La Banca Popolare di Bari cambia nome: da oggi è Banca del Mezzogiorno

Lo ha deciso il consiglio di amministrazione, optando per l’acronimo Bdmbanca, che sta per Banca del Mezzogiorno, ricalcando così la mission del Medio Credito Centrale


La Banca Popolare di Bari cambia nome. Lo ha deciso il consiglio di amministrazione, optando per l’acronimo Bdmbanca, che sta per Banca del Mezzogiorno, ricalcando così la mission del Medio Credito Centrale.

Il nuovo nome segna una cesura rispetto al passato e segna un ulteriore passo verso il ritorno al profitto di un istituto di credito che sembra aver messo ormai alle spalle i problemi del passato.

Lo scorso 12 giugno alla guida del consiglio di amministrazione era stato designato l’imprenditore pugliese Pasquale Casillo, affiancato nel nuovo cda da Simonetta Acri; Luciano Filippo Camagni; Cristiano Carrus (confermato amministratore delegato); Elena De Gennaro; Grazia Dicuonzo; Francescopaolo Ranieri. Mediocredito centrale immagina sana e trasparente la Banca popolare di Bari (anzi, la Bdmbanca) da qui al futuro, come emerge nel piano industriale per i prossimi tre anni del gruppo legato a Invitalia. Un piano che prevede la crescita di oltre 11 miliardi di euro entro il 2024, ma al tempo stesso l’accelerazione nel processo cosiddetto di derisking, vale a dire di riduzione dei crediti più a rischio arrivando a un coefficiente del 5,9 per cento, sempre nel medesimo periodo.

L’ultima parola sul cambio del nome della banca spetterà all’assemblea dei soci che si riunirà entro la fine di luglio.

 

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno




Un nuovo corso per la Banca Popolare di Bari

3 - Fisac Cgil

 

La forza dello sciopero e il potere del dialogo:
UN NUOVO CORSO PER LA BPB

 

Il 12 giugno scorso le scriventi OOSS, hanno incontrato il nuovo Amministratore Delegato di Mediocredito Centrale, dott. Minotti, presso la sede di direzione generale della Banca Popolare di Bari, alla presenza anche dell’AD dott. Carrus, appena rinnovato nell’incarico, del dott. Franzon, del COO di MCC dott. Mauro e del Responsabile del personale MCC dott. Papaniaros. Si è trattato di un incontro informale voluto dal dott. Minotti per la presentazione e la conoscenza reciproca, iniziativa particolarmente apprezzata perché avvenuta a prescindere da esigenze aziendali contingenti e, quindi, in discontinuità con il passato.

L’incontro è stato cordiale e puntuale sui temi centrali del futuro della Banca Popolare di Bari e del suo posizionamento all’interno del Gruppo MCC.

In apertura i Segretari degli Organi di Coordinamento, nel formulare gli auguri per i nuovi incarichi e per quelli rinnovati, hanno riassunto le problematiche della Banca e dei suoi lavoratori e lavoratrici, sfociati poi nel grande sciopero dello scorso mese di aprile.

L’Amministratore Delegato di MCC ha ascoltato attentamente gli interventi, prendendo anche buona nota delle criticità denunciate, quali il clima aziendale, la carenza di personale, la necessità di una formazione adeguata, i profondi disagi di natura anche economica dei dipendenti, e la necessità di avere una prospettiva più chiara del futuro della Banca.
L’AD di MCC ha illustrato con sufficiente chiarezza il ruolo di banca commerciale che identificherà sempre più la Banca Popolare di Bari, con riferimento al centro sud, sottolineando l’importanza di coltivare il rapporto con il territorio e con le imprese piccole e medie, tipiche dei contesti su cui insistono le nostre filiali quali pilastri da cui ripartire. Ha assicurato che sarà rafforzato il concetto di Gruppo Mediocredito Centrale attraverso una serie di interventi tesi anche al superamento di pregiudizi e discriminazioni ma con precisi distinguo di ruoli all’interno dello stesso. Ha quindi comunicato che a breve saranno illustrati gli interventi sul piano industriale definito ambizioso, per il quale c’è già una idea che sarà presto concretizzata e comunicata.
Al riguardo ha sottolineato la ragione del suo incarico al servizio dello Stato e nei confronti di una Banca che ha valore e potenzialità da esprimere attraverso tutti i suoi lavoratori e lavoratrici per i quali ha più volte sottolineato il ruolo fondamentale della formazione e la centralità delle persone rispetto alla tecnologia. Non ha mancato di
sottolineare prudentemente che occorrerà capire tempi e modi di intervento.
Il dott. Minotti ha concluso il suo intervento esprimendo ottimismo sul Gruppo MCC e sulle sue potenzialità con il miglior collocamento delle singole realtà all’interno dello stesso.
Rispetto alla storia critica della Banca ha rivolto un invito a voltare pagina con una governance del Gruppo pronta a confrontarsi, a superare disuguaglianze e pregiudizi con una progressiva convergenza e una stabilità di riferimenti del top management.

