Il 5 aprile doppio appuntamento in Abruzzo con Maurizio Landini

Si comincia alle ore 10:00 all’Aquila con il convegno “Territori aperti: dai risultati alle sfide future”. Alle ore 15:00 a Teramo Assemblea generale


 

Il 5 aprile sarà una giornata importante per la Cgil Abruzzo Molise. Doppio appuntamento con il segretario generale del sindacato di Corso d’Italia, Maurizio Landini.

Alle ore 10.00, iniziativa presso il Centro congressi “Luigi Zordan” in Piazza San Basilio all’Aquila dal titolo “Territori aperti: dai risultati alle sfide future”. Nel sottotitolo, “Come sviluppare la resilienza dei sistemi territoriali ai disastri”, è chiaro il riferimento al terremoto che colpì la provincia dell’Aquila nella notte del 6 aprile 2009 e del quale quest’anno ricorre il quindicesimo anniversario. Nel corso dell’evento saranno presentati i risultati di oltre cinque anni di attività realizzate nell’ambito del progetto “Territori Aperti”, condiviso con il Comune dell’Aquila e finanziato dal Fondo Territori Lavoro Conoscenza di Cgil Cisl Uil. 


 

Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15.00, Assemblea straordinaria della Cgil Abruzzo Molise presso l’Università degli Studi di Teramo. Al centro della discussione i temi della mobilitazione: sicurezza sul lavoro, sanità, precarietà, fisco e contrattazione.

 




Che lavoro! A 6 milioni di dipendenti 11mila € l’anno

Quasi 6 milioni di lavoratori italiani guadagnano meno di 11 mila euro lordi all’anno. In pratica, un dipendente su tre porta a casa mediamente meno di 850 euro netti al mese. E se consideriamo la fascia che va fino a massimo 17 mila euro – quindi appena 1.200 netti mensili – contiamo altri due milioni di persone. Il tema del lavoro povero ha diverse sfaccettature. Negli ultimi mesi il dibattito si è concentrato sul problema del basso salario orario, ma questo non è l’unico e forse neppure il più grave. Ieri la Cgil ha diffuso nuove rielaborazioni di dati Inps nell’ambito della campagna contro il precariato lanciata nelle scorse settimane dal sindacato guidato da Maurizio Landini.

Il focus si concentra non sui salari orari ma sui redditi annui, che dipendono anche da quanto effettivamente le persone lavorano: per quanti mesi dell’anno o per quante ore alla settimana. Dai numeri emerge con chiarezza quello che nel nostro Paese sta comportando la sotto-occupazione, cioè l’eccesso di lavoretti, di part time involontario, di domanda di lavoro stagionale e a bassa specializzazione: un esercito di addetti con redditi insufficienti a una vita dignitosa. Ecco perché il motivo non è solo nei minimi salariali molto bassi di alcuni contratti collettivi, ma anche dalla scarsa intensità dei loro impieghi, molto discontinui.

Ricapitolando: oltre 2,4 milioni di lavoratori guadagnano meno di 5 mila euro annui. Di questi, 1,8 milioni – quindi la maggior parte – è retribuita per un periodo di massimo tre mesi. Ma attenzione perché abbiamo quasi 50 mila lavoratori che non superano i 5 mila euro pur essendo in servizio per tutto l’anno. Se estendiamo lo sguardo all’intera fascia sotto i 10 mila euro, abbiamo ben 324 mila persone che hanno guadagni sotto quella soglia pur essendo retribuiti per l’intero anno. Questo vuol dire che parliamo di persone che lavorano part time per tutto l’anno o che, pur avendo un full time, hanno stipendi miseri. Insomma, il lavoro povero è la sintesi di un misto di fattori: bassi salari e carriere spezzettate. Entrambi gli elementi sono ignorati dal governo, che ha deciso di non introdurre il salario minimo per legge e ha approvato nell’ultimo anno e mezzo una serie di provvedimenti che incentivano ulteriormente l’utilizzo di contratti precari da parte delle imprese. C’è sicuramente, sullo sfondo di questi numeri, pure l’effetto del lavoro irregolare, ma questo è difficile da quantificare e comunque non sminuisce il problema.

Il confronto tra Italia ed Europa resta impietoso. Da noi un dipendente a tempo pieno guadagna in media 31.500 euro all’anno, contro i 45.500 della Germania e i 41.700 della Francia. Se consideriamo i quasi 17 milioni di dipendenti italiani, la retribuzione media è di 22.839 euro lordi all’anno. Tra questi abbiamo 7,9 milioni di dipendenti discontinui e 2,2 milioni di part time per tutto l’anno. Tutti questi dati si riferiscono all’ultimo aggiornamento disponibile, del 2022. “La situazione non è certo migliorata nel 2023 – aggiunge Christian Ferrari, segretario confederale Cgil – anno in cui l’inflazione ha raggiunto il 5,9%, cumulandosi con quella dei due anni precedenti, raggiungendo un totale del 17,3%”.

