L’azienda mi mette in cassa integrazione e mi costringe a lavorare

Quelle che seguono sono testimonianze di lavoratrici e lavoratori costretti a lavorare a nero pure essendo stati posti in CIG a seguito dell’emergenza Covid.

Pur non avendo raccolto testimonianze dirette, possiamo ragionevolmente supporre che il fenomeno riguardi anche il nostro settore, in particolare nel comparto dell’appalto assicurativo, dove la possibilità di ricorrere allo smart working ha reso più facile sfruttare il lavoro nero,  non essendo necessaria la presenza in agenzia dei lavoratori.
Truffe del genere si erano già verificate in città nell’immediato post sisma: purtroppo è estremamente difficile perseguirle visto lo stato di assoluta ricattabilità in cui vivono i lavoratori del comparto.


La minaccia/1. “Questa è la proposta che mi ha fatto il mio datore di lavoro: tu lavori da casa a tempo pieno e io ti do la differenza in nero tra la cassa integrazione e il tuo stipendio. Io ho risposto di no e, forse, ne pagherò le conseguenze, ma purtroppo alcuni miei colleghi hanno accettato”.
F. B.

La minaccia/2. “La mia azienda ci fa lavorare in nero le giornate festive al costo delle ordinarie (senza il supplemento del 28%) in regime di cassa integrazione. O ci accontentiamo oppure ci verranno pagate alla fine della cassa integrazione, cioè non si sa ancora quando”.
L.

Alla luce del sole. “Un importante resort siciliano ha riaperto a metà maggio. Sono ripartite tutte le attività e tutti i dipendenti hanno ripreso a lavorare. Peccato che siano ancora in Cassa integrazione”.
G. A.

Da Nord a Sud. “Io con i miei 100 colleghi, distribuiti su 3 diversi sedi (Lombardia, Toscana e Sicilia), siamo stati messi in cassa integrazione, ma abbiamo sempre tutti lavorato in smart working”.
S.

Senza interruzione. “Lavoro in un hotel lombardo e sono un addetto alla reception. Ho lavorato tutto il periodo del lockdown senza ricevere un soldo dai titolari, ma solo dalla Cig. L’hotel non segue le più elementari disposizioni contro il coronavirus”.
R. C.

L’inganno sui banchi. “Sono un insegnante dipendente di una scuola paritaria. Nei mesi di lockdown, noi insegnanti (siamo tutti dipendenti a tempo determinato) ci siamo adoperati per fare le lezioni online. L’azienda si è dimostrata totalmente assente ed è sempre stata informata di ogni situazione manifestando il proprio benestare ed esprimendo anche la propria gratitudine per il lavoro svolto. A fine marzo ci comunicano che per tutelare noi dipendenti veniamo messi in cassa integrazione e che l’azienda avrebbe pagato soltanto una percentuale del nostro orario settimanale. In maniera verbale ci viene detto che per noi non sarebbe cambiato nulla: ‘Avrete il vostro stipendio. Non perderete un euro, lasciando quindi intendere che l’istituto ci avrebbe pagato la differenza tra il normale stipendio e la cassa integrazione. Non è stato così. In tre mesi (marzo, aprile e maggio) ho perso più di 500 euro al mese. Purtroppo lo abbiamo scoperto solo a fine giugno, quando ormai l’anno scolastico era finito e noi avevamo regolarmente continuato a insegnare. Invece le rette imposte dalla scuola alle famiglie (da 3 mila a 5 mila euro annui a studente) è stata interamente versata dai genitori”.
R. C.

Evasione fiscale e nero. “Lavoro nel settore dei trasporti. Durante il lockdown ho avuto a che fare con tante imprese che sono rimaste aperte. Io andavo a caricare da loro, ma mi facevano una bolla provvisoria per poter viaggiare. Poi, quando arrivavo a destinazione, strappavano i documenti per dichiarare di essere fermi. Così non hanno mai fatturato”.
M.

La truffa dell’Iban. “Nell’azienda artigiana dove lavoro hanno chiesto la Cig per noi dipendenti, ma invece di dare il nostro Iban hanno dato quello dell’azienda. Quando sono arrivati i soldi degli ultimi 20 giorni di marzo, l’azienda si è trattenuta la Cig dei dipendenti per 20/25 giorni prima di darcela”.
P. P.

