Landini: “La settimana corta andrebbe posta nei contratti nazionali”

Al via i lavori del diciannovesimo congresso della Cgil a Rimini ‘Il lavoro crea il futuro’, da oggi, fino a sabato 18 marzo, a Rimini. Il messaggio di Mattarella: potenziare la dignità del lavoro. Landini: “Precarietà compromette il futuro”


l via i lavori del XIX congresso della Cgil a Rimini ‘Il lavoro crea il futuro’. Da oggi, fino a sabato 18 marzo, si tiene a Rimini, presso il Palacongressi, il diciannovesimo appuntamento congressuale della Confederazione.

“Oggi non stiamo riuscendo a mantenere i diritti conquistati per voi “giovani “abbiamo bisogno che voi entriate anche per cambiarci. Il messaggio forte del congresso è questo. È vero abbiamo un problema di rapporto coi giovani, insieme possiamo affrontarlo”.
Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale Cgil, a Rimini al congresso nazionale dopo gli interventi dal palco di Ornella Casassa, ingegnera, ed Emma Ruzzon, studentessa, nel prologo dei lavori.
Ti ho chiamato
– ha esordito Landini – perché quando ho letto nella tua intervista il tuo no a lavorare a certe condizioni, nel dirlo hai fatto sindacato, hai dato un messaggio forte. Oggi c’è una precarietà senza fine”, riferendosi alla esperienza di una delle due giovani e al loro intervento che chiede al sindacato di essere più vicino alle giovani generazioni.

“Come dice l’appello delle tantissime associazioni che hanno manifestato sabato scorso a Steccato di Cutro, bisogna ‘Fermare la strage, subito!”
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, aprendo il XIX congresso nazionale propone di osservare un minuto di silenzio e di indossare “in segno di lutto, di fraternità e di lotta per tutti i giorni del nostro congresso la fascetta bianca”. “Quelle morti – ha detto – non sono stati un incidente imprevedibile, ma l’ultima di una lunghissima serie di tragedie che si dovevano e potevano evitare. Le indagini faranno chiarezza sulle responsabilità giudiziarie, ma la responsabilità politiche ci sono tutte”.

 

L’importanza dei giovani per il processo di rinnovamento

“Noi abbiamo l’ambizione, qui ed ora, di parlare al Paese e di offrire un progetto riformatore di cui le persone siano i soggetti protagonisti, con tutte le loro sempre più ricche diversità”, dice il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nella relazione di apertura del XIX congresso, sottolineando che “bisogna ascoltare le persone per cambiare”.
Landini rimarca che “stiamo vivendo una situazione inedita, di una complessità senza precedenti che ha aperto una drammatica crisi di sistema sociale e democratica in Italia, in Europa, nel mondo”. Ora bisogna “mettere al centro la persona, il valore del lavoro e la libertà delle persone nel lavoro”. Cambiamento, sottolinea ancora Landini, “significa che se vogliamo rappresentare e dare voce alle nuove generazioni è necessario che siano loro, i giovani, a rappresentarsi, a prendere parola e noi dobbiamo aprirci e favorire un processo di rinnovamento”.

Landini dal palco “ringrazia pubblicamente anche la dirigente scolastica Annalisa Savino che con la bellissima lettera scritta ai suoi studenti, di fronte all’atto squadristico e fascista avvenuto davanti al Liceo Michelangelo, ha invitato tutti noi a non essere indifferenti. Senza quella lettera non ci sarebbe mai stata quella grande e bellissima partecipazione alla manifestazione a Firenze lo scorso 4 marzo a sostegno della nostra Costituzione antifascista e della scuola pubblica”.

”In tutto il mondo le forze di estrema  destra, nazionaliste e sovraniste stanno promuovendo idee  antidemocratiche, di discriminazione, e intolleranza. Quello che  chiediamo al Governo e al Parlamento è chiaro e netto: sciogliere i partiti neofascisti, come previsto dalla nostra Costituzione, e impedire che queste forze si possano candidare alle elezioni”.

Su salario minimo, è fondamentale una normativa “che chiediamo venga recepita anche nel nostro Paese anche definendo una soglia perché sotto certe soglie è sfruttamento. Basta contratti pirata”.

 

La delega fiscale

“Non siamo d’accordo né sulla riduzione delle aliquote perché va a favorire i redditi più alti, né sulla flat tax che è fuori dalla progressività prevista dalla Costituzione. Non è prevista la riduzione di 5 punti del cuneo per una vera crescita dei salari, né la restituzione del fiscal drag per la tutela dall’inflazione”.

