Fusioni, incorporazioni, cessioni: cosa ne pensano i clienti?

Le banche parlano di “razionalizzazioni” , di efficentamenti, di “miglioramento dei servizi offerti alla clientela”: Ma come vengono vissute dagli utenti le mille operazioni che gli Istituti mettono in atto per ridurre i costi?

La lettera che riportiamo è stata inviata a “La Repubblica” di Bologna lo scorso 20 novembre. L’idea che se ne ricava è che nel mondo reale i clienti delle banche non facciano esattamente salti di gioia nel vedersi sballottati tra varie Aziende e Filiali.

Il punto su cui vogliamo attirare l’attenzione è che alla fine sono gli operatori a dover subire gli sfoghi dell’utenza, nonostante siano loro le prime vittime di malfunzionamenti, disservizi e inefficienze.
Per questo abbiamo ritenuto opportuno pubblicare un documento che, sebbene appaia superficiale e denigratorio in alcuni punti, evidenzia la situazione che vive quotidianamente chi lavora nel nostro settore a contatto del pubblico e che, come si suol dire, “prende schiaffi da tutte le parti“.

 

Il mistero dell’Iban fluttuante

A fine novembre 2019 il Gruppo Unipol cede il 100% di Unipol Banca a Bper Banca, di cui è il maggior azionista. Una fetta di banca che contiene una banca che al mercato comprò.

Con la “riorganizzazione” il mio contro viene trasferito presso una filiale BPER, con un cambio di Iban che comporta lavoro per il correntista. Di più, i nostri ineffabili pianificatori non avevano previsto che parecchie migliaia di correntisti traslocati avrebbero cercato di riattivare il proprio internet banking sotto le nuove insegne alla data annunciata, finendo per far andare in blocco il sistema. Così il mio conto online è rimasto una chimera per parecchi giorni.

Dopo soli 10 mesi, poi, i nostri inesausti razionalizzatori hanno pensato di chiudere una serie di filiali, tra le quali anche la mia. La richiesta di una sede di preferenza è stata alla fine esaudita attraverso un percorso penitenziale che spero m’assegni dei credit per la mia futura beatificazione. Intanto mi ritrovo a dover comunicare l’ennesimo cambio di Iban in meno di un anno. Mio malgrado mi sono recato al nuovo sportello per firmare la richiesta di trasferimento, però mancava uno dei due documenti che avrei dovuto sottoscrivere, così a loro avviso sarei stato costretto a tornare. Io vado in banca una, massimo due volte l’anno: per la loro imperizia avrei dovuto far saltare la statistica. Mi sarebbe piaciuto far presente che quando arrivo io finisce che chiudono la filiale, ma mi sono limitato a chiedere se si rendevano conto di quanto tempo mi avevano fatto perdere. Fosse stata una banca del tempo avrei accettato un rimborso anche a rate. Mi è stato risposto che anche loro avevano perso tempo in telefonate e email…Pensa un po’.

Questi signori, rimasti forse al tempo in cui i clienti si presentavano in banca col cappello in mano, alla faccia dei corsi di formazioni in “customer care” che devono aver frequentato con poco profitto, evidentemente ci considerano solo dei numeri senza avere coscienza che anche i numeri, come un tempo le formiche, nel loro piccolo s’incazzano.

 




Banca del Fucino, via libera alla fusione con Igea Banca

Accordo lampo per Banca del Fucino, la più antica banca privata romana fondata dai principi Torlonia ai primi del ‘900 ed attiva perlopiù fra Lazio ed Abruzzo.

Il Consiglio di Amministrazione ha approvato infatti il progetto di integrazione con Igea Banca ed esaminato le principali guidelines del nuovo piano industriale già deliberato da Igea Banca. Con quest’ultima era stato infatti siglato la scorsa settimana un accordo in esclusiva di due mesi, ma già si attendeva la chiusura veloce dell’operazione entro pochi giorni.

Lo schema dell’operazione prevede la creazione di un nuovo gruppo bancario, nascente dall’integrazione delle due banche: Igea specializzata nel digitale e Fucino attiva nel private banking.

La famiglia Torlonia, già azionista della Banca del Fucino, sarà azionista di minoranza della nuova banca, ma con una quota significativa, dopo aver partecipato all’aumento di capitale. Nel capitale entreranno anche alcune fondazioni bancarie ed altri investitori istituzionali, espressione del mondo industriale e finanziario italiano ed internazionale alcuni dei quali già oggi soci di Igea Banca. In tale contesto, anche gli attuali azionisti di banca del Fucino continueranno a supportare la Banca nel suo percorso di crescita futuro, per garantire il consolidato rapporto fiduciario con la clientela.

L’operazione prevede, come elemento caratterizzante e significativo, anche il deconsolidamento dell’intero portafoglio di crediti deteriorati (NPE) di Banca del Fucino, per un importo stimato in circa 300 milioni di euro e la valorizzazione del ramo fintech di IGEA Banca.

 

Fonte: www.ilmessaggero.it




Unipol Banca: fusione? Bancaria sì, vediamo… Mentale e fisica NO!

Siamo consapevoli del momento che la nostra Banca sta attraversando, in attesa di un matrimonio che non arriva mai, ma vivere quotidianamente nello stato di emergenza è insostenibile. Nelle filiali di ogni area sono sempre maggiori i problemi legati a organici ridotti, che creano situazioni di difficoltà estrema, a cui spesso si devono trovare soluzioni altrettanto estreme.

