Presentazione dei risultati raggiunti nel 2023 da AdER e AdE e prospettive future

3 - Fisac Cgil

“Ruolo scomodo ma necessario per il Paese”

Cosi è stata definita l’attività svolta da entrambe le Agenzie che nel corso del 2023 ha superato del 22% i risultati raggiunti nel 2022.
In particolare il totale del riscosso in Ader è stato superiore di 4 miliardi di euro rispetto al 2022, superando così anche i risultati raggiunti nel periodo ante pandemia.

E’ stato più volte sottolineato l’impegno profuso dal personale che con professionalità e dedizione ha consentito di raggiungere questi importantissimi risultati attraverso i quali è stato possibile recuperare risorse utili a favore di tutti i cittadini. A tutte le lavoratrici ed i lavoratori sono andati i ringraziamenti sia del Ministro Giorgetti che del Direttore Ruffini.
Il Direttore ha inoltre annunciato il piano triennale di assunzioni (2024-2026) che verrà attuato in Ader e che prevede l’ingresso di 1500 lavoratrici e lavoratori, accogliendo così favorevolmente le richieste più volte avanzate dalle scriventi Segreterie per far fronte alle crescenti e quotidiane difficoltà dei colleghi.

Cogliamo positivamente il segnale che oggi è arrivato al Settore e che ci consente di guardare al futuro con maggiore serenità.

Roma, 5 febbraio 2024

 

Le Segreterie del Settore della Riscossione




Riscossione: ulteriori iniziative a sostegno dei diritti della categoria

3 - Fisac Cgil

Ulteriori iniziative a sostegno dei diritti della categoria

Con l’approvazione dell’ultima Legge di bilancio è passata definitivamente la norma che prevede la cessione del ramo d’azienda dei servizi ICT a Sogei SpA entro il 31 dicembre 2023.

Nell’intersindacale nazionale, riunita questa mattina per definire le iniziative da inserire nel percorso vertenziale già iniziato con la proclamazione dello stato di agitazione dello scorso 21 dicembre, sono state decise le seguenti azioni di rivendicazione:

  • Richiesta di incontro urgente al direttore di AdER, avv. Ernesto Maria Ruffini, con l’obiettivo di ottenere la concreta esigibilità dei contenuti dell’ordine del giorno accolto dal Governo in sede di approvazione della Legge di bilancio. Tale previsione impegna il Governo in sede di attuazione della previsione di legge a garantire:
    a) che il personale interessato dalla cessione del ramo d’azienda venga trasferito senza soluzione di continuità e con la garanzia della posizione giuridica, economica e previdenziale maturata alla data della cessione;
    b) che lavoratori interessati abbiano riconosciuto il diritto di richiedere di essere trasferiti ad altri uffici dell’Agenzia delle entrate-Riscossione prima che avvenga la cessione.

Data la gravità della situazione venutasi a creare a seguito dell’approvazione della norma di legge, abbiamo chiesto che tale incontro possa avvenire in tempi brevissimi.
Ciò anche alla luce delle informazioni veicolate direttamente ai lavoratori da dirigenti aziendali senza alcun fondamento essendo argomenti da discutere su tavoli istituzionali.

L’incontro con il Direttore sarà anche occasione di confronto nel merito più ampio della riforma fiscale, di recente ripresa dal nuovo Governo e che potrebbe avere ripercussioni organizzative direttamente sull’Agenzia delle entrate-Riscossione.

  • Convocazione di assemblee unitarie sull’intero territorio nazionale da calendarizzare nei prossimi giorni per sensibilizzare il personale tutto rispetto alla fase particolarmente delicata che il Settore sta per affrontare, a partire dalla gestione della cessione del ramo d’azienda ICT. Tali incontri con le lavoratrici ed i lavoratori saranno necessari anche per condividere le ulteriori eventuali iniziative da adottare a fronte dello stato di agitazione e della vertenza in atto.

Le decisioni assunte oggi dall’intersindacale rientrano in un percorso vertenziale più ampio che si prospetta difficile e complesso, rispetto al quale potrà rendersi necessario il coinvolgimento dell’intera platea dei colleghi, oltre che delle Federazioni e Confederazioni Nazionali.

Le Scriventi Segreterie nazionali non consentiranno operazioni aziendali e governative lesive dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, siano essi economici, giuridici e previdenziali o che possano mettere in discussione la specificità della Categoria.

Roma, 19 gennaio 2023

 

Le Segreterie Nazionali




Cartelle, quella montagna da 1.100 miliardi nei cassetti delle Entrate.

