Popolare di Bari: la Fisac aziendale si costituisce parte civile

Gruppo bancario Banca Popolare di Bari

PARTI CIVILI

A seguito del riconoscimento da parte della Procura della Repubblica della sussistenza di specifiche fattispecie di reato ad opera dell’ex presidente di BPB e dell’ ex co-direttore generale, la FISAC CGIL del Gruppo BPB ha deciso di costituirsi parte civile nel relativo processo.
La costituzione di parte civile è quell’atto che può compiere il danneggiato dal reato al fine di chiedere il risarcimento del danno subito a seguito del crimine” La mancata veridicità delle informazioni ai soci e l’alterazione fraudolenta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria all’interno del bilancio dell’Istituto hanno senz’altro danneggiato gli azionisti, ma anche le lavoratrici e i lavoratori. Questi ultimi, infatti, hanno sopportato per primi il peso economico del dissesto, generato dalla gestione scellerata della BPB.

Nel corso di questi anni si sono visti costretti a subire una contrazione della retribuzione ed attivare procedure di solidarietà per la salvaguardia dell’occupazione, sacrifici in buona fede ritenuti bastevoli ad evitare il dissesto dell’azienda – almeno per la parte relativa ai costi del lavoro -, in ragione di bilanci ad oggi falsi a detta della Pubblica Accusa. Pertanto, in rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici danneggiati dai reati poc’anzi descritti, si intende prendere parte all’azione giudiziaria al fine di chiedere il risarcimento del danno da loro subito, che comprenderà sia l’aspetto professionale ed economico, sia le ripercussioni sul piano emotivo ed umano che hanno caratterizzato tutta la vicenda.

Quella della FISAC aziendale, è una precisa scelta di campo, un atto chiaro e diretto di difesa e rispetto della dignità dei dipendenti tanto come persone, tanto come lavoratori, L’udienza di costituzione delle parti che si sarebbe dovuta tenere il giorno 16 Luglio è stata sospesa e rinviata al 24 settembre 2020 per motivi di sicurezza e nel rispetto delle misure anti-Covid-19, nell’aula-bunker presso il Tribunale di Bitonto. Sarà nostra premura informarvi riguardo ogni singolo sviluppo.




Popolare Bari: assessore Febbo confonde ruolo delle istituzioni con ruolo dei sindacati

 

COMUNICATO STAMPA

Banca Popolare di Bari
Ass.re Febbo confonde il ruolo delle Istituzioni con il ruolo dei Sindacati

E’ sicuramente un momento difficile per l’economia e per il nostro territorio, siamo consci che l’accordo per il salvataggio della Banca Popolare di Bari, sottoscritto da tutte le sigle sindacali del settore, è molto duro e avrà ricadute pesanti anche sul nostro territorio.

Ci siamo battuti, in questi mesi, affinché si potessero limitare al massimo tali ricadute.

rispetto a quello che svolgono, con enormi difficoltà, i Sindacati. Ricordiamo che, su nostra richiesta, è stato convocato un unico incontro regionale, con la Sua presenza. Da quell’incontro, ascoltati i buoni propositi, non è derivato alcun seguito pratico/programmatico. Suggeriamo , a ll’ Assessore Febbo, di effettuare una più attenta rif lessione su quanto dichiarato alla stampa, nonché sui motivi di una mancata convocazione, degli Organi Istituzionali della Regione Abruzzo, da parte dei Commissari Straordinari della B. Popolare di Bari.

E ’ evidente che, in mancanza di un accordo sottoscritto con i Sindacati , nel breve, avrebbe prodotto la messa in liquidazione della banca stessa, con conseguenze ancor peggiori da quelle che abbiamo comunque limitato, con strumenti normativi e di settore che salvaguardano la volontarietà e non prevedono licenziamenti. Inoltre, nello stesso accordo, si creano le premesse per il rilancio di una banca al servizio di tutto il Meridione.

Le dichiarazioni dell’Assessore appaiono più dettate da necessità di circostanza per giustificare l’assenza di protagonismo, in una vertenza molto difficile, che volto alla ricerca di soluzioni vere per il territorio, come già accaduto nelle note vicende anche della ex Carichieti; sollecitiamo lo stesso ad una rilettura attenta dell’accordo e auspichiamo che l’interesse su tale vicenda non finisca nel dimenticatoio.