Di fronte a questo scenario che spiega la scarsa solidità del nostro mercato del lavoro, il governo continua a rallegrarsi dei dati sull’occupazione. La ministra del Lavoro Marina Calderone parla di numeri “confortanti” e sventola continuamente i dati sulle assunzioni previste dalle imprese, ma come al solito si ignora la qualità di questi posti: secondo lo stesso bollettino Anpal-UnionCamere, che pure è una fonte molto cara a Calderone, a febbraio le imprese prevedevano quasi 408 mila entrate, ma solo il 20% a tempo indeterminato, più un altro 5% in apprendistato. Ben il 52% è a tempo determinato, un altro 10% in somministrazione, un altro 9% ancora con contratti di collaborazione.

Sono le forme contrattuali che contribuiscono a formare il precariato e a determinare i bassi redditi.

 

Articolo di Roberto Rotunno su “Il Fatto Quotidiano” del 17 marzo 2024




Landini: “Questa è la piazza di chi paga le tasse”

Landini: «Siamo la maggioranza nel Paese»


 

Landini conclude a Roma la Via Maestra: un cambiamento nel segno della Costituzione.

È un Maurizio Landini particolarmente emozionato quello che prende la parola per concludere la grande giornata di mobilitazione nella Capitale che la Cgil insieme a oltre 100 associazioni hanno voluto “intitolare” alla nostra Carta: “La Via Maestra, insieme per la Costituzione”.

Due le parole più ricorrenti nel discorso del segretario generale della Cgil: “pace” e “insieme”: “Siamo qui – ha detto – nelle nostre diversità, ma sono diversità che, anziché dividerci, ci uniscono ancora di più. Perché siamo noi che questo paese lo vogliamo tenere insieme”. E uniti però da una cosa importante: “Siamo quelli che lavorando tengono in vita questo Paese o quelli che, se sono in pensione, lo hanno fatto per 40 anni pagando i contributi e contribuendo mandarlo avanti questo Paese”.

Siamo quelli che “credono nella giustizia, e nella lotta allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo”. Ed essere qui, in questa piazza, è per dire che “è il momento di uscire dalla rassegnazione, dall’idea che le cose non si possono cambiare”. E invece lo si può e deve fare (“non pensiamo di avere solo diritti – ha sottolineato – ma anche doveri”) nel segno della via maestra della Costituzione, “figlia della cultura cattolica, socialista, comunista e di giustizia e libertà che insieme hanno costruito la democrazia, sconfiggendo fascismo e nazismo”.

Quello che la Carta ci dice

E qui non poteva ovviamente mancare il ricordo dell’assalto fascista di due anni fa alla sede della Cgil, a cui seguì “la grande manifestazione del 16 ottobre, anche quella una grande risposta”.

Ma citare la Costituzione non può rimanere esercizio astratto. Perché, ha scandito Landini, “la nostra Carta parla di cose precise: del diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, a un salario dignitoso, a un fisco progressivo, all’autonoma della magistratura, alla libertà dell’informazione”.

Pace, non guerra

La Costituzione, ha aggiunto, “parla di pace e non di guerra”. E per la pace, ricorda, “abbiamo manifestato il 5 novembre scorso, per condannare l’invasione dell’Ucraina, ma per dire anche che bisognafare in modo che la guerra non torni a essere strumento di regolazione dei conflitti e per questo la politica, gli Stati devono muoversi”.

Perché sono le persone a subire i danni atroci della guerra, ha ricordato il leader della Cgil, dai 500 mila morti della guerra in Ucraina fino all’attacco di Hamas in Israele che “condanniamo duramente”.

Qui per cambiare la situazione

“La nostra oggi è una società che mette tutti in competizione, gli uni contro gli altri – ha detto il segretario -. Questo ha determinato un aumento delle diseguaglianze senza precedenti, concentrando la ricchezza in mano a pochi, mettendo i lavoratori l’uno contro l’altro, i precari gli uno contro gli altri, gli italiani contro gli stranieri”. Una società con troppe iniquità: “C’è chi si può curare e chi no, chi può studiare e chi no, chi lavora e chi no. Ecco allora cosa vogliamo fare con questa giornata: non siamo qui per protestare, ma per cambiare la situazione“.

Poi il passaggio sulla violenza sulle donne: “Non è un problema delle donne, è un problema della cultura di noi uomini: dobbiamo avere l’umiltà di capire ed essere disponibili a cambiare”. È anche “la cultura della guerra”, a suo avviso, che genera violenza nei rapporti tra le persone.

La lotta per la Costituzione è all’inizio

Con la Via Maestra “non finisce la lotta per l’applicazione della Costituzione, ma comincia. Inizia un’azione in ogni territorio, luogo per luogo, in cui il diritto al lavoro, alla casa, all’istruzione vengono praticati nel concreto. Dobbiamo tornare a costruire una comunità – ha detto Landini -. Ricordiamoci che la vera solidarietà non si fa tra uguali, si fa se qualcuno che sta meglio si batte per chi sta peggio. Noi vogliamo ricostruire la solidarietà sociale tra le persone”.