L’intervento del dott. Carrus ha rimarcato la necessità di rimettere un ponte dove c’era un fossato nelle relazioni industriali. Il dialogo, ha tenuto a sottolineare, non è mai mancato, ma solo sospeso in attesa delle nuove nomine.
Nel rimarcare tutto il suo impegno e il suo DNA commerciale in favore della Banca e accennato alcuni interventi sulle attività commerciali della BPB ha comunicato che prima dell’estate saranno programmati incontri con le scriventi Organizzazioni Sindacali per la ripresa di un dialogo sociale con l’esatto linguaggio delle relazioni industriali.

Certo ripartiamo con il dialogo ma, lo ribadiamo, con la responsabilità, la determinazione e la forza delle ragioni di uno sciopero storico che ha segnato l’impellenza del cambiamento.
Urge quindi la calendarizzazione degli incontri per passare dalle parole ai fatti.

Bari, 14 giugno 2023

 

Segreterie di Coordinamento
FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN
Banca Popolare di Bari – Gruppo MCC




B. Pop. Bari: nel silenzio la vostra debolezza

3 - Fisac Cgil

Nel silenzio la vostra debolezza

 

Il 17 aprile scorso, giorno del massiccio sciopero in Banca Popolare di Bari, le lavoratrici e i lavoratori hanno dato un messaggio forte ai vertici aziendali e a quelli della capogruppo MCC: le attuali condizioni di lavoro non sono più sostenibili e i sacrifici vengono vanificati dall’incertezza del futuro aziendale e dal caos gestionale.

Abbiamo aspettato che i vertici aziendali, come da impegno da loro assunto durante l’incontro in presenza del 12 aprile u.s., ci chiamassero per affrontare le problematiche rappresentate.

Abbiamo atteso la riunione del CdA della BPB.

Abbiamo atteso le nuove nomine nella Capogruppo, ma ancora oggi, irresponsabilmente, nessun incontro, né segnale concreto giunge dall’Azienda.

Quella a cui si assiste, invece, è la reiterazione di scelte incomprensibili, di scelte sprezzanti che si manifestano attraverso lettere di demansionamento, per mezzo di nuovi assetti organizzativi con ulteriori accorpamenti di filiali, di nuovi incarichi, di spostamenti di personale di qua e di là, in una condotta gestionale che ricorda il turbinio folle e vano di mosche frenetiche all’interno di un bicchiere capovolto.

È l’organizzazione del lavoro che non va, è il modello distributivo che non funziona.

È un modello mutuato da altro istituto di credito di gran lunga più grande del nostro, è un abito non a misura di BPB: è goffo, impaccia e non va bene, mentre i problemi di natura organizzativa e di natura gestionale restano tutti lì.

La carenza di personale nelle filiali alla quale si pensa di ovviare con gli accorpamenti di sportelli, anche di piazze diverse – scelta deleteria anche per l’allentamento del rapporto con la clientela  –, è un fatto incontrovertibile che in tanti, in troppi fingono di non vedere.

Unico motivo di questi accorpamenti – non si riducono i costi operativi, non si genera maggior produttività – sembra essere la creazione di massa manovra per consentire aperture a intermittenza, con figure professionali sottratte alle filiali per trasformarle in anime erranti alla ricerca di una redditività perduta.

Lo ripetiamo, il vero problema è che non c’è ancora un’idea di banca e non si sta facendo nulla per costruire una banca che possa davvero riprendere in mano la propria sorte, che dovrebbe risolversi in un nuovo ruolo al servizio dell’economia e delle persone dei territori nei quali è presente, magari inserendosi nella gestione dell’enorme quantità di denaro che arriverà al Sud dai fondi del PNRR, a rimarcare la funzione sociale del credito e ricucendo i rapporti con le economie locali.