Evidenziamo, inoltre, che grazie al nostro puntuale intervento, siamo riusciti ad inserire la possibilità di cessione degli sportelli (ben 39 nella regione) ad un prezzo simbolico a società creditizie (magari non presenti in Abruzzo) che volessero investire sul territorio regionale. Tutto ciò dovrebbe spingere le Istituzioni locali a ricercare soluzioni idonee affinché si possano proteggere le attività e i servizi bancari in aree svantaggiate oltre alla salvaguardia dei posti di lavoro.

Alle organizzazioni sindacali interessano soluzioni e non facile propaganda.

In ultimo, facciamo presente che, le scriventi OO.SS., sono riuscite ad ottenere l’apertura di un fascicolo d’indagine, da par t e de l la Commi s s ion e d’ Inchiesta parlamentare sulle Banche, sugli accadimenti riguardanti le vicende che hanno interessato le ex Banca Tercas e ex Banca Caripe, a partire dal loro commissariamento e della successiva acquisizione delle stesse da parte della Banca Popolare di Bari.

Pescara, 16 giugno 2020

 

Le Segreterie Regionali
Abruzzo Molise

Il testo dell’accordo

 

Leggi anche

https://www.fisaccgilaq.it/banche/banca-popolare-bari/popolare-di-bari-accordo-sul-piano-di-salvataggio.html




Popolare di Bari: accordo sul piano di salvataggio

2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 6 - Uilca Unisin nuovo logo

Roma, 10 giugno 2020.

Accordo raggiunto tra i sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin e i commissari della Banca Popolare di Bari. L’intesa, firmata oggi a Roma, è arrivata dopo diverse settimane di trattative a cui hanno preso parte anche i segretari generali delle organizzazioni sindacali e getta le basi per il salvataggio dell’istituto di credito pugliese.

Il testo sottoscritto prevede circa 650 esuberi (sul totale di 2.700 dipendenti) spalmati su un arco temporale di 10 anni anche con l’utilizzo delle norme per l’anticipo della pensione “Quota 100”. I pensionamenti e i prepensionamenti saranno gestiti solo su base volontaria e permetteranno un risparmio di 67 milioni di euro, meno rispetto ai 70 milioni inizialmente chiesti dai commissari. Saranno chiuse 91 filiali, anche in questo caso con una riduzione rispetto alla richiesta dei commissari di 94. Scongiurata qualsiasi ipotesi di esternalizzazione. Verranno confermati tutti i contratti di lavoro a tempo determinato.

Nell’accordo non hanno trovato spazio né i riferimenti alla legge 223 del 1991 sui licenziamenti collettivi né i riferimenti al demansionamento delle lavoratrici e dei lavoratori. La mobilità del personale sul territorio sarà fortemente limitata. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto una forte discontinuità nel management affinché il piano industriale sia gestito ad un nuovo gruppo dirigente.

Mediocredito Centrale, che si appresta a diventare socio stabile della Popolare di Bari, ha assunto l’impegno sul futuro del gruppo, in particolare manifestando l’intenzione di sviluppare il progetto volto alla creazione di un polo bancario del Sud.

 

Scarica il testo dell’accordo




Pop. Bari: al via la procedura di riorganizzazione

In data odierna si è dato l’avvio alla procedura relativa al piano di efficientamento e riorganizzazione della Banca Popolare di Bari.  Come Fisac Cgil riteniamo assolutamente insoddisfacente la presentazione che ci è stata fatta di un piano che, tra l’altro, non può da nessun punto di vista essere considerato un piano industriale stante  l’assenza del modello di Banca che si vuole disegnare.

Tutta l’informativa, sia quella fornitaci per iscritto che quella consegnata nel corso dell’incontro, verte solo sull’efficientamento e quindi sulla riduzione dei costi del personale nella misura del 40 per cento. Abbiamo con forza ribadito che:

  • salvaguarderemo con ogni strumento i livelli occupazionali e salariali
  • i numeri degli esuberi dichiarati e delle filiali da chiudere sono inaccettabili
  • vogliamo chiarezza e trasparenza sul futuro della Banca.

