Tassazione esodati: problema risolto!

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Nel Decreto Sostegni Bis confermato assegno straordinario di settore

Alla luce dell’entrata in vigore del Decreto Sostegni bis, nel cui articolato è previsto che l’assegno straordinario per il settore del credito e del credito cooperativo debba continuare ad essere erogato senza prevedere alcuna riliquidazione, confermiamo che nulla è più dovuto alla Agenzia delle Entrate.

Siamo in attesa delle modalità di rimborso che sarà nostra cura comunicare appena possibile.

 

Le Segreterie Nazionali
FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN




Avvisi di pagamento: ottime notizie per le bancarie e i bancari esodati

Comunicato Stampa

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Questa mattina il Senato ha approvato in via definitiva una norma interpretativa che rende giustizia alle migliaia di lavoratrici e lavoratori bancari in esodo o pensionati raggiunti due mesi fa da un avviso bonario dell’Agenzia delle Entrate che imponeva loro il pagamento di ulteriori tasse sull’importo mensile percepito nel momento in cui hanno scelto di aderire al cosiddetto “esodo”, cioè di lasciare anticipatamente la propria azienda ed essere accompagnati alla pensione, attraverso il Fondo di solidarietà del credito ordinario e cooperativo.

Da oltre vent’anni, infatti, il Fondo – senza mai attingere un centesimo dalla fiscalità generale e quindi senza costare nulla allo Stato – ha consentito di gestire i complessi processi di trasformazione e ristrutturazione del settore bancario, assicurando l’accompagnamento, in forma assolutamente volontaria, alla pensione per oltre sessantamila bancari, senza un licenziamento o il ricorso ad alcun ammortizzatore sociale.

Da qualche anno, inoltre, le Organizzazioni Sindacali di settore (FABI, FIRST CISL, FISAC CGIL, UILCA UIL e UNISIN) hanno pattuito con gli Istituti bancari che ogni due uscite attraverso il Fondo verso la pensione corrisponda l’assunzione di un/a giovane.

Due mesi fa, la doccia fredda degli avvisi bonari emessi dall’Agenzia delle Entrate sulla base di nuovi presupposti interpretativi da subito contestati dai Sindacati di settore e dalla stessa ABI, l’Associazione Bancaria Italiana. Infatti, l’iniziativa dell’Agenzia delle Entrate faceva venir meno la certezza dell’importo dell’assegno mensile percepito da chi aveva scelto di aderire all’esodo, accettando peraltro una diminuzione della propria retribuzione mensile.

L’iniziativa sindacale si è quindi orientata a promuovere l’approvazione da parte del Parlamento di una norma interpretativa che risolvesse alla radice e definitivamente ogni dubbio, confermando e ristabilendo quanto in atto negli ultimi vent’anni.

La proposta del Sindacato, sostenuta da ABI, ha incontrato la condivisione del Governo e delle forze politiche che lo sostengono ed ha portato all’inserimento della norma nel DL Sostegni bis oggi definitivamente approvato dal Parlamento italiano.

L!Agenzia delle Entrate dovrà ora provvedere alla cancellazione degli avvisi bonari emessi e al rimborso della prima rata a quanti hanno scelto la via della rateizzazione.

Grande soddisfazione per il risultato raggiunto è stata unanimemente espressa dai Segretari generali di FABI, Lando Maria Sileoni; FIRST CISL, Riccardo Colombani; FISAC CGIL, Nino Baseotto; UILCA UIL, Fulvio Furlan; UNISIN, Emilio Contrasto.

Roma, 22 Luglio 2021




Avvisi di pagamento: bloccata l’iscrizione a ruolo, avanti con il confronto

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Si è svolto lo scorso mercoledì l’incontro con Agenzia delle Entrate relativamente all’invio degli avvisi bonari agli esodati di Banche e BCC.

Agenzia delle Entrate ha convenuto sul fatto che non è cambiato il regime fiscale e che gli accordi istitutivi del Fondo di Solidarietà e i susseguenti Decreti Legge si riferiscono all’importo netto dell’assegno straordinario.

Da parte di tutte le sigle sindacali si è con fermezza ribadita la sostanza dell’Accordo istitutivo e dei Decreti susseguenti, confermando l’assoluta convinzione che gli avvisi bonari inviati sono immotivati e sbagliati.

Le Organizzazioni Sindacali hanno inoltre sottolineato l’importanza dell’azione del Fondo che, senza pesare mai sulla fiscalità generale, ha consentito di gestire in questi anni circa sessantamila esodi volontari e che potrà e dovrà essere strumento essenziale per governare gli esodi già convenuti da qui ai prossimi anni, che si stimano in circa sedicimila.

Si è convenuto sull’opportunità di acquisire un parere interpretativo da parte del Ministero dell’Economia e Finanze.