“il governo ritiri la delega fiscale per avviare un confronto di merito, perché non è più accettabile che le entrate fiscali si reggano di fatto sul lavoro dipendente e pensionati“.

Riferendosi all’incontro di ieri a Palazzo Chigi tra il governo e i sindacati, Landini sostiene che i contenuti “illustrati non tengono in alcun conto le proposte contenute nella piattaforma unitaria Cgil, Cisl e Uil a partire dall’ampliamento delle basi imponibili”su circa 41 milioni di contribuenti, sottolinea, “22 milioni sono lavoratori dipendenti e 14,5 milioni sono pensionati, un totale di 36 milioni e mezzo di persone, quasi il 90%. A maggiore ragione sarebbe stato doveroso un confronto preventivo”.  

La legge delega fiscale inoltre affronta il tema dell’evasione “attraverso accordi con i contribuenti e la collaborazione con le grandi imprese. La cosiddetta pace fiscale o fisco amico. Ma amico di chi?“, domanda Landini. “In un Paese dove l’evasione fiscale ammonta a 100 miliardi, di cui solo 15 ascrivibili all’elusione internazionale dei grandi gruppi. Ciò significa che c’è un’evasione assai diffusa che non si contrasta definendo prima quale debba essere l’importo delle imposte da versare. Ciò significa dare per scontata e tollerare l’evasione fiscale. Se la si vuole contrastare davvero ci sono già tutti gli strumenti: l’incrocio delle banche dati, la corrispondenza tra denunce dei redditi e stili di vita, crescita del patrimonio. Il fisco – rimarca – è ‘la madre di tutte le battaglie’, per dare un futuro al nostro Paese perché rappresenta il patto sociale e di cittadinanza che sta alla base di qualunque comunità nazionale”.

 

La settimana corta andrebbe posta ‘nei contratti nazionali’

“La settimana lavorativa di quattro giorni, come sta avvenendo in altri Paesi con esiti positivi per i lavoratori e per le imprese  è diventata emblematica nel dibattito pubblico di questo cambiamento in corso, ma senza una strategia collettiva resta esempio isolato di buona contrattazione o scelta in mano alle aziende, magari con elementi di discriminazione”, aggiunge Landini, precisando che andrebbe fatta per via contrattuale. “La riduzione dell’orario (e della possibile conseguente riduzione delle giornate lavorative settimanali) va posta nei contratti nazionali rivendicandone la progressiva generalizzazione, collegata all’innovazione in corso e con l’obiettivo di indicare secondo le specificità delle diverse categorie le modalità di messa in pratica, dando così anche strumenti alla contrattazione di secondo livello”, ha spiegato il leader della Cgil.

 

Il messaggio di Mattarella e la dignità del lavoro

“Il lavoro è strettamente legato alla causa della democrazia, alla pace, alla libertà delle persone e delle comunità. Potenziarne la dignità e radicarlo nel contesto di trasformazioni così veloci è attestazione di fedeltà alla Costituzione“. Lo scrive il capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio in occasione del XIX Congresso Nazionale della Cgil. “L’augurio è che abbiate a continuare a contribuirvi”, aggiunge. “Il sindacato, insieme alle altre espressioni dell’autonomia sociale, ha un ruolo autorevole nel concorrere a progettare e ad accompagnare il Paese alle innovazioni necessarie”, scrive ancora.

“Desidero rivolgere – scrive il capo dello Stato – un saluto cordiale alle delegate e ai delegati riuniti a Rimini per celebrare il XIX congresso della Confederazione Generale Italiana del Lavoro. Sul lavoro si fonda la Repubblica. Il rilancio del lavoro, con la crescita dell’occupazione, in termini di opportunità diffuse e di valore sociale riconosciuto, è, giustamente, lo strumento per creare un futuro di equità, di giustizia, di sviluppo sostenibile. Serve una riflessione approfondita. Il confronto congressuale del vostro sindacato, con l’avvenuta larga partecipazione di base e delle categorie, sarà di ausilio per affrontare i mutamenti e i punti di crisi di fronte ai quali si trovano la società italiana ed europea, l’intero contesto globale, con le trasformazioni nelle strutture produttive, nell’equilibrio del welfare, per rendere effettivi i diritti e, dunque, la qualità stessa della vita di ogni persona”.

 

Fonte: Rai News

 

Il video della relazione




Landini e Esposito, grande preoccupazione per decisione Intesa Sanpaolo di uscire da CASL ABI

Comunicato stampa
del Segretario Generale CGIL Maurizio Landini e della Segretaria Generale FISAC CGIL Susy Esposito


 

È fonte di grande preoccupazione la decisione di IntesaSanpaolo di uscire dal CASL di ABI, ma tale scelta non deve pregiudicare minimamente la trattativa e il rinnovo del contratto nazionale.