I carichi sotto i mille euro dal 2000 al 2015 verranno azzerati. Ma il precedente di Conte insegna che non si risolve così il problema dell’accumulo di cartelle, che ogni anno cresce sempre di più. Anche perché ci lavorano 8mila addetti della Riscossione per 140 milioni di documenti


ROMA – Il magazzino dell’Agenzia delle Entrate è arrivato a toccare quota 1.132 miliardi. Dentro ci sono tasse, imposte e contributi non riscossi. Sono soldi che lo Stato vanta nei confronti di famiglie e imprese e che però non riesce a recuperare. Sono diventati una montagna di cartelle esattoriali, l’ultima stima parla di 140 milioni. La metà di queste cartelle ha un importo basso, sotto i mille euro, e una buona parte, quelle assegnate alla riscossione tra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015, finirà nel cestino. “I costi di riscossione sono più elevati rispetto a quello che si può riscuotere”, ha spiegato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, che ha motivato l’intervento anche con la necessità di alleggerire il magazzino e quindi dare fiato alle operazioni di riscossione che possono risultare invece fruttuose. A supporto di questo ragionamento il governo ha aggiunto un’altra considerazione: alcune somme non si riusciranno a recuperare mai perché fanno riferimento a contribuenti deceduti o a imprese fallite. Il titolo scelto per l’operazione è stralcio, ma in realtà si tratta di un condono perché l’intestatario della cartella non dovrà versare nulla per farsi cancellare il debito: non pagherà l’imposta né gli interessi e le sanzioni, l’atto sarà invece cancellato in automatico. Ma davvero questo condono servirà a smaltire il magazzino? I precedenti dicono di no.

Il precedente di Giuseppe Conte

La stessa misura era stata adottata nel 2018 dal governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte. Nel decreto fiscale approvato dal Consiglio dei ministri il 15 ottobre faceva capolino un condono per le cartelle fino a mille euro, relative al periodo compreso tra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010. Gli effetti della misura si sono fatti sentire sul magazzino delle Entrate, ma all’alleggerimento in valori assoluti, circa 30 miliardi, non è corrisposta una flessione duratura. Non solo le cartelle sotto i mille euro continuano a pesare moltissimo – l’80% – sul totale delle operazioni di riscossione, ma il magazzino continua a crescere. Ogni anno si recuperano in media 10 miliardi e quindi il carico si alleggerisce, ma nello stesso periodo entrano 70 nuovi miliardi da riscuotere, che si trasformano in nuove cartelle, sotto e sopra i mille euro. Per questo il totale dei crediti non riscossi è arrivato fino a 1.132 miliardi, salendo vertiginosamente dai 909,5 miliardi del 2018. Un aumento di 222,5 miliardi in appena quattro anni. Una situazione cronica che il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha più volte denunciato, sollecitando un intervento strutturale da parte del Parlamento. Intervento che però non c’è mai stato. E così alla mancata cancellazione delle cartelle inesigibili di piccolo importo si è passati ai condoni dei singoli governi.

Debiti irrecuperabili

Ma perché i debiti contenuti in queste cartelle non si riescono a recuperare? Le ragioni le ha spiegate sempre Ruffini durante un’audizione in Parlamento. A quella data (era il 14 settembre 2020) il magazzino ammontava a 987 miliardi: il 41% delle somme, pari a 405,3 miliardi, faceva riferimento a contribuenti deceduti, nullatenenti e imprese fallite. Altri 440,3 miliardi, pari al 45% del totale, a contribuenti che già sono stati raggiunti da azioni cautelari ed esecutive, ma senza successo. Sono passati due anni, in mezzo c’è stato lo stop dell’invio delle cartelle per la pandemia, il magazzino è cresciuto ancora e le percentuali delle somme difficili da recuperare sono rimaste le stesse. Perché? L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che si occupa di tutto il procedimento, può agire fino a un certo punto nei confronti del contribuente. A differenza di una banca non può procedere con il pignoramento della prima casa (a meno che non sia di lusso), e anche l’intervento sulle seconde case è legato ad alcune condizioni, come un debito superiore a 120 mila euro. Anche il pignoramento sugli stipendi e sulle pensioni è soggetto a limiti.

17.500 cartelle ogni funzionario

Gli strumenti in dotazione alla Riscossione non permettono di andare oltre, ma c’è anche un problema di personale. A gestire 140 milioni di cartelle sono circa 8 mila funzionari. Il processo è informatizzato, ma 8 mila addetti sono un numero irrisorio se si considera che le mansioni non si limitano all’invio della cartella. Sono agli sportelli dislocati in tutta Italia per fornire assistenza ai contribuenti, si occupano dei fermi e dei pignoramenti, ma anche dei contenziosi. Una mole di lavoro sproporzionata, che è anche aumentata recentemente con l’acquisizione del magazzino della Sicilia. Di nuove assunzioni non se ne parla. Nella bozza della manovra sono previste nuove assunzioni, ma solo a partire dal 2024 e riferite all’Agenzia delle Entrate. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, però, è un’altra società e il processo di fusione con le Entrate, deciso dal governo Draghi con la manovra dell’anno scorso, non si è ancora concluso. Anche le Entrate hanno un problema di organico, con un gap di circa 15 mila unità tra la pianta organica da 45 mila dipendenti e il numero attuale di chi lavora, pari a 29 mila unità. Qui il potenziamento è in corso, con i bandi di concorso che sono stati attivati anche per centrare uno degli obiettivi indicati dal Pnrr per il 2024, relativo appunto alle assunzioni. Si cercano profili legati all’Ict e all’intelligenza artificiale, ma sono altra cosa rispetto alle esigenze della Riscossione.

