Fisco e pensioni: il 7/12 manifestazione regionale all’Aquila. La lotta non si ferma

Su fisco e pensioni non ci siamo. E continueremo a lottare: vogliamo partecipare per cambiare le cose, non fare da spettatori. Questo il succo dell’intervento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di piazza Santi Apostoli a Roma nel corso della manifestazione organizzata dalle tre confederazioni nell’ambito del percorso di mobilitazione per modificare le misure previste nella bozza della legge di bilancio 2022. Intervento che si è concluso con un invito perentorio al governo: “Nella prossima settimana bisogna arrivare a quel confronto sul quale l’esecutivo si era impegnato. Se questo non avverrà, andremo avanti fino a ottenere i risultati che ci siamo prefissati”.

Per il segretario generale della Cgil, questa scelta è la conseguenza di un giudizio molto negativo su una manovra che  “non dà risposte sufficienti per contrastare le diseguaglianze sociali, economiche e geografiche del Paese”. A partire dal fisco. Le risorse, 8 miliardi, “sono inadeguate”. In ogni caso, con  queste prime risorse devono servire ad “aumentare i redditi da lavoro e da pensione a partire da quelli più bassi. Non ci può essere un’operazione che tutela i redditi medio alti e per i redditi bassi non c’è una risposta”.

I sindacati, come detto, chiedono di essere coinvolti nella trattativa: “Non siamo disponibili a fare da spettatori  – ha scandito tra gli applausi –. Lo dico prima: non pensino di venirci a informare di qualcosa che hanno già deciso. Se è così meglio che non ci convochino”. Deve infatti “essere chiaro che il confronto con il mondo del lavoro e delle parti sociali deve servire a far davvero le riforme di questo paese”. Anche perché, ha osservato il leader della Cgil, “un’ipotesi che sta circolando in queste ore dice che fino a 15 mila euro di reddito l’anno non c’è alcun beneficio fiscale: è qualcosa che non si giustifica in un Paese che ha salari e pensioni basse”.

Molto articolato il ragionamento sull’altro tema chiave, quello delle pensioni, che va letto in profondità: “Una vera riforma delle pensioni – ha sottolineato Landini –  passa da una vera riforma del mercato del lavoro. Combattere la precarietà è importante perché un lavoro non precario è una condizione per avere una dignità adesso e un futuro al momento del pensionamento”.

Landini ha poi ricordato ancora una volta che il governo “si è impegnato ad aprire con noi a dicembre una trattativa per ridisegnare la Fornero. Noi abbiamo pazienza, sono 10 anni che aspettiamo e qualcuno di voi può dire che abbiamo aspettato fin troppo”. La pazienza dunque c’è,  ma “vogliamo fare questa discussione sul serio e se non abbiamo risposte né su questo né sul fisco deve essere chiaro che non abbiamo nessuna intenzione di fermarci nelle nostre proteste e iniziative. Abbiamo intenzione di portare a casa dei risultati concreti per le persone che rappresentiamo”.

Del resto lo spirito della mobilitazione unitaria messa in campo da Cgil, Cisl e Uil è proprio questo: “Le nostre manifestazioni non sono semplicemente manifestazioni contro qualcosa o qualcuno, ma parlano al paese e chiedono una cosa fondamentale: per cambiare questo paese bisogna farlo insieme e non contro il mondo del lavoro”.

 




BNL: a breve il via alle assemblee

3 - Fisac Cgil

Vi comunichiamo che a breve intraprenderemo il percorso assembleare su tutto il territorio nazionale al quale seguiranno diverse iniziative di protesta e di mobilitazione.

Fondamentale sarà la partecipazione di tutte/i voi in quanto, il Piano Industriale di questa azienda avrà ripercussioni su tutte/i le/i dipendenti e non solo su quelli che sono oggetto di esternalizzazioni !

