Intesa Sanpaolo e Ubi: primo incontro con l’Azienda

Nella giornata odierna si è svolto il primo incontro a Milano con l’Azienda, alla presenza delle Organizzazioni Sindacali del Gruppo Intesa e UBI e le Segreterie Nazionali.
Nell’incontro è stato condiviso il percorso di confronto sui temi relativi all’integrazione:

  • Uscite volontarie e assunzioni
  • Cessione ramo d’azienda a BPER
  • Fusione per incorporazione di UBI Banca.

A partire già da lunedì 21 settembre inizierà la trattativa per la definizione delle uscite volontarie per pensionamento ed esodo, che riguarderanno tutti i lavoratori del Gruppo Intesa e Ubi.
L’Azienda ha comunicato che è ancora in fase di identificazione il perimetro relativo alla cessione del ramo d’azienda a BPER, che al momento è prevista nel corso del mese di febbraio 2021 per le 501 filiali di UBI e a giugno per le 31 filiali di ISP.

L’avvio della procedura sindacale prevista per legge sarà pertanto successivo alla definizione del ramo stesso.
Non sono invece state fornite informazioni in merito alle ulteriori 17 filiali che dovranno essere cedute da disposizioni Antitrust.
L’incorporazione societaria e informatica di UBI Banca in ISP avverrà nel corso del mese di aprile. Il confronto sindacale in merito alla fusione e all’armonizzazione contrattuale si svilupperà nei primi mesi del 2021

Come Organizzazioni Sindacali abbiamo richiesto che a fronte delle uscite siano effettuate in tempi rapidi assunzioni indispensabili per supportare in particolare la rete.

Questo primo incontro è stata l’occasione per ribadire che la riorganizzazione successiva alla fusione dovrà impattare nel minor modo possibile sulle lavoratrici e sui lavoratori, valorizzandone la professionalità e portando le lavorazioni dove sono le persone.

 

Milano, 17 settembre 2020

 

FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN
Gruppo Intesa Sanpaolo e UBI




BPER- Intesa: tempi più lunghi per migrazione filiali

Tempi più lunghi per la migrazione dei 532 sportelli Ubi (e 15 di Intesa Sanpaolo) a Bper. E’ quanto emerge da una riunione tecnica svoltasi ieri a Milano, mentre si fa invece più vicino per la banca di Modena un aumento di capitale confermato nell’ordine degli 800 milioni di euro, salvo sorprese.

Bper e Intesa, tempi più lunghi

Le ultime news sulla cessione del ramo d’azienda delle 532 filiali Ubi a Bper sono citati oggi dal quotidiano Il Messaggero, secondo cui il passaggio è destinato a slittare di qualche mese: da fine anno al primo trimestre 2021.
A riguardo non viene esclusa nemmeno una richiesta di proroga all’antitrust, che avrebbe fissato un termine ultimo a metà gennaio.

Migrazione informatica e accordi sindacali

Il trasferimento riguarda 1,4 milioni di clienti, di cui il 60% corporate, 25 miliardi di impieghi e 26 miliardi di raccolta. Ma a renderlo più complesso è il delicato processo di migrazione informatica che interessa strutture IT diverse fra Bper, Intesa (15 sportelli appunto) e Ubi.
Non solo. Fra gli altri fronti aperti figurano gli accordi sindacali dei dipendenti che cambieranno insegne, le interconnessioni dei clienti, le relazioni con le aziende (circa 850 imprese sono comuni ai due gruppi), i
prodotti, i sistemi di pagamento e il risparmio gestito.

Cda Intesa

Intanto, sempre secondo quanto riporta il Messaggero, Intesa terrà un cda straordinario venerdì 18 per varare la lista del nuovo vertice di Ubi: al fianco dell’ad Gaetano Miccichè sarebbe in arrivo un altro top manager di Ca’ de Sass: Paolo Grandi, chief governance officer, che diventerebbe il nuovo presidente di Ubi.
Intesa come socio unico presenterà una lista all’assemblea del 15 ottobre prevedendo indipendenti.