È fondamentale, per il settore bancario e per l’intera economia, riaffermare in questa fase la centralità della contrattazione collettiva, a tutti i livelli, a partire dal CCNL, in un contesto generale già molto incerto, in cui occorre dare risposte concrete, cominciando dai salari, dall’occupazione e, in generale, dai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nel credito.

Questo obiettivo diventa ancora più importante in un settore in trasformazione, attraversato dalla transizione digitale e in cui le relazioni sindacali vantano importanti precedenti in termini di conquiste e innovazioni contrattuali, come sull’orario di lavoro o sullo smart working.

Per queste ragioni la CGIL in stretto rapporto con la FISAC presterà la massima attenzione all’evoluzione della situazione.

Roma, 3 marzo 2023




Susy Esposito eletta Segretaria Generale della FISAC CGIL

Si è concluso il Congresso della FISAC CGIL Nazionale, che si è svolto a Roma alla presenza del Segretario Generale della CGIL Maurizio Landini. Susy Esposito è stata eletta Segretaria Generale della FISAC CGIL nazionale con il 72% di voti favorevoli.

Questa la nuova segreteria nazionale:

  • Susy Esposito – Segretaria Generale
  • Bruna Belmonte
  • Chiara Canton
  • Cristiano Hoffmann
  • Francisco Genre
  • Paolo Fidel Mele
  • Riccardo Sanna
  • Giacomo Sturniolo

Rivedi le immagini dell’evento




Il Papa alla Cgil: “Fate rumore per dare voce a chi non ha voce”

Nel discorso a dirigenti e delegati: “Non tralasciate di prendervi cura anche di chi non si iscrive al sindacato perché ha perso la fiducia”.


 

“Il sindacato è chiamato ad essere voce di chi non ha voce. Fate rumore”. Lo ha detto il Papa ricevendo stamani in udienza, nell’Aula Paolo VI, dirigenti e delegati della Cgil. Esordendo a braccio, Francesco ha esclamato: “Bravo quel ragazzo!”, riferendosi al segretario generale Maurizio Landini che nel suo discorso aveva denunciato la “strage” dei morti sul lavoro e difeso la “centralità della persona” come più importante di economia, mercato e profitto. “E’ il momento di ridistribuire al lavoro la ricchezza che produce, di tassare la rendita finanziaria e di colpire la speculazione” ha ribadito il segretario della Cgil. “Ci rivolgiamo a lei – ha detto al Papa – perché, seguendo il suo insegnamento, quello che ha detto e in particolare avendo letto attentamente le sue encicliche Laudato Sì e Fratelli tutti, abbiamo trovato una grande consonanza sui problemi, sulle preoccupazioni che oggi travagliano l’umanità e il mondo”.

Nel suo discorso (QUI IL TESTO INTEGRALE), Francesco ha ricordato che il sindacato “è chiamato ad essere voce di chi non ha voce”. “Voi dovete fare rumore per dare voce a chi non ha voce! ha esortato. In particolare, ha proseguito, “vi raccomando l’attenzione per i giovani, spesso costretti a contratti precari, inadeguati e schiavizzanti. Vi ringrazio per ogni iniziativa che favorisce politiche attive del lavoro e tutela la dignità delle persone”. Inoltre, “in questi anni di pandemia è cresciuto il numero di coloro che presentano le dimissioni dal lavoro. Giovani e meno giovani sono insoddisfatti della loro professione, del clima che si respira negli ambienti lavorativi, delle forme contrattuali, e preferiscono rassegnare le dimissioni. Si mettono in cerca di altre opportunità”. “Questo fenomeno non dice disimpegno – ha aggiunto il Pontefice -, ma la necessità di umanizzare il lavoro. Anche in questo caso, il sindacato può fare opera di prevenzione, puntando alla qualità del lavoro e accompagnando le persone verso una ricollocazione più confacente al talento di ciascuno”.

Francesco ha esortato anche a coltivare un clima di serenità sui luoghi di lavoro. “Vi invito ad essere ‘sentinelle’ del mondo del lavoro, generando alleanze e non contrapposizioni sterili. La gente ha sete di pace, soprattutto in questo momento storico, e il contributo di tutti è fondamentale”“Educare alla pace anche nei luoghi di lavoro, spesso segnati da conflitti, può diventare segno di speranza per tutti. Anche per le future generazioni”.