La ritorsione. “Nell’hotel dove lavoro a orario pieno, la titolare ci paga lo stipendio metà lei e metà grazie alla Cassa integrazione. Io ho un contratto per la sostituzione di una dipendente che è in malattia. Un paio di dipendenti si sono lamentati dicendo che se lei paga solo metà stipendio, loro vogliono fare metà orario: li ha lasciati a casa”.
S. C.

Surreale. “Ho lavorato e lavoro regolarmente pur essendo in Cig fino al 31 agosto. I soldi mi sono stati anticipati dall’azienda e la differenza tra la quota dell’Inps e il mio stipendio mi è stata data dal datore di lavoro, tranne che per un mese dove da loro non ho preso nulla”.

 

Pubblicate su Il Fatto Quotidiano del 7/8/2020

 

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https://www.fisaccgilaq.it/lavoro-e-societa/le-truffe-delle-aziende-sulla-cig-600-volte-maggiore-di-quelle-sul-reddito-di-cittadinanza.html




Appalto Assicurativo: nelle giornate con Fis o Cigs non si lavora!

Care colleghe e cari colleghi, stiamo attraversando, tutte e tutti, questo difficile periodo di emergenza che sta trasformando il nostro modo di vivere, il nostro modo di lavorare, essendo la tutela della salute, individuale e collettiva, e la salvaguardia del lavoro, a partire dalla garanzia dell’occupazione e della retribuzione, la nostra priorità.

Dall’emanazione del Decreto “Cura Italia” nel marzo scorso, come Fisac CGIL ci siamo impegnati su tutti i territori per seguire con grande dedizione il settore dell’appalto assicurativo verificando, anche grazie a voi, che le attività lavorative si svolgessero, laddove possibile, in smart-working e che, nel caso in cui fosse necessario recarsi sul posto di lavoro, vi fossero tutte le condizioni di piena sicurezza provvedendo anche, laddove mancanti, alla segnalazione di tali situazioni alle autorità pubbliche competenti.

Da fine marzo sono iniziate ad arrivare, da parte degli Agenti, le prime richieste di attivazione del Fondo di Integrazione Salariale (FIS) o della Cassa Integrazione in Deroga (CIGS), a seconda del numero di dipendenti in organico delle singole agenzie.

Da parte nostra, come Fisac CGIL, dopo le necessarie verifiche abbiamo provveduto alla sottoscrizione di numerosi accordi, fondamentali per garantire il reddito da lavoro previsto nei casi di riduzione e di sospensione dell’attività lavorativa; siamo riusciti, inoltre, a concordare, nella maggior parte delle situazioni, l’anticipo dell’importo dell’ammortizzatore sociale al datore di lavoro per evitare che l’erogazione della copertura retributiva, se pur ridotta, potesse subire gravi ritardi per i lavoratori.

A tal proposito, facciamo presente che, nelle giornate coperte con i trattamenti del FIS o della CIGS, la prestazione lavorativa da parte del lavoratore NON E’ ASSOLUTAMENTE DOVUTA E NON POTRÀ ESSERE EFFETTUATA.

Da oggi, questa nuova fase, che per le Agenzie assicurative non ha modificato lo svolgimento delle attività lavorative, richiede ancor maggior attenzione rispetto alle misure di sicurezza, di prevenzione e protezione da adottare nei luoghi di lavoro per garantire la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, dei clienti ed evitare il rischio di contagio.

Nuove misure sono presenti nell’ultimo Decreto “Rilancio”, che regolamenta ulteriormente, estendendone le coperture ed il periodo di utilizzo, gli ammortizzatori sociali, i congedi parentali, i permessi straordinari per le diverse necessità di cura delle persone più fragili e anche l’utilizzo di strumenti organizzativi riguardanti l’attività di lavoro, tra i quali il lavoro agile. Sulle novità del decreto ci sarà una ulteriore comunicazione informativa.

Quindi, il nostro impegno sindacale continuerà, come e più di prima, per far sì che in tutti i luoghi di lavoro vengano rispettati i Protocolli di sicurezza sottoscritti da CGIL CISL e UIL con le Parti Datoriali e con il Governo e che sono stati inseriti nei DPCM.