Aumento Bper

Quanto a Bper, la riapertura oggi delle sedi Consob di Milano e Roma dopo uno stop per il Covid-19 dovrebbe sbloccare l’approvazione del prospetto dell’aumento di capitale finalizzato all’acquisizione delle filiali.
Le ultime stime sulla ricapitalizzazione, che dovrebbe scattare entro fine mese, confermano una taglia vicina agli 800 milioni. Schierati gli advisor Rothschild, Bofa Merrill Lynch e Citigroup mentre il consorzio di garanzia sarà guidato da Mediobanca, Bank of America, Citigroup, cui si dovrebbero aggiungere altri 5-6 bookrunner.
In Borsa alle ore 11,18 le azioni Bper segnano -1,1% a 1,4585 euro, Intesa Sanpaolo -0,13% a 1,7766 euro, quest’ultima in linea con il Ftse Italia Banche.

 

Fonte: Finanzareport.it




Bper, via libera Bce all’acquisizione di 532 filiali Intesa Sanpaolo

L’autorizzazione è arrivata il 2 settembre


Bper ha avuto semaforo verde da parte della Bce per rilevare sportelli bancari in eccesso da Intesa Sanpaolo in vista dell’integrazione con Ubi Banca a seguito del successo dell’Opas.

«Bper Banca comunica di avere ricevuto, in data 2 settembre, l’autorizzazione della Banca Centrale Europea all’acquisizione dal gruppo Intesa Sanpaolo del ramo d’azienda costituito da 532 filiali e dai connessi rapporti giuridici, di cui all’accordo comunicato al mercato in data 17 febbraio 2020 come successivamente integrato», è scritto nella nota diffusa dalla banca.

 

Fonte: www.ilsole24ore.it




Piani industriali grandi gruppi bancari = ulteriore impoverimento del territorio.

Da mesi, come Fisac e CGIL L’Aquila, stiamo lanciando il grido d’allarme riguardo l’ abbandono del nostro territorio da parte dei grandi Gruppi bancari. Oggi si sta concretamente verificando quanto da noi paventato.

Un esempio lampante (ma non l’unico) è rappresentato dal piano industriale della BPER e dai suoi effetti nella nostra Provincia, per la quale rappresenta la più importante realtà nel mercato del Credito.
Dal mese di aprile di quest’anno sono circa 30 i lavoratori della Provincia dell’Aquila usciti dall’Azienda, contando anche quelli che cesseranno alla fine del mese di settembre; pur trattandosi di lavoratori che verranno accompagnati alla pensione, il mancato turn-over rappresenta un innegabile impoverimento per il territorio. L’accordo che disciplina gli esodi, datato 29/10/19, prevede 2 nuove assunzioni ogni 10 uscite: ad oggi, a fronte di circa 30 esodati, le assunzioni effettuate in Provincia sono state solo 2. Il timore è che alla riduzione dell’occupazione si accompagni un’ulteriore delocalizzazione verso altri territori, considerati più allettanti dalla Banca: un timore che si estende alle ulteriori uscite previste dal piano fino al 31 marzo 2021.

Segnali in tal senso ce ne sono già diversi. Temevamo da tempo che gli uffici di Viale Pescara si avviassero verso un progressivo smantellamento, sulla scia di quanto già accaduto all’Ufficio Ricostruzione; oggi ci preoccupa apprendere che lavoratori prossimi all’esodo siano stati chiamati a passare le consegne a colleghi che opereranno da altri territori, a riprova dell’intento di spostare il lavoro dalla nostra Provincia.
A giorni l’Azienda dovrebbe comunicare l’elenco delle filiali destinate a chiudere entro la fine dell’anno: abbiamo ragione di temere che il nostro territorio possa essere pesantemente colpito da nuove chiusure, che si aggiungerebbero ai due sportelli che hanno già abbassato le saracinesche nel corso dell’anno, senza contare gli ulteriori tagli in arrivo nel 2021. Non si tratta, purtroppo, di un fenomeno che riguarda la sola BPER: basti pensare alle 4 filiali chiuse in Provincia dal MPS nei mesi scorsi, ed alle prevedibili ulteriori chiusure che saranno prodotte dall’accorpamento di UBI in Banca Intesa o dal previsto ridimensionamento di Banca Popolare di Bari.