“Grazie per quello che fate e che farete per i poveri, gli immigrati, le persone fragili e con disabilità, i disoccupati – ha aggiunto il Pontefice -. Non tralasciate di prendervi cura anche di chi non si iscrive al sindacato perché ha perso la fiducia; e di fare spazio alla responsabilità giovanile”.

 

Fonte: avvenire.it




Landini dal palco di Piazza del Popolo: “Tassare anche extraprofitti banche”

A un anno dall’assalto alla sede nazionale, la manifestazione dal titolo: “Italia, Europa, ascoltate il lavoro”

ROMA – “Non abbiamo bisogno di uomini soli al comando. Abbiamo già pagato pesantemente in questi anni, sia per quelli che dicevano di essere di destra che di sinistra e poi facevano le stesse politiche. Bisogna trovare tutti insieme le soluzioni”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di piazza del Popolo, durante la manifestazione dal titolo: Italia, Europa, ascoltate il lavoro’. L’obiettivo è chiedere all’Italia e all’Europa di rimettere al centro i temi del lavoro e della giustizia sociale e al prossimo Governo rilancerà le sue dieci proposteLa manifestazione della Cgil si svolge a un anno dall’assalto alla sede nazionale di corso d’Italia.

 

LANDINI: POLITICA INERTE, SCIOGLIERE PARTITI FASCISTI

Chi non ha fatto ancora il proprio mestiere sono quelli che siedono in Parlamento perché abbiamo chiesto una cosa molto precisa. Abbiamo chiesto un anno fa che si applicasse la Costituzione: tutte le forze che si richiamano al fascismo devono essere sciolte. Chi siede in Parlamento non ha fatto il suo dovere”, prosegue Landini.

fascismo
LANDINI: GOVERNO PRENDA SOLDI DOVE SONO E AVRA’ IL NOSTRO CONSENSO

Per affrontare la crisi energetica e gli extracosti che pesano su lavoratori e imprese “il governo vuole fare una cosa che abbia consenso? Vada a prendere i soldi dove sono e faccia una cosa che non ha fatto nemmeno il governo che abbiamo, e avrà il nostro consenso“, spiega Landini.

Il segretario generale della Cgil propone di attingere agli extraprofitti “non solo delle imprese energetiche ma anche di altri settori, come le banche”, e questo fondo “sia usato anche per le imprese”, perché “noi vogliamo salvare le imprese e i lavoratori”.


LANDINI: NO SCOSTAMENTI BILANCIO, LI PAGHIAMO NOI CON TAGLI A SOCIALE

C’è chi chiede scostamenti di bilancio” per affrontare la crisi energetica e gli extracosti, “ma gli scostamenti di bilancio poi li fanno pagare a noi, perché tagliano la sanità e la scuola”, prosegue Landini.


LANDINI: LE TASSE VANNO RIDOTTE A CHI LE PAGA NON A CHI EVADE

A chi dice che le tasse vanno abbassate a tutti diciamo che le tasse vanno ridotte a chi le paga, non a quelli che le evadono o non ne pagano abbastanza”. Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, lo dice a piazza del Popolo.


Non è vero che questo paese è tutto povero, ci sono diseguaglianze”, sottolinea Landini, “siccome quelli che hanno vinto le elezioni dicono che hanno chiesto a tutti responsabilità, vadano a prendere i soldi dove sono”.


LANDINI: PRONTI A LAVORARE A MANIFESTAZIONE PER LA PACE

“Siamo pronti a lavorare per una grande manifestazione nazionale per la pace”.

 

Fonte: www.dire.it

 

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Ascoltate il lavoro: manifestazione nazionale Cgil l’8 ottobre a Roma

Ad un anno dall’assalto fascista alla Sede Nazionale di Corso d’Italia a Roma, sabato e domenica prossima si svolgeranno due importanti eventi.

Sabato 8 ottobre si terrà la manifestazione “Ascoltate il lavoro”, finalizzata a sottoporre al nuovo governo le 10 proposte della Cgil. L’evento si svolgerà a Roma, con corteo diretto dalla Sede della Cgil a Piazza del Popolo e successivo comizio alla presenza di rappresentanti di associazioni e sindacati internazionali, con chiusura affidata a Maurizio Landini.

Successivamente, per la serata dell’8 e l’intera giornata del 9 ottobre, la Cgil resterà aperta, dando spazio a dibattiti e tavole rotonde.

Per la manifestazione di sabato 8 ottobre la Cgil dell’Aquila sta organizzando dei pullman; la partecipazione non prevede alcun costo a carico dei manifestanti.

Chi volesse essere presente può contattarci a mezzo posta elettronica all’indirizzo

[email protected]

o telefonicamente al numero

3461493811


 

Riepiloghiamo di seguito le 10 richieste della Cgil alla politica.

