correntista aveva versato la stessa mattina 7.500 euro in contanti in uno sportello Bancomat, ma l’operazione, per ragioni e ritardi tecnici e non addebitabili al bancario, scoperti solo successivamente, non era stata contabilizzata. Fatto sta che l’aggressione verbale è proseguita anche quando è stato comunicato il rinvio dell’incasso di 24 ore.

Code al Monte pegni di Torino: sotto assedio l’ingresso dei lavoratori. Al Monte Pegni di Torino, i clienti sono arrivati letteralmente ad assediare l’ingresso riservato ai lavoratori. La corsa allo sportello di queste ultime settimane trae fondamento da una serie di problemi che stanno esasperando la situazione. Le scadenze sui pegni possono essere rinnovate solo di persona in filiale; con le aste bloccate dall’inizio del lockdown. Buona parte della clientela teme che alla riapertura i beni siano venduti immediatamente e non ci sia il tempo né di riappropriarsene né di rinnovare il contratto di pegno. Peraltro, non sono stati sospesi immediatamente gli interessi e alla base del mancato congelamento ci sarebbero questioni contrattuali. Fatto sta che ogni mattina si formano file anche di 1.000 persone e assembramenti piuttosto nutriti. Si lavora, da sempre, senza appuntamento. Le code di queste ultime settimane sono legate anche dall’apertura a giorni alterni della filiale (meno personale a disposizione per ragioni di salute ed era stato segnalato un caso di Covid-19). Non a caso, è ormai presente una copertura fissa delle Forze dell’ordine (15 agenti), spesso in borghese, anche a motivo della presenza di usurai in strada a caccia di affari con cittadini disperati e senza soldi. Una disperazione che, pochi giorni fa, ha spinto un gruppo di clienti ad assediare l’ingresso secondario del Monte pegni all’orario di uscita, nel tentativo di bloccare il personale all’interno e costringerlo a eseguire le operazioni allo sportello. Non si sono registrati episodi di violenza, tuttavia, per gestire al meglio l’afflusso interno e la presenza all’esterno del Monte, il direttore quotidianamente distribuisce numeri “elimina-code”.

Tanica di benzina e cartuccia in un pacco sospetto ad Alghero. Una scatola di cartone all’interno della quale erano state nascoste una tanica di benzina da 5 litri e una cartuccia calibro 12. È quanto hanno trovato gli artificieri dei carabinieri dentro il pacco sospetto rinvenuto nei locali della filiale di una banca ad Alghero, che lunedì 20 aprile ha riaperto dopo il weekend e che, come per tutti gli istituti di credito in Italia, sarebbe stata pronta a ricevere le prime richieste per i prestiti da 25.000 euro per le imprese introdotti con il decreto “liquidità”. I militari hanno parlato di «un evidente atto intimidatorio nei confronti dell’istituto di credito, compiuto da ignoti nella notte». Secondo le verifiche degli artificieri, il plico non conteneva alcun congegno funzionale all’innesco.

Falso allarme a Catania per una busta sospetta. Lunedì 20 aprile, una borsa contenente saponi e detersivi è stata dimenticata per strada dal suo acquirente, andato via in autobus: una situazione che ha fatto scattare l’allarme bomba nel centro di Catania. Sono stati immediatamente attivati i protocolli di sicurezza, con la messa al sicuro della zona e l’intervento degli artificieri della Polizia supportati dai Vigili del fuoco. L’area, finito l’allarme, è stata liberata. La borsa era stata abbandonata davanti a una filiale bancaria; in una prima fase, l’episodio era stato collegato alle tensioni delle ultime settimane in varie agenzie bancarie in Italia e, in particolare, all’avvio delle richieste dei prestiti garantiti dallo Stato.

No allo “scoperto” di conto, a Varese ruote bucate al direttore. Uno degli ultimi casi si è registrato vicino a Varese. Erano in due, marito e moglie, commercianti. Chiedevano uno “scoperto” di 5.000 euro sul conto. «Ma purtroppo non potevamo concedergli quel prestito, non c’erano le condizioni. Ho provato a spiegarglielo, capisco la preoccupazione di questo periodo, però il tono è diventato subito insostenibile» hanno detto i dipendenti della filiale. E giù insulti, pugni allo sportello, minacce, calci alla porta e poi, ancora, grida fuori della banca. Sembrava finita lì, se non fosse che il direttore della filiale, intervenuto per dare man forte al collega, alla fine della giornata di lavoro ha fatto una scoperta: squarciate le quattro ruote della sua auto.