Il fenomeno dell’abbandono bancario ha conseguenze gravissime: non rappresenta soltanto una perdita di posti di lavoro ma costituisce un forte limite nell’accesso al credito ed ai servizi bancari da parte delle imprese locali, minandone pesantemente le prospettive di crescita. E’ appena il caso di ricordare che in Provincia dell’Aquila circa due terzi dei Comuni sono sprovvisti di sportelli bancari; la chiusura di una filiale in un comune montano contribuisce in maniera decisiva ad accelerarne lo spopolamento.

Colpisce il fatto che l’importanza della questione sia totalmente ignorata dalla politica locale, che finora si è mostrata del tutto indifferente ai nostri appelli, mostrando di non comprendere quanto il fenomeno contribuisca al declino economico ed anagrafico delle aree interne.

 

CGIL – CDLT L’AQUILA                                                           FISAC/CGIL PROV.LE L’AQUILA
IL SEGRETARIO                                                                       IL SEGRETARIO
FRANCESCO MARRELLI                                                           LUCA COPERSINI

 

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ISP – UBI: le tappe del percorso di integrazione


UN PERCORSO COMUNE CHE CI VEDRA’ IN CAMPO CON COMPETENZA, IMPEGNO E DETERMINAZIONE

Nella giornata di martedì 4 agosto si sono incontrati alla presenza dei Segretari nazionali di riferimento i Coordinatori della FISAC CGIL del Gruppo Intesa Sanpaolo e del Gruppo UBI.

L’incontro avvia il percorso di conoscenza reciproca delle due realtà aziendali che precede l’inizio del confronto negoziale vero e proprio relativo al percorso di integrazione, di cui Intesa Sanpaolo (nell’ambito della presentazione sui Risultati 1° semestre 2020) ha reso note le prossime tappe, fra cui:

Entro metà ottobre 2020 Nomina di un nuovo Consiglio di Amministrazione di UBI Banca
Entro dicembre 2020 Cessione del Ramo bancario a BPER Banca
Entro dicembre 2020 Firma dell’accordo sindacale per le uscite volontarie senza impatti sociali
Entro aprile 2021 Fusione per incorporazione di UBI Banca in ISP e completamento dell’integrazione informatica
Entro dicembre 2021 Completamento dell’integrazione tra i due Gruppi e – ove possibile – integrazione delle fabbriche prodotto UBI Banca
Entro fine 2021 (“appena lo scenario macroeconomico apparirà più chiaro”) Nuovo Piano di impresa

Per l’impegno rilevante che ci attende è indispensabile un’approfondita conoscenza dei rispettivi assetti aziendali e della contrattazione di secondo livello sottoscritta nei due Gruppi. Le trattative che si apriranno in autunno dovranno avere come obiettivo:

  • la tutela dei livelli occupazionali all’interno del settore su tutti i territori coinvolti,
  • la gestione delle ricadute su lavoratrici e lavoratori dei processi di riorganizzazione con particolare attenzione alle esigenze delle persone e al riconoscimento dell’esperienza professionale maturata,
  • il massimo contenimento della mobilità territoriale, con lo spostamento delle attività dove sono i lavoratori
  • un piano di assunzioni per il sostegno e rilancio dell’occupazione su tutto il territorio nazionale,
  • un’armonizzazione contrattuale che garantisca e valorizzi i livelli e le tutele ad oggi conquistate.

Analogo percorso ci sarà con le strutture della FISAC CGIL di BPER, Gruppo a cui andranno 532 filiali (un terzo delle unità produttive della rete di UBI), nonché in relazione alla cessione d iulteriori 17 sportelli che ISP si è impegnata a vendere a “soggetti terzi”. Si tratta di un aspetto “disgregante” dei dipendenti interessati che determina ansia per l’incertezza sul futuro professionale di tante persone. La dichiarata attenzione alle risorse umane espressa dai vertici aziendali di ISP potrà vedere già in quest’ambito un primo banco di prova, in attesa delle più complesse sfide che ci attendono e in cui la FISAC CGIL sarà impegnata con tutte le sue componenti nella tutela delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti.

 

FISAC CGIL Gruppo Intesa Sanpaolo

FISAC CGIL Gruppo UBI




La mappa delle filiali cedute da UBI a BPER

Sul sito istituzionale del Gruppo BPER è stato pubblicato il report di presentazione del bilancio semestrale al 30/6.

Fra le varie slides è presente anche la rappresentazione grafica dell’operazione di acquisto delle filiali che UBI dovrà cedere seguendo le indicazioni dell’Antitrust.

