“Europe For Peace”: sabato 5 marzo in piazza per urlare il nostro NO alla guerra

La Cgil, insieme alla Rete Italiana Pace e Disarmo e a tante altre associazioni, promuove la mobilitazione nazionale: “Europe for peace”. La manifestazione sarà conclusa dal segretario generale Maurizio Landini.
Sabato 5 marzo tutti a Roma.
Appuntamento alle ore 13.30 in piazza della Repubblica, poi in corteo fino a piazza San Giovanni.
Cessate la guerra!



10 motivi per festeggiare il Natale con uno sciopero generale

Ci sono vari modi per spiegare uno sciopero.

Questo video lo fa con ironia, e probabilmente con una chiarezza maggiore rispetto a tutto quanto è stato scritto finora. Dedicategli qualche minuto: non ve ne pentirete.




Salari amari: disuguaglianze, retribuzioni, contrattazione

Sebbene sia sempre stato terreno di confronto, spesso aspro, all’interno del mondo politico ed accademico, l’interesse per la disuguaglianza economica si è intensificato in modo significativo a partire dalla grande recessione del 2008-2009.

Nel nostro lavoro ci siamo concentrati principalmente sulle due dimensioni analitiche classiche della disuguaglianza al singolare, rispettivamente disuguaglianza della ricchezza e disuguaglianza salariale. Siamo partiti dalle principali evidenze in termini di concentrazione della ricchezza a livello globale per poi entrare nello specifico del caso italiano e della sua comparazione con il livello europeo. Abbiamo, poi, riproposto la stessa tipologia di analisi concentrandoci però sulle disuguaglianze salariali. Il salario medio lordo annuale in Italia è circa 12.400 euro in meno rispetto alla Germania e oltre 9.000 euro in meno rispetto alla Francia. Questa distanza tra i salari di Germania e Francia rispetto a quelli italiani, preoccupante di per sé, è ulteriormente aggravata dalla lettura tendenziale. Negli ultimi venti anni i salari italiani sono stati pressoché stagnanti.

La crescita delle disuguaglianze è il frutto di scelte politiche: è da respingere una certa lettura deterministica delle disuguaglianze come male necessario che deve essere accettato e non corretto.
Pur avendo attirato maggiore attenzione negli ultimi tempi, ricchezza e distribuzione della ricchezza giocano un ruolo minore rispetto alla distribuzione del reddito nelle discussioni sulle disuguaglianze economiche. Tuttavia, il tema della polarizzazione della ricchezza è, nella realtà dei fatti, uno snodo cruciale da affrontare se si vuole inquadrare correttamente il fenomeno della crescita delle disuguaglianze a livello globale degli ultimi decenni. Negli ultimi quarant’anni la ricchezza è cresciuta in misura nettamente superiore al monte salari complessivo e questa stessa ricchezza si è distribuita in modo disuguale a vantaggio di una quota molto piccola della popolazione.

Nella nostra riflessione, infine, proponiamo due elementi cruciali che aggravano e in parte rendono possibile l’affermarsi dell’odiosa e problematica disuguaglianza, collegati all’ascesa della finanza globale e alle modificazioni nella struttura della tassazione.


Programma – scarica il PDF – scarica la versione orizzontale

09,30 Video introduttivo

  • Bruna Belmonte, Presidente Lab

09,45 Roberto Errico, Ricercatore Lab (contributo filmato con videografica)

09,50 Opinioni a confronto

conduce Natascha Lusenti, Giornalista

09,55 Primo panel
  • Maria Grazia Gabrielli, Segretaria generale Filcams
  • Maurizio Martina, Vice Direttore generale FAO
  • Giovanni Mininni, Segretario generale Flai
  • Mauro Paccione, Direttore Risorse Umane Reale Group
  • 10,35 Nicola Cicala, Direttore Lab (contributo filmato con videografica)
10,40 Secondo panel
  • Nino Baseotto, Segretario generale Fisac
  • Ilaria Dalla Riva, Responsabile People & Culture Italia, UniCredit
  • Stefano Malorgio, Segretario generale Filt
  • Leonello Tronti, Docente di Economia e politica del lavoro, Università Roma Tre

11,20 Video

11,25 Tavola rotonda conclusiva
  • Pierangelo Albini, Responsabile Relazioni Sindacali Confindustria
  • Rosy Bindi, già Presidente Commissione Parlamentare Antimafia
  • Maurizio Landini, Segretario generale CGIL
  • Rev. José Lombo, Docente di Etica alla Pontificia Università della Santa Croce
  • Patrizia Luongo, Economista, Forum Disuguaglianze Diversità
  • Andrea Orlando*, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali

*in attesa di conferma




Cgil e Uil: il 16 dicembre sciopero generale. Insieme per la giustizia

I segretari generali di Cgil e Uil illustrano le ragioni dello sciopero generale del 16 dicembre. Landini: “Nella manovra del governo si aiutano i redditi più alti: un errore molto grave. Devono confrontarsi con noi”


È uno sciopero per ottenere dei risultati. Uno sciopero di merito che pone dei problemi al governo, per cambiare nel modo giusto questo Paese”:

Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, oggi in conferenza stampa con il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. I due hanno illustrato le ragioni dello sciopero generale del 16 dicembre con manifestazione nazionale a Roma, dal titolo “Insieme per la giustizia“.

Nella manovra economica, ha spiegato, “le risorse maggiori vengono date ai redditi più alti: questo secondo noi è sbagliato. Al contrario bisogna investire sulla sanità pubblica, la scuola e l’istruzione. Vanno fatte assunzioni nella sanità e nel pubblico impiego“. La parola giustizia sta nel titolo della mobilitazione: “Giustizia significa anche dire basta alla precarietà – prosegue Landini -: questo è l’altro grande tema e la critica che facciamo ai provvedimenti. L’80 per cento delle assunzioni quest’anno sono state fatte con contratti precari. Per noi ciò non è accettabile“.

È vero che c’è l’espansione e la ripresa ma, si chiede il leader della Cgil, “ripresa per chi? Quale nuovo modello si deve affermare? Noi chiediamo di cancellare le forme di assunzione che sono solo precarietà. La forma per assumere le persone deve essere una: fondata sulla formazione e sulla prospettiva della stabilità. Occorre rimettere al centro giovani e donne”.

Nella legge di bilancio “ci sono anche cose buone, raggiunte grazie al contributo dei sindacati. Ma è molto significativo quello che manca: non c’è una vera riforma fiscale, del mercato del lavoro, una seria lotta all’evasione. Dopo tanto tempo che lo chiediamo, ancora manca il decreto contro le aziende che fanno delocalizzazioni“.

In particolare quello che è avvenuto sul fisco “è molto grave, secondo Landini. “Dopo aver parlato con noi il governo ha colto che c’è qualcosa che non va. Poi però la maggioranza ha bocciato le richieste di cambiamento, che andavano tutte a favore dei redditi più bassi. Ovvero la maggioranza ha bocciato l’idea di introdurre un minimo di solidarietà: un elemento molto grave, che deve far riflettere tutta la politica, la quale non sta tenendo conto della situazione reale del Paese“.

Sul fisco, ancora, “c’erano otto miliardi a disposizione ma il governo si è presentato da noi con un accordo già fatto. Quando parliamo di Irpef, deve essere chiaro che il 90 per cento la pagano lavoratori dipendenti e pensionati: va discusso con i sindacati che queste persone le rappresentano. Intervenire sulla materia senza permettere di discuterne è un errore molto grave. Se questo è il primo passo verso la riforma fiscale, noi non siamo d’accordo“.

Poi c’è il capitolo pensioni. “L’esecutivo si era impegnato ad aprire un tavolo per superare la riforma Fornero – ha ricordato Landini -. Tavolo che non è ancora stato aperto. Il metodo ci preoccupa: se arrivano al confronto con l’intesa già chiusa tra i partiti della maggioranza, questo significa uccidere le parti sociali. Noi da tempo abbiamo presentato la nostra piattaforma unitaria: andiamo in piazza per sostenerla, per riaffermare le richieste che finora non sono state accolte”.

Maurizio Landini ha ribadito l’autonomia nei confronti del governo. “Giudichiamo i governi per quello che fanno, non per chi li compone. Se un governo taglia il rapporto con le parti sociali, noi lo diciamo: le diseguaglianze si combattono aiutando chi sta peggio, non chi sta meglio“. Con l’esecutivo comunque il dialogo non è interrotto: “Si può trattare, dialogare e scioperare. Siamo pronti a parlare col governo di tutto, ma ci devono essere cambiamenti molto forti. Non siamo indisponibili al confronto prima dello sciopero, ma sia prima che dopo pensiamo che il confronto si debba fare su basi diverse”.