È intollerabile cercare di far ricadere la responsabilità dell’attuale situazione della Banca sui lavoratori e lavoratrici che fin troppi sacrifici hanno affrontato negli ultimi anni e sono le vittime incolpevoli della dissennata passata governance.

In più di un’occasione l’azienda ha dichiarato che il personale rappresenta una risorsa e una ricchezza per la Banca.

Proprio per questo principio condiviso affermiamo con forza che la ricchezza va tutelata e, soprattutto, valorizzata e che i dipendenti non possono essere trattati solo come dei numeri che si possono sottrarre senza problemi.

Bari, 30 aprile 2020

Lia Lopez – Delegata nazionale Fisac Cgil per le trattative in Banca Popolare di Bari




Pop. Bari: per la FISAC Abruzzo a forte rischio credito

“Il rischio è lo spacchettamento delle filiali, lo spopolamento delle filiali nei piccoli centri, l’occupazione e il credito che avrà forti problemi: ecco perché vediamo con favore la creazione di un tavolo continuativo nel tempo per monitorare tutto ciò che accade in Popolare di Bari”.

E’ quanto dice all’ANSA Francesco Trivelli della Fisac, il maggior sindacato del settore in Abruzzo.
Trivelli è reduce dall’incontro con l’assessore Febbo e lancia il suo allarme:
“Noi siamo molto preoccupati per il territorio abruzzese: non ci nascondiamo che l’eventuale
trasformazione di Pop. Bari in una banca di investimenti inevitabilmente avrà una ricaduta sull’Abruzzo, dove ci sono 800 dipendenti, che rappresentano il 25% del personale attuale
dell’istituto, sui 2.800 complessivi. Noi siamo preoccupati per questo secondo ‘choc’ bancario dopo le vicende Tercas e Caripe, a distanza di pochi anni da quei commissariamenti o vendite: l’Abruzzo è senza banche. Il rischio è l’ipotesi di vendita di filiali – e capire chi le compra – tenendo presente che oggi Pop. Bari in Abruzzo raccoglie 3,5 mld di euro a fronte di investimenti per 2,5 mld. Insomma, non ci preoccupiamo tanto dell’impatto occupazionale, quanto del sistema economico abruzzese nel suo complesso”.

Per la Fisac quindi il rischio è sistemico: ”Specie in una
regione dove locali restano solo le Bcc. Non vorremmo insomma
che si pensasse ad un ‘Sistema Puglia’ in crisi oscurando il
resto del paese – insiste Trivelli – bene quindi che la politica
abruzzese abbia iniziato a porsi il problema come è già successo
in Puglia e porti sul tavolo nazionale una eventuale vertenza
Abruzzo”.

Fonte: ANSA




Popolare di Bari, le registrazioni segrete.

La registrazione di una riunione del 10 dicembre, tre giorni prima del commissariamento. Gianvito Giannelli, in carica da luglio quando ha preso il posto dello zio Marco Jacobini: “Ci sarà un percorso light con l’intervento di investitori istituzionali. Non stiamo parlando di Carige, né tantomeno delle Popolari venete. Sono esperienze passate che la Vigilanza non vuole ripetere”. E l’ax direttore generale rientrato a fine 2018 critica le politiche di concessione del credito attuate in sua assenza: “Distrutto il patrimonio”.

Vincenzo De Bustis, ex direttore generale della Popolare di Bari (2011-2015) rientrato a fine 2018 nella veste di amministratore delegato, che parla di “cattivo management, irresponsabile, esaltato”, di “conti truccati“, di una politica del credito che “ha distrutto il patrimonio dell’azienda”. Specificando: “Taroccavate pure i conti economici delle filiali”. Ma con l’intervento dello Stato, anticipa, “la banca diventerà forte, voi potrete dire che abbiamo lo Stato dietro e quindi i soldi dateceli a noi, gli altri li sfondate”. Dal canto suo il presidente Gianvito Giannelli, in carica da luglio quando ha preso il posto dello zio Marco Jacobini, per rassicurare i dipendenti assicura: “Non c’è rischio di commissariamento, ci sarà un percorso light. Non stiamo parlando di Genova (Carige, ndr) né tantomeno delle Popolari venete. Sono esperienze passate che la Vigilanza non vuole ripetere né tantomeno vogliamo ripetere noi. La Banca d’Italia ci è molto vicina, io l’ingegnere De Bustis li sentiamo ai massimi vertici”. E’ la registrazione,pubblicata martedì da Fanpage.it, di un incontro avvenuto il 10 dicembre tra De Bustis, Giannelli e i manager dell’istituto. Che tre giorni dopo, a dispetto dell’ottimismo del presidente, è stato commissariato da via Nazionale per perdite.

