MPS: richiesto incontro urgente con A.D.

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Pur non sfuggendo a nessuno, tantomeno alle Organizzazioni Sindacali del Monte dei Paschi di Siena, la complessità di questi giorni in cui si definisce l’aumento di capitale che servirà anche a finanziare il Fondo di Solidarietà e gettare le basi per la continuità operativa solida e duratura che tutti auspichiamo, ci vediamo costretti a richiamare l’attenzione dell’azienda sulla perdurante indeterminatezza sul numero dei futuri esodi.

Le domande pervenute sono 4125, contro le 3500 previste dall’azienda nel Piano Industriale e regolate dall’accordo sindacale siglato lo scorso 4 agosto. È necessario che, a soli 40 giorni dal termine di uscita, l’azienda faccia le valutazioni del caso e finalmente si esprima sulla possibilità di accogliere tutte le domande per consentire ai colleghi interessati di superare l’incertezza sul possibile, imminente e radicale cambiamento di vita.
Abbiamo per questo motivo già richiesto all’Amministratore Delegato un incontro urgente finalizzato oltre alla definizione della questione a fornirci rassicurazioni alla luce delle continue notizie di stampa.

Confidiamo che la volontà di sciogliere questo nodo andando incontro alle legittime aspettative dei colleghi aderenti al fondo, coniugato alla necessità altrettanto impellente di fare luce sulla sostenibilità organizzativa e funzionale della banca post esodo, sia una esigenza sentita non solo dalle Organizzazioni Sindacali, ma anche dall’Azienda.

Siena, 19 ottobre 2022

 

Le Segreterie di Coordinamento
Banca Monte dei Paschi Siena




MPS: 4.125 adesioni al Fondo

3 - Fisac Cgil

In data odierna abbiamo incontrato l’Azienda – come da Accordo 4 agosto 2022 – per affrontare il tema delle adesioni alla manovra di esodo e al Fondo di Solidarietà. Le adesioni totali a livello di Gruppo sono state pari a 4.125, di cui 110 inerenti all’esodo e 4.015 relative al Fondo.

L’Azienda si è riservata la possibilità di analizzare ancora qualche giorno i dati, per assumere le conseguenti decisioni in merito all’accoglimento delle domande.

Dal canto nostro abbiamo richiesto celerità nelle decisioni ed una attenta valutazione degli impatti economici ed organizzativi, al fine di individuare le migliori soluzioni a favore delle Lavoratrici e dei Lavoratori

Siena, 4 ottobre 2022

 

Le Segreterie




MPS: primo incontro sulle ricadute del Piano Industriale

Non era presente l’amministratore delegato, Luigi Lovaglio, impegnato in una serie di incontri con potenziali investitori. Si è discusso invece del piano che dovrebbe consentire a Montepaschi di diminuire di 3.500 unità il numero dei dipendenti, come previsto dal piano industriale. Il confronto, durato circa due ore, è servito più che altro a inquadrarsi e prendersi le misure per quando la discussione entrerà nel vivo. Le parti, che non hanno fissato un nuovo faccia a faccia, hanno cinquanta giorni di tempo per trovare un accordo sugli esuberi.

Le uscite, come da decreto Milleproroghe, dovranno essere portate a termine entro il primo dicembre 2022. Diminuzione di personale che permetterà a Mps di risparmiare 270 milioni all’anno a partire dal 2023. La marcia in più alla trattativa potrebbe essere data dall’estensione del fondo di garanzia che consentirà di andare via con un anticipo fino a sette anni. Le uscite sono su base volontaria e da quanto sarebbe stato evidenziato durante l’incontro, ci sarebbero 4.200 persone che rientrano in questo range. La media tuttavia si dovrebbe aggirare sui cinque anni. «Il piano industriale non contiene gli elementi del cosiddetto “spezzatino” della banca, ma prevede il mantenimento dell’intero perimetro aziendale e questo è un elemento che, al momento, ci dà tranquillità» ha detto Federico Di Marcello, segretario Fisac Cgil, che poi ha aggiunto: «Ci interessa tutelare le 3.500 persone in uscita e anche il futuro degli oltre 17 mila dipendenti che rimarranno e che dovranno lavorare in un ambiente sereno».