Sassate contro la filiale, vetrina in frantumi a Collecchio. In una banca di Collecchio un artigiano, un paio di settimane fa, è entrato chiedendo di prelevare 1.200 euro, ma non aveva quei soldi sul conto. Quando la cassiera gli ha fatto notare che non era possibile, ha perso il controllo. Dopo gli insulti, accompagnato alla porta, ha iniziato a prendere a sassate la filiale. «Con grosse pietre» ha detto chi è intervenuto. Fino a quando, l’uomo ha mandato la vetrata in frantumi.

Prestiti a rilento, insulti a Verona. Insulti ai bancari in una filiale di Verona, martedì scorso, da parte di clientela in coda per chiedere i prestiti garantiti dallo Stato col decreto liquidità. «Le frustrazioni dell’utenza si stanno scaricando sugli impiegati, che in alcune filiali sono stati oggetto di pesanti offese» hanno denunciato i sindacati veronesi Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin.

Ad Aversa e Gallarate sputi in faccia ai bancari. A Gallarate, a fine marzo, un correntista insofferente alle code causate dalle norme del «distanziamento sociale» ha iniziato a sputare in faccia a tutti, compreso lo sportellista accorso per tentare di riportare la calma. «Ho il virus!» urlava e sputava. Stessa scena, quasi identica, ad Aversa, dove un correntista esasperato ha iniziato spintonando e ha finito col prendere a botte il sindaco che, casualmente, passava di lì e chiedeva il rispetto delle distanze di sicurezza.

Banca chiusa, tensione in strada a Bari: «Fate schifo». Il caso più noto, siamo ai primi giorni di aprile, è quello di Bari. Perché è stato ripreso in diretta da un balcone e rilanciato su Facebook. Marito e moglie, entrambi al lavoro in un piccolo negozio di bomboniere chiuso dall’11 marzo, si sono presentati in banca per chiedere un prestito, anche soltanto 50 euro. Ma la banca era chiusa. Lui ha iniziato a prendere a calci la saracinesca, lei urlava disperata: «Siamo senza soldi! Fate schifo! Lo Stato fa schifo. Come dobbiamo fare? Come facciamo a vivere? Non abbiamo più niente in casa, vi prego venite a vedere nella mia cucina, non abbiamo più neanche la farina. Mia madre è un mese che non prende le medicine, vogliamo solo mangiare». Due guardie hanno cercato di calmarli, un passante ha regalato 50 euro a testa. I due se ne sono andati via furibondi, urlando ancora contro quella filiale chiusa: ” fate schifo! Vi nascondete lì dentro. Voi avete lo stipendio, ma noi non sappiamo neanche quando potremo riaprire”.

 

I Segretari Generali
Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin
Lando Maria Sileoni – Riccardo Colombani – Giuliano Calcagni – Massimo Masi – Emilio Contrasto




DL imprese, i sindacati dei bancari: il Ministro Lamorgese tuteli le filiali da lunedì

I sindacati dei bancari temono episodi di “violenza contro le lavoratrici e i lavoratori bancari” da lunedì per le richieste di finanziamenti previste dal decreto imprese.

Lo si legge in una lettera inviata dai segretari generali di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, in cui chiedono “un intervento volto a rafforzare la sicurezza sociale, a tutela della sicurezza di chi si trova sui posti di lavoro e della clientela bancaria tutta”. Nella loro lettera al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese i segretari generali Lando Sileoni (Fabi), Riccardo Colombani (First-Cisl), Giuliano Calcagni (Fisac-Cgil), Massimo Masi (Uilca-Uil) ed Emilio Contrasto (Unisin) ricordano che “lunedì mattina partiranno le procedure per erogare i finanziamenti garantiti dallo Stato,introdotti col decreto legge numero 23 dell’8 aprile 2020, per poter aiutare imprese e professionisti in difficoltà economica a causa dell’emergenza Covid-19”. “Secondo le informazioni in nostro possesso – proseguono – alcune banche non sono ancora pronte, poiché non hanno predisposto le circolari interne né hanno modificato le procedure per poter accogliere le richieste da parte della clientela”.
Una situazione che, a loro dire,“potrebbe generare tensione fra i clienti che si recheranno nelle filiali e i bancari, sfociando in fenomeni di violenza che già sono stati registrati, a danno delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, in queste ultime settimane”. “Monitoreremo costantemente la situazione sull’intero territorio nazionale -avvertono – e denunceremo prontamente situazioni critiche e pericolose, così come faremo i nomi delle banche che effettivamente si riveleranno impreparate”.

Viminale: massima attenzione su tensioni banche

Una data annunciata da giorni sulla quale esiste la “massima attenzione” da parte del Viminale.