“C’è un piano industriale serio in corso di definizione”, spiega Giannelli nell’audio, “che prevede gli interventi di investitori istituzionali, che sono una parte pubblica (Mediocredito centrale, ndr) e una privata (il Fondo interbancario). Ci sarà un percorso light. Non stiamo parlando di Genova, passata per il commissariamento, né tantomeno delle Popolari venete. Sono esperienze passate che la Vigilanza non vuole ripetere né tantomeno vogliamo ripetere noi. Abbiamo avviato un percorso di messa in sicurezza della banca, un percorso ufficiale, assistito dalla Vigilanza in tutti i passaggi. La Vigilanza ci sta supportando perché credono nella banca e nel suo capitale umano. Il percorso si chiuderà prima di Natale e parte dalla premessa che la banca non si tocca. I clienti vogliono sapere “i nostri soldi che fine fanno?”. Noi di qui a 15 giorni potremo dire che la banca è stata messa in sicurezza, è salva. La Banca d’Italia ci è molto vicina, io l’ingegnere De Bustis li sentiamo ai massimi vertici, quindi anche da questo punto di vista dovete essere tranquilli e capaci di irradiare tranquillità. C’è fortissima attenzione anche a livello politico, condivisa anche ai vertici del governo“.

De Bustis, che già in un’intervista al Corriere una settimana fa ha dato la colpa del buco sia alla recessione sia a “una gestione creditizia al di fuori delle regole, negli ultimi tre o quattro anni”, è più specifico ed entra nel dettaglio. “Il 18 di questo mese”, dice, “si firma un accordo in cui ci sono i nuovi proprietari che avranno la maggioranza dell’azienda. E’ bella la notizia, la banca diventerà forte dal punto di vista patrimoniale, avrà lo Stato dietro, voi potrete dire abbiamo lo stato dietro e quindi potrete andare dai clienti e dire “la popolare di Puglia e Basilicata non si regge in piedi, i soldi dateceli a noi”, e li sfondate se avete la forza e l’energia commerciale. E’ molto irresponsabile quello che è avvenuto negli ultimi 3-4 anni, un caso di scuola di managememt irresponsabile, esaltato. Quando sono venuto la prima volta (tra 2011 e 2015, ndr) c’era un signore coi capelli bianchi capo della pianificazione e controllo e gli dicevo: “Fammi vedere i dati delle filiali” e tutti i conti erano truccati, Truccavate, taroccavate i conti economici delle filiali”.

Poi parla dell’emissione di un green bond: “Perché ho rotto tanto le scatole per il green bond? Che cazzo me ne frega del verde? E’ un settore importantissimo ma è la tecnica che sta sotto, fare assistenza alle imprese cercando di non assorbire patrimonio e portando i soldi a casa. Questo si incrocia con un piano di ristrutturazione non semplice che è imprescindibile e prevede un taglio di organici molto importante, se no l’Europa non dà il permesso. I risultati dell’anno sono molto insoddisfacenti e c’è una storia molto negativa sul credito negli ultimi anni, nelle filiali e a livello centrale. Il credito è stata la palla di piombo che ha distrutto il patrimonio di questa azienda, 800-900 milioni. Il cost-income è indecente, al 100% quando alcune banche stanno al 50: abbiamo troppi costi e pochi ricavi”.

 

Fonte: www.ilfattoquotidiano.it




Popolare di Bari: ennesimo rinvio per il piano industriale.

Eravamo stati convocati per martedì 26 prossimo per la presentazione del piano industriale.