Il “vero nemico”, dunque, “non è lo straniero, non è quello accanto a me assunto a termine, ma è chi ci sfrutta: chi fa le politiche, chi deve cambiare le leggi e non lo fa. Anche questo governo, che dopo un anno va nella direzione di manomettere la Costituzione”.

Il governo aumenta le divisioni

Il leader della Cgil è tornato a criticare l’esecutivo. “Non c’è bisogno di aumentare le divisioni con l’autonomia differenziata – queste le sue parole -. Invece di cambiare il governo ha aumentato i voucher e liberalizzato i contratti a termine. Ha liberalizzato anche i subappalti, una ‘porcheria’ che non dobbiamo smettere di denunciare, perché nei luoghi di lavoro le imprese si sono riorganizzate con subappalti e finte cooperative. In questo modo le persone che fanno lo stesso lavoro non hanno più gli stessi diritti: questo ha determinato una competizione a ribasso con pezzi del mercato che sono in mano alla malavita. Combattiamo i subappalti”.

Aumentare i salari significa rinnovare i contratti. “Bisogna introdurre un salario minimo per legge, sotto il quale nessun lavoratore può essere pagato. Cinque o sei euro l’ora è una paga da fame, inaccettabile”. Poi sulla crisi climatica: “Non si può negare l’esistenza, come fa il governo, non si può rimandare il tempo delle scelte. I cittadini delle zone alluvionate non hanno ancora visto un euro dallo Stato”.

Avanti fino all’obiettivo

Sul nodo delle risorse, ha ribadito Landini, “bisogna andare a prendere i soldi dove sono. Non è vero che in Italia non ci sono, abbiamo 110 miliardi di evasione fiscale, bisogna prenderli lì, non si può continuare a vivere sui lavoratori dipendenti e pensionati che pagano il 95% dell’Irpef. Bisogna tassare le rendite finanziarie e immobiliari”.

In conclusione, citando Rodotà, Maurizio Landini ha ricordato le due idee di società diverse che sono in campo. Assicurando che quello di oggi è l’inizio di una grande mobilitazione: “Faremo una battaglia senza limiti, finché non avremo ottenuto il risultato: ci sono le condizioni per poterlo fare. Siamo noi che rappresentiamo la maggioranza di questo Paese. Non possiamo stare fermi, vogliamo batterci. Prendiamo un impegno: noi non ci fermeremo. Andremo avanti fino a quando non avremo raggiunto gli obiettivi“.

 

Fonte: Collettiva.it




L’Abruzzo si mobilita. Un treno e 50 bus pieni per la protesta di sabato

Cgil e associazioni, oltre 2.500 adesioni per la manifestazione nazionale di Roma. La mappa delle partenze dei pullman, gli orari e il programma del doppio corteo


Un treno speciale da 400 posti e 50 pullman. Una mobilitazione importante per la Cgil guidata dal Segretario Abruzzo Molise Carmine Ranieri. Saranno non meno di 2.500 gli abruzzesi che sabato sfileranno a Roma.

“La via maestra, insieme per la Costituzione”. E’ questo lo slogan scelto dalla Cgil e da più di cento associazioni, che a loro volta raccolgono realtà della società civile, per la grande manifestazione nazionale.

“Si sfilerà per le strade della capitale” fanno sapere i promotori dell’iniziativa “per il lavoro, contro la precarietà, per il contrasto alla povertà, contro tutte le guerre e per la pace, per l’aumento dei salari e delle pensioni, per la sanità e la scuola pubblica, per la tutela dell’ambiente, per la difesa della Costituzione contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare”.

 

IL PROGRAMMA

Il programma prevede due cortei, con concentramenti alle 13 in piazza della Repubblica (Termini) e piazzale dei Partigiani (Ostiense). La partenza dei due cortei è prevista alle 13.45 con arrivo a piazza San Giovanni dove, alle 15,15, inizieranno gli interventi. Intorno alle 17.15 le conclusioni affidate e Maurizio Landini, segretario generale della Cgil.

 

TRENO SPECIALE

Il treno speciale riservato partirà alle 9,25 da Pescara Centrale. Ecco le fermate e gli orari:

Andata
Chieti 9.37,
Sulmona 10.18, Avezzano 11.11, Tagliacozzo 11.22, Carsoli 11.38, Valle dell’Aniene-Mandela-Sambuci 11.57, Tivoli 12.10, Roma Termini 12.50.

Ritorno
Roma Termini 18.47, Tivoli 19.21, Valle dell’Aniene-Mandela-Sambuci 19.35, Carsoli 19.53, Tagliacozzo 20.08, Avezzano 20.19, Sulmona 21.10, Chieti 21.55, Pescara 22.09.