A questi ultimi ci rivolgiamo comunicando che nella giornata odierna, le Segreterie Nazionali di FABI, FIRST CISL, FISAC CGIL, UILCA e UNISIN hanno dato mandato ai loro legali di definire un percorso finalizzato alla tutela di tutte/i colleghe/i qualora e dopo che saranno iniziate ed esaurite le relative procedure sindacali disciplinate dall’art. 47 della legge n.428/1990, si rendesse necessario l’intervento dei legali a sostegno di coloro che saranno interessati dalle cessioni.

Riteniamo assolutamente inopportuno che si avviino riflessioni legali in assenza di elementi certi che si avranno solo al momento dell’apertura della procedura e che, fino ad allora, rischiano di confondere o di restare solo supposizioni legali fantasiose.

Pur non trascurando nulla, precisiamo inoltre che, in questa fase l’obiettivo unitaria- mente condiviso di tutte le sigle sindacali è quello di far fare un passo indietro all’Azienda sulle esternalizzazioni, e non quello di preparare cause legali al momento del tutto pre- mature, non essendosi concretizzate le operazioni di cessione.

A tutte e tutti i dipendenti Bnl: partecipate alle assemblee e alle iniziative di mobilitazione! È l’unica strada per far sentire la propria voce.

Roma, 17/11/2021

 

LE SEGRETERIE NAZIONALI
FABI  FIRST CISL  FISAC CGIL  UILCA  UNISIN

 

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Banche sempre più libere, Abruzzo sempre più povero: il 24 settembre protestiamo davanti alla Regione Abruzzo

Segreterie Regionali Abruzzo Molise

 

PRESIDIO DI FRONTE LA SEDE DELLA REGIONE ABRUZZO
(piazza Unione –Pescara)
24 Settembre 2021,ore 10,00-12,30

 

Le banche sempre più libere, l’Abruzzo sempre più povero

 

MONTE DEI PASCHI-UNICREDIT, BANCA POPOLARE DI BARI, B.N.L., BPER, BANCA ISP
si ristrutturano a danno del territorio e le comunità locali non hanno presìdi bancari

 

Banca M.P.S.: Sciopero nazionale, il 24 settembre ,delle lavoratrici e dei lavoratori che temono conseguenze per i livelli occupazionali, per le filiali che saranno cedute o chiuse in molti comuni, e per il mancato confronto col MEF, che non incontra le OO.SS. per l’ipotesi di fusione con Unicredit.

Banca Popolare di Bari: La più grande banca regionale del Centro Sud, che ha acquisito le banche regionali Banca Tercas e Banca Caripe, inizia la sua avventura di nuova Banca pubblica, dedicata al Mezzogiorno, chiudendo la maggior parte delle filiali in una delle regioni del Mezzogiorno.

BPER Banca: Ha incorporato ben tre banche locali (BLS, Carispaq e Serfina Banca) con conseguenti gravi impatti sulle economie locali – in termini di occupazione e di indotto -, e acquisito gli sportelli ex Unipol ed ex UBI ;sceglie di seguire l’esempio dei maggiori istituti bancari e di ridurre ulteriormente sportelli e dipendenti.

BNL: Le lavoratrici e i lavoratori protestano contro il progetto di cessione di numerose lavorazioni e di circa 900 lavoratori e contro la chiusura di 150 agenzie su tutto il territorio nazionale, per mera riduzione dei costi, pur essendo BNL un’azienda in ottima salute. Continua lo spostamento del baricentro dell’azienda verso le zone più ricche del Nord Italia.

BANCA INTESASANPAOLO: La riorganizzazione, conseguente la fusione ,tra Banca ISP ed Ubi si sta palesando come fortemente deleteria a scapito delle lavoratrici e dei lavoratori, e produrrà numerose chiusure, anche di Filiali “storiche”, ubicate in Comuni di alto valore simbolico.