Lunedì partiranno le procedure per erogare i finanziamenti a imprese e professionisti in difficoltà e i sindacati bancari -in una lettera al Ministro Lamorgese – hanno paventato il rischio che eventuali tensioni tra i clienti possano sfociare in “fenomeni di violenza”. Rischio solo potenziale ma ben presente – a quanto si apprende – a prefetti e questori che sono stati allertati tempestivamente e che hanno predisposto (per lunedì ma anche per i giorni a seguire) l’opportuno dispositivo di sicurezza.

Fonte: www.rainews.it

 

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Accordo nazionale con ABI. Utilizzo Fondo Sostegno al Reddito per l’emergenza COVID

Nella mattinata odierna tra i Segretari Generali delle organizzazioni Sindacali di settore e ABI si è proceduto alla sottoscrizione di Accordo Nazionale nell’ambito delle misure messe in campo a sostegno del lavoro dal DL n° 18 del 17 Marzo 2020.

Fermo restando l’utilizzo del lavoro agile come principale misura straordinaria emergenziale, si è convenuto di utilizzare anche il ricorso alla prestazione ordinaria del Fondo di Solidarietà di settore ex art 5, co 1, lett a) punto 2 del D.I n 83486 del 2014 per tutto il personale in servizio al 23 Febbraio 2020 e su tutto il territorio nazionale.

Il ricorso alla prestazione ordinaria del Fondo di solidarietà di settore, con causale COVID- 19 Nazionale, nel rispetto nella normativa nazionale potrà essere attivata per i periodi a far data dal 23 Febbraio al 31 Agosto 2020, per un massimo di 9 settimane.

L’accordo sottoscritto ribadisce la neutralizzazione nel ricorso alla prestazione ordinaria del Fondo di tutti gli effetti sul rapporto di lavoro: a titolo esemplificativo, contribuzione previdenziale ed integrativa, fondo sanitario integrativo, non ultimo maturazione dei retei ferie etc…

Si precisa che l’accesso alla prestazione ordinaria del Fondo di Solidarietà di settore avverrà senza pregiudizio e nucomento alla retribuzione che dunque avverà senza nessun aggravio aggiuntivo a carico delle lavoratrici e dei lavoratori.

L’attivazione della procedura come da allegato al Verbale di Accordo sarà rimessa alle Aziende /Gruppi.

Ancora una volta il settore ha elaborato con senso di responsabilità e attenzione una risposta a tutela delle lavoratrici e lavoratori rispetto a questa fase inedita per tutte e tutti.

 

I Segretari Generali

Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin
Lando Maria Sileoni – Riccardo Colombani – Giuliano Calcagni – Massimo Masi – Emilio Contrasto

 

Verbale di accordo 16 4 2020

Allegato al Verbale di accordo 16 4 2020




Coronavirus. Sindacati: bancari non protetti, via a mobilitazione e sciopero

I sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin preparano la mobilitazione della categoria, a partire da domani, e minacciano lo sciopero: i dipendenti del settore, tra i quali si registrano molti casi di positività al Coronavirus, non operano in condizioni di sicurezza. Ciò perché i dispositivi individuali (mascherine chirurgiche) necessari a proteggere le lavoratrici e i lavoratori non sono stati distribuiti né sono disponibili gel igienizzanti e guanti.

«Preso atto dei provvedimenti governativi, che comprendono tra i servizi che restano garantiti i “servizi bancari e finanziar”, ma “nel rispetto delle norme igienico-sanitarie», Vi dichiariamo che ci riserviamo ogni iniziativa di tutela collettiva, fino allo sciopero» scrivono i segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin – Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Giuliano Calcagni, Massimo Masi ed Emilio Contrasto – in una lettera spedita questa mattina all’Abi, a Federcasse, a tutte le banche, e, per conoscenza, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, oltre che alle rappresentanze sindacali aziendali e di gruppo.
In mancanza di urgente positivo riscontro, da parte Vostra e/o direttamente da ciascuna Associata, ci riterremo liberi di assumere, a partire dalla giornata di martedì 24 marzo, ogni necessaria iniziativa di tutela dei nostri rappresentati» si legge nella lettera firmata dai segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin.
Vi abbiamo espresso una forte e unitaria richiesta di chiusura, per almeno 15 giorni, di tutti gli sportelli bancari, che oggi rappresentano purtroppo punti di diffusione del contagio; a tale richiesta ci avete risposto negativamente» aggiungono Sileoni, Colombani, Calcagni, Masi e Contrasto.