 

CINQUANTA PULLMAN

Di seguito gli orari e i luoghi di partenza dei bus che porteranno i cittadini abruzzesi a Roma:

Provincia dell’Aquila
L’Aquila ore 10.30 sede Cgil
Sulmona ore 10.30 piazzale Lidl
Pescina ore 10 chiesa di San Giuseppe
Avezzano ore 10.30 Sede Cgil

Provincia di Pescara
Pullman 1: Penne ore 10.30, Loreto ore 10.45, Montesilvano ore 11.15
Pullman 2 e Pullman 3: Pescara ore 11
Pullman 4: Manoppello ore 11, Bussi ore 11.15, Popoli ore 11.30

Provincia di Chieti

San Salvo ore 8 piazza Aldo Moro
Vasto ore 8 terminal bus e ore 8,15 distributore ex Total
Lanciano ore 8,30 dal Thema Polycenter

Provincia di Teramo
Teramo ore 9 parcheggio stadio Bonolis, Piano d’Accio (coordinamento di tutti i bus della provincia)
Martinsicuro ore 8 piazza Cavour
Nereto ore 8,20 viale Europa
Garrufo ore 8,30 bivio-piazzale autobus
Silvi ore 8 supermercato via Roma
Pineto ore 8,15 Borgo S. Maria centro sportivo
Roseto ore 8,25 piazza della Stazione
Cologna ore 8,30 bar Centrale
Giulianova ore 8,20 piazzale della Stazione
Mosciano Sant’Angelo ore 8,30 fermata Tua di fronte alla stazione ferroviaria
Bellante ore 8,40 fermata Tua vicino edicola
San Nicolò ore 8,50 piazza Progresso vicino edicola
Montorio al Vomano ore 8,30 largo Rosciano
Val Vomano ore 9,20 piazza Centrale
Colledara ore 9,30 uscita autostrada.


L’ADESIONE DEI PARTITI

Per Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra italiana, «siamo tutti mobilitati in difesa della Costituzione sotto attacco da parte della destra. Come Alleanza Verdi e Sinistra saremo sugli autobus della Cgil e dell’Arci per unire le nostre voci, i nostri corpi contro chi vuole demolire da ogni punto di vista il nostro Paese e la nostra Regione». Daniele Marinelli, segretario del Pd abruzzese, dichiara: «Mentre al capitolo dello smantellamento delle infrastrutture sociali si aggiunge la notizia del taglio dei fondi alla sanità pubblica, e quando in Abruzzo sta entrando nel vivo il percorso di costruzione di un’alleanza civica e progressista, e il candidato Luciano D’Amico già suscita speranza ed entusiasmo, il Pd sarà in piazza con la Cgil e numerose altre associazioni, per chiedere l’attuazione della Costituzione: per la sanità e la scuola pubblica, l’ambiente, la coesione, il lavoro e il contrasto alla povertà».

Fonte: Il Centro del 4/10/2023

 

 

 




Cgil Molise: il 7 ottobre manifestazione a Roma insieme a centinaia di associazioni

La via maestra, insieme per la Costituzione.

È questo lo slogan scelto dalla CGIL e da più di cento associazioni, che a loro volta raccolgono tantissime realtà della società civile, per la grande manifestazione nazionale che si terrà il prossimo 7 ottobre a Roma.

Si sfilerà per le strade della Capitale per il lavoro, contro la precarietà, per il contrasto alla povertà, contro tutte le guerre e per la pace, per l’aumento dei salari e delle pensioni, per la sanità e la scuola pubblica, per la tutela dell’ambiente, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica
parlamentare.
Previsti due cortei che partiranno alle ore 13.45 da Piazza della Repubblica e da Piazzale dei Partigiani per arrivare a Piazza San Giovanni, dove a partire dalle ore 15.15 inizieranno gli interventi dal palco. Intorno alle ore 17.00 prenderà la parola il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che chiuderà la manifestazione.

In Molise sono in corso di svolgimento 118 assemblee nei luoghi di lavoro e in diversi comuni. Grazie a questo grande lavoro sono pervenute già circa 500 adesioni e la trasferta verso la capitale verrà effettuata con autobus che partiranno da Termoli, Campobasso, Bojano, Isernia e Venafro.

La CGIL MOLISE, insieme ad ANPI, AUSER, FEDERCONSUMATORI, CITTADINANZA ATTIVA MOLISE, LEGAMBIENTE MOLISE, FACED, LA CITTA’ INVISIBILE, UNITI PER LA COSTITUZIONE e tante altre associazioni che stanno aderendo in queste ha effettuato mercoledì 4 ottobre una conferenza stampa presso la Sede Regionale di Via Mosca durante la quale sono stati illustrati i punti salienti della piattaforma dibattuti nel corso delle assemblee.