 

Aumentare i salari e difendere i redditi da lavoro e da pensione dall’inflazione, rafforzare la contrattazione e riformare il fisco

1 – Tutelare e aumentare il potere di acquisto di salari e pensioni. Intervenire a livello nazionale ed europeo sulla formazione dei prezzi. Fissare un tetto alle bollette. Proteggere l’occupazione. Integrare il trattamento economico della cassa integrazione.
Salario minimo legato al trattamento economico complessivo dei CCNL e legge sulla rappresentanza. Rinnovare i contratti, e affermare la centralità della contrattazione per assicurare diritti e partecipazione.

2 – No Flat Tax e condoni, sì a una riforma progressiva e redistributiva. Abbattere l’evasione e l’elusione fiscale. Tassare gli extraprofitti e redistribuirli ai redditi da lavoro e alle pensioni più basse.

Stop alla precarietà e riduzione degli orari di lavoro

3 – Superare il Jobs Act e le norme che hanno precarizzato il lavoro, abolendo le tipologie di lavoro precario e sottopagato e introducendo un contratto unico di ingresso a contenuto formativo ed estendendo le tutele dei lavoratori autonomi. Definire un Nuovo statuto dei diritti per tutto il mondo del lavoro. Piano per la piena e buona occupazione in particolare per giovani e donne. Superare i divari di genere e generazionali.

4 – Condizionare i finanziamenti e le agevolazioni pubbliche collegandoli alla stabilità dell’occupazione e contrastare le delocalizzazioni. Riduzione e redistribuzione degli orari di lavoro per una nuova occupazione stabile e per il diritto alla formazione permanente.

Il filo della legalità e la sicurezza sul lavoro

5 – Estendere a tutto il sistema degli appalti e dei subappalti privati il rispetto e l’applicazione dei Contratti nazionali e delle clausole sociali. Contrastare le mafie, lo sfruttamento lavorativo, il caporalato e il lavoro nero.

6 – Basta morti sul lavoro: prevenzione, formazione, salute e sicurezza garantite ed esigibili e inasprimento delle sanzioni.

Nuovo stato sociale e diritti di cittadinanza

7 – Innovare il sistema pubblico e investire attraverso un piano straordinario di assunzioni pubbliche e di stabilizzazione del personale precario. Centralità del servizio sanitario pubblico e universalistico e del sistema pubblico di istruzione e conoscenza. Garantire una misura universale di lotta alla povertà, come il reddito di cittadinanza. Introdurre la legge sulla non autosufficienza. No alla autonomia differenziata:garantire l’esigibilità di diritti e l’accessibilità alle prestazioni in modo uniforme in ogni territorio. Politiche inclusive e piena integrazione e diritti civili per i cittadini migranti.Cambiare la legislazione sull’immigrazione.

8 – Modificare radicalmente il sistema previdenziale superando la riforma Fornero e ricostruendo un sistema previdenziale pubblico, solidaristico ed equo che unifichi le generazioni – pensione contributiva di garanzia – e le diverse condizioni lavorative – gravosi, lavoro di cura e delle donne – e garantisca flessibilità in uscita a partire da 62 anni o con 41anni di contributi a prescindere dall’età.

Politiche di sviluppo e nuovo intervento pubblico

9 – Nuove politiche industriali e costituzione di un’Agenzia per lo Sviluppo dotata di poteri e di un Fondo speciale per le transizioni ambientale e digitale per rafforzare gli strumenti di governo delle crisi e delle riconversioni. Piano nazionale per le Giuste transizioni, ambientale e digitale per garantire la tutela e continuità occupazionale, creazione di nuova occupazione e diritti. Piano strategico per l’autonomia energetica con conseguente e fondamentale accelerazione degli investimenti nelle fonti rinnovabili.

10 – Recuperare i divari territoriali e di sviluppo a partire dal Mezzogiorno. Riqualificazione delle grandi periferie urbane, delle aree interne e incrementare l’edilizia pubblica e sociale.

 




Landini, con inflazione a 8,4% basta chiacchiere. Servono interventi urgenti

Con l’inflazione che, secondo le stime preliminari dell’Istat, balza ad agosto all’8,4% su base annua, le chiacchiere non servono. Così non si regge. Il decreto aiuti bis mette risorse inadeguate per i lavoratori e i pensionati: c’è bisogno subito di un intervento urgente per tutelare salari e pensioni già impoveriti”. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

A questo quadro – aggiunge il leader della Cgil – vanno aggiunti gli effetti economici e sociali della crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina, che stanno già adesso determinando enormi difficoltà per il sistema produttivo e quindi per il lavoro e l’occupazione, oltre che per le persone”.