Mettere a posto i conti è sicuramente doveroso, ma questo obiettivo non può essere raggiunto solo con la crescente ed insostenibile compressione dei costi del personale e puntando sul continuo rialzo dei tassi in un contesto aziendale, tra l’altro, in cui non mancano incoerenze, sperequazioni e discriminazione.

C’è bisogno di scelte che strutturalmente riposizionino la Banca sul mercato e che, conseguentemente a queste scelte, ci siano piani formativi, condivisi e non solo comunicati, per riqualificare il personale in maniera coerente con una nuova missione di mercato, con nuovi servizi, nuovi prodotti.

C’è bisogno che il personale abbia contezza di vivere in una banca in cui il welfare, le condizioni economiche, siano omogenei e coerenti – mutui, tipologie di mutui… -, in cui si regolamentino le figure professionali non ancora normate.

E non è certo il lancio di una nuova piattaforma per la formazione che può colmare la mancanza di visione strategica sul personale: anzi, anche in questo caso si è persa un’occasione disattendendo gli impegni presi con l’apposita commissione paritetica e preferendo un battage propagandistico, con i dipendenti pressati da irrealistici termini di fruizione.

Vogliamo la formazione, la vogliamo di qualità e in presenza, per la crescita e lo sviluppo del personale e della Banca.

Siamo persone che lavorano, che hanno sempre lavorato e che vogliono continuare a svolgere con dignità il proprio lavoro.

Se, invece, si persevera nel pregiudizio della Capogruppo verso i dipendenti della Banca Popolare Di Bari ritenuti “miracolati”; se viene detto che siamo persone che credono che “è arrivata mamma Stato e i problemi sono risolti, ma non è così”, vuol dire c’è qualcuno che ha ancora una visione distorta della popolazione della BPB.

Se si continua a premere sulla rete – con qualcuno che urla nelle riunioni che non si faranno prigionieri! Che ci scappa il morto! -, vuol dire che la conquista della dignità del lavoro non è ancora completata.

Non è sufficiente, con la creazione del veicolo Capital Light Division, mettere a posto i conti spostando di là quello che di qua non va, c’è bisogno di qualcosa di più profondo, di più articolato.

Occorre investire sulla gestione della qualità del credito: la valorizzazione degli NPL a bilancio 2022 fa pensare che una ipotetica cessione del credito deteriorato potrebbe avere un peso eccessivo sui conti della Banca.

C’è bisogno tra le altre cose, che Banca Popolare Bari, Capogruppo siedano davanti alle Organizzazioni Sindacali per un autentico dialogo sociale e rispettose relazioni industriali, capaci di produrre strumenti condivisi nell’interesse di tutti i soggetti interessati, in un confronto che smetta di essere mera comunicazione di dati contabili, senza mai entrare negli aspetti organizzativi e nelle ricadute sul personale.

Se questa idea non si fa largo nella Proprietà, nella dirigenza del Gruppo, è difficile pensare ad una pacificazione, è difficile pensare che la mobilitazione si esaurisca.

È da irresponsabili ignorare il profondo malessere espresso dallo sciopero stesso.

Altre iniziative verranno!

È urgente aprire una nuova fase.

In caso contrario la lotta non si fermerà, andremo avanti con tutti i mezzi a nostra disposizione, con tutti gli interlocutori possibili, in tutti luoghi possibili.

Alla BPB, a MCC la scelta di come proseguire.

 

Bari, li 15 maggio 2023

 

Segreterie OdC
FABI –FIRST/CISL -FISAC/CGIL -UILCA –UNISIN
Banca Popolare di Bari




Banca Pop. Bari: grande successo dello sciopero!

Banca Popolare di Bari


Grande successo dello sciopero!

 

Oltre il 90% delle filiali chiuse sul territorio nazionale, interi uffici di direzione deserti.

Lo sciopero dei dipendenti della Banca Popolare di Bari del 17 aprile appena trascorso può dirsi decisamente riuscito grazie alla straordinaria partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori che va ben oltre il 70% comunicato dall’Azienda.

