Ipotesi prelievi Pos anche nei negozi: per la Fisac agevola il riciclaggio

“Porte aperte al riciclaggio di denaro, nonché un incentivo più che concreto al sistema bancario ad accelerare il processo di desertificazione e di abbandono di presidi del credito sul territorio”. Ad affermarlo è la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, nel commentare all’Adnkronos la norma in manovra che permetterebbe il prelievo contante con il Pos nei negozi.

Una misura, prosegue, “che andrebbe addirittura a ritoccare in peggio le norme antiriciclaggio, alzando la soglia per i controlli, e che va respinta con forza. Questa misura, infatti, rischia di minare in profondità l’impegno sul fronte della legalità e a contrasto di fenomeni quali l’evasione, il riciclaggio e la corruzione. Non solo: si rischia di aggirare un tema che come Fisac da sempre contrastiamo, ovvero la progressiva carenza di presidi del credito sul territorio. C’è, infatti, bisogno sui territori, soprattutto in quelle aree del paese con comuni di piccole dimensioni dove la desertificazione bancaria sta avanzando, di un tessuto finanziario solido a sostegno dello sviluppo economico e di contrasto all’illegalità”.

“Ci chiediamo ad esempio – continua la segretaria generale della Fisac Cgil – quale giacenza dovrebbe avere il piccolo commerciante per rispondere alle esigenze di quel territorio, perché potrebbe non bastare il solo incasso giornaliero, facendo sorgere con tutta probabilità problemi di sicurezza. In ogni caso riteniamo che tale misura non risponda né alle esigenze spicciole del cittadino in termini di prelievo del contante, né tantomeno a quel fenomeno di abbandono del sistema bancario di parti importanti del territorio, a partire dal sud, ma che passa per il centro Italia fino ad arrivare a interi territori del nord considerati, probabilmente, non profittevoli dal sistema bancario. Si dovrebbe, invece, ma non si fa, chiamare il sistema economico e finanziario tutto a svolgere anche un ruolo di supporto e sviluppo dell’economia dei territori”, conclude Esposito

 

Fonte: Comunicato Stampa Adnkronos


L’IPOTESI IN ESAME

Per i cittadini a breve potrebbe essere più facile avere del contante, prelevando direttamente col Pos in negozio: ritoccando le norme antiriciclaggio il governo punta a favorire «il convenzionamento di esercizi commerciali diffusi sul territorio (tabaccai, edicole, farmacie, supermercati e altri punti vendita della grande distribuzione organizzata») per cui si registra un «interesse» che viene però «ostacolato» appunto dalla normativa antiriciclaggio (i controlli scatteranno solo sopra i 250 euro). 

 

Fonte: La Stampa




La ‘ndrangheta: “Col Pos abbiamo perso 1 milione di euro”

Ecco a chi giova l’innalzamento del tetto al contante


Al centrodestra di governo ossessionato dalla voglia di innalzare sino al cielo il tetto al contante, nella convinzione che questo non favorisca il crimine, andrebbero fatte leggere le intercettazioni dell’inchiesta “Eureka” di Reggio Calabria. Sono state diffuse l’altroieri con le ordinanze che hanno mandato in galera il gotha della ’ndrangheta specializzata nel narcotraffico internazionale.

Si ascoltano gli uomini del clan che contavano i soldi da dividersi, il “nero” realizzato nel ristorante di Ponte Milvio a Roma e nei cinque ristoranti in Portogallo, e si lamentano perché l’obbligo del pos aveva arrecato danni notevoli: “C’abbiamo perso un milione di euro”.

Scrive il gip: “I due si lamentano dei pagamenti effettuati tramite pos, circostanza che limita notevolmente il margine di manovra per distrarre somme dagli incassi della società”. È il 22 novembre 2021 quando Francesco Giorgi e Francesco Nirta “offrono ulteriori elementi in ordine alle divisioni mensili tra i soci del contante proveniente sia dal circuito dei ristoranti portoghesi, sia dalla gestione del ristorante romano; i due ripercorrono le spartizioni dei mesi precedenti, fino a giungere a quella più recente del mese di ottobre, mensilità durante la quale i quattro membri del gruppo hanno percepito una quota pro capite pari a 16.135 euro”.

