Presidente Regione Abruzzo scrive a BPER contro la chiusura delle filiali

L’AQUILA – “La decisione, qualora venisse confermata rischia di produrre gravi conseguenze sul sistema del credito e del risparmio della mia Regione, già messo a dura prova da analoghi procedimenti di razionalizzazione avviati in passato da altri istituti di credito”.

Forte preoccupazione per la paventata chiusura di quindici filiali della Bper è stata espressa dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, in una lettera inviata all’amministratore delegato e direttore generale della banca, Piero Luigi Montani.

Tra gli uffici a rischio il presidente Marsilio ha indicato anche l’attuale direzione territoriale Abruzzo Molise, con sede a Lanciano, che verrebbe incorporata in una nuova direzione con sede nelle Marche, con il “conseguente spostamento dei processi decisionali e ridimensionamento delle singole realtà territoriali presenti in Abruzzo”.

Il presidente Marsilio ha quindi chiesto un confronto con il direttore generale al fine di trovare una soluzione più attenta alle esigenze del territorio.

Fonte: AbruzzoWeb

NOTA: la chiusura della DT Abruzzo Molise è ormai avvenuta da mesi. Siamo comunque felici di scoprire che, magari non proprio tempestivamente, il Presidente della Regione Abruzzo se ne sia accorto.




Montani (Bper): “18mila dipendenti sono parecchi, dovremmo ridurli”

“Con un’operazione di digitalizzazione potremmo lavorare con molti meno sportelli.

Questo il proposito dell’amministratore delegato del gruppo Bper, Piero Luigi Montani, ma aggiunge «comunque lavoreremo sempre con più di mille sportelli, e con 18mila dipendenti, che sono comunque parecchi e che dovremmo ridurre e probabilmente nel piano industriale lo prenderemo in considerazione».
Ha detto Montani  nel corso della conference call con gli analisti sui risultati.

Per quanto riguarda l’M&A (operazioni di acquisizione e fusione) stiamo lavorando intorno al piano industriale, termineremo per la fine dell’anno e l’inizio del nuovo». E anche se «valutiamo tutte le opzioni», ha detto Montani, «l’acquisizione di questo ramo per questa banca è stata una cosa molto importante, rappresenta il 30% del personale e il 40% circa degli sportelli».

Si tratta di «una dimensione molto elevata” ma comunque «l’impatto è importante anche per il peso specifico che ne deriva: oggi la banca lavora per il 60% nel Nord Italia, specialmente in Lombardia e in Emilia».

«Sono convinto che ci sarà sempre un’opportunità di integrazione che potrà essere interessante anche perché insistiamo su territori di un certo interesse e sarà difficile rimanere fuori da qualche processo di questo genere, però al momento dobbiamo concentrarci sulle cose che abbiamo sotto i piedi e non su quelle troppo distanti dagli occhi», ha risposto a chi chiedeva se Bper non rischiasse di perdere il “treno” delle fusioni.

 

Fonte: www.riparteitalia.it