In tal senso, Agenzia delle Entrate si attiverà rapidamente. La medesima cosa faranno le Organizzazioni Sindacali e le stesse Associazioni datoriali.

Abbiamo infine convenuto con Agenzia delle Entrate sull’utilità di un nuovo incontro in tempi congrui, auspicabilmente con tutti i soggetti interessati, una volta acquisito il parere del MEF.

Sino ad allora, Agenzia delle Entrate ha dichiarato che non intende procedere ad alcuna iscrizione a ruolo.

Roma, 11 giugno 2021

 

I Segretari Generali

Fabi – First/Cisl – Fisac/Cgil – Uilca – Unisin

Lando Maria Sileoni – Riccardo Colombani – Nino Baseotto –
Fulvio Furlan – Emilio Contrasto




Esodati: Sindacati e Abi bussano insieme alla porta del fisco

È datata 27 maggio la richiesta congiunta dei sindacati bancari (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin Falcri-Silcea-Sinfub) e dell’Abi, l’associazione delle banche italiane. Destinatari: Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, e Gabriella Di Michele, direttore generale dell’Inps.

La vicenda è quella relativa agli 11mila bancari esodati che, per l’anno 2016, hanno ricevuto a fine aprile una raffica di avvisi bonari in cui il Fisco chiedeva mediamente di pagare 2mila euro l’anno per via del ricalcolo (riliquidazione). Meccanismo che si applica al Tfr e che invece non è mai stato utilizzato per gli assegni di accompagnamento alla pensione erogati dal Fondo straordinario per il personale del credito, istituito 20 anni fa, gestito dall’Inps a cui le banche versano di volta in volta la provvista necessaria.

Scadenze, risposte, futuri esodi

Tre le questioni urgenti da risolvere.
La prima riguarda la scadenza degli avvisi bonari: 30 giorni che per alcuni destinatari sono già finiti. Che fare? Pagare tutto, pagare una rata o agire in autotutela? I sindacati bancari hanno già dato i loro suggerimenti sul tema.
Il problema, e qui arriviamo alla seconda questione, è che gli uffici territoriali del Fisco hanno risposto in modo differente alle numerose richieste di sospensione dei termini giunte dai bancari esodati: la sede di Parma, per esempio, si è detta disponibile a dare altri 30 giorni in attesa dei chiarimenti da Roma. Quella di Genova, invece, il 26 maggio ha respinto una richiesta di sospensione dei termini. Da qui la presa di posizione di sindacati e di Abi che pretendono una posizione uniforme da parte del Fisco sull’intero territorio nazionale.
Infine la terza questione sul tavolo. Gli avvisi del Fisco rischiano di minare i futuri esodi (che sono volontari) dei bancari. Ecco perché nella lettera a Ruffini e Di Michele si chiede di «restituire piena fiducia nell’ammortizzatore sociale di settore che ha consentito e continua a consentire la gestione socialmente sostenibile degli articolati processi di trasformazione delle banche senza oneri per la fiscalità generale».

Manca una X

Tutte da verificare sono invece le “indagini” che alcuni bancari stanno facendo sulle loro certificazioni (CU). Mettendo a confronto i documenti dal 2015 al 2017, alcuni hanno rilevato che mancano una X e una data nel CU del 2016, proprio quello che ha fatto scattare gli avvisi del Fisco su indicazione dell’Inps che gestisce gli assegni.

La data è quella dell’inizio dell’erogazione dell’assegno sotto la voce “Rapporto di lavoro”; e la X è quella della casella “In forza al 31/12”. Lì forse è il problema. Da Inps, interpellata più volte via mail e telefono, non è arrivata alcuna risposta.

Il documento

Il Fisco amico di Parma
«Coerentemente con i dati contabili forniti dall’Inps nelle CU rilasciate ai percipienti le somme sono state assoggettate a tassazione separata dall’Agenzia delle Entrate». È la risposta della direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Parma che attende indicazioni dagli uffici centrali di Roma: quest’ultimi, a loro volta, si stanno confrontando con Inps per «verificare la corretta qualificazione dei predetti redditi dal punto di vista fiscale».
Quindi anche dagli uffici territoriali del Fisco emiliano emergono i dubbi sulla «corretta qualificazione» nei CU ovvero le certificazioni dei redditi consegnate ai bancari (vedi anche articolo a fianco).
In attesa di questi chiarimenti, l’ufficio di Parma annuncia il riaggiornamento dei termini per il contribuente. In sostanza verranno dati altri 30 giorni per rispondere all’avviso bonario nel caso in cui da Roma, le disposizioni arrivino in ritardo.
Della serie “Fisco amico”. Anche perché in questo caso la responsabilità non è del contribuente.

 

Fonte: www.ilsole24ore.it

 

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