È un momento straordinario – conclude Landini – e bisogna rispondere con strumenti straordinari, esattamente come abbiamo fatto durante la pandemia e come chiediamo da mesi al Governo. Le risorse ci sono e vanno ridistribuite, a partire dagli extraprofitti. Far prevalere la logica del profitto a scapito delle persone, sarebbe una doppia ingiustizia oltre che uno schiaffo a chi si trova in difficoltà. Tutelare e proteggere l’occupazione e i redditi non è una scelta ma una necessità”.




Assalto alla Cgil, condanne per 6 esponenti di Forza Nuova

Condannati sei esponenti di Forza Nuova, contestato anche il reato di resistenza per i fatti dello scorso 9 ottobre. Il giudice ha accolto l’impianto accusatorio del pubblico ministero. La soddisfazione di Landini: “Si è accertata l’estrema gravità delle azioni e dei comportamenti compiuti dagli imputati


Sei condanne, dai quattro anni e mezzo ai sei. Questa la prima sentenza, emessa oggi (lunedì 11 luglio) a Roma in rito abbreviato, per l’assalto alla sede nazionale della Cgil avvenuto nel corso di una manifestazione “no green pass” lo scorso 9 ottobre nella Capitale.

Il giudice per le udienze preliminari ha condannato a sei anni Fabio Corradetti, figlio della compagna di Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, già a processo con rito ordinario per lo stesso fatto. Condanna a sei anni anche per Massimiliano Ursino, leader palermitano di Forza Nuova. Nei confronti degli imputati, accusati di devastazione e resistenza, il giudice ha accolto l’impianto accusatorio del pubblico ministero Gianfederica Dito.

Davanti al tribunale ordinario intanto prosegue il processo che vede imputati, tra gli altri, i leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore, nonché l’ex Nar Luigi Aronica. I tre, oltre a devastazione aggravata in concorso e resistenza, sono accusati anche d’istigazione a delinquere.

Le condanne che ne sono derivate – commenta il segretario generale Maurizio Landini – sono il frutto del lavoro della Procura della Repubblica, cui va il plauso della nostra Organizzazione per l’impegno profuso. Aldilà delle singole posizioni e delle pene comminate dal Tribunale, siamo anche particolarmente soddisfatti che il Giudice abbia accolto la richiesta di qualificare quanto accaduto come reato di devastazione, in quanto, in questo modo, si è accertata l’estrema gravità delle azioni e dei comportamenti compiuti dagli imputati a danno della Cgil”.

Sappiamo che questa decisione – conclude Landini – sarà oggetto di appello e che vi sono in corso altri processi per l’assalto nei confronti di altri soggetti, tra i quali quello che vede imputati i vertici di Forza Nuova, dove è contestata anche l’accusa ad alcuni di aver istigato all’assalto i manifestanti; in tutti questi la Cgil si è costituita parte civile e continuerà a richiedere giustizia in nome delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro Paese”.

 

Fonte: www.collettiva.it




Almeno lo ius scholae

Aumentano le pressioni per approvare una legge che, pur, con i suoi limiti, permetterebbe ai minori che studiano in questo paese di diventare pienamente cittadini italiani.


In Germania nel 2001 è stato introdotto lo ius soli: chi nasce in Germania è tedesco. Punto. Una serie di studi condotti su questo e altri casi europei  hanno dimostrato senza alcun dubbio che l’acquisizione della cittadinanza ha effetti positivi sui minori (tasso di abbandono più basso, migliori risultati, maggiore propensione a continuare gli studi) e sull’intera società – ad esempio per quanto riguarda il mercato del lavoro – ma più in generale per la coesione e l’inclusione che produce.

Senza ovviamente dimenticare l’aspetto più clamoroso: e cioè l’intollerabile ingiustizia che vede minori crescere vicino a coetanei in tutto e per tutto uguali a loro in classe, ma “diversi” e discriminati quando escono da una scuola in cui da anni sono a tutti gli effetti italiani: stessi studi, stessi insegnanti, stesse prove, anche se spesso non gli stessi voti.

Se in Italia una sensibilità comune per lo ius soli ancora manca, tra le forze politiche (ma non nella società stando almeno a tanti sondaggi, tra cui quello dell’Osservatorio Futura), una grande opportunità si presenta in queste settimane. Alla Camera è infatti in discussione una proposta di legge sullo ius scholae che riguarda una platea di 900.000 minori stranieri, 80% dei quali, va ricordato, sono di seconda generazione: sono cioè nati in Italia ma non sono italiani.

Lo ius scholae è molto meno dello ius soli, ma la sua approvazione sarebbe un fatto rilevante.  Dalla Conferenza nazionale sull’immigrazione che si è tenuta nei giorni scorsi, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha sottolineato l’importanza di una norma che “può costituire un primo importante passo per la riforma della cittadinanza e consegnare finalmente ai giovani nati in Italia o giunti da bambini il diritto di essere riconosciuti legittimamente italiani e italiane”.

La proposta di legge firmata dal deputato 5 Stelle Giuseppe Brescia, nonostante una spaccatura nella maggioranza – con la Lega e una parte di Forza Italia sulle barricate – è stata licenziata dalla commissione Affari costituzionali e punta a modificare la legge sulla cittadinanza che risale al 1992 e che stabilisce che un minore straniero deve attendere i 18 anni per diventare italiano; se passasse la nuova norma, per chi è nato in Italia, o vi è arrivato prima del dodicesimo anno di età, “basterà” aver risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro paese e aver frequentato regolarmente un quinquennio negli istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione oppure percorsi di istruzione e formazione triennale o quadriennale per il conseguimento di una qualifica professionale. Non è un processo automatico: saranno i genitori, purché entrambi residenti in Italia, a dover rendere una “dichiarazione di volontà” entro il compimento della maggior età del figlio o della figlia. Si tratterebbe di un cambio di passo per il nostro che in materia di cittadinanza ha tra le leggi più restrittive d’Europa.

Insomma, una norma moderata che fotografa una realtà sotto agli occhi di tutti. Un adeguamento di semplice buon senso che invece deve subire l’attacco delle peggiori resistenze legate a ideologie retrive e fuori del tempo che si sono tradotte in ben 728 emendamenti, alcuni dei quali risibili: esami orali che dovrebbero accertare la conoscenza di feste, saghe, tradizioni culinarie o addirittura requisiti meritocratici, come se la cittadinanza fosse ricompensa da concedere solo ai più bravi.

Secondo l’ultimo report del ministero dell’Istruzione, riferito all’anno scolastico 2019-2020, gli alunni con cittadinanza straniera in Italia sono 876.801: il 10,3% del totale della popolazione scolastica e ben due terzi di essi (573.845) sono di seconda generazione, quota che nella scuola dell’infanzia sale all’80%, mentre rappresenta il 75 per cento nella primaria, il 62% nella secondaria di I grado e il 40% nella secondaria di II grado.

I numeri sono insomma impressionanti. Il nostro auspicio è che questa legge vada in porto in fretta: è giusto che chi è cresciuto nel sistema scolastico nazionale abbia la possibilità di diventare cittadino italiano”. Così Manuela Calza, della segreteria nazionale della Flc Cgil, che rimarca come “la cittadinanza è uno strumento di inclusione  e partecipazione attiva alla comunità, crea senso di appartenenza e consapevolezza del proprio ruolo nella costruzione del bene comune, oltre naturalmente a contribuire a togliere disagio a tante ragazze e ragazzi ”.

Un disagio che spesso si traduce in una grande disparità. Se in Italia la dispersione scolastica nel 2021 è in media pari al 13,1%, tra gli alunni con cittadinanza non italiana arriva al 35,4%. “Le spiegazioni sono tante – chiosa Calza – ma è chiaro che, come dimostra l’esempio tedesco, l’acquisizione della cittadinanza è uno dei fattori chiave per innalzare i livelli di istruzione e limitare l’abbandono”.

 

Fonte: Collettiva.it




Landini: “Il nostro progetto per l’Italia”

Il segretario generale dal palco di piazza del Popolo alla manifestazione Cgil “Pace, lavoro, giustizia sociale e democrazia camminano insieme” (tanta Cgil Toscana presente da tutte le province): “Vogliamo scrivere la nostra Legge di bilancio e proporla al governo e alle forze politiche. C’è un’emergenza sociale in atto, e l’unico modo per risolverla è aumentare i salari, combattere la precarietà ed eliminare le disuguaglianze”