 

Fonte: Fisac Cgil




Il nuovo piano industriale MPS: utile da 900 milioni nel 2026 e uscite volontarie per 4.000 dipendenti

Il piano, spiega l’ad Luigi Lovaglio, dovrà traghettare il Monte su nuove sponde ripartendo “dalle proprie radici, dalla forza del brand, dal talento delle persone e dalla propria vocazione di banca commerciale”. Previsto un ritorno alla distribuzione dei dividendi a partire dal 2025, sulla base di un pay-out ratio del 30%. In programma anche il completamento dell’aumento di capitale di 2,5 miliardi atteso entro fine 2022, col sostegno del ministero dell’Economia.


 

Utile di circa 900 milioni a fine piano, nel 2026, con un ritorno alla distribuzione dei dividendi dal 2025; completamento dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi e un piano di ottimizzazione delle risorse che prevede uscite volontarie per quattromila dipendenti e una riorganizzazione delle filiali. Poggia su questi capisaldi il piano industriale del Monte dei Paschi di Siena presentato oggi dall’amministratore delegato del gruppo, Luigi Lovaglio, che dovrà traghettare la banca su nuove sponde ripartendo – spiega l’ad – “dalle proprie radici, dalla forza del brand, dal talento delle persone e dalla propria vocazione di banca commerciale”.

Nel piano illustrato ad analisti e stampa, Mps prevede un utile ante imposte pari a 705 milioni nel 2024, che salirà a fine arco di piano a 909 milioni con ritorno alla distribuzione dei dividendi a partire dal 2025, sulla base di un pay-out ratio (la percentuale di utili distribuita agli azionisti sotto forma di dividendi) del 30%. Il piano di Mps prevede poi un rafforzamento significativo della posizione di capitale della Banca a seguito del completamento dell’aumento di capitale di 2,5 miliardi atteso entro fine 2022, che vedrà il sostegno del ministero dell’Economia. Il consiglio d’amministrazione, si legge infatti nella nota, “ha preso atto della disponibilità del Mef, titolare di una partecipazione pari al 64,23% del capitale sociale della Banca, a supportare le iniziative sul capitale che la Banca assumerà per il rafforzamento patrimoniale nel quadro del Piano Strategico 2022-2026, per la quota di propria competenza a condizioni di mercato”.

Per raggiungere l’obiettivo è al via un piano di uscite volontarie mediante il Fondo di solidarietà che interesserà circa quattromila persone, con un risparmio dei costi pari a 270 milioni su base annua a partire dal 2023, a fronte di costi di ristrutturazione pari a circa 800 milioni. In vista anche un’ottimizzazione della rete distributiva con la riduzione di 150 filiali (di cui 100 entro il 2024), che porterà il numero totale a circa 1.218. In arrivo anche una nuova organizzazione interna, con la Direzione Chief commercial officer suddivisa in tre Direzioni, ciascuna delle quali sarà guidata da manager interni al Gruppo. Una svolta che per Lovaglio dovrà rappresentare “un primo importante tassello funzionale al raggiungimento degli obiettivi del piano, per snellire e velocizzare i processi con un’organizzazione più semplice e agile e una condivisione all’interno della Banca di tutte le competenze che metteremo al servizio della clientela, a cui saremo sempre più vicini”.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano

 




Mps, Franco dà la linea: rilanciare poi vendere

Il ministro dell’economia in audizione alle commissioni finanze di Camera e Senato parla del futuro di Montepaschi: il governo chiederà una proroga ma il controllo della banca da parte dello Stato deve avere una scadenza


 

I tempi per l’uscita dello Stato dal capitale del Monte dei Paschi di Siena non si prospettano brevi. Il Tesoro, ha ribadito il ministro dell’Economia Daniele Franco alle commissioni Finanze di Camera e Senato, sta infatti chiedendo alla Ue una proroga “congrua”, che consenta all’istituto senese di completare la sua ristrutturazione, per la quale servirà un aumento di capitale “in questo momento” quantificato in 2,5 miliardi di euro ma sul quale l’ultima parola toccherà al nuovo piano affidato al neo amministratore delegato Luigi Lovaglio.