  • La prima figura indica il numero di filiali BPER attualmente presenti in ogni singola regione.
  • La seconda riporta il numero di filiali che entreranno a far parte del Gruppo BPER.
  • La terza rappresenta la situazione una volta completate le operazioni di cessione.

 

Fonte: Sito istituzionale BPER




Intesa–Ubi: fondamentali salvaguardia e valorizzazione delle tutele occupazionali e dell’economia locale

2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 6 - Uilca Unisin nuovo logo

L’acquisizione di UBI da parte di Intesa Sanpaolo; è una operazione che ha come obiettivo dichiarato l’aumento dimensionale del Gruppo ISP per meglio competere sul mercato internazionale.

Una operazione che lascia intravedere anche scenari futuri in termini di acquisizioni/accorpamenti/fusioni nel settore del credito.

Le Organizzazioni Sindacali Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca/Uil e Unisin, pur non entrando nel merito dell’operazione, presidieranno attentamente sui livelli occupazionali e sulla tutela del risparmio delle/dei cittadine/i.

L’efficienza e la crescita aziendale non devono avvenire a discapito dei sistemi economici locali e delle tutele e dei diritti di lavoratrici/tori e tantomeno attraverso la chiusura di sportelli che portino a ricadute sull’occupazione.

Roma, 4 agosto 2020

 

I Segretari Generali




Intesa Sanpaolo conquista Ubi: ecco i prossimi passi verso l’incorporazione

Ora che l’Offerta pubblica di acquisto e scambio su Ubi Banca è andata a segno, avendo raggiunto e superato la soglia critica del 66% (quota che garantisce il controllo dell’assemblea straordinaria), per Intesa Sanpaolo è il momento di guardare alle prossime tappe. Tappe che potrebbero cambiare lievemente all’esito dell’Opas, la cui conclusione è fissata per giovedì 30.

Maggiore, e più rotonda, sarà infatti l’adesione finale da parte degli azionisti Ubi, più fluida sarà l’operazione di incorporazione di Ubi, e la conseguente generazione delle sinergie (di costo e ricavo) che Intesa stima nell’ordine dei 700 milioni di euro annui a regime. Il lavoro Morrow-Sodali, global information agent di Intesa, advisor strategico per le adesioni, in questo senso si sta concentrando in particolare sul fronte del retail, mondo che fino ad oggi ha dato un riscontro ancora parziale all’Opas.

Qualora le adesioni totali si fermassero entro il 90%, Intesa – che eserciterà direzione e controllo sull’ex popolare – chiamerà Ubi a convocare un’assemblea straordinaria – che a questo punto potrebbe tenersi tra settembre e al più tardi ottobre – per nominare il nuovo Consiglio di amministrazione. Da lì inizieranno le procedure concordate con l’Antitrust per la prevista cessione dei 532 sportelli a Bper (che a sua volta nella seconda metà di settembre dovrebbe tenere l’aumento di capitale ad hoc) e per la fusione e incorporazione di Ubi, con conseguente delisting.

L’obiettivo di Ca’ de Sass, che nell’operazione è supportata tra gli altri da Mediobanca e dallo Studio Pedersoli sul fronte legale, è fare presto: a livello puramente teorico il tutto potrebbe realizzarsi tra la fine di quest’anno e, più realisticamente, l’inizio dell’anno prossimo.

Ancora più agevole il percorso in caso di un pieno delle adesioni. Qualora a Intesa venisse consegnato più del 90% del capitale sociale di Ubi (ma meno del 95%) per Intesa ci sarà l’obbligo di acquisto (ai sensi dell’articolo 108, comma 2, del Tuf) delle azioni Ubi rimaste in mano agli azionisti che ne facciano richiesta, anche in contanti. A quel punto, non essendo necessaria alcuna assemblea straordinaria, si procederà al delisting di Ubi e alla successiva fusione per incorporazione di Ubi, fusione che sarà attuata senza far sorgere il diritto di recesso e sulla base di un rapporto di cambio che non incorporerà alcun premio per gli azionisti di minoranza dell’emittente.