Da organi di informazione apprendiamo che il Consiglio di Amministrazione, previsto per la data odierna e che avrebbe dovuto approvare il piano industriale, è stato spostato alla prossima settimana dal momento che non vi sarebbe ancora il via libera di Banca d’Italia.
È noto a tutti che Banca d’Italia ha ancora in corso un’ispezione e dunque l’organo di vigilanza sembra essere il vero dominus della situazione.
Non siamo per niente tranquilli e questi continui rinvii stanno definitivamente logorando la responsabile pazienza dei lavoratori, delle lavoratrici, dei rappresentanti sindacali del Gruppo Banca Popolare di Bari.

Ci teniamo a ribadire che l’attuale drammatica situazione non è e non potrà essere attribuita al personale di questo Gruppo ma a chi, in questi ultimi anni, ha preso deleterie decisioni strategiche e promosso politiche commerciali pesanti, pressanti e controproducenti.

Di concerto con le Segreterie Nazionali, restiamo in attesa di conoscere la nuova data.
Vi terremo tempestivamente informati sugli sviluppi degli eventi e delle prossime iniziative sindacali.

Segreterie OdC
Gruppo Banca Popolare di Bari
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

 




Popolare di Bari: slittamento delle assemblee

A seguito del ns. Comunicato del 24 Ottobre 2019 avente come oggetto”CALENDARIO ASSEMBLEE”, Vi informiamo che l’azienda in data 31 Ottobre u.s., ha inviato alle Segreterie di Coordinamento del GruppoBanca Popolare di Bari e alle Segreterie Nazionali, la convocazione per il giorno 15 corrente mese inerente il “Piano Industriale – Informativa ai sensi del CCNL”.

Pertanto, le Assemblee organizzate secondo il programma stabilito, subiranno uno slittamento al fine di aggiornarsi dopo l’esito del citato incontro.

Alla luce del contenuto degli articoli di stampa del 6 Novembre 2019 auspichiamo che l’Azienda sia in grado di presentarci nella data fissata il reale Piano Industriale approvato.

Sull’evolversi della situazione, Vi terremo costantemente informati comunicandovi le nuove date delle Assemblee.


Segreterie di Coordinamento

FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA/UIL – UNISIN
Gruppo Banca Popolare di Bari

 

 

 

 




Pop. Bari: “chiusura” della solidarietà e ripristino contribuzione ai fondi pensione

Il giorno 7 febbraio 2019, presso l’Hotel Palace di Bari, si è tenuta l’Assemblea Generale delle Lavoratrici e dei Lavoratori delle Filiali e Uffici della Banca Popolare di Bari presenti in Bari e Provincia di Bari.
La numerosa affluenza e l’accorato contributo fornito dai partecipanti, hanno connotato questo incontro come una pagina importante della storia sindacale della Banca.

L’evento ha rivelato una piena presa di coscienza e consapevolezza, da parte di tutti, del ruolo che ciascuno può assumere in questo momento critico, innegabilmente annoverabile tra i più bui nella vita dell’Azienda.
La riunione si è svolta con l’ illustrazione unitaria, da parte dei massimi rappresentanti delle sigle sindacali presenti nel Gruppo BPB, di quanto discusso e definito negli ultimi incontri sindacali tenuti con la controparte aziendale.

In premessa è stato ricordato come l’azienda, di fronte al senso di responsabilità manifestato dalle parti sociali con l’adesione all’accordo dell’agosto 2017, e di fronte al reale sacrificio assolto dalle Lavoratrici e dai Lavoratori tutti, abbia fatto emergere tutti i suoi limiti organizzativi manifestando, nei comportamenti e nei risultati, livelli di inadeguatezza manageriale probabilmente tra i peggiori registrati nel mondo bancario. Stigmatizzando, poi, come il non rispetto degli impegni assunti sui tavoli sindacali costituisca un fattore recidivante da parte dell’azienda, infatti anche i precedenti accordi sono stati disattesi per unilaterale inerzia manageriale.

Con particolare riguardo all’accordo di agosto 2017, anche su sollecitazione di alcuni specifici interventi dei presenti, volti ad ottenere riscontri puntuali sull’argomento, è stato precisato che i lavori svolti dalla “commissione tecnica”, incaricata di vigilare sul rispetto dell’accordo, hanno permesso il primo aumento del contributo aziendale al fondo pensione (25%), collegato ad una prima ripresa dell’indice del cost income registrata nel primo trimestre 2018.