Un grazie particolare, quindi, ai colleghi e alle colleghe che hanno aderito alla giornata di mobilitazione sopportando un ulteriore sacrificio economico e mostrando grande coesione.

Le capillari assemblee, del resto, avevano espresso unanime volontà di arrivare allo sciopero e quella volontà ha trovato conferma nell’adesione massiccia alla giornata di lotta, nonostante qualche meschino tentativo di dissuasione respinto al mittente.

La protesta ha avuto un grande merito: quello di far parlare della BPB non già per le cronache giudiziarie o per le comprensibili aspettative dei soci – ai quali va la nostra solidarietà – traditi dalla scellerata gestione precommissariamento, ma anche per il profondo disagio e per le privazioni ai quali i dipendenti sono sottoposti senza avere chiarezza del proprio futuro.

La voce dei dipendenti che reclama:

  • certezza sul futuro della BPB,
  • sostenibile organizzazione del lavoro,
  • recupero salariale,

è uscita dal ristretto perimetro della Banca per iniziare a diventare una questione di pubblico interesse: la Proprietà e il management dovranno tenerne conto.

Ora, forti del massiccio consenso, ci muoveremo per costringere, chi ha il potere per farlo, a dar vita ad un dialogo concreto, che porti ,in maniera seria e fattuale, alla soluzione dei temi alla base dell’azione di protesta.

Il futuro di questa Banca ci appartiene ed è di fondamentale importanza per il Gruppo MCC, per la missione di Banca del Mezzogiorno delineata nel progetto di rilancio sancito con l’accordo del 10.06.2020.

 

Bari, il 20 aprile 2023

 

FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN




TGR Abruzzo: sciopero alla Banca Popolare di Bari

Pubblichiamo il link al servizio della TGR Abruzzo in merito allo sciopero della Banca Popolare di Bari del 17 aprile ed al presidio di Teramo, con interviste al nostro RSA Massimiliano Di Carlo ed al Segretario Regionale Luca Copersini

 

Leggi anche

BPB: il 17 aprile sciopero e presidio a Teramo




Popolare di Bari: nuova convocazione, finto dialogo

3 - Fisac Cgil

Dopo il netto e duro comunicato del 13 maggio, l’Azienda ci ha convocato il giorno 27 maggio scorso.

Un’occasione persa o, meglio, la rappresentazione plastica di un finto dialogo.

Già dall’avvio, con la prolusione del COO, che ha preannunciato che il suo sarebbe stato solo un saluto, si è capito che l’incontro avrebbe avuto l’aspetto di un pro-forma.

Il seguente giro di interventi della parte sindacale si è incentrato sull’esigenza di rispetto dei passaggi formali, esprimendo la volontà di conoscere le reali intenzioni della Proprietà, di avere una visione di insieme dei cambiamenti in atto, di poter verificare le ricadute sui dipendenti, sulla richiesta, insomma, di un tavolo di confronto vero, formale e sostanziale grazie al quale trovare soluzioni condivise per regolamentare e governare la ripresa di questa Banca.

A tutto questo non è stata data risposta alcuna dalla delegazione aziendale, subito ridottasi per l’abbandono del COO.

Non una parola una, sulla soluzione dei problemi attuali e concreti che affliggono le lavoratrici ed i lavoratori della BPB.

La partita degli inquadramenti, per esempio, DEVE trovare una fine, c’è un accordo di oltre un anno fa che impegna l’Azienda sul punto! Smart Working e Telelavoro devono essere regolati ed avere avvio con un accordo.

BASTA CON L’UTILIZZO DEI VERBI AL MODO CONDIZIONALE O AL TEMPO FUTURO, QUELLO CHE SERVE È IL PRESENTE INDICATIVO!

Basta con la nebulosità aziendale utilizzata per dissimulare pezzi di piano industriale già, di fatto, in attuazione.

E, in più, basta con una prassi aziendale basata solo su tagli lineari.

Per non parlare dello svuotamento funzionale della Banca, dei demansionamenti, dei trasferimenti immotivati; una banca la BPB, in cui la Proprietà sembra quotidianamente impegnata nell’annichilimento della struttura e della sua forza lavoro, senza tener conto alcuno di significativi pezzi dei territori in cui insiste e della loro clientela d’elezione.

L’incontro non è durato a lungo, tuttavia siamo riusciti a strappare l’impegno di avviare la procedura per la discussione del Piano Industriale entro massimo due settimane ed a calendarizzare una serie di appuntamenti per le varie tematiche in sospeso.

Vi terremo costantemente informati.

Bari, lì 31 maggio 2022

 

Segreterie di Coordinamento
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN
Banca Popolare di Bari




Popolare di Bari: riapertura dei termini di adesione all’Accordo del 10/6/2020


Ieri, 25 gennaio 2021, dopo una trattativa molto intensa ed impegnativa, svoltasi da remoto per alcuni giorni, si è concluso un ciclo d’incontri con l’Azienda, rappresentata dall’Amministratore Delegato con l’assistenza della Funzione Risorse Umane e la Delegazione Sindacale aziendale e nazionale.

Gli incontri si sono svolti, a partire dal 15 gennaio, per la verifica, prevista dall’accordo del 10.06.2020, dei risultati delle adesioni alle modalità di accompagnamento alla pensione, di esodo incentivato e per le valutazioni circa l’adozione di ulteriori misure volte a conseguire gli obiettivi dell’Accordo.

Le misure individuate, nella piena consapevolezza dei disagi e delle esigenze che avevano determinato i risultati delle adesioni raccolte, hanno incontrato, complessivamente, il reciproco gradimento delle parti trattanti.

Queste Organizzazioni Sindacali auspicano che le condizioni concordate possano favorire la massima adesione possibile all’esodo, contribuendo alla serenità dei lavoratori in uscita e alla prospettiva di un futuro per chi rimane.

Di seguito sintetizziamo le novità che integrano l’accordo del 10 giugno 2020:

  • Per tutti i dipendenti che maturano il requisito pensionistico AGO entro il 31/12/2029 sarà possibile accedere alle prestazioni straordinarie del Fondo di Solidarietà (art. 5 dell’accordo del 10 giugno 2020) per una durata massima di 60 mesi, in luogo del limite di 36 mesi precedentemente fissato. Le adesioni dovranno essere presentate entro il 19 febbraio 2021, con le modalità (semplificate) che verranno indicate dalla Banca. I colleghi che hanno già presentato l’adesione alle prestazioni straordinarie del Fondo di Solidarietà (Fondo) per una permanenza inferiore a 60 mesi potranno, a loro discrezione, presentare una nuova domanda per la maggiore durata, in sostituzione della precedente.
  • Viene sospesa la misura di cui all’art. 5.7 dell’Accordo, pertanto per i colleghi e le colleghe che hanno già aderito e/o aderiranno, non si procederà alla trasformazione del rapporto da full-time a part-time. Per coloro che hanno già presentato la domanda in data antecedente al verbale in parola, è fatta salva la possibilità di richiedere il mantenimento della precedente previsione.
  • Un’importante agevolazione ottenuta riguarda l’estensione dei benefici delle polizze assicurative per i casi di invalidità permanente e morte al personale che ha avuto e avrà accesso alle prestazioni straordinarie del Fondo, con erogazione rateale, agli stessi termini e condizioni dei dipendenti in servizio.
  • È stata inoltre esplicitata la “clausola di salvaguardia” in ipotesi di interventi legislativi che modifichino i requisiti legali per l’accesso al trattamento previdenziale, la previsione di uno specifico impegno dell’azienda a riassumere i dipendenti interessati.

Restano invariate, nei termini (riaperti) e nelle modalità di accesso, le altre misure contemplate dall’accordo agli articoli 3, 4, 6 e 7, vale a dire le uscite riguardanti “Pensione quota 100”, “Opzione donna”, l’accesso alla sezione emergenziale Fondo e le uscite volontarie (esodo incentivato). Per quanto riguarda invece l’accesso alla sezione emergenziale del Fondo, le cessazioni avverranno entro il 31 marzo 2021.

Confermata anche la previsione di accoglimento delle domande di riscatto della laure, tramite Fondo, per coloro che matureranno i requisiti pensionistici negli anni 2030 e 2031, a condizione che il costo complessivo per l’Azienda non ecceda il costo di 60 mesi di prestazioni straordinarie di permanenza nel Fondo.

Con riferimento alla misura di cui al primo alinea dell’art. 10.3 dell’Accordo del 10 giugno 2020 la Banca ha confermato la validità degli accordi aziendali del 29/09/2012 (art. 16) e del 19/07/2016 (art. 3).

