La “mascolinità tossica” di Trump e Bolsonaro: un ostacolo nella lotta al Coronavirus

Abbiamo davvero bisogno di leader che mettano in discussione la parola scientifica utilizzando un linguaggio aggressivo, guerrafondaio e misogino?
Riportiamo la traduzione di ampi stralci di un articolo di Robin Dembroff, professore di filosofia alla Yale University, pubblicato dal Guardian.

 

Il dominio “machista” e la parata negazionista

Il mese scorso, dopo che la California aveva dichiarato da giorni lo stato di emergenza e le scuole di Seattle avevano iniziato a chiudere, Donald Trump affermò che il Covid-19 sarebbe semplicemente “andato via”. Poco dopo dichiarò che sarebbe “scomparso … come un miracolo”. Trump venne sostenuto in questa parata negazionista da altri leader populisti di estrema destra, in particolare dal presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, il quale, nel mese di marzo, descrisse il Covid-19 come una “semplice influenza” che non giustifica “l’isteria” sorta intorno alla diffusione del virus, e dichiarò che il Brasile sarebbe stato immune al coronavirus grazie al proprio clima e a una popolazione sostenzialmente giovane.

Mascolinità tossica

Ma cosa spinge uomini come Trump e Bolsonaro a negare, falsificare e non ammettere l’evidenza della crisi della salute pubblica?

Questi due uomini hanno in comune un tratto saliente: la mascolinità tossica, un concetto divenuto popolare a gennaio 2019, quando Gillette ha lanciato una serie di pubblicità che sfidavano le espressioni tradizionali della mascolinità, come il bullismo, la repressione delle emozioni e le molestie sessuali.

L’attuale pandemia mette in netto rilievo quanto possa essere utile il concetto di mascolinità tossica. Il dottor Roger Kirby, un esperto di salute maschile, osserva che le forme tossiche di mascolinità, che conducono a comportamenti “dominanti, aggressivi, [e] a rischio“, fanno sì che gli uomini vedano la malattia o altri problemi di salute come effeminati e deboli, portandoli a scegliere il rischio e il disagio rispetto all ‘”emasculazione” della ricerca di cure mediche.

Trump e Bolsonaro sono chiari esempi di uomini che si aggrappano a forme tossiche di mascolinità. Si scagliano contro tutto ciò che minaccia il loro dominio e si affidano alla misoginia e alla violenza per rafforzare il loro ego. Denigrano le donne e la femminilità al fine di rafforzare il loro fragile senso di virilità, riferendosi alle donne come “troie”, “cani” e “pezzi di culo”. Trump si è vantato delle dimensioni del suo pene e dei suoi livelli di testosterone e Bolsonaro ha detto che preferirebbe avere un figlio morto piuttosto che gay.

Entrambi giustificano frequentemente la violenza e attaccano coloro che non condividono le loro tesi. Nella nostra attuale crisi, la loro mascolinità tossica è una minaccia mortale, che rischia di danneggiare loro stessi e gli altri.

Il linguaggio bellico per rafforzare consensi e dominio

Inizialmente i due leader hanno rifiutato di ammettere la gravità della situazione, sminuendone la portata e credendo di essere immortali e immuni a qualsiasi attacco esterno e, di conseguenza, al coronavirus.

Ora che questa menzogna non è più sostenibile, Trump e Bolsonaro hanno cambiato direzione. Entrambi tentano di apparire “iper-virili” eroi di guerra, impegnati a proteggere i loro Paesi da un “nemico invisibile“.

Questi autoritratti militaristici chiariscono che Trump e Bolsonaro sono concentrati ad alimentare le divisioni e vincere le elezioni, e non hanno nessuna intenzione di fare ciò che è necessario per salvare vite umane.

Abbiamo bisogno di empatia, solidarietà e compassione

Non abbiamo bisogno di patriottismo e armi; abbiamo bisogno di ricerca medica connessa a livello globale, reti di sicurezza sociale e assistenza sanitaria per tutti. Abbiamo bisogno di leader che consentano agli esperti della salute pubblica di prendere decisioni politiche, piuttosto che nutrire il loro interesse personale.

Ci ritroviamo in un tempo che ha bisogno di tratti tradizionalmente “femminili”, quali empatia, solidarietà e compassione. Gli uomini al potere hanno scelto di dare la priorità al loro precario senso di mascolinità, rifiutando le prove scientifiche, utilizzando la retorica della violenza, della guerra e della divisione, mettendo noi tutti in pericolo.

 

Fonte: www.peopleforplanet.it




Guerra, l’appello di Anpi, Arci, Cgil e Legambiente: “Fermare subito le ostilità, i Curdi sono stati decisivi per fermare l’ISIS”

La Turchia ha invaso il Rojava e la Federazione della Siria del Nord con il benestare di Donald Trump. E’ guerra. Con l’operazione “Peace Spring”, il Presidente turco RecepTayyip Erdoğan ha dato avvio ai raid e ai bombardamenti sui villaggi e all’avanzata dell’esercito nelle zone storicamente abitate dalle popolazioni curde e presidiate dall’Ypg, il cui contributo è stato decisivo nella vittoria contro l’IsisL’Anpi, l’Arci, la Cgil e Legambiente hanno diffuso un appello alle istituzioni. Reagiamo. Qui l’appello.

Al Presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte

Al Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio

Alla Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati

Al presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico

Alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen

All’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell

Al Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli

Viviamo con angoscia queste ore nelle quali si sta minacciosamente aggravando la situazione al confine traTurchia e Siria, una regione già funestata da una guerra cruenta di molti anni che ha prodotto innumerevolivittime, soprattutto tra i civili. A seguito delle improvvide dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump – che annunciavano il ritiro delle truppe americane dai quei territori, anche se oggi smentite – il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha dato avvio ai bombardamenti e all’avanzata dell’esercito nelle zone storicamente abitate dalle popolazioni curde, con le quali lo Stato Turco ha ormai da diversi decenni un rapporto più che conflittuale. L’esercito formato interamente da donne e uomini di etnia curda è stato negli ultimi anni alleato delle forze occidentali e protagonista nel respingimento dell’avanzata dell’Isis, per la cui causa ha pagato un ingente prezzo di sangue. La convivenza tra la popolazione turca e curda in queste regioni è stata storicamente possibile e potrà esserlo ancora solo se lo Stato Turco accetti di sedersi a un tavolo di trattative con i rappresentanti curdi, con pari dignità, per trovare un accordo sul riconoscimento e indipendenza dei loro territori.
La comunità internazionale, l’Europa, l’Italia, hanno ancora fresco un debito di riconoscenza nei confronti delle donne e degli uomini curdi che si sono battuti fino alla morte per fermare il comune nemico Daesh e salvaguardare la sicurezza e serenità dell’Europa e del nostro Paese, di noi tutti. Chiediamo che si avvii immediatamente una forte e decisa azione diplomatica perché: cessino immediatamente le ostilità e si fermino le manovre di invasione del territorio siriano abitato storicamente dalla popolazione curda; si dia mandato senza esitazioni a una delegazione internazionale che garantisca in loco la fine delle ostilità, il rispetto dei confini, il diritto internazionale; si provveda all’invio di soccorsi per eventuali feriti; si apra una sessione di discussione dedicata, tanto nel Parlamento europeo quanto in quelloitaliano; si chieda che il caso sia messo con urgenza all’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza delleNazioni Unite.

ARCI, ANPI, CGIL, Legambiente

Qui l’appello in originale