A tal fine, i nostri Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriali (RLST) effettueranno sopralluoghi negli uffici, seguendo le modalità normativamente fissate, per verificare che siano rispettate tutte le previsioni, salvo denuncia agli organismi di controllo competenti (ricordiamo che, qualora fossero accertate violazioni, è prevista la sospensione dell’attività fino alla messa in sicurezza).

Vi chiediamo di continuare a fornirci le vostre segnalazioni, comunicandoci eventuali difformità applicative rispetto ai protocolli di sicurezza o richieste anomale dei datori di lavoro, per permetterci di intervenire tempestivamente e di svolgere al meglio il nostro lavoro di tutela dei diritti.

Roma, 18 maggio 2020

 

La Delegazione Nazionale Appalto Assicurativo FISAC CGIL




Decreto rilancio: ecco le misure per i lavoratori

A conti fatti, secondo il presidente del Consiglio, i soldi stanziati per i lavoratori ammontano a 25,6 miliardi di euro, circa il 40% dei 55 smossi per il decreto Rilancio. “Milioni di lavoratori hanno beneficiato e stanno beneficiando della cassa integrazione” ma sappiamo che “ce ne sono tanti che non l’hanno ottenuta perché i meccanismi di quella regionale, quella in deroga, sono molto farraginosi e siamo intervenuti per riformarlo” e “adesso con il nuovo meccanismo già al momento della prenotazione direttamente all’Inps” sarà possibile “erogare una parte della Cig”, ha assicurato il ministro dell’Economia, Roberto Gualteri. Per quanto riguarda il bonus di 600 euro per gli autonomi, la nuova tranche, ha aggiunto, “arriverà immediatamenteappena il decreto sarà in Gazzetta Ufficiale, senza bisogno di fare domanda. Tutti coloro che l’hanno già avuta avranno un secondo bonifico”. Queste le principali misure approvato in Consiglio dei ministri. In alcuni casi si tratta di misure introdotte e in altri di nuove indennità.

I 600 euro
Ai liberi professionisti e ai collaboratori coordinati continuativi(co.co.co), già beneficiari per il mese di marzo dell’indennità pari a 600 euro, viene automaticamente erogata un’indennità di pari importo anche per il mese di aprile 2020. Stessa misura anche per i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni specialidell’Assicurazione generale obbligatoria, per i lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, per i lavoratori in somministrazione, impiegati presso imprese utilizzatrici operanti nei medesimi settori a determinate condizioni. La misura vale anche per i lavoratori nel mondo dello sport, del settore agricolo (500 euro), ai lavoratori iscritti al Fondo lavoratori dello spettacolo.

I 1000 euro per chi ha perdite ingenti
Ai liberi professionisti iscritti alla gestione separata Inps, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che abbiano subito comprovate perdite (riduzione di almeno il 33% del reddito del secondo bimestre 2020 rispetto a quello del secondo bimestre 2019), è riconosciuta una indennità per il mese di maggio 2020 pari a 1000 euro. Stessa misura per i lavoratori titolari di rapporti di co.co.co. iscritti alla gestione separata Inps non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, aventi specifici requisiti.

Le norme per le fasce deboli
Si prevedono specifiche norme per lo svolgimento in sicurezza delle attività produttive e commerciali, prevedendo la sorveglianza sanitaria eccezionale dei lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio, in ragione dell’età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, anche da patologia Covid-19, o da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o comunque da comorbilità che possono caratterizzare una maggiore rischiosità.

Il reddito di emergenza
Per il mese di maggio si introduce il “reddito di emergenza”, destinato al sostegno dei nuclei familiari in condizioni di necessità economica in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, individuati secondo specifici requisiti di compatibilità e incompatibilità. Il Rem sarà erogato dall’Inps in due quote ciascuna pari all’ammontare di 400 euro. Le domande per il Rem devono essere presentate entro il termine del mese di giugno 2020.