La Banca conferma altresì che le forme di accompagnamento alla pensione previste dall’accordo del 10 giugno 2020 trovano applicazione anche per i lavoratori ceduti a Credit Management che ne hanno fatto e/o faranno richiesta, in virtù delle garanzie contenute nell’accordo di cessione di ramo d’azienda del 29/11/2017, sottoscritto con la Società.

Un ulteriore momento di confronto con l’Azienda, per la verifica delle adesioni agli strumenti di esodo individuati e integrati, partirà dal 26/02/2021 per terminare entro il 19/03/2021, con le stesse priorità di eventuali interventi previste nell’Accordo del 10 giugno scorso, cui si rinvia per tutto quanto non espressamente menzionato nel verbale di incontro del 25.01.2021 di cui si è trattato.

Bari, li 26 gennaio 2021

 

Segreterie OdC Gruppo Banca Popolare di Bari
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

 

scarica il Verbale di Incontro




Pop. Bari: Segreterie Regionali confederali scrivono ai Prefetti

Segreterie Regionali

 

Al Prefetto di Pescara
[email protected]
Al Prefetto dell’Aquila
[email protected]
Al Prefetto di Chieti
[email protected]
Al Prefetto di Pescara
[email protected] 

Oggetto: Chiusure Filiali Banca Popolare di Bari 11 dicembre 2020 – Regione Abruzzo

Ill.mo Sig. Prefetto,

le scriventi Organizzazioni Sindacali del settore del Credito sono a rappresentarLe, con la presente, la preoccupazione derivante dalle imminenti chiusure definitive programmate dalla Banca Popolare di Bari, previsto dall’attuale piano industriale, nella giornata dell’11 dicembre 2020 (peraltro, in previsione per il 2021):

FILIALE IN CHIUSURA PROV. TERAMO
CASTILENTI
BELLANTE (BORGO MARTINI)
TOSSICIA
CASTELLI
SANT’OMERO
ROSETO CAMPO A MARE
GIULIANOVA OSPEDALE CIVILE
CORROPOLI BIVIO
FILIALE ACCORPANTE
ATRI
BELLANTE STAZIONE
ISOLA DEL GRAN SASSO
ISOLA DEL GRAN SASSO
GARRUFO DI SANT’OMERO
ROSETO DEGLI ABRUZZI
GIULIANOVA
CORROPOLI
FILIALE IN CHIUSURA PROV. PESCARA
CITTA SANT’ANGELO VILLA SERENA
MOSCUFO
FILIALE ACCORPANTE
CITTA’ SANT’ANGELO
PIANELLA
FILIALE IN CHIUSURA PROV. L’AQUILA
SULMONA
CASTEL DI SANGRO
AVEZZANO LIGURIA
CARSOLI
FILIALE ACCORPANTE
POPOLI
POPOLI
AVEZZANO
AVEZZANO
FILIALE IN CHIUSURA PROV. CHIETI
POGGIOFIORITO
FILIALE ACCORPANTE
LANCIANO

Tale decisione comporterà lo spostamento di circa 10.000 rapporti bancari, e quindi della relativa clientela spostandoli verso filiali e comuni limitrofi, in un periodo di estremo rischio per le imminenti festività natalizie, anche in ragione della probabile previsione di passaggio della regione Abruzzo da zona Arancione a zona Rossa.

Trattasi, in prevalenza, di rapporti bancari di clientela tradizionale e/o anziana, abituata a recarsi fisicamente in banca e non del tutto avvezza all’utilizzo di strumenti di internet banking; quindi, rappresentano certamente un concreto rischio di ulteriori assembramenti di persone presso gli ingressi delle filiali che prenderanno in carico tali rapporti, con conseguente possibile contagio da COVID-19.

Dunque, al fine ultimo di mitigare ogni rischio sanitario derivante da tali possibili assembramenti d utenza, chiediamo il Suo autorevole intervento per la sospensione delle chiusure previste, lasciando la piena operatività (momentanea) delle suddette filiali.

Nel ringraziarLa per l’attenzione che ci vorrà riservare, restiamo a sua completa disposizione per ogni esigenza di chiarimento ulteriore.