Andrebbe ringraziato il pos, per aver contribuito a ridurre i proventi di una delle mafie più potenti del mondo. Un apparecchio che invece appare come un orribile nemico agli occhi di una parte della nostra classe dirigente, quella che al momento sta al governo, perché strozzerebbe di commissioni i piccoli commercianti a favore delle banche.
Prendiamo un Matteo Salvini di pochi mesi fa. Il 27 ottobre scorso il ministro delle Infrastrutture dichiara, sicuro: “Non c’entra nulla il pagamento in contanti con l’evasione fiscale o il riciclaggio tanto che, amici di sinistra un po’ distratti, ci sono nell’attuale Unione europea Austria, Cipro Estonia, Finlandia, Germania, la virtuosa Germania, l’Ungheria, la pericolosa Ungheria, Islanda, Irlanda Lussemburgo, Olanda, Polonia e il Regno Unito da fuori, che non hanno nessun limite di spesa in denaro contante”.
Sarà anche vero, ma la riflessione andrebbe tarata con l’assenza, in quei Paesi, di criminalità organizzate penetranti come la nostra. Del resto, Meloni & C. ne avevano fatto un punto di principio. Avevano anche provato a inserire in Finanziaria una norma per consentire agli esercenti di rifiutare il pos per pagamenti al di sotto dei 60 euro. Le pressioni dell’Ue hanno scongiurato la cosa. Ma l’innalzamento del tetto al contante da 2.000 a 5.000 euro con il nuovo anno è diventato legge dello Stato.
Una legge che Meloni aveva apparecchiato così a ottobre: “Non c’è nessun nesso tra i limiti all’utilizzo del contante e l’evasione fiscale, per questo il governo innalzerà il tetto attuale dei 2.000 euro che oltretutto penalizza i più poveri”. Citando, a sostegno della tesi, le parole di un ex ministro Pd dell’Economia: “Ci sono Paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan ministro dei governi Renzi e Gentiloni”. Il giorno prima che parlasse Salvini.

 

Articolo di Vincenzo Iurillo sul Fatto Quotidiano del 5 maggio 2023




La lotteria degli scontrini diventa istantanea. Le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate

A partire da quest’anno la lotteria degli scontrini diventa “istantanea”: ecco quali sono le novità indicate in un recente provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

 

La lotteria degli scontrini è la lotteria gratuita collegata al programma ITALIA CASHLESS messo a punto dal Governo per incentivare l’uso di carte di credito, carte di debito, bancomat, carte prepagate, carte e app connesse a circuiti di pagamento privativi e a spendibilità limitata al fine di modernizzare il Paese e favorire lo sviluppo di un sistema più digitale, veloce, semplice e trasparente.

Ma da quest’anno arrivano ulteriori novità: l’obiettivo è quello di consentire la partecipazione al nuovo gioco a estrazione immediata.

 

Lotteria degli scontrini istantanea: ecco come funziona

La “Lotteria degli scontrini” diventerà anche “istantanea”, attraverso l’elaborazione di un sistema informatico e telematico che permetta, a tutti i registratori di cassa presenti sul territorio nazionale, di emettere un “QR-code” per la partecipazione alla lotteria all’atto dell’emissione dello scontrino fiscale. Maggiori informazioni qui.

Di conseguenza, per velocizzare il processo di adeguamento dei dispositivi presenti sul mercato, che memorizzano e trasmettono in via telematica i dati dei corrispettivi giornalieri, l’Agenzia delle Entrate ha fornito interessanti chiarimenti.

Con il provvedimento sono pertanto approvate le specifiche tecniche della lotteria istantanea per l’adeguamento tecnico dei dispositivi di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri.

Gli aggiornamenti dei modelli dei dispositivi  che dovranno essere realizzati entro il 2 ottobre 2023  permetteranno di generare il codice bidimensionale da riportare nel documento commerciale ai fini della partecipazione della lotteria istantanea.

Il testo completo del provvedimento

Potete consultare qui di seguito il documento completo.

 

Fonte: www.lentepubblica.it