«Abbiamo sottoscritto con ABI un Protocollo” contenente «misure di prevenzione, contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19 nel settore bancario», che impegna ABI e quindi le Associate a garantire standard di sicurezza adeguati alla gestione dell’emergenza. Nel Protocollo si è condiviso che “la prosecuzione delle attività produttive può infatti avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone adeguati livelli di protezione”. Il decreto “Cura Italia” definisce ulteriori e necessari strumenti di protezione individuale, prevedendo, all’art. 16, che in mancanza di presidii organizzativi che garantiscano la distanza di sicurezza minima, i lavoratori siano dotati dei dispositivi di protezione individuati dalla stessa legge. Le “mascherine chirurgiche” rientrano tra questi dispositivi di protezione individuali necessari; dispositivi che, insieme a gel igienizzante e guanti, sono peraltro già da tempo in uso generalizzato nei supermercati, ma a tutt’oggi non sono in dotazione dei lavoratori del nostro settore, che pertanto non operano in condizioni di sicurezza. Ne è conferma il numero di operatori bancari già contagiati.

Il Presidente del Consiglio non ha accolto la nostra istanza, conseguente al Vostro diniego, di provvedere per via legislativa alla sospensione dell’attività delle filiali bancarie; anzi nel DPCM di ieri 22 marzo ne ha confermato l’operatività, rendendo necessario, per la gestione della emergenza, questa nostra ulteriore iniziativa, anch’essa emergenziale, di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori» osservano le organizzazioni sindacali.

Roma, 23 marzo 2020

 

I Segretari Generali
Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin
Lando Maria Sileoni – Riccardo Colombani – Giuliano Calcagni – Massimo Masi – Emilio Contrasto

 




Le richieste dei Segretari Generali alle controparti per prevenire i contagi

Per 
ABI
FEDERCASSE
AGENZIE ENTRATE-RISCOSSIONI
Nella serata di ieri mercoledì 11 marzo sono state istituite dal Governo nuove misure per contenere la diffusione del contagio del virus Covid-19, che, tra l’altro, limitano ulteriormente la mobilità delle persone nel Paese e determinano la chiusura di varie attività commerciali e di servizio al pubblico.
In tale atto è stabilito che rimarranno attivi i servizi bancari, postali, finanziari e assicurativi, in quanto essenziali.
Ribadiamo quindi con forza che il prosieguo dell’operatività nelle aziende vostre associate debba proseguire solo e soltanto limitandosi a svolgere le funzioni indispensabili al servizio dei cittadini e del Paese, in linea con queste disposizioni.
È fondamentale e indifferibile che vengano adottate soluzioni coerenti, in modo da uniformare lo svolgimento del servizio di attività di banche e assicurazioni, che in questo momento, come indicato dal Decreto, non possono considerarsi aziende che operano sul mercato, ma soggetti sociali che svolgono una funzione essenziale al servizio dei cittadini e a quella si devono limitare, a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e dei cittadini.
Chiediamo pertanto che sia contenuto in modo sistematico lo spostamento dei dipendenti e la loro presenza in servizio con permessi retribuiti ulteriori rispetto a quelli contrattualmente previsti, che siano ridotte le aperture degli sportelli in termini territoriali e di orario, in modo compatibile con lo svolgimento dei servizi essenziali, che siano sospese le attività che non rientrano in tale fattispecie e che tutto il personale sia dotato di mascherine a norma e di ogni altro presidio di prevenzione utile a salvaguardate la sua salute.
In tale ambito denunciamo come del tutto inaccettabile e irresponsabile il persistere di continue richieste alle lavoratrici e ai lavoratori di perseguire obiettivi di carattere commerciali, con pressioni fuori da qualsiasi logica rispetto alla gravità della situazione e all’emergenza che sta attraversando il Paese.
Non siamo più disposti a tollerare alcun episodio di tale natura e valuteremo qualsiasi azione conseguente nei confronti dei casi che ci saranno segnalati.
In questo momento di enorme difficoltà per tutto il Paese è l’ora della responsabilità e siamo pronti, in tale spirito, a concordare e supportare iniziative conseguenti.
Roma, 12 marzo 2020
I Segretari Generali Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin
Lando Sileoni – Riccardo Colombani – Giuliano Calcagni – Massimo Masi – Emilio Contrasto

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Coronavirus: le richieste dei sindacati a Banche, BCC, riscossione e assicurazioni

Di seguito riportiamo il testo delle lettere inviate in data 8/3/2020 alle rispettive controparti.