 

Fonte: FuturoMolise





Fisac e Cgil contro l’abbandono bancario in Abruzzo e Molise

 

ABRUZZO MOLISE

 

Negli ultimi 5 anni in Molise è stato chiuso più o meno un terzo delle filiali bancarie presenti: un dato che ne fa la regione italiana più penalizzata dalle politiche dei grandi gruppi bancari.
In Abruzzo le cose sono andate appena meno peggio: in un quinquennio oltre 1 sportello su 4 ha abbassato le saracinesche.

Quando si citano questi numeri sembra che si parli di questioni che non incidono sulla qualità di vita delle persone. Poi si scopre che in 8 comuni su 10 nel Molise, e in 6 comuni su 10 in Abruzzo, chi deve fare un’operazione bancaria è costretto a spostarsi, perché nella località in cui abita non ci sono più banche. Un dato che contribuisce pesantemente allo spopolamento delle aree interne e che ci impone di includere le nostre due regioni tra quelle del Meridione. 

La mancanza di filiali rende più difficile il finanziamento alle piccole e medie imprese, ed i dati Bankitalia lo dimostrano in modo chiaro: nel solo 2022 il taglio è stato del 4,6% in Abruzzo e del 3,2% in Molise. Sono dati che hanno conseguenze pesanti. Una piccola azienda che non riesce a trovare finanziamenti ha due possibilità, entrambe drammatiche: o ricorre agli usurai, o chiude 

Nella classifica dei reati pubblicata dal Sole24Ore e relativa al 2022, tre delle province abruzzesi figurino ai primi posti per quanto riguarda l’usura. Nella classifica manca solo la provincia di Teramo: guarda caso l’unica ad aver mantenuto una presenza di sportelli bancari in linea con la media nazionale. 

 Molto significativo anche il dato delle chiusure delle imprese artigiane: nei primi tre mesi del 2023 il Molise è stata la regione che ha fatto registrare il peggiore saldo tra cessazioni e nuove aperture, con l’Abruzzo al secondo posto. Nel secondo trimestre l’Abruzzo ha effettuato il “sorpasso”, conquistando il poco invidiabile primato. 

Quello della desertificazione bancaria dovrebbe essere un problema in cima all’azienda dei partiti politici, in particolare nelle regioni del centro sud: e invece sembra che la politica se ne disinteressi completamente.

Per sensibilizzare sulle tematiche del Credito nel Centro Sud, la Fisac Cgil ha organizzato per il 28 e 29 settembre l’evento “Sud in Credito – Un nuovo ruolo del sistema finanziario  per lo sviluppo del Mezzogiorno”. L’evento, che si svolgerà a Napoli alla presenza del Segretario Generale CGIL Maurizio Landini, vedrà tra gli ospiti Carlo Cimbri (presidente Unipol Gruppo), Antonio Decaro (presidente ANCI), Massimiliano Fedriga (presidente Conferenza delle Regioni), Antonio Patuelli (presidente ABI), Augusto Dell’Erba (Presidente Federcasse). In rappresentanza di Abruzzo e Molise interverranno Carmine Ranieri (Segretario Regionale CGIL) e Luca Copersini (Segretario Regionale Fisac). 

 Nel corso delle due giornate di lavori la Segretaria Nazionale Fisac, Susy Esposito, illustrerà le proposte del Sindacato  per un sistema bancario e finanziario più rispondente alle esigenze del Paese e delle Regioni Meridionali. 

 

Carmine Ranieri
Segretario Generale Cgil Abruzzo Molise 

Luca Copersini
Segretario Regionale Fisac Abruzzo Molise 

 

Il servizio mandato in onda dalla TGR Abruzzo

 

 

 

 




Cgil e Fisac, 28 e 29 settembre iniziativa a Napoli “Sud in Credito”

All’Hotel Ramada, tra gli ospiti: Cimbri, Decaro, Dell’Erba, Fedriga, Landini, Patuelli


 

Sud in Credito. Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno”.

È il titolo dell’iniziativa promossa dalla Fisac e dalla Cgil nazionale in programma a Napoli il 28 e il 29 settembre presso l’Hotel Ramada in via Galileo Ferraris 40. Una due giorni per riflettere e avanzare proposte concrete, in vista della manifestazione del 7 ottobre “La Via Maestra – Insieme per la Costituzione”, sulla necessità di insediare poli specialistici, da parte dei grandi gruppi del credito e delle assicurazioni, nelle regioni meridionali, all’interno di una strategia precisa di politica industriale.

Una proposta – “Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno”, che sarà avanzata dalla segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito – che pone particolare enfasi alle nuove professionalità del digitale, all’intelligenza artificiale e ai radicali cambiamenti che ancora ci attendono. Banche, Assicurazioni e Bcc devono essere protagoniste nel superamento delle disparità territoriali, mettendo al centro l’economia reale e sostenendo il sistema delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno e le esigenze dei suoi cittadini.