In caso di partecipazione almeno pari al 95%, invece, sarà Intesa ad avere direttamente il pallino in mano, e deciderà di acquistare il capitale rimanente, sempre cash, e con successivo automatico delisting e incorporazione di Ubi, ancora una volta senza far sorgere il diritto di recesso e senza premio per gli azionisti di minoranza. A valle della fusione, Intesa potrà realizzare le attese iniziative pianificate finalizzate a supportare la creazione di valore, dall’integrazione dei sistemi IT, al de-risking all’integrazione vera a propria delle attività dei due gruppi bancari.

Fonte:  Il Sole 24 Ore

 




Gruppo UBI: revoca delle ferie programmate

GRUPPO UBI

REVOCA DELLE FERIE: SCAMBIO DI LETTERE

Nella giornata di lunedì è proseguito il confronto con l’azienda conseguente all’iniziativa assunta da UBI di revocare le ferie programmate dal 20 al 31 luglio 2020: un atto grave, con conseguenze rilevanti sulla vita delle persone che senza alcun preavviso si sono viste negare la possibilità di fruire del periodo di riposo programmato e tanto atteso.

LE GIUSTIFICAZIONI ADDOTTE DALL’AZIENDA
Secondo quanto ci è stato illustrato, la decisione (su cui l’azienda si è detta fin da subito irremovibile) è nata dalle valutazioni delle competenti funzioni aziendali che hanno prospettato un incremento dell’afflusso dei clienti azionisti intenzionati ad aderire all’OPS di Intesa Sanpaolo, e hanno evidenziato la necessità di realizzare le condizioni per offrire un servizio adeguato: secondo quanto affermato dall’azienda una difficoltà nell’esecuzione delle operazioni esporrebbe UBI ad azioni di carattere sanzionatorio da parte degli enti preposti.

Da tale contesto è scaturita la scelta di trattenere in servizio o richiamare dalle ferie i responsabili di filiale nonché le figure professionali a vario titolo coinvolte nell’operatività in titoli (consulenti premium e consulenti famiglie e privati) delle aree geografiche in cui il numero degli azionisti è più significativo, e inoltre i dipendenti di UBI Online impegnati nel c.d. inbound. Per le stesse ragioni non è stata esclusa l’eventualità di estendere la revoca alle assenze programmate per i primi giorni di agosto in caso di proroga del periodo dell’OPS.

Le filiali interessate sono circa 200, di cui:
• circa 100 a Bergamo e dintorni,
• circa 50 a Brescia e dintorni,
• circa 50 su Milano, Torino e Cuneo
e le restanti (una decina) su altre piazze, per un totale di 350-400 lavoratrici/tori della rete, a cui si aggiungono un centinaio di colleghe/i di UBI Online.

LA NOSTRA POSIZIONE
Abbiamo fin dall’inizio espresso la nostra totale contrarietà all’iniziativa aziendale che denota una assoluta incapacità organizzativa e gestionale per i tempi e per la scelta delle persone coinvolte (individuate in base al ruolo e senza una reale conoscenza della singola realtà operativa): una incapacità che avrà conseguenze pesanti sul benessere psico-fisico delle persone, già logorate dalle preoccupazioni connesse all’emergenza epidemiologica, considerato oltretutto che le aree territoriali interessate dalla revoca sono quelle stesse in cui la diffusione del contagio ha prodotto gli esiti più drammatici.

Pur nella consapevolezza che non vi potrà essere una compensazione adeguata per le lavoratrici e i lavoratori colpiti dalla revoca, nella giornata di venerdì avevamo avanzato all’azienda alcune richieste volte a:
♦ garantire una riprogrammazione in periodi graditi alla/al collega, stabilendo, qualora questa condizione non fosse realizzabile, il superamento dell’obbligo di esaurire le ferie in corso d’anno (e quindi la possibilità di rinvio all’anno successivo se tale soluzione fosse stata preferibile per la/il dipendente);
♦ assicurare il pieno ristoro delle spese a vario titolo sostenute in conseguenza dell’annullamento/spostamento delle ferie.

A seguito delle sollecitazioni di parte sindacale l’azienda ha fatto pervenire una lettera che recepisce solo in parte le nostre richieste; la missiva esprime tra l’altro “riconoscenza alle persone che hanno affrontato questo periodo di particolare complessità con impegno, responsabilità e professionalità”. Ne prendiamo atto, ma sarebbe stato preferibile che un apprezzamento fosse manifestato al di fuori di un contesto in cui si arrecano (come ammesso nella stessa lettera) disagi e complicazioni significative.