Come funziona il condono deciso dal governo

All’articolo 45 della bozza della legge di bilancio si legge che saranno annullati automaticamente tutti i debiti fino a mille euro, comprensivi di capitale, interessi e sanzioni, dei carichi affidati agli agenti della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. Tutte queste cartelle scompariranno e il contribuente, come si diceva, non sarà tenuto a versare alcuna cifra. La cancellazione sarà effettuata entro la fine di gennaio. Dal primo al 31 gennaio si fermerà anche la riscossione dei nuovi debiti, sempre riferiti a importi fino a mille euro.

Fonte: Repubblica.it




Riforma fiscale: nuovamente coinvolti gli esattoriali

RIFORMA FISCALE
NUOVAMENTE COINVOLTI GLI ESATTORIALI

In data odierna le Segreterie nazionali di FABI, FIRST CISL, FISAC CGIL, UILCA e UNISIN sono state ricevute dai Presidenti delle Commissioni Finanze della Camera dei Deputati e del Senato, On.le Luigi Marattin e Sen. Luciano D’Alfonso, a seguito della richiesta inoltrata nei giorni scorsi.

Tale esigenza è scaturita dalla necessità di chiarimenti riguardanti la riforma fiscale e le risoluzioni  che le suindicate Commissioni stanno predisponendo con atto di indirizzo da inviare al Governo.

Dall’esame dei documenti all’attenzione del Parlamento risulta infatti un’ipotesi di riforma delle norme che regolano la riscossione e del suo assetto organizzativo con l’eventuale internalizzazione  dell’Ente Nazionale di Riscossione nell’ Agenzia delle Entrate.

Per tali motivi le Scriventi hanno ritenuto doveroso esprimere le proprie riflessioni e proposte rispetto alle prospettive del sistema di riscossione nazionale. A tal riguardo hanno sostenuto l’opportunità di confermare l’attuale “sistema duale” in quanto rappresenta una sintesi efficace tra le esigenze di uno stretto collegamento con l’Agenzia delle Entrate e il mantenimento della natura giuridica privatistica che assicura, anche in virtù del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicato, una maggiore flessibilità organizzativa ed operativa.

Inoltre, a soli quattro anni dalla nascita di Ader e con un susseguirsi di “condoni” e norme che hanno reso meno efficace l’attività di riscossione fino a bloccarla, causa pandemia, non ci sono gli elementi oggettivi per fare un bilancio dei risultati al netto degli ostacoli frapposti all’attività dell’Ente.

E’ stato pertanto richiesto un intervento legislativo urgente sulle norme che regolano l’attività di riscossione affinché siano disponibili strumenti adeguati alla tutela dell’interesse pubblico.

Un’ eventuale modifica dell’Ente Agenzia delle Entrate Riscossione comporterebbe inoltre enormi  complicazioni a trasferire lavoratori con contratto privatistico all’interno del Pubblico Impiego, non  solo con riguardo alle previsioni dell’art. 97 della Costituzione, ma anche per le peculiarità di una  categoria regolamentata da una contrattazione collettiva aderente alla specificità delle attività svolte e la cui storia non dovrà essere cancellata con un colpo di spugna (parte economica, previdenza integrativa, welfare, ecc.).

I Presidenti, dopo avere ascoltato le rivendicazioni del Sindacato, hanno confermato che la riforma fiscale e la revisione dell’assetto organizzativo della riscossione sono temi all’attenzione del Parlamento sui quali il Governo dovrà decidere a breve.

Al termine di un approfondito confronto è stato ottenuto l’impegno ad inserire all’interno delle risoluzioni delle Commissioni una previsione a tutela dei diritti e delle prospettive delle lavoratrici e  dei lavoratori.

Nei giorni scorsi è stata altresì inoltrata richiesta di incontro urgente al Presidente Avv. Ernesto  Maria Ruffini alla quale, al momento, non è stato dato alcun riscontro; vista la delicatezza del  momento e la veloce evoluzione della fase decisionale ci aspettiamo di essere convocati a breve.

Le scriventi Segreterie sono impegnate con determinazione a garantire la massima tutela della Categoria, con particolare riferimento non solo agli aspetti occupazionali, economici, giuridici e previdenziali, ma anche alle peculiarità dei lavoratori esattoriali e alle loro prospettive future.

Roma, 22 settembre 2021

 

Le Segreterie Nazionali
FABI FIRST CISL FISAC CGIL UILCA UNISIN