Insomma Cgil e Uil vanno in piazza “insieme per la giustizia”: “Ci mobilitiamo per rimettere al centro l’idea che la giustizia debba essere la baseper riformare questo Paese. Una giustizia vera: economica, sociale e dei diritti. Dalla pandemia dobbiamo uscire con un nuovo modello: al mondo del lavoro va riconosciuto il contributo fondamentale che ha portato in questo anno e mezzo di pandemia”.

Sulla stessa linea il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri: “Abbiamo apprezzato il lavoro costante fatto dal presidente Draghi nel confronto con le parti sociali – ha spiegato -, ma riteniamo che il governo non abbia dato tutte le risposte che noi ci aspettavamo sui temi più importanti”. Sulle critiche di alcune forze politiche allo sciopero generale, ha detto, “lo sciopero è un diritto garantito dalla Costituzione”.

In conclusione così Maurizio Landini: “Ci rivolgiamo al governo, affinché tenga conto dei bisogni del mondo del lavoro, in particolare dei giovani, delle donne e del Mezzogiorno”.

 

Fonte: www.collettiva.it




La Cgil in piazza: “Un atto concreto per sciogliere Forza Nuova”

Una piazza così gremita nella Capitale non si vedeva da anni, almeno dai tempi delle proteste contro il Jobs act e l’abolizione dell’articolo 18.

Siamo 200 mila” dicono gli organizzatori; “al massimo 60 mila”, correggono dalla Questura nel ricorrente balletto di cifre. Fatto sta che la marea rossa – con chiazze di verde e blu – che si è riunita ieri a San Giovanni al grido di “Mai più fascismi” ha legittimato il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, a invocare un salto di qualità del governo nella battaglia contro l’estremismo di destra: “Le forze che si richiamano al fascismo e che usano violenza devono essere sciolte”.
Tradotto: è ora di sciogliere Forza Nuova.

Questa piazza chiede atti concreti e non chiacchiere o impegni – ha gridato Landini dal palco – Dalla solidarietà si deve passare all’azione concreta. È il momento che lo Stato dimostri la sua forza democratica nel far applicare le leggi e la Costituzione”. E ancora: “Si è antifascisti per garantire la democrazia di tutti e i principi della nostra Costituzione”.

Proprio la Cgil, come noto, era stata colpita al cuore sabato 9 ottobre, con l’assalto alla sede nazionale di Corso d’Italia avvenuto al termine della manifestazione “No Green Pass” svoltasi a piazza del Popolo. In testa al corteo i leader del partito di estrema destra, il segretario Roberto Fiore e il suo vice Giuliano Castellino, accompagnati dall’ex Nar Luigi Aronica. I tre sono finiti in carcere insieme ai “movimentisti” Pamela Testa, Biagio Passaro e Salvatore Lubrano, e sono tuttora accusati di istigazione a delinquere. “Portateci da Landini o lo andiamo a prendere noi”, arringava Castellino davanti ai “circa 3000 manifestanti” davanti alla sede del sindacato, come riporta il gip nell’ordinanza di custodia cautelare.

La risposta alle immagini dell’assedio, che hanno fatto il giro del mondo, è stata fluviale. “Noi con i fascisti abbiamo finito di parlare il 25 aprile 1945”, recita lo striscione del corteo che ha preceduto la manifestazione.

A me, Luigi e Pierpaolo sono bastati cinque minuti per decidere di chiamare a raduno tutti coloro che difendono la democrazia”, ha detto dal palco Landini, visibilmente emozionato, riferendosi ai colleghi di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri: “L’attacco di sabato scorso non è stato solo alla Cgil, ma a tutto il sindacato”.
Una solidarietà che non è arrivata solo dalla cosiddetta Triplice, ma anche da altre sigle. “Ai fascisti del nuovo millennio diciamo che non passeranno. Noi li fermeremo”, ha gridato Luca Visentini, segretario generale della Ces, Confederazione sindacale europea. In piazza anche bandiere della Usb, storicamente lontana dalle posizioni della Cgil.

Landini durante il suo discorso ha affrontato anche temi di stretta attualità sul fronte sindacale, dalle morti sul lavoro alla riforma fiscale per aumentare il netto in busta paga, passando ovviamente per Whirlpool e Alitalia. Ma l’obiettivo del “padrone di casa” era indubbiamente quello di spingere le forze politiche in Parlamento a votare la mozione per sciogliere Forza Nuova.
Mi sembra non sia solo una manifestazione sindacale ma di popolo – ha detto – che conferma la domanda di democrazia che c’è nel Paese. Penso che sia una manifestazione che parli a tutto il Paese, anche al governo e alle forze politiche”.

La traduzione dal politichese la fa Stefano Fassina, deputato di Leu, in piazza con i manifestanti: “Ha ragione Landini: la mozione per sciogliere Forza Nuova deve essere condivisa da tutti i partiti e movimenti politici presenti in Parlamento. Altrimenti, non funziona”.

 

Articolo di Vincenzo Bisbiglia sul Fatto Quotidiano del 17/10/2021




Mai più fascismi – Il 16 ottobre la Cgil in piazza a Roma

Cgil, Cisl e Uil organizzeranno sabato 16 ottobre a Roma una grande manifestazione nazionale e antifascista per il lavoro e la democrazia”. Lo affermano i segretari generali delle tre Confederazioni sindacali, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e PierPaolo Bombardieri.

L’assalto squadrista alla sede nazionale della Cgil – aggiungono i tre leader sindacali – è un attacco a tutto il sindacato confederale italiano, al mondo del lavoro e alla nostra democrazia. Chiediamo che le organizzazioni neofasciste e neonaziste siano messe nelle condizioni di non nuocere sciogliendole per legge”.

E’ il momento – concludono Landini, Sbarra e Bombardieri – di affermare e realizzare i principi e i valori della nostra Costituzione. Invitiamo, pertanto, tutti i cittadini e le forze sane e democratiche del Paese a mobilitarsi e a scendere in piazza sabato prossimo”.

Scarica la locandina

Stiamo raccogliendo le adesioni. Chiunque sia interessato a partecipare alla manifestazione contro il fascismo può contattarci:

 




Ma sul green pass la CGIL non dice niente?

L’attacco fascista alla sede nazionale della CGIL ha generato una forte ondata di solidarietà; tuttavia non mancano le voci critiche di chi dice: “La CGIL ha appoggiato il green pass invece di difendere i lavoratori”.

In realtà, cos’ha detto davvero la CGIL sull’obbligo di green pass nei luoghi di lavoro?

 

9/8/2021 – Landini contro il green pass nelle aziende: “Le sanzioni per i lavoratori sono inaccettabili”

“Non è accettabile introdurre una logica punitiva e sanzionatoria nei confronti di chi lavora”. L’obbligo di green pass per i lavoratori è sbagliato, secondo il leader del sindacato, che mette nel mirino anche la norma introdotta sempre con l’ultimo decreto: nelle mense aziendali, come nei ristoranti, serve il certificato verde. “Mi domando se chi ha deciso questa regola sia stato negli ultimi tempi dentro una mensa aziendale. Beh, dovrebbe andarci”

Leggi l’articolo completo su IlFattoQuotidiano.it

La CGIL ha più volte evidenziato la contraddizione tra la libertà apparente di non vaccinarsi e l’obbligo di green pass, chiedendo la gratuità dei tamponi per i lavoratori non vaccinati.

 

19/9/2021 – Landini: non si può pagare per lavorare

“Ci auguriamo che la scelta del governo sul Green pass spinga le persone a vaccinarsi, resta tuttavia una contraddizione: l’obbligatorietà del certificato verde non vuol dire che sia obbligatorio vaccinarsi, basta presentare il tampone. Dunque resta la libertà anche di non vaccinarsi, ma allora imporre un costo per esercitare il diritto al lavoro in un Paese con bassi salari è sbagliato e rischia di essere controproducente”

“Noi pensiamo che da qui al 15 ottobre, quando il decreto entrerà in vigore, si possa cambiare e tornare alle condizioni valide fino ad agosto: credito d’imposta per le spese sostenute dalle imprese per i tamponi, gratuiti per i lavoratori e sanificazione degli ambienti di lavoro”

“La decisione del governo rischia di produrre divisioni nei luoghi di lavoro e di creare conflitti di cui non abbiamo affatto bisogno”

Leggi l’articolo completo su tg24.sky.it

 

Una delle leggende metropolitane su cui si è cercato di costruire una giustificazione per gli attacchi alla CGIL è che esista un accordo tra sindacati e governo per l’introduzione del green pass nelle aziende. In realtà la decisione è stata calata dall’alto in modo del tutto unilaterale, come sottolinea lo stesso Landini nello stesso articolo di Sky Tg24 sopra riportato.

 

 “Il governo Draghi deve cambiare metodo: il confronto con le parti sociali deve avvenire prima di prendere le decisioni, non a cosa fatte”.

“… c’è una seria questione di metodo. Il confronto con le parti sociali deve essere realizzato prima di prendere le decisioni con la sua maggioranza. Se vuoi approvare riforme che riguardano milioni di lavoratori non puoi non tener conto dell’opinione di chi quelle persone rappresenta così come delle imprese dove lavorano”

 

Delle perplessità espresse dalla CGIL in merito al Green pass sembra essersi accorto almeno qualcuno. Sul “Fatto Quotidiano” di domenica 10 ottobre, l’editoriale del direttore Marco Travaglio riporta quanto segue:

 

… un mese fa, quando Draghi si smentì sull’obbligo vaccinale e impose la tessera verde per lavorare dal 15 ottobre, Landini ripeteva ciò che tutti sapevano: oltre 5 milioni di lavoratori non vaccinati rischiavano il posto….

…Ora, a 5 giorni dall’entrata in vigore del decreto, se ne sono accorti pure Zaia e Fedriga, Leghisti draghiani e quindi buoni, rimpiangendo di non aver dato retta a Landini per leccare i tacchi a Bonomi: aiuto – piagnucolano – venerdì 5 milioni di lavoratori resteranno a casa!

Editoriale di Marco Travaglio su “Il Fatto Quotidiano” del 10/10/2021

 

Ma in concreto, la CGIL cos’ha fatto per aiutare i lavoratori che hanno scelto di non vaccinarsi? Come riporta correttamente l’articolo di SkyTg24 precedentemente citato:

 

Il sindacato ha ottenuto che non ci fossero licenziamenti o demansionamenti per i lavoratori senza certificato ed è stato deciso anche il ripristino del trattamento economico per malattia nel caso di quarantena.

 

Si tende a dare tutto per scontato, ma queste tutele non lo erano affatto.

 

In definitiva, qual è la posizione della CGIL su vaccini e green pass? Va dato atto a Landini ed al sindacato di aver avuto un posizione chiara fin dall’inizio:

 

 “Se il governo pensa che il vaccino debba essere obbligatorio, lo dica e approvi una legge. Abbiano il coraggio di farlo! Non si può pensare di raggiungere il medesimo obiettivo in maniera surrettizia, a danno di chi lavora”

“…Ma il governo non è riuscito a introdurlo perché non ha saputo fare sintesi all’interno della maggioranza e scarica la responsabilità su lavoratori, imprese e sindacati”

 

Quindi: CGIL contraria ad un pastrocchio che da un lato lascia libertà di scelta in merito alla vaccinazione, e dall’altro rende questa libertà assai difficile da esercitare. Favorevole ad una legge che imponga l’obbligo vaccinale ma, visto che il governo non ha il coraggio o la forza di farla, deve farsi carico del costo dei tamponi per i non vaccinati.

E’ una posizione che ha attirato critiche da entrambe le parti: la CGIL viene attaccata per essere favorevole all’obbligo vaccinale, ma viene accusata anche di strizzare l’occhio ai no-vax (tra i tanti esempi, questo articolo pubblicato sull’Huffington Post: Caro Landini sbagli, il green pass per noi lavoratori è una tutela)

Una posizione dalla quale si può ovviamente dissentire in modo civile, ma totalmente differente rispetto alle accuse che i manifestanti no green pass hanno rivolto alla CGIL.

Nulla a che vedere con i fascisti di Forza Nuova (ed il fatto che tra gli arrestati ci fosse un ex terrorista dei NAR dovrebbe farci capire da che parte vogliono andare), che per sfogare la propria violenza su una delle poche organizzazioni che concretamente si oppone al fascismo non hanno bisogno di motivazioni. Pensare che a loro freghi davvero qualcosa dei lavoratori che devono fare il tampone significa essere ingenui al limite dell’ottusità.

Tutti hanno il diritto a manifestare ed esprimere il loro dissenso, e la CGIL continuerà a battersi per affermare questo principio. Ma adesso coloro che vogliono contestare il governo devono capire che bisogna rompere i legami con l’estrema destra, che sta portando le loro proteste in tutt’altra direzione, senza per questo rinunciare ad esprimere le proprie opinioni, anche dialogando con la CGIL e chiedendo di farsi portavoce delle proprie istanze.

Ricordando sempre che

“Un fascista e dieci qualunquisti fanno 11 fascisti”

Don Lorenzo Milani




MPS: grazie!

La Segreteria di Coordinamento, il Direttivo di Banca e Gruppo e le RSA Fisac CGIL MPS ringraziano per il sostegno ricevuto in occasione della giornata di sciopero del 24 settembre tutti coloro che sono al nostro fianco nella difficile vertenza che stiamo affrontando.

Ringraziamo il Segretario Generale della CGIL Maurizio Landini che si è collegato con le piazze di Milano, Roma e Bari da Futura 2021 in corso a Bologna. Landini ha dichiarato che “se nelle prossime ore non dovesse arrivare una convocazione attesa da mesi, lunedì prossimo durante l’incontro previsto con Draghi, porremo con forza la necessità che si attivi un tavolo di confronto”.

Ringraziamo il Segretario Nino Baseotto e la Segreteria nazionale della Fisac CGIL, presente in tutti i nostri presidi, le Segreterie Fisac CGIL dei coordinamenti dei gruppi bancari e i Sindacati unitari del Credito e di altre Categorie che oggi ci hanno sostenuto perché la nostra lotta è la lotta per il lavoro dignitoso di tutto il mondo del lavoro.

Ma ringraziamo soprattutto le Lavoratrici e i Lavoratori del nostro Gruppo che hanno aderito allo sciopero e partecipato ai nostri presidi, dimostrandoci che il percorso che stiamo facendo è quello giusto.
Abbiamo dimostrato che siamo una forza convinta e coesa: vogliamo chiarezza e coinvolgimento nelle decisioni, vogliamo che il progetto sul Gruppo MPS metta al primo posto la tutela dell’occupazione e la difesa del valore del lavoro.
Non è tollerabile oltre che il governo ci tenga all’oscuro.

Il progetto sul futuro del Gruppo MPS non si farà sulla pelle dei Lavoratori.

Siena, 25 settembre 2021

 

LA SEGRETERIA




Landini: «Vaccinarsi è anche un dovere sociale»

In un’intervista al Corriere della Sera, il segretario generale della Cgil ribadisce che è responsabilità del governo e del Parlamento mettere l’obbligo. “Se lo fanno, noi siamo d’accordo”. E lancia una campagna di comunicazione pro vaccino all’interno delle aziende.


“Noi non siamo mai stati No vax. Noi siamo per la sospensione dei brevetti affinché tutti nel mondo si possano gratuitamente vaccinare: solo così si possono sconfiggere le varianti e quindi il virus”.

Dalle colonne del Corriere della Sera, Maurizio Landini ribadisce la posizione della Cgil e lancia a tutti l’invito a vaccinarsi contro il Covid perché “è anche un dovere sociale. Per il leader di Corso Italia “è responsabilità del governo e del Parlamento di rendere per legge obbligatoria la vaccinazione. Se lo fanno, noi siamo d’accordo. Non è il momento delle divisioni e delle strumentalizzazioni”.

E lancia, per il mese di settembre, una campagna di informazione straordinaria e mirata: “Proponiamo a tutte le associazioni di impresa di mettere a disposizione due ore aggiuntive di assemblee retribuite in tutte le aziende per fornire un’informazione adeguata sulla vaccinazione e sulla sicurezza dei luoghi di lavoro”. Perché, sottolinea, “è il momento di coinvolgere le lavoratrici e i lavoratori, il consenso non si acquisisce sanzionandoli o punendoli ma rendendoli partecipi di un progetto comune che metta al centro la salute e la sicurezza e la qualità del lavoro”.

Sulle mense aziendali il giudizio è chiaro: “Il green pass non può diventare uno strumento che  divide e discrimina.  Non si capisce, ad esempio, perché le lavoratrici e  i lavoratori possano lavorare 8 ore insieme e poi consumare il pasto separati. Le mense aziendali non sono un ristorante. I lavoratori sono già tracciati e da un anno e mezzo le mense sono organizzate secondo i protocolli di sicurezza: mascherine obbligatorie, separatori di plexiglass e turni”.

 

Fonte: www.collettiva.it




“Proposte per una legge quadro”. L’Aquila, 9/7/2021

Venerdì 9 luglio, a partire dalle ore 10, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila, si svolgerà un importante evento organizzato dalla CGIL nazionale, che vedrà la presenza, tra gli altri, del Segretario Generale Maurizio Landini.

Questa la locandina:

La necessità di contingentare gli accessi a causa della prevenzione del Covid-19 costringe purtroppo gli organizzatori a limitare l’ingresso in sala ai soli invitati. Invitiamo comunque a seguire in diretta i lavori collegandosi al sito www.collettiva.it.

Qui è possibile scaricare il file con le proposte della CGIL.