Non possiamo più rimanere impassibili di fronte al susseguirsi di lamentele e sfoghi che ci arrivano dalle filiali (e non solo), “vittime” di una continua e strutturale carenza di personale. E’ ora che la Direzione di questo Istituto e del Gruppo si assuma le proprie responsabilità innanzi a questa evidente ed oggettiva situazione di difficoltà, predisponendo interventi organizzativi straordinari ed il potenziamento degli organici.

Fatta eccezione per l’applicazione del contratto del terziario ai colleghi “ceduti” a UnipolRec, applicazione che tradisce la natura dell’attività svolta e vìola a nostro parere le norme contrattuali, abbiamo più volte espresso formale apprezzamento per i notevoli sforzi profusi dal Gruppo al finedi alleggerire la Banca dal gravoso e insopportabile fardello degli NPL; l’opera di renderla più competitiva e presentabile in futuri processi di aggregazione, però, non può prescindere da una seria e solida “terapia intensiva” proprio come quando occorre assicurare ossigeno e cure mirate ad un corpo a cui è stato da poco asportato un cancro.

Oggi la sensazione che si vive è assimilabile ad un post-intervento di alta chirurgia, ma con le emergenze lasciate soltanto all’irriducibile senso di responsabilità dei colleghi. E’ innegabile che tale stato di criticità persistente, che si sta elevando sempre più a sistema, diventa di per sé foriero di stress, stanchezza, demotivazione, errore: tutti fattori che vanno a minare l’immagine della Banca. Così non si può più andare avanti!

La situazione non è molto diversa in alcuni uffici di direzione: per garantire ai colleghi della rete la possibilità di concentrarsi sempre più sull’attività di vendita, molte incombenze sono state demandate a uffici di direzione i quali, nel tempo, hanno visto un incremento delle attività ad essi assegnate ed una contestuale diminuzione del numero di addetti, anche e fronte dell’uscita degli esodati che non sono stati rimpiazzati.

L’ex Special Credit è stata trasferita nella UnipolRec con la conseguenza che, in realtà, alcune sue attività sono state “ribaltate” sommariamente su altri uffici.

La Direzione Generale, peraltro, ha conosciuto un incremento delle proprie attività con continui “rimescolamenti” di risorse (sia responsabili che addetti) che molto spesso hanno messo indifficoltà i colleghi.

E’ certamente apprezzabile l’inserimento di alcune “nuove leve” all’interno delle varie unità produttive, ma purtroppo in numero insufficiente.

Come se non bastasse, innanzi a tali difficoltà, si moltiplicano i rimproveri gratuiti e forse poco utili dei responsabili di direzione, taluni anche con ruoli duplicati, che hanno come unico fine il sollecitare una maggiore redditività ma, nei fatti, opprimono letteralmente decine di colleghi che già hanno dimostrato la loro valenza professionale ed il loro impegno sul piano commerciale.

Pertanto, chiediamo all’azienda un incontro urgente in cui poterci confrontare su questi temi e suggerire azioni condivisibili, che vadano verso una maggiore efficacia organizzativa senza che ciò impatti negativamente sul benessere dei lavoratori.

Bologna, 22 giugno 2018

FABI               FIRST/CISL                FISAC/CGIL                UILCA

 

Scarica il volantino

 

 

 




Unipol sale in BPER Banca: compra il 5,2% e arriva al 15%

Operazione da quasi 120 milioni. Il gruppo guidato da Cimbri non esclude di salire fino al  del 19,9 per cento.

MILANO – Unipol sale in Bper banca. Il gruppo assicurativo ha comunicato “la propria intenzione di acquistare un ammontare complessivo di n. 25.000.000 di azioni” dell’istituto modenese “pari a circa il 5,2% del capitale della Banca”. Unipol fa sapere di aver dato mandato a J.P. Morgan, Mediobanca ed Equita per acquisire il pacchetto azionario attraverso una procedura di reverse accelerated bookbuilding, mettendo sul tavolo 4,72 leuro per azione ovvero un premio del 6% circa rispetto al prezzo di chiusura dell’azione Bper di oggi. L’operazione è da avviare immediatamente e “Unipol si riserva di chiuderla in qualsiasi momento”. A conti fatti, dunque, si tratta di un investimento da quasi 120 milioni.

Il gruppo guidato da Carlo Cimbri, che dispone dell’autorizzazione delle authority a salire sopra il 10% del capitale di Bper, detiene già il 9,87% della banca modenese ma non esclude la possibilità di un “ulteriore incremento” della partecipazione, fino al limite del 19,9 per cento.

Nella nota si dettaglia che l’offerta sarà rivolta a soli investitori qualificati e investitori istituzionali esteri, e che raggiungere le 25 milioni di azioni Bper è “condizione vincolante ai fini del buon esito dell’Operazione; tuttavia, Unipol si riserva di accettare offerte per un numero complessivo di Azioni inferiore a quello sopra indicato”.

“L’operazione”, si dettaglia ancora, “si inquadra nella strategia di Unipol, quale investitore istituzionale, finalizzata a contribuire ai piani di sviluppo nel medio-lungo periodo della Banca, con la quale è, peraltro, in essere una partnership industriale pluriennale nel comparto della bancassicurazione danni e vita.

Nel corso dei prossimi sei mesi – anche in coerenza con le autorizzazioni in proposito ottenute – Unipol valuterà l’eventuale ulteriore incremento della propria partecipazione in Bper in una o più volte e comunque nei limiti della Partecipazione Massima Autorizzata (appunto il 19,9%, ndr), alla luce di quelli che saranno i piani e le prospettive di sviluppo della stessa Bper e le condizioni generali del mercato”.

 

Fonte:  www.repubblica.it