500 euro ai lavoratori domestici
Si riconosce un’indennità, pari a 500 euro mensili, per i mesi di aprile e maggio 2020, in favore dei lavoratori domestici che al 23 febbraio 2020 avevano in essere uno o più contratti di lavoro per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali, a condizione che non siano conviventi col datore di lavoro. L’indennità non è cumulabile con altre riconosciute per Covid-19 e non spetta ai percettori del reddito di emergenza o ai percettori del reddito di cittadinanza a determinate condizioni, ai titolari di pensione, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità e ai titolari di rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato diverso dal lavoro domestico.

I congedi
C’è l’innalzamento a 30 giorni dei congedi di cui possono fruire i genitori lavoratori dipendenti del settore privato per i figli di età non superiore ai 12 anni (per il quale è riconosciuta una indennità pari al 50 per cento della retribuzione) e l’estensione del relativo arco temporale di fruizione sino al 31 luglio 2020. Tali periodi sono coperti da contribuzione figurativa.

Chi ha il reddito e cassintegrati nei campi
Al fine di promuovere il lavoro agricolo, si stabilisce la possibilità per i percettori di ammortizzatori sociali, limitatamente al periodo di sospensione a zero ore della prestazione lavorativa, di Naspi e Dis-Coll nonché di reddito di cittadinanza, di stipulare con datori di lavoro del settore agricolo contratti a termine non superiori a 30 giorni, rinnovabili per ulteriori 30 giorni, senza subire la perdita o la riduzione dei benefici previsti, nel limite di 2000 euro per l’anno 2020.

L’emersione del lavoro nero
Al fine di garantire livelli adeguati di tutela della salute individuale e collettiva in conseguenza della contingente ed eccezionale emergenza sanitaria e favorire l’emersione di rapporti di lavoro irregolari, i datori di lavoro possono presentare istanza, per concludere un contratto di lavoro subordinato con cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale ovvero per dichiarare la sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare, tuttora in corso, con cittadini italiani o cittadini stranieri. Per le medesime finalità, i cittadini stranieri, con permesso di soggiornoscaduto dal 31 ottobre 2019, non rinnovato o convertito in altro titolo di soggiorno, possono richiedere un permesso di soggiorno temporaneo, valido solo nel territorio nazionale, della durata di 6 mesi dalla presentazione dell’istanza. Se, nel termine della durata del permesso di soggiorno temporaneo, il cittadino straniero esibisce un contratto di lavoro subordinato o la documentazione retributiva e previdenziale comprovante lo svolgimento dell’attività lavorativa nei settori dell’agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse, assistenza alla persona per se stessi o per componenti della propria famiglia, affetti da patologie o handicap che ne limitino l’autosufficienza, lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare, il permesso viene convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Sono previste specifiche disposizioni sulla permanenza dei procedimenti penali nei confronti dei datori di lavoro per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per reati diretti al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o allo sfruttamento della prostituzione o di minori da impiegare in attività illecite, per il reato di riduzione in schiavitù o per caporalato.

La cassa integrazione
Il dl Rilancio ha previsto anche l’innalzamento a 18 settimane della durata massima del trattamento ordinario di integrazione salariale per le aziende che si trovano già in cassa integrazione straordinaria, nonché del trattamento di integrazione salariale in deroga. Lo stanziamento di risorse a copertura della eventuale necessità di un ulteriore finanziamento delle misure di integrazione salariale, prevedendo anche la possibilità di estendere il periodo massimo di durata dei trattamenti per un massimo di quattro settimane fruibili dal 1° settembre al 31 ottobre 2020.

La semplificazione della cassa
Vengono previste anche misure di semplificazione in materia di ammortizzatori sociali, consentendo ai datori di lavoro che non anticipano i relativi trattamenti, di richiedere il pagamento diretto della prestazione da parte dell’Inps.

Niente licenziamenti per altri 5 mesi
Si estende a cinque mesi il termine previsto dal decreto-legge ”cura Italia” entro il quale sono vietati i licenziamenti individualiper giustificato motivo oggettivo e quelli collettivi e sono sospese le procedure in corso.