ABI – FEDERCASSE

In un momento particolarmente difficile per l’intera Nazione, e alla luce dell’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’8 marzo 2020, chiediamo che ABI e FEDERCASSE – d’intesa con tutte le banche associate operanti nel territorio nazionale – si assumano per intero le loro responsabilità comunicando quali misure di prevenzione e sicurezza sono state o saranno adottate da tutti i grandi gruppi e le aziende bancarie a tutela delle lavoratrici, dei lavoratori bancari e della stessa clientela.

Chiediamo, pertanto, che venga al più presto comunicato, per iscritto, alle scriventi organizzazioni sindacali nazionali e ai sindacati aziendali o di gruppo, come si comporteranno gli istituti di credito nei territori – in quelli delle zone nelle quali sono previste misure più restrittive dal citato dpcm, ma anche nel resto del Paese – sia per quanto riguarda l’utilizzo di forme alternative di lavoro come lo smart working sia per quanto riguarda la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro di tutte le lavoratrici e i lavoratori bancari (uffici interni e agenzie bancarie) che quotidianamente sono a contatto con la clientela e con il pubblico.

Le scriventi organizzazioni sindacali si riservano comunque di valutare tutte le iniziative adottate dalle banche.

Questa lettera sarà immediatamente diffusa a tutti gli organi di informazione.

 

RISCOSSIONE

In un momento particolarmente difficile per l’intera Nazione, e alla luce dell’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’8 marzo 2020, chiediamo una assunzione piena di responsabilità comunicando quali misure di prevenzione e sicurezza siano stato adottate a tutela delle lavoratrici, e di chi accede nelle agenzie.

Chiediamo, pertanto, che venga al più presto comunicato, per iscritto, alle scriventi organizzazioni sindacali nazionali e aziendali come si comporterà Agenzia delle Entrate- Riscossione nei territori – in quelli delle zone nelle quali sono previste misure più restrittive dal citato DPCM, ma anche nel resto del Paese – sia per quanto riguarda l’utilizzo di forme alternative di lavoro come lo smart working sia per quanto riguarda la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro di tutte le lavoratrici e i lavoratori che quotidianamente sono a contatto con il pubblico.

Le scriventi organizzazioni sindacali si riservano comunque di valutare tutte le iniziative adottate Questa lettera sarà immediatamente diffusa a tutti gli organi di informazione.

I Segretari Generali
Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin
Lando Maria Sileoni – Riccardo Colombani – Giuliano Calcagni – Massimo Masi – Emilio Contrasto

 

 

ANIA

In un momento particolarmente difficile per l’intera Nazione, e alla luce dell’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 8 marzo 2020, chiediamo che ANIA, d’intesa con tutte le imprese assicurative associate operanti nel territorio nazionale, si assumano per intero le loro responsabilità, comunicando quali misure di prevenzione e sicurezza sono state o saranno adottate da tutti i gruppi e le aziende assicurative a tutela delle lavoratrici, dei lavoratori e della stessa clientela.

Chiediamo pertanto che venga al più presto comunicato, per iscritto, alle scriventi organizzazioni sindacali nazionali e ai sindacati aziendali o di gruppo, come si comporteranno le Imprese assicurative nei territori -in quelli delle zone nelle quali sono previste misure più restrittive dal citato dpcm, ma anche nel resto del Paese sia per quanto riguarda l’utilizzodi forme alternative di lavoro come lo smart working sia per quanto riguarda la salute e la sicurezza nei luoghi

di lavoro di tutte le lavoratrici e lavoratori assicurativi (uffici interni e cld) che quotidianamente sono a contatto con la clientela e con il pubblico.

Considerate le previsioni del DPCM 8 Marzo 2020, finalizzate al contenimento epidemiologico, i Segretari Nazionali delle Organizzazioni Sindacali scriventi chiedono che venga data pedissequa esecuzione al DPCM in relazione alla mobilità delle lavoratrici e lavoratori in entrata e in uscita e all’interno dei territori circoscritti.

Si rammenta come la ratio del DPCM sia la limitazione massima degli spostamenti ad eccezione di necessità familiari indifferibili o comprovate esigenze lavorative, che certamente non possono assimilarsi ad attività lavorativa ordinaria.

Qualora non dovesse procedersi in ottemperanza del dettato governativo, saremo sin da ora pronti a ritenervi corresponsabili di danni alla salute per lavoratrici e lavoratori che, per effetto di una vostra interpretazione capziosa e fuorviante, dovessero contrarre il Covid-19.

Le scriventi organizzazioni sindacali si riservano comunque di valutare tutte le iniziative adottate dalle imprese.

Questa lettera sarà immediatamente diffusa a tutti gli organi di informazione.

 

Roma, 8 marzo 2020

Le Segreterie Nazionali
First Cisl – Fisac Cgil – Fna – Snfia – Uilca