Per farlo Fisac e Cgil organizzano questa iniziativa, lunga due giorni, che si articolerà in 4 tavole rotonde per riflettere su AutonomiaOccupazione e Infrastrutture e tirare poi le somme nel tavolo finale il 29 settembre che ragionerà sulla proposta di Fisac e Cgil alla presenza del presidente di Unipol, Carlo Cimbri; del presidente di Federcasse, Augusto Dell’Erba; del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini; e del presidente di Abi, Antonio Patuelli.

Tra gli ospiti, oltre a segretari generali della Cgil di categorie e territori, da segnalare: il 28 settembre saranno presenti Pier Paolo Baretta, assessore al Bilancio del Comune di Napoli; Antonio Decaro, presidente dell’Anci; e Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni. Il 29 settembre: Adriano Giannola, presidente di Svimez; Vito Grassi, vice presidente di Confindustria.

Nel dettaglio il programma prevede l’avvio dei lavori, giovedì 28 settembre all’Hotel Ramada di Napoli, alle ore 10 con i saluti di di Michele Cervone, segretario generale Fisac Cgil Campania, e l’intervento di Bruna Belmonte, segretaria nazionale Fisac Cgil, con delega al Mezzogiorno. A seguire la presentazione di una ricerca, a sostegno dei lavori della giornata, affidata a Roberto Errico, responsabile dipartimento Mezzogiorno Fisac Cgil Nazionale. Intorno alle ore 10.30 prevista la relazione introduttiva di Susy Esposito, segretaria generale Fisac Cgil Nazionale.

Subito dopo, intorno alle ore 11.30, anticipata dagli interventi video di Mimma Argurio e Laura Urgeghe, rispettivamente segretaria generale Fisac Cgil Sicilia e Sardegna, la prima tavola rotonda dal titolo: ‘AUTONOMIA – Dal Mezzogiorno al Paese, lo sviluppo tra autonomia e unità’. Previsti gli interventi di: Pier Paolo Baretta, assessore Bilancio Comune di Napoli; Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil Nazionale; Fausto Durante, segretario generale Cgil Sardegna; Massimiliano Fedriga, presidente Conferenza delle Regioni; Christian Ferrari, segretario confederale Cgil Nazionale; Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia; Mariella Volpe, economista e componente Forum Disuguaglianze Diversità. A moderare i lavori Roberta Lisi, giornalista Collettiva.it.

Nel pomeriggio, alle ore 15, dopo gli interventi video di Paolo Carravetta e Bruno Lorenzo, rispettivamente segretario generale Fisac Cgil Calabria e Basilicata, la seconda tavola rotonda dal titolo ‘OCCUPAZIONE – Il lavoro è sviluppo, occupazione stabile e di qualità nel Mezzogiorno’ con ospiti: Andrea Ciarini, professore associato Sociologia dei processi economici, organizzativi e del lavoro Università La Sapienza Roma; Antonio Decaro, presidente Anci; Maria Grazia Gabrielli, segretaria confederale Cgil Nazionale; Fernando Mega, segretario generale Cgil Basilicata; Nicola Ricci, segretario generale Cgil Campania; Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil Nazionale; Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria. Modera Roberta Lisi di Collettiva.it.

La seconda giornata di ‘Sud in Credito’, venerdì 29 settembre, si aprirà con la seconda ricerca, centrata sul settore, a cura di Davide Riccardi, responsabile Ufficio Studi & Ricerche Fisac Cgil Nazionale. Seguiranno gli interventi video di Francesco Balducci e Luca Copersini, rispettivamente segretario generale Fisac Cgil Puglia e Abruzzo Molise. Sarà poi il momento della proposta di Fisac e Cgil ‘Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno’ nelle parole della segretaria generale Fisac Cgil Nazionale, Susy Esposito.

Per le ore 10.30 la terza tavola rotonda dal titolo ‘INFRASTRUTTURE – Il settore finanziario per lo sviluppo infrastrutturale del Mezzogiorno’ con: Gigia Bucci, segretaria generale Cgil Puglia; Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil Nazionale; Adriano Giannola, presidente Svimez; Vito Grassi, vice presidente Confindustria e presidente Consiglio rappresentanze regionali e politiche di coesione territoriale; Stefano Malorgio, segretario generale Filt Cgil Nazionale; Ferdinando Natali, regional manager Sud UniCredit; Carmine Ranieri, segretario generale Cgil Abruzzo Molise; Roberto Torrini, capo Servizio struttura economica Banca d’Italia. Modera i lavori Nica Ruggiero, giornalista responsabile Comunicazione Cgil Puglia e Bari.

Alle 14, infine, sempre dalla giornata di venerdì 29 settembre, la quarta e ultima tavola rotonda dal titolo ‘AUTONOMIA. OCCUPAZIONE. INFRASTRUTTURE.- Un nuovo ruolo del sistema finanziario per lo sviluppo del Mezzogiorno’ con la partecipazione di Carlo Cimbri, presidente Unipol; Augusto Dell’Erba, presidente Federcasse; Maurizio Landini, segretario generale Cgil Nazionale; Antonio Patuelli, presidente Abi. Modera la discussione Janina Landau, Giornalista Class CNBC.

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Maggio di lotta, al via la mobilitazione unitaria

Cgil, Cisl e Uil avviano assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori organizzando tre manifestazioni interregionali a Bologna (6 maggio), Milano (13 maggio) e Napoli (20 maggio)


Dalle parole ai fatti. Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di avviare unitariamente nei mesi di aprile e maggio una fase di mobilitazione con la realizzazione di una generalizzata campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori. In questo percorso sono previste tre manifestazioni interregionali di sabato (Nord, Centro, Sud), da svolgersi a Bologna (6 maggio), Milano (13 maggio) e Napoli (20 maggio).

La mobilitazione, si legge in una nota unitaria, “intende sostenere le richieste avanzate da Cgil, Cisl e Uil e dalle categorie nei confronti del governo e del sistema delle imprese al fine di ottenere un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali. Molti i temi su cui i sindacati chiedono un radicale cambio di passo. A cominciare dalla tutela dei redditi dall’inflazione e dall’aumento del valore reale delle pensioni e dei salari. C’è poi il rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati. Altra richiesta: riforma del fisco, con una forte riduzione del carico su lavoro e su pensioni, tassazione extraprofitti e rendite finanziarie.

E ancora, il potenziamento occupazionale e dei finanziamenti al sistema sociosanitario pubblico per garantire il diritto universale alla salute e del sistema di istruzione e formazione, maggiore sostegno alla non autosufficienza. Poi la richiesta di maggiore sicurezza: basta morti sul lavoro, contrasto alle malattie professionali e alla precarietà, centralità della sicurezza sul lavoro nel sistema degli appalti, eliminazione subappalti a cascata, lotta senza quartiere alle mafie e al caporalato. I sindacati chiedono anche una riforma del sistema previdenziale.

Ed infine, politiche industriali e d’investimento condivise con il mondo del lavoro per negoziare la transizione ambientale e digitale, realizzando un nuovo modello di sviluppo con particolare attenzione al mezzogiorno e puntando alla piena occupazione.

 

Fonte: www.collettiva.it




Landini al Governo: “Liberalizzare gli appalti è una follia”

Le parole del segretario generale della Cgil, a margine della mobilitazione di Fillea Cgil e FenealUil


Le parole del segretario generale della Cgil, a margine della mobilitazione di Fillea Cgil e FenealUil

“Siamo qui per combattere una logica sbagliata, sia sugli appalti sia sulle politiche che devono sostenere il rilancio di questo Paese”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nel corso della mobilitazione nazionale dell’edilizia, parlando a Roma, in piazza Don Bosco, a margine dell’iniziativa lanciata da Fillea Cgil e FenealUil.

Riguardo al nuovo Codice degli appalti, Landini ha detto che “è profondamente sbagliato quello che il governo sta facendo. Questa liberalizzazione degli appalti è una follia sul piano della salute della sicurezza delle persone, perché gli infortuni e i morti sul lavoro avvengono proprio quando parte la logica del subappalto al massimo ribasso. Ed è un grave errore perché in questo modo non solo non si rendono trasparenti i processi”, ma il superamento delle gare è un “modo per favorire la malavita organizzata”.

“Tutto questo – ha aggiunto – sta avvenendo senzaalcunconfronto con le organizzazioni sindacali”.

“Forse quelli del governo non hanno mai lavorato – prosegue Landini -, ma andare in un cantiere e far passare la logica del subappalto e del sotto appalto vuol dire che si fa una logica al massimo ribasso, vuol dire che si mettono in discussione i contratti, i diritti delle persone, vuol dire che non sei in grado di garantire la sicurezza e questo non vuol dire accelerare i cantieri, questo vuol dire mettere a repentaglio la vita delle persone che lavorano e vuol dire fare una concorrenza sleale tra le imprese”.

“Quando si fanno queste cose noi saremo sempre contro. Diremo sempre di no, ma lo facciamo per il bene di questo Paese”, ha proseguito. “Chi oggi teorizza che in questo modo le cose andranno meglio sta dicendo delle bugie e non sta facendo gli interessi di questo Paese, ma forse fa gli interessi di qualche lobby economica. Quindi il problema non è dire di no oggi, è dire di sì senza rendersi conto di quello che si sta facendo”.

“Prima di questa follia – ricorda Landini – chi subappaltava doveva garantire di applicare i contratti nazionali di lavoro a chiunque. Oggi questa cosa non c’è più. Sta prevalendo l’idea che il mercato libero senza vincoli è quello che realizza. Si sta tornando indietro e questa logica è contro il lavoro. Nel 2022 sono morte 130 persone nel settore dell’edilizia, e ci sono stati più di 2 mila infortuni. Il 90% di queste cose avviene proprio dove ci sono gli appalti”.