Bonus baby-sitter
Deciso anche l’aumento del limite massimo complessivo per l’acquisto di servizi di baby sitting (da 600 euro a 1.200 euro) e la possibilità, in alternativa, di utilizzare il bonus per l’iscrizione ai servizi socio-educativi territoriali, ai centri con funzione educativa e ricreativa e ai servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia. Per i comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico e per il settore sanitario pubblico e privato il limite massimo è aumentato a 2.000 euro.

Lo smartworking
Fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19, i genitori lavoratori dipendenti del settore privato che hanno almeno un figlio minore di 14 anni, a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o che non vi sia genitore non lavoratore, hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile anche in assenza degli accordi individuali. Per i datori di lavoro pubblici, la modalità di lavoro agile può essere applicata a ogni rapporto di lavoro subordinato.

La legge 104, più permessi
Nei mesi di maggio e giugno 2020 sono aumentati di 12 giornate i permessi retribuiti usufruibili per chi dispone della legge 104 per l’assistenza di un familiare.

 

Fonte: www.ilfattoquotidiano

 




ISP: attivazione task force per l’anticipazione della Cassa Integrazione Guadagni

A integrazione del comunicato di ieri, forniamo i dati di “avanzamento lavori” sulle task force.

Dalla prossima settimana sarà attivata una task force per l’anticipazione sociale.

I clienti potranno fare richiesta on line e ci saranno due task force che lavoreranno le richieste pervenute. Una (TF1) che lavora sui dati inseriti dal cliente e l’altra (TF2) che verifica i dati trasmessi dalle aziende.

La TF1 sarà composta da circa 1.000 Gestori Base con PC aziendale che si occuperanno di questa attività nelle giornate in cui non saranno presenti fisicamente in filiale  (per attività corrispondente a circa 500 fte).

La TF2 sarà invece composta da 200 specialisti protezione, 100 persone della filiera del personale BDT (ad esempio Addetti Personale DR, Assistenza rete DR, Personale divisione) e 100 persone dell’area COO. Le 100 persone del personale BDT si occuperanno anche delle richieste di chiarimento che perverranno dalle due TF.
Ci sarà anche una Cabina di Regia composta da circa 25 persone per coordinare le lavorazioni. La formazione della Cabina di Regia partirà il 14 pomeriggio e anche quella delle 100 persone del Personale. La formazione per la TF1 sarà fatta a gruppi di circa 100 persone tra il 15/4 ed il 16/4 (nella giornata in cui non lavorano in filiale) Quella per la TF2 sarà il 16/4.
L’operatività sarà avviata dal 16/4 con un popolamento graduale della TF1 al completamento della formazione.

Per le attività delle TF sono previste attività semplici di tipo amministrativo, che non richiedono competenze specifiche.

L’attività sarà pubblicizzata sul sito internet della banca rivolto ai clienti per evitare che le persone interessate debbano venire in filiale.

Indicativamente il 15 aprile sarà fatta anche formazione specifica alla Fol per poter rispondere ai clienti che dovessero chiamare.
dal sito Fisac Intesa Sanpaolo



Sottoscritto protocollo con ABI e Federcasse per anticipazione CIG

Dal servizio di Valentina Conte su Repubblica.it – I primi soldi della Cassa integrazione arriveranno entro Pasqua, dunque ben prima dei canonici 2-3 mesi di lavorazione delle pratiche. La convenzione sottoscritta dalle parti sociali (sindacati e imprese), Abi (Associazione bancaria italiana) e ministro del Lavoro Nunzia Catalfo consente agli istituti di credito di anticipare fino a un massimo di 1.400 euro per la Cig a zero ore di 9 settimane (assegno proporzionato, se per periodi inferiori o se part-time). Tanto quanto dura il periodo di copertura previsto dal decreto Cura Italia per i lavoratori delle imprese chiuse per l’epidemia. Ma che presto potrebbe essere allungato dal governo nel decreto di aprile.

Tanto quanto dura il periodo di copertura previsto dal decreto Cura Italia per i lavoratori delle imprese chiuse per l’epidemia. Ma che presto potrebbe essere allungato dal governo nel decreto di aprile. La convenzione si presenta come un’operazione a costo e burocrazia zero per il lavoratore. Le banche, come nel decennio della crisi finanziaria partita nel 2008, anticiperanno le somme e verranno poi ristorate direttamente da Inps. Qualora l’importo complessivo della Cig fosse superiore ai 1.400 euro, sarà  la stessa banca a integrare la differenza, una volta incassate le risorse extra dall’Istituto di previdenza “entro al massimo 7 mesi”.