A fronte della lettera inviata dall’azienda (e della parziale insoddisfazione che ne traiamo) abbiamo ritenuto opportuno formalizzare unitariamente ulteriori considerazioni e ribadire alcuni aspetti che non hanno trovato positivo accoglimento, auspicando che da ciò scaturisca un’assunzione di responsabilità da parte di UBI nei confronti dei propri dipendenti: nelle pagine successive riproduciamo entrambe le missive.
Rimane immutato il nostro giudizio di ferma critica per un’iniziativa che rischia comunque di ledere irrimediabilmente il diritto a un meritato periodo di riposo e di recupero psico-fisico, in particolare per la difficoltà di far coincidere con le esigenze familiari le nuove pianificazioni.

Da parte nostra vigileremo affinché quanto ci è stato fin qui assicurato trovi pratica applicazione.

FISAC CGIL Gruppo UBI

ALLEGATI:

 




UBI. Ops Intesa Sanpaolo e revoca delle ferie: atto grave e unilaterale

Nel pomeriggio di ieri si è svolto un incontro in cui l’azienda ha comunicato ai Coordinatori delle Organizzazioni sindacali le soluzioni organizzative individuate per far fronte all’operatività derivante dall’OPS di Intesa San Paolo su UBI.
Tali soluzioni (rappresentate da una attività di collaborazione tra filiali limitrofe e nella creazione di unatask force) avrebbero avuto, tra l’altro, la finalità dichiarata di assicurare adeguati livelli di servizio senza dover intervenire (se non in limitatissimi casi) sui piani ferie.

A distanza di poche ore e senza che da parte aziendale fosse pervenuta nessuna ulteriore e diversa comunicazione, abbiamo iniziato a ricevere notizia direttamente dalle colleghe e dai colleghi coinvolti (responsabili di filiale, consulenti premium e famiglie/privati) di una massiva revoca delle ferie pianificate nel mese di luglio.

Riteniamo estremamente grave questa decisione che rischia di ledere irrimediabilmente il diritto a un meritato periodo di riposo e di recupero psico-fisico, la cui importanza, nell’anno dell’emergenzaepidemiologica (nonché dei rischi e dello stress che ne sono derivati) dovrebbe risultare evidente ed essere tenuta nella debita considerazione da UBI.

La revoca delle ferie (per quanto ovviamente accompagnata dal ristoro delle spese sostenute secondo quanto previsto dal Contratto nazionale – v. oltre) impedirà alla maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori di UBI di poter trascorrere il periodo di vacanza programmato in compagnia dei propri cari (a loro volta vincolati da piani ferie prefissati e ormai non modificabili).

Per la mattinata di oggi (17/7) è previsto un ulteriore incontro con l’azienda, sollecitato unitariamente dalle Organizzazioni sindacali per chiedere conto delle iniziative adottate da UBI, del cui esito vi daremo tempestivamente notizia.
Al momento non possiamo comunque non esprimere insoddisfazione rispetto al livello di interlocuzione con l’azienda, elemento che desta particolare preoccupazione nella fase che ci apprestiamo ad affrontare.

In conclusione riportiamo nel riquadro che segue quanto stabilito in materia di spostamento delle feriedall’art. 55 del vigente CCNL.

Art. 55 – Ferie (estratto)

  1. L’impresa può richiamare l’assente prima del termine delle ferie quando urgenti necessità di servizio lo richiedano, fermo il diritto del dipendente di completare le ferie stesse in un periodo successivo,con diritto al rimborso delle spese derivanti dall’interruzione che il lavoratore/lavoratrice dimostri di aver sostenuto.
  2. Detto rimborso viene effettuato anche per le spese di viaggio, di vitto e di alloggio sostenute duranteil viaggio di rientro in servizio a richiesta dell’impresa, nonché per l’eventuale ritorno nella località incui il lavoratore/lavoratrice si trovava in ferie al momento del richiamo in servizio.
  3. Il rimborso ha luogo anche nel caso di spese conseguenti allo spostamento, per necessità di servizio, del turno di ferie precedentemente fissato.

Fonte: www.fisac-cgil.it