Pescara, 16 novembre 2020

 

 

FIRST CISL Regionale
Via dei Sanniti, 18
65127 PESCARA
Tel. 085.692842
[email protected]

FISAC CGIL Regionale
via B. Croce, 108
65126 PESCARA
tel. 085.4543334  335577468
[email protected]
UIL.CA Regionale
Via Tirino, 14
65121 PESCARA
tel. 085.6922611
[email protected]

 


Di seguito riportiamo una prima risposta dell’Azienda con il parziale accoglimento di alcune delle richieste:

 

Gruppo Banca Popolare di Bari

Facciamo seguito alla sotto riportata comunicazione per significare che, tenuto conto dell’emergenza sanitaria in corso ed al fine di garantire la continuità dei servizi bancari sul territorio, la Banca ha deciso di posticipare al 2021 la chiusura delle filiali di Castelli, Castilenti, Moscufo, Tossicia e Poggiofiorito in Abruzzo nonché di Castelluccio dei Sauri in Puglia.

Nel restare a disposizione per ogni approfondimento in merito inviamo cordiali.

Consulenza e relazioni industriali
Funzione risorse umane

BANCA POPOLARE DI BARI S.P.A.
70123 Bari – Corso Cavour, 19
Tel. (+39) 080 5274 567-553-789-151
       (+39) 0861 1325368
Fax (+39) 080 5274 402-509
[email protected]
www.popolarebari.it

 

 




Popolare di Bari: malessere straordinario

2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 6 - Uilca

MALESSERE STRAORDINARIO

Esprimiamo forte disagio di fronte al rinvio dell’assemblea ordinaria e per il susseguirsi di articoli di stampa sempre più preoccupanti.

Queste organizzazioni sindacali avevano preso per buono quanto più volte pubblicamente dichiarato dall’Amministratore Delegato del Medio Credito Centrale, riguardante l’intenzione, di quest’Istituto, di arrivare al timone della BPB addirittura entro il mese di agosto.

Ci si ritrova, invece, ancora in amministrazione straordinaria, con tutta la cattiva reputazione che ciò comporta a livello di opinione pubblica e di clientela.

La gestione commissariale segna il passo e sta diventando sempre più una zavorra per una Banca che, nelle intenzioni, deve diventare la banca di riferimento per famiglie e piccole e medie imprese del territorio.

La situazione dei crediti, per dirne una, sta nuovamente deteriorandosi, anche per le inefficienze derivanti da una direzione a dir poco assente.

A questo si aggiunga un inopinato cambio in corsa del Direttore Generale, il sostanziale immobilismo sul fronte degli impieghi e l’estrema difficoltà per l’attività commerciale sia per l’assenza di strumenti capaci di andare incontro alle richieste della clientela, sia per il continuo aggravio di incombenze amministrative affidate alle filiali.

Sembra ormai caduto in disuso lo strumento delle circolari di servizio in favore delle semplici e-mail da parte di singoli uffici per le disposizioni operative: un discutibile esercizio di sopravvivenza, generatore di caos, di fronte all’insensibilità gestionale di chi ha scelto di rinchiudersi in una torre d’avorio?

La veemente ripresa delle pressioni commerciali avviata dal nuovo Direttore Generale, con toni e locuzioni non solo inappropriate, ma anche slegate da una visione prospettica sul modello della banca che verrà, sembra riportare indietro la datazione del calendario.

Mentre da un lato l’Azienda veste i panni dei pubblici ufficiali inflessibili nell’applicazione degli accordi ad essa congeniali, dall’altro si mostra dimentica dell’osservanza degli accordi tesi al rispetto dei diritti e delle prestazioni dei propri dipendenti e sembra voler impiegare il restante tempo che la separa dal passaggio di consegne alla nuova proprietà per vessare, con ogni pretesto, il personale.

Vieppiù, in relazione all’accordo del 10 giugno 2020, stigmatizziamo la condotta aziendale sorda aller ichieste di concorde interpretazione per l’applicazione di alcuni punti.

È quasi superfluo rammentare che interpretare una norma significa farla vivere, applicarla e non derogarla.

La sensazione è che, per alcuni, i dipendenti BPB siano non lavoratori e lavoratrici anch’essi vittime di una scellerata gestione, ma un insieme male assortito di persone incapaci quando non in malafede.

Ove davvero, questa sensazione, trovasse conferma nei fatti, dichiariamo con forza che non assisteremo passivi a questo gioco al massacro.

Vogliamo impegnarci, da professionisti, nell’ambito di un normale rapporto di lavoro subordinato, con prospettive di futuro migliore per la clientela, per i territori, per noi stessi.

Qualsiasi conduzione in contrasto con questa prospettiva ci vedrà fieri avversari.

Bari, 14 settembre 2020

Segreterie OdC
FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA
Gruppo Banca Popolare di Bari




Piani industriali grandi gruppi bancari = ulteriore impoverimento del territorio.

Da mesi, come Fisac e CGIL L’Aquila, stiamo lanciando il grido d’allarme riguardo l’ abbandono del nostro territorio da parte dei grandi Gruppi bancari. Oggi si sta concretamente verificando quanto da noi paventato.

Un esempio lampante (ma non l’unico) è rappresentato dal piano industriale della BPER e dai suoi effetti nella nostra Provincia, per la quale rappresenta la più importante realtà nel mercato del Credito.
Dal mese di aprile di quest’anno sono circa 30 i lavoratori della Provincia dell’Aquila usciti dall’Azienda, contando anche quelli che cesseranno alla fine del mese di settembre; pur trattandosi di lavoratori che verranno accompagnati alla pensione, il mancato turn-over rappresenta un innegabile impoverimento per il territorio. L’accordo che disciplina gli esodi, datato 29/10/19, prevede 2 nuove assunzioni ogni 10 uscite: ad oggi, a fronte di circa 30 esodati, le assunzioni effettuate in Provincia sono state solo 2. Il timore è che alla riduzione dell’occupazione si accompagni un’ulteriore delocalizzazione verso altri territori, considerati più allettanti dalla Banca: un timore che si estende alle ulteriori uscite previste dal piano fino al 31 marzo 2021.

Segnali in tal senso ce ne sono già diversi. Temevamo da tempo che gli uffici di Viale Pescara si avviassero verso un progressivo smantellamento, sulla scia di quanto già accaduto all’Ufficio Ricostruzione; oggi ci preoccupa apprendere che lavoratori prossimi all’esodo siano stati chiamati a passare le consegne a colleghi che opereranno da altri territori, a riprova dell’intento di spostare il lavoro dalla nostra Provincia.
A giorni l’Azienda dovrebbe comunicare l’elenco delle filiali destinate a chiudere entro la fine dell’anno: abbiamo ragione di temere che il nostro territorio possa essere pesantemente colpito da nuove chiusure, che si aggiungerebbero ai due sportelli che hanno già abbassato le saracinesche nel corso dell’anno, senza contare gli ulteriori tagli in arrivo nel 2021. Non si tratta, purtroppo, di un fenomeno che riguarda la sola BPER: basti pensare alle 4 filiali chiuse in Provincia dal MPS nei mesi scorsi, ed alle prevedibili ulteriori chiusure che saranno prodotte dall’accorpamento di UBI in Banca Intesa o dal previsto ridimensionamento di Banca Popolare di Bari.

Il fenomeno dell’abbandono bancario ha conseguenze gravissime: non rappresenta soltanto una perdita di posti di lavoro ma costituisce un forte limite nell’accesso al credito ed ai servizi bancari da parte delle imprese locali, minandone pesantemente le prospettive di crescita. E’ appena il caso di ricordare che in Provincia dell’Aquila circa due terzi dei Comuni sono sprovvisti di sportelli bancari; la chiusura di una filiale in un comune montano contribuisce in maniera decisiva ad accelerarne lo spopolamento.

Colpisce il fatto che l’importanza della questione sia totalmente ignorata dalla politica locale, che finora si è mostrata del tutto indifferente ai nostri appelli, mostrando di non comprendere quanto il fenomeno contribuisca al declino economico ed anagrafico delle aree interne.

 

CGIL – CDLT L’AQUILA                                                           FISAC/CGIL PROV.LE L’AQUILA
IL SEGRETARIO                                                                       IL SEGRETARIO
FRANCESCO MARRELLI                                                           LUCA COPERSINI

 

Scarica il Comunicato stampa

 

Leggi anche

https://www.fisaccgilaq.it/banche/perche-le-banche-non-vogliono-piu-finanziare-le-aziende-aquilane.html