“Eventuali favorevoli opportunità di dismissioni qualora si profilassero potranno esser colte sin da subito” ma è “ragionevole attendersi che solo dopo l’aumento e le iniziative di miglioramento dell’efficienza previste dal piano si creeranno condizioni più favorevoli per procedere alla privatizzazione”, ha detto il ministro, che ha invece definito uno scenario “non ipotizzabile”, perché contrario alle norme Ue, la permanenza “senza limiti di tempo” nel capitale della banca.

All’esito della vendita il Mef intende “assicurare” a Mps “un futuro importante nel sistema bancario italiano ed europeo”, salvaguardando “i livelli occupazionali”, il “marchio” e “il legame con il territorio” di una banca parte del “patrimonio economico, culturale e storico” del Paese, della Toscana e di Siena. No anche a “spezzettamenti” mentre sulla cessione di sportelli – si parla di un pacchetto al Sud diretto verso Mediocredito centrale – deciderà la banca. A queste condizioni la nazionalità del partner – “straniero” o “italiano” – non avrà importanza.

Lovaglio, in sella dallo scorso 7 febbraio, avrà Il compito di scrivere “un piano ambizioso e credibile” che convinca la Borsa a sottoscrivere, assieme al Tesoro, l’aumento di Mps in una “operazione di mercato” che scongiuri il rischio di un nuovo salvataggio statale. Al tal riguardo il Mef sta negoziando con l’Europa “misure compensative” per il mancato rispetto dei target al 2021, che si traducano in obiettivi “sufficientemente ambiziosi ma realistici e sostenibili”, specialmente sul fronte dei costi, dal 2017 vero tallone d’Achille della banca. 

 

Con Lovaglio, ha spiegato Franco, si vuole “imprimere alla gestione un cambio di passo per accelerare il processo di ristrutturazione necessario a dare maggiore credibilità alle prospettive di risanamento e sviluppo”, facendo leva sulla reputazione di un manager che “ha gestito operazioni complesse e completato ristrutturazioni aziendali di successo”.

“La prima sfida” a cui sarà chiamato l’ex ad del Creval sarà proprio l’aumento di capitale, il cui ammontare – ha detto Franco – “lo vedremo con il piano industriale”. “In questo momento” i 2,5 miliardi indicati nel dal suo predecessore Guido Bastianini sono una “cifra ancora adeguata”, che dunque dovrebbe finire in maniera inerziale nel capital plan da sottoporre alla Bce entro il 31 marzo.

Franco ha anche chiarito i motivi dell’avvicendamento con Bastianini, sfiduciato dal cda dopo che il Tesoro, all’inizio del 2021, ne aveva chiesto le dimissioni. I risultati 2021, chiusi con 310 milioni di utili, il miglior risultato dal 2015, “sono stati relativamente buoni ma nettamente meno buoni di quelli delle altre banche”, ha detto Franco, indicando come il risultato sia stato spinto da alcune componenti straordinarie e dai sostegni pubblici al credito legati al Covid. Una “relativa debolezza” evidenziata, a detta del ministro, anche dall’andamento del titolo in Borsa (che ha sottoperformato durante il biennio di Bastianini e sovraperformato dopo l’arrivo di Lovaglio).

A Bastianini è stato infine imputato il mancato conseguimento degli obiettivi di costo, rimasti fermi al 70% dei ricavi, livello sotto il quale non era riuscito a scendere neppure il suo predecessore Marco Morelli, che pure quei target aveva concordato con la Ue.

 

Fonte: Il Tirreno




MPS: assunzioni

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Nelle prossime settimane l’Azienda porterà a compimento l’impegno assunto con il Sindacato nell’Accordo del 6 agosto 2020, relativo all’assunzione di 1 nuovo collega ogni 2 uscite, determinate dall’adesione al Fondo di Solidarietà.
I 67 futuri colleghi, provenienti dallo scorrimento della graduatoria concorsuale in essere, saranno interamente assegnati agli organici della Rete come da noi richiesto nei recenti incontri.

L’Azienda ci ha confermato l’intenzione di procedere, privilegiando le assegnazioni nelle Filiali con maggiore carenza di organici e nelle aree metropolitane attualmente in sofferenza secondo un criterio derivante da analisi e indicatori gestionali interni.
Per quanto riguarda le assegnazioni dei nuovi colleghi, abbiamo anche raccomandato di limitare il disagio in termini di distanza fra residenza e destinazione, di concentrare l’attenzione verso zone geografiche (aree del Nord in particolare) non contemplate dai precedenti ingressi in servizio e di porre in essere leve gestionali per favorire eventuali richieste di trasferimento delle Lavoratrici e Lavoratori, nonché di porre attenzione a situazioni di estremo disagio dei neoassunti della prima tranche.

Nonostante l’auspicabile miglioramento dei processi di selezione e destinazione dei nuovi colleghi, riteniamo che con questa ulteriore tranche di assunzioni si sia definito un importante percorso di valenza sociale e di concreto intervento per alcune unità produttive in maggiore difficoltà.

Nei giorni scorsi l’Azienda ci ha comunicato la volontà di anticipare, anche su nostra forte richiesta, le assunzioni derivanti dal collocamento obbligatorio (Legge 68/1999) con l’uscita dei relativi bandi che rimarranno aperti fino al 20/02/2022 così distribuite:
– n. 7 risorse per la Provincia di Firenze
– n. 1 risorsa per la Provincia di Pistoia
– n. 1 risorsa per la Provincia di Taranto

Siena, 7 febbraio 2022

 

Le Segreterie




MPS: scelte incomprensibili

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Nei giorni scorsi, come scritto nel nostro comunicato del 16 settembre, avevamo diffidato l’azienda dal proseguire con le iniziative che ci avevano sottoposto con l’invio di tre lettere di procedura riguardanti la chiusura di ulteriori 50 filiali, la revisione del modello corporate e il distacco in Fruendo di 270 colleghi attraverso l’utilizzo inedito del contratto di rete.
Il 27 settembre, solo un giorno dopo il nostro sciopero, la banca ha recapitato ai colleghi distaccati in Fruendo la comunicazione che il loro distacco si protrarrà per i prossimi 10 anni, fino al 2031.
Per queste ragioni e per la gravità della situazione in cui nostro malgrado ci troviamo, confermiamo la nostra intenzione di proseguire con tutte le iniziative possibili, compresa la denuncia nei confronti dell’azienda per comportamento antisindacale (Art.28), per contrastare operazioni che, soprattutto in questo momento, non hanno motivi di essere portate avanti.

Le decisioni aziendali sono incomprensibili. In particolare, la proroga del distacco è incongrua e offensiva per i 270 colleghi attualmente interessati e paventa inoltre, visto il sottostante del “contratto di rete” che si presta potenzialmente ad un utilizzo estensivo e incontrollabile per il prossimo futuro, scenari preoccupanti anche in relazione agli esuberi che potrebbero determinarsi con la possibile -anche se ad oggi non confermata -operazione societaria che si sta delineando.
Si tratta di una operazione ingiusta per le Lavoratrici e i Lavoratori interessati nell’immediato al distacco, che apre ad uno strumento in grado di assorbire possibili future tensioni occupazionali e che è completamente fuori contesto vista la durata decennale del distacco stesso, arco temporale chiaramente incompatibile con il futuro al momento non prevedibile e per questo ulteriormente sospetta.

In questa fase, inoltre, non c’è alcuna ragione per la banca di continuare a dare corso a progetti rivenienti dal Piano Industriale stand alone. 
Al contrario sarebbe auspicabile che il management ed il CdA si limitassero ad operare per l’ordinaria – e possibilmente buona – amministrazione.

Siena, 30 settembre 2021

Le Segreterie di Coordinamento
Banca Monte dei Paschi Siena  




MPS: l’ora della responsabilità

Le continue indiscrezioni sulle sorti della Banca e del Gruppo Monte dei Paschi alimentano un dibattito mediatico senza fine sui possibili scenari riguardanti il consolidamento del sistema creditizio domestico, che rischia di porre in secondo piano il costo sociale che un’operazione relativa al futuro assetto aziendale potrebbe provocare, se non attentamente gestita.

Per questo motivo, le scriventi OO.SS. intendono portare nuovamente l’attenzione sulle Lavoratrici e sui Lavoratori del Monte dei Paschi, ribadendo che qualunque ipotesi inerente il futuro del Gruppo non potrà che avere come punti fermi la totale salvaguardia dei livelli occupazionali, normativi e salariali del Personale, il mantenimento dell’integrità societaria ed organizzativa del Gruppo e la conservazione dell’attuale insediamento territoriale della Banca, al fine di garantire il ruolo del Monte quale imprescindibile punto di riferimento per il sostegno all’economia del Paese, a servizio di famiglie ed imprese, ancora più necessario in previsione delle risorse messe a disposizione dal PNRR.

Per tutte le ragioni sopra citate, da diversi mesi abbiamo chiesto – e continuiamo a chiedere – all’Esecutivo ed al MEF, in qualità di Azionista di Maggioranza, di farsi garanti del percorso di risanamento, di ricapitalizzazione e di normalizzazione del nostro Istituto di credito, mediante un processo indirizzato a negoziare con le Autorità Europee competenti il superamento dei vincoli codificati nel Piano di Ristrutturazione 2017-2021, anche attraverso il prolungamento del termine di permanenza dello Stato nel capitale della Banca, sino al raggiungimento di una situazione di equilibrio, necessaria per il rilancio del Gruppo.

In occasione della pubblicazione del risultato finale sugli Stress Test, richiamiamo quindi ancora una volta il MEF ad una specifica ed ulteriore assunzione di responsabilità, affinché vengano assicurate alle Lavoratrici ed ai Lavoratori del Gruppo MPS le opportune garanzie per il proprio futuro professionale e personale, all’interno di una realtà creditizia chiamata comunque a realizzare profondi cambiamenti strutturali.

Le OO.SS. del Monte dei Paschi continueranno per questo a vigilare sulle future evoluzioni dello scenario strategico della Banca, chiedendo l’apertura di un tavolo di confronto negoziale indirizzato a valorizzare il contributo e le proposte del Sindacato, con riferimento alla stabilità ed alla continuità aziendale e di Gruppo.

Per questo, in rappresentanza delle Lavoratrici e dei Lavoratori del Gruppo Monte dei Paschi di Siena, una delegazione delle Organizzazioni Sindacali aziendali il giorno 26 luglio – dalle ore 11 alle ore 13 – si riunirà in presidio a Roma sotto la sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Siena, 23 luglio 2021

 

Le Segreterie di Coordinamento Banca Monte dei Paschi Siena




Mps: piano indefinito!

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Nel pomeriggio di oggi, i Segretari del Gruppo Monte Paschi di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin hanno incontrato l’Amministratore Delegato Guido Bastianini in merito all’approvazione da parte del CdA del  Piano Strategico 2021- 2025.
L’Amministratore Delegato si è limitato a chiarire che il piano è propedeutico ad una interlocuzione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze che dovrà avviare un confronto con DG Comp. Per effetto di questi  processi, il Piano potrebbe subire modifiche su tutti gli indirizzi strategici.

A questo proposito e proprio per il carattere provvisorio dei contenuti del Piano, esprimiamo la nostra preoccupazione per la prospettiva futura che permane incerta e indefinita, cosa che non giova al clima interno della Banca e contribuisce ad alimentare un dibattito esterno anche sugli organi di stampa dal quale si evince un destino già tracciato da decisioni prese dalla BCE e dalla politica nazionale.
I contenuti dell’incontro sono quindi stati condizionati dall’impossibilità di avere un quadro chiaro e definito del Piano, e quindi nessun nuovo elemento di rilievo è emerso dal confronto.

In un momento così critico, quando ci sono in ballo migliaia di posti di lavoro e il futuro di una azienda di livello nazionale con più di 20.000 dipendenti, le Organizzazioni Sindacali richiamano il Governo ad assumersi le  specifiche responsabilità e ad attivarsi per il definitivo risanamento della Banca.
È giunto il momento che la politica, inclusa quella dei territori di appartenenza, faccia anch’essa la sua parte, chiarendo le iniziative concrete che vorrà intraprendere e sostenendo attivamente, come fa questo Sindacato da tempo, il futuro del Monte dei Paschi, la salvaguardia dei suoi livelli occupazionali e l’integrità del Gruppo pure in una logica stand alone.

Siena, 18 dicembre 2020


Le Segreterie di Coordinamento
Gruppo Monte dei Paschi Siena




Mps: esodi e assunzioni – siglato l’accordo

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Si è oggi conclusa la procedura di confronto sindacale avviata ai sensi degli artt.20 e 21 del CCNL, in tema di riduzione degli organici nel Gruppo MPS. Abbiamo ottenuto l’importante risultato di mantenere tutte le garanzie già previste nei precedenti Accordi in materia di esodi.
Questi in sintesi i punti principali dell’Accordo:

Uscita al 1° novembre 2020 di 500 colleghi, che maturino i requisiti per il diritto ai trattamenti pensionistici AGO entro il 1/1/2025;
• Adesioni solo su base volontaria;
• La domanda di adesione dovrà essere presentata a partire dal 24/8/2020 e non oltre il 13/9/2020;
• Mantenimento per tutto il periodo di permanenza nel Fondo di Solidarietà, delle coperture assistenziali (Rimborso Spese Mediche) e delle agevolazioni creditizie, condizioni e servizi tempo per tempo vigenti per il personale in servizio;
• Assunzione del coniuge o figlio in caso di decesso durante il periodo di adesione al Fondo;
• Mantenimento posizione accesa presso i Fondi previdenziali aziendali;
• Possibilità di continuare a beneficiare dei servizi previsti dalla Cassa Mutua;
• Impegno a ricercare possibili soluzioni condivise con il Sindacato in caso di modifiche normative sui requisiti di accesso alla pensione AGO.

Con il fondamentale obiettivo di salvaguardare la tenuta organizzativa e operativa del Gruppo MPS, abbiamo anche ottenuto l’impegno aziendale a realizzare nel biennio 2020-2021 un numero complessivo di assunzioni pari a 1 entrata ogni 2 uscite determinate dall’adesione al Fondo di Solidarietà.

Le assunzioni, le cui modalità saranno come di consueto oggetto di confronto sindacale, avverranno già a partire da gennaio 2021 e saranno prioritariamente indirizzate al rafforzamento della Rete Commerciale.

Riteniamo sicuramente positivo il risultato raggiunto con questo negoziato che, pur in coerenza con gli obiettivi del Piano 2017-2021 riguardanti il ridimensionamento delle strutture organizzative del Gruppo, ha tenuto conto sia delle legittime aspettative di uscita anticipata dei colleghi, che dell’esigenza di intervenire sulle conseguenti inevitabili scoperture di ruoli e funzioni professionali e nondimeno ha creato un’importante opportunità di nuova occupazione in un contesto di crisi socio-economica epocale per il nostro Paese.

Siena, 6 agosto 2020

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