“Noi non ci fermeremo qui, perché questo Paese lo vogliamo cambiare per davvero”. Con queste parole, Maurizio Landini ha concluso il suo intervento da piazza del Popolo a Roma, durante manifestazione Cgil “Pace, lavoro, giustizia sociale e democrazia camminano insieme” (è intervenuto anche Stefano Massini con un monologo sulla sicurezza sul lavoro). “Vogliamo scrivere la nostra Legge di bilancio, da presentare al governo – ha detto -. Lo proporremo anche alla Cisl e alla Uil, perché se ci chiamano a novembre quando i giochi sono già fatti, com’è già successo negli ultimi due anni, saremo tagliati fuori. Invece, noi vogliamo confrontarci prima che vengano prese le decisioni. Prima della promulgazione della finanziaria dobbiamo dare una nuova dimostrazione di forza e di contenuti. Per questo ci ritroveremo di nuovo nelle piazze d’Italia per avanzare le nostre proposte. E se non ci ascolteranno, metteremo in campo tutto ciò che è necessario per farci ascoltare”.
Davanti a una piazza stracolma nonostante il caldo, Landini ha snocciolato tutti i temi al centro dell’iniziativa che conclude un percorso di oltre 200 assemblee in tutta Italia: lavoro, precarietà, contratti e aumento dei salari; ma anche rappresentanza, salute e sicurezza, diritto alla formazione , giustizia sociale e pace. “Non è stata fatta una vera riforma fiscale in questo Paese, perché il governo non ha accettato di dare di più a chi prende meno – ha detto -. Ma oggi non ce nessuno in Italia che non riconosca che la gente non arriva alla fine del mese, perché i salari sono bassi. Lo diciamo da tempo e lo ripetiamo di nuovo qui: c’è un’emergenza sociale, e bisogna intervenire adesso non domani. Benissimo aver portato a casa i primi 200 euro a luglio, ma noi uno abbiamo bisogno di interventi una tantum, di 200 euro tutti i mesi, per poter vivere con dignità. L’unico modo per risolvere il problema dei salari è aumentarli, non c’è altra soluzione”. Per il segretario Cgil, quindi, la questione fiscale è “centrale”. Ma una legge delega “ancora non c’è”. Se valgono le anticipazioni dei giornali, però, quella che il governo sta elaborando “non va bene. La devono ridiscutere perché non combatte l’evasione fiscale, non riduce la tassazione a chi prende meno, non porta alla progressività”.

Un altro passaggio del suo discorso Landini lo ha speso sulla precarietà dilagante nel lavoro: “Quando ci sono persone che pur facendo lo stesso mestiere nello stesso luogo non hanno gli stessi diritti e non hanno le stesse tutele, c’è un problema che riguarda tutti. Anche noi e i nostri comportamenti. Dobbiamo batterci perché vengano assicurati i diritti a tutti i lavoratori. Quindi, visto che questo è l’anno del nostro congresso, scriveremo alle forze politiche le nostre proposte e chiederemo di incontrarli e dire loro concretamente cosa devono fare. Perché per cambiare la precarietà bisogna cambiare le leggi folli che sono state fatte in questi anni. Con risposte negative avrà inizio la nostra mobilitazione”. La Cgil è pronta a battersi anche contro la perdita dei diritti nei subappalti, che porta “sfruttamento, schiavismo e morti sul lavoro”.
Non meno importanti i passaggi del discorso di Landini su sanità, scuola e pensioni: “Se si fanno investimenti per nuovi ospedali, sul territorio per le case di comunità, per i servizi socio assistenziali a noi va benissimo – ha detto -. Ma c’è bisogno di farne molti di più anche perché noi abbiamo un paese dove attraverso una riforma sbagliata della costituzione abbiamo una sanità diversa a seconda della regione. Quindi c’è da cambiare molto senza spendere fondi pubblici per darli in gestione ai privati. Questo per noi non è accettabile”. E lo stesso vale per la scuola e la formazione permanente, soprattutto oggi, con la pandemia che ci ha insegnato quanto la tecnologia possa migliorare la nostra vita, ma anche le disuguaglianze tra le persone. Le battaglie che la Cgil porta avanti, quindi, sono di tutti: “Abbiamo messo assieme i delegati di tutte le categorie con i pensionati e gli studenti. Per discutere di lavoro e pensioni, infatti dobbiamo stare insieme, perché dobbiamo elaborare un nuovo modello sociale che sia in grado di rispondere a bisogni e alle esigenze di tutti. È questo il frutto della confederalità che ci contraddistingue come sindacato”.
Infine un pensiero sula guerra in Ucraina: “Sono passati ormai più di 100 giorni dall’inizio dell’invasione russa. Oggi la guerra è diventata la quarta o quinta notizia in ordine di importanza sulle testate. Ma i bombardamenti continuano e le persone continuano a morire. Allora penso che mai come adesso dobbiamo dire, con ancora più forza, che quella guerra va fermata. E che la pace la si pratica non aumentando il riarmo, ma con più diritti e più democrazia. Anche su questo non ci fermeremo nell’affermare che dobbiamo abolire la guerra come strumento di soluzione dei rapporti tra le persone e gli Stati”.

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