Dall’account twitter del portavoce del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini:

Dl Cura Italia, Landini: somme a lavoratori da banche convenzionate Anticipo fino a 1.400 euro per cig a zero ore di 9 settimane . Governo, Parti sociali, Banche hanno raggiunto a tarda notte un accordo per non lasciare i lavoratori in Cig per il Covid-19 senza integrazione al reddito. In attesa che le aziende eroghino l’integrazione al reddito (cig in deroga per il coronavirus) saranno le banche convenzionate ad anticipare le somme ai lavoratori. E’ quanto si legge sull’account Twitter del portavoce del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Le banche convenzionate – si prosegue – daranno un anticipo fino a 1.400 euro per la cig a zero ore di 9 settimane (assegno proporzionato se per periodi inferiori o se part time). Gli anticipi bancari sono per i lavoratori che utilizzano i trattamenti di integrazione al reddito previsti dal decreto 18/20.


ALLEGATI:


FEDERCASSE E SEGRETERIE NAZIONALI DELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI DEL CREDITO COOPERATIVO SU CONVENZIONE PER L’ANTICIPAZIONE DELLA CASSA INTEGRAZIONE

Soddisfazione per Convenzione promossa dalla Ministra del Lavoro Catalfo e sottoscritta dalle Parti Sociali nella notte tra il 30 e il 31 marzo. Federcasse promuoverà l’adesione alla Convenzione da parte delle BCC, delle Casse Rurali e delle Casse Raiffeisen anche attraverso le rispettive Capogruppo Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca e la Federazione Raiffeisen.

Federcasse e le Organizzazioni Sindacali di categoria (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Sincra Ugl Credito) esprimono soddisfazione per i contenuti della Convenzione promossa dalla Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e sottoscritta dalle Parti Sociali ieri notte, per favorire da parte delle banche l’anticipazione ai lavoratori dei trattamenti ordinari di integrazione al reddito e di cassa integrazione in deroga per la sospensione dal lavoro causata dall’emergenza Covid-19.

Federcasse – che ha contribuito alla Convenzione fornendo propri spunti attraverso ABI e Confcooperative alle quali va un ringraziamento – promuove con convinzione l’adesione alla Convenzione da parte delle Banche di Credito Cooperativo e delle Casse Rurali, con la collaborazione delle rispettive Capogruppo, e delle Casse Raiffeisen, attraverso la Federazione Raiffeisen.

Ciò in continuità con precedenti e proficue esperienze già intraprese in numero significativo anche con accordi a livello regionale e provinciale dalle banche della Categoria e in linea con la particolare attenzione per natura dedicata alle esigenze dei soci, delle famiglie e delle imprese clienti. L’obiettivo statutario delle BCC di contribuire alla coesione sociale dei territori e di proteggerne il capitale umano affiancando chi vi lavora e vi abita potrà essere ulteriormente perseguito in una fase di ciclo negativo senza precedenti.

Federcasse e le Organizzazioni sindacali del Credito Cooperativo, come condiviso nel Protocollo sottoscritto il 24 marzo scorso sulle Misure di prevenzione, contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19 nella Categoria del Credito Cooperativo, che prevede l’accesso della clientela nelle filiali solo su appuntamento, invitano coloro che saranno interessati alle misure previste dalla Convenzione a rivolgersi telefonicamente o via e-mail alla propria BCC-Cassa Rurale-Cassa Raiffeisen per ricevere l’assistenza necessaria.

Roma, 31 marzo 2020




Le Segreterie Abruzzo Molise scrivono a Prefetti per pagamento pensioni e CIG

Al Prefetto di Pescara
[email protected]

Al Prefetto dell’Aquila
[email protected]

Al Prefetto di Chieti
[email protected]

Al Prefetto di Teramo
[email protected]

Al Prefetto di Campobasso
[email protected]

Al Prefetto di isernia
[email protected]

Oggetto: Richiesta di presidio per rischio contagio COVID-19 in prossimità di filiali di Aziende di Credito, in occasione delle prossime scadenze di pagamento delle pensioni e cassa integrazione.