I gruppi bancari nazionali operano in una logica di “profitti da commissioni, e tutto ciò fa pensare a politiche aziendali di breve/brevissimo periodo. La raccolta e le masse creditizie, per finanziare le imprese locali, scarseggiano sempre di più.

Aumentano i Comuni senza più uno sportello bancario, rendendo ancor più difficoltosa la ripresa economica e ostacolando gli sforzi dei cittadini e degli enti locali; molte delle località coinvolte dalle chiusure degli sportelli fanno parte dell’area del cratere del terremoto, area destinataria di ingenti risorse, per le quali sarebbe necessaria e opportuna l’intermediazione di un Istituto di credito locale.
In tutto ciò, non rileviamo l’attenzione da parte della Politica Regionale.

LE AZIENDE NON RICEVONO IL GIUSTO CREDITO, IL LAVORO SI PERDE E LE LAVORATRICI E I LAVORATORI NON HANNO FUTURO.

LA REGIONE ABRUZZO LASCIA FARE?

 

Le Segreterie Regionali

 

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MPS: l’ora della responsabilità

Le continue indiscrezioni sulle sorti della Banca e del Gruppo Monte dei Paschi alimentano un dibattito mediatico senza fine sui possibili scenari riguardanti il consolidamento del sistema creditizio domestico, che rischia di porre in secondo piano il costo sociale che un’operazione relativa al futuro assetto aziendale potrebbe provocare, se non attentamente gestita.

Per questo motivo, le scriventi OO.SS. intendono portare nuovamente l’attenzione sulle Lavoratrici e sui Lavoratori del Monte dei Paschi, ribadendo che qualunque ipotesi inerente il futuro del Gruppo non potrà che avere come punti fermi la totale salvaguardia dei livelli occupazionali, normativi e salariali del Personale, il mantenimento dell’integrità societaria ed organizzativa del Gruppo e la conservazione dell’attuale insediamento territoriale della Banca, al fine di garantire il ruolo del Monte quale imprescindibile punto di riferimento per il sostegno all’economia del Paese, a servizio di famiglie ed imprese, ancora più necessario in previsione delle risorse messe a disposizione dal PNRR.

Per tutte le ragioni sopra citate, da diversi mesi abbiamo chiesto – e continuiamo a chiedere – all’Esecutivo ed al MEF, in qualità di Azionista di Maggioranza, di farsi garanti del percorso di risanamento, di ricapitalizzazione e di normalizzazione del nostro Istituto di credito, mediante un processo indirizzato a negoziare con le Autorità Europee competenti il superamento dei vincoli codificati nel Piano di Ristrutturazione 2017-2021, anche attraverso il prolungamento del termine di permanenza dello Stato nel capitale della Banca, sino al raggiungimento di una situazione di equilibrio, necessaria per il rilancio del Gruppo.

In occasione della pubblicazione del risultato finale sugli Stress Test, richiamiamo quindi ancora una volta il MEF ad una specifica ed ulteriore assunzione di responsabilità, affinché vengano assicurate alle Lavoratrici ed ai Lavoratori del Gruppo MPS le opportune garanzie per il proprio futuro professionale e personale, all’interno di una realtà creditizia chiamata comunque a realizzare profondi cambiamenti strutturali.

Le OO.SS. del Monte dei Paschi continueranno per questo a vigilare sulle future evoluzioni dello scenario strategico della Banca, chiedendo l’apertura di un tavolo di confronto negoziale indirizzato a valorizzare il contributo e le proposte del Sindacato, con riferimento alla stabilità ed alla continuità aziendale e di Gruppo.

Per questo, in rappresentanza delle Lavoratrici e dei Lavoratori del Gruppo Monte dei Paschi di Siena, una delegazione delle Organizzazioni Sindacali aziendali il giorno 26 luglio – dalle ore 11 alle ore 13 – si riunirà in presidio a Roma sotto la sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Siena, 23 luglio 2021

 

Le Segreterie di Coordinamento Banca Monte dei Paschi Siena