I sindacati, spiega Landini, erano “riusciti ad ottenere con il governo Draghi un vincolo per gli appalti pubblici, in cui non si poteva fare più di un subappalto e in ogni caso dovevi garantire l’applicazione del contratto nazionale. Oggi stiamo tornando indietro. Anziché estendere questa regola al settore privato stiamo liberalizzando il subappalto anche nel settore pubblico”.

“Stiamo discutendo insieme a Cisl e Uil e credo che nei prossimi giorni, la prossima settimana, prima di Pasqua, saremo nella condizione anche di avviare un percorso di mobilitazione, aggiunge Landini. “Questa fase deve essere preparata per mettere in campo delle azioni anche di mobilitazione e di manifestazioni nei territori nelle regioni senza assolutamente escludere nulla”. Secondo i sindacati c’è la necessità di “avviare una grandissima campagna straordinaria di assemblee di confronto in tutti luoghi di lavoro”. Per il segretario Cgil “il mese di aprile deve essere un mese in cui si attiva” questo percorso, “c’è bisogno di parlare, di discutere, di andare in ogni luogo di lavoro pubblico, privato, piccolo o grande per dire alle persone quello che vogliamo fare per avviare un percorso che indichi anche perché non siamo d’accordo”.

 

Fonte: Collettiva.it




Cgil, Landini rieletto segretario: distanti dalle posizioni del governo, pronti anche allo sciopero

Maurizio Landini è stato rieletto segretario generale della Cgil. Al termine del XIX congresso nazionale, l’assemblea lo ha confermato alla guida del sindacato per il secondo mandato di quattro anni, con il 94,2% di voti favorevoli. La proclamazione è stata accompagnata da un lungo applauso della platea.
“Vi ringrazio”, le sue prime parole.

“Nessuno credo si impegni nel sindacato perché crede che sia un mestiere, siamo una bella organizzazione perché siamo fatti di uomini e donne vere che credono in quello che fanno”: così il segretario generale della Cgil  Maurizio Landini parla alla platea,  commosso, ed emozionato, nella giornata conclusiva del XIX congresso nazionale. Landini ha chiamato sul palco tutti “i compagni e le compagne” della struttura del sindacato e li ha ringraziati.

Il leader della Cgil ha rivolto un “ulteriore ringraziamento al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che con il suo messaggio ha riconfermato il valore della nostra Costituzione e del lavoro”.

Nel suo intervento Landini è partito dal discorso di ieri di Giorgia Meloni e rivolgendosi alla premier ha detto: “La ricchezza la produce chi lavora, è necessario rimettere al centro il lavoro e la persona come elemento per cambiare il modello sociale ed economico che in questi anni si è affermato”.

In un altro passaggio del discorso ha sottolineato: “Prima vota l’autonomia differenziata e poi viene a raccontarci che lei è per l’unità nazionale, noi siamo per l’unità e lo siamo anche il 18, 19, 20 e contrasteremo con tutte le strade possibili una messa in discussione della nostra Costituzione”.

Con il governo e la premier Gorgia Meloni c’è “una diversità molto profonda, molto consistente. Per tutto il sindacato italiano non c’è possibilità di discussione, bisogna avviare una mobilitazione che non esclude alcuno strumento, compreso se necessario lo sciopero. Lo vogliamo fare insieme a Cisl e Uil, ne discuteremo con loro, abbiamo già un incontro fissato la prossima settimana”, ha poi dichiarato Landini. “C’è un punto fondamentale – ha spiegato il sindacalista – il 94% dell’Irpef la pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati: noi non siamo più disponibili ad accettare l’idea di un sistema fiscale che continua a gravare unicamente sui dipendenti e i pensionati, per noi la festa è finita, perché per noi non è mai cominciata”.

Quanto alla legge delega, “noi non siamo d’accordo – ha detto ancora Landini – abbiamo lanciato una piattaforma, per ora non hanno discusso con noi il tavolo della trattativa, a oggi non c’è e va recuperato, vanno cambiati i principi fondamentali sui quali questa riforma si realizza, c’è bisogno di allargare la base imponibile, non solo deve essere progressiva, a parità di reddito bisogna pagare tutti le stesse tasse, cosa che oggi non sta succedendo”. E ha aggiunto: “Con una seria riforma fiscale si determinano le condizioni per un nuovo patto di cittadinanza”.

In mattinata, in collegamento, sono intervenuti al congresso i genitori di Giulio Regeni. “Ringraziamo tutti gli iscritti alla Cgil che ci hanno sostenuto nella battaglia per ottenere verità e giustizia. Vi chiediamo di continuare a starci vicino nel cammino verso la verità e la giustizia” ha detto Claudio Regeni, collegato insieme a sua moglie Paola Deffendi e all’avvocata civilista Alessandra Ballerini. “Sono sette anni che inseguiamo la verità e che pretendiamo una verità processuale per il sequestro, la tortura e l’omicidio di Giulio. E’ un morto sul lavoro”, afferma la legale della famiglia, Alessandra Ballerini, aggiungendo che “con i dittatori non possiamo collaborare”.

 

Fonte: Rai News