Con i dati pervenuti in occasione della semestrale di giugno 2018, si è dovuto prendere atto dell’ evidente scostamento da quelli che erano gli obiettivi pattuiti, verosimilmente attribuibili al perdurare dell’adozione di bad practices da parte dell’azienda in materia di cost saving. Ed infine la contraddittoria assunzione di personale, in particolare di quello già cessato dal servizio; le pressioni commerciali e il metodo, a dir poco discutibile, imposto per la fruizione delle giornate di solidarietà. Ultima strabiliante “performance” negli ultimi incontri sindacali è stata l’affermazione, da parte della delegazione aziendale, che “non è stato ancora formulato il piano industriale per il quinquennio 2019 – 2023”, e che “è stato compiuto esclusivamente il primo step: l’approvazione delle linee guida” !

Durante l’ultimo incontro la delegazione aziendale, finalmente presieduta dal Direttore Generale (responsabile del personale secondo regolamento banca), ha finanche asserito che è stato riformulato l’organigramma aziendale, ma che il nuovo assetto “non è collegato al prossimo piano industriale” e che “non presenta ricadute sul personale dipendente”.

Di contro la delegazione aziendale ha espresso, a parziale modifica dell’Accordo 2017, la “ sospensione del regime di solidarietà” a partire dal 2019 e “l’incremento al 50% della quota aziendale di contribuzione ai fondi pensione”.

La delegazione sindacale, unitariamente, ha proposto, invece, la “chiusura” della solidarietà così come già effettuata e l’impegno della Banca di ripristinare integralmente la quota di contribuzione ai fondi pensione entro il 31 dicembre 2019, ed a condizione che quest’ultimo punto non possa più essere preso in considerazione per eventuali e future negoziazioni per la riduzione dei costi, vedi lo sconosciuto nuovo piano industriale.

Unanime e corale, di fronte a quanto riassunto ed illustrato dai rappresentanti delle sigle sindacali, l’indignazione delle Lavoratrici e dei Lavoratori presenti. Si tratta di un segnale chiaro e forte che esprime un unico significativo concetto:

BASTA !

Questo segnale importante conferisce ai sindacati la forza necessaria ed il mandato per poter affrontare con determinazione e con la certezza di compatto e nutrito sostegno, le inevitabili battaglie che il momento storico lascia presagire.

Le sigle tutte esprimono unanimemente il più sentito e accorato ringraziamento a tutte le Lavoratrici ed i Lavoratori per aver espresso liberamente le proprie considerazioni e vissuti e auspicano un identico spirito partecipativo da parte delle Lavoratrici e dei Lavoratori che saranno convocati nelle prossime imminenti assemblee che saranno tenute in tutti i territori dove ci siano i nostri iscritti.

Il calendario sarà pubblicato a breve.

Ogni sviluppo delle “questioni” aperte, sarà portato a conoscenza di tutti con tempestività e chiarezza.

 

Bari, li 11 febbraio 2019

 

Segreterie OdC
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

Gruppo Banca Popolare di Bari

 

Scarica il volantino

 




Pop. Bari: forte preoccupazione

COMUNICATO STAMPA

Le Segreterie di Coordinamento FABI, FIRST/CISL, FISAC/CGIL, UILCA, UNISIN del Gruppo esprimono forte preoccupazione per le ricadute occupazionali e professionali sul Personale dipendente e per le ripercussioni sui territori di interesse rivenienti dall’annunciato Piano Industriale 2019/2023.

Il personale, mai citato nel martellante proliferare di articoli di stampa, è stato e resta patrimonio fondamentale delle Banche del Gruppo e non può essere ignorato nè chiamato a correo della loro gestione.

Le OO.SS. scriventi si opporranno con ogni mezzo al tentativo di far pagare ancora una volta alle Lavoratrici e ai Lavoratori il prezzo delle inefficienze gestionali del management aziendale.

 

Bari, 4 Febbraio 2019

 

Le Segreterie di Coordinamento di Gruppo
Fabi – First/Cisl – Fisac/Cgil – Uilca – Unisin
Banca Popolare di Bari

Scarica il comunicato stampa