Ill.mo Sig. Prefetto,

le scriventi Organizzazioni Sindacali del settore del Credito sono a rappresentarLe con la presente la preoccupazione derivante dal prossimo pagamento delle pensioni e della cassa integrazione presso gli sportelli bancari della Sua Provincia, quanto a rischio di grande affluenza ed attese in coda di clientela in genere, ed anziana in particolare.

Le recenti disposizioni previste da ABI e rivolte a tutte le aziende di credito associate, dopo intensa trattativa con le controparti sindacali di settore, prevedono l’invito ai clienti a recarsi fisicamente in banca solo per compiere operazioni indifferibili e urgenti e comunque previo appuntamento. Trattasi di modalità di relazione sicuramente nuove e non ancora del tutto metabolizzate da gran parte della clientela tradizionale e/o anziana, non del tutto avvezza all’utilizzo di strumenti di monetica o di internet banking; le prossime scadenze tecniche di cui all’oggetto, quindi, rappresentano certamente un concreto rischio di assembramenti di persone al di fuori degli ingressi delle agenzie con conseguente possibile contagio da COVID-19.
A questa evidente criticità si somma la carenza presso gran parte della rete bancaria della Provincia di adeguati dispositivi di igiene e protezione individuale, nella disponibilità del personale bancario addetto e della clientela, aumentando sensibilmente il rischio epidemiologico della diffusione virale.

Dunque, al fine ultimo di mitigare quanto più possibile ogni rischio sanitario derivante da tali possibili assembramenti di utenza, chiediamo il Suo autorevole intervento volto a porre in essere ogni misura di monitoraggio della situazione quanto a rispetto della normativa vigente in materia di COVID-19, al fine ultimo di garantire al meglio la salute pubblica e l’incolumità di tutti.

Da parte nostra garantiamo l’attivazione di ogni presidio sul territorio volto a segnalare eventuali situazioni di criticità alle competenti Autorità di Polizia, quanto a scelte organizzative aziendali e/o comportamenti individuali della clientela non conformi alle disposizioni di legge.

Nel ringraziarLa per l’attenzione che ci vorrà riservare, restiamo a Sua completa disposizione per ogni esigenza di chiarimento ulteriore.

Pescara, 28 marzo 2020

 

LE SEGRETERIE
FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UIL C.A. – UNISIN

 

Scarica la Lettera ai Prefetti ABRUZZO MOLISE




Coronavirus, le banche: “Pronte ad anticipo immediato della cassa integrazione”

Dalle banche italiane arriva una risposta positiva all’idea di passare attraverso gli istituti di credito per erogare gli ammortizzatori sociali previsti dal decreto Cura Italia per i lavoratori coinvolti dallo stop alle attività per l’emergenza coronavirus.

 

 




Covid-19, in arrivo aiuti a famiglie e imprese: l’elenco dei provvedimenti

Nove settimane di Cig per tutti, stop tasse e mutui casa, congedi al 50% di stipendio, per autonomi 500 euro una tantum: ecco la mappa degli aiuti.

Sono alcune delle misure previste nel nuovo decreto legge che dovrebbe ottenere a stretto giro il via libera del Consiglio dei ministri

Congedi speciali pari al 50% della retribuzione o voucher babysitter per i lavoratori, dipendenti o autonomi, con figli piccoli a casa da scuola per l’emergenza coronavirus. Rinvio del pagamento dei contributi Inps per il lavoro domestico. Cassa integrazione in deroga allargata a tutti i settori mentre agli autonomi sarà riconosciuta una indennità una tantum di 500 euro. E poi ancora sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa per chi è in difficoltà, estesa anche alle partite Iva, senza necessità di presentare l’Isee. Nel pacchetto per famiglie e imprese travolte dall’emergenza sanitaria anche il congelamento di tutti i versamenti di imposte e contributi del 16 marzo almeno per una settimana. Scatterà poi una proroga lunga dei versamenti di Iva, ritenute e contributi sulla base del fatturato e non più solo per alcune filiere.

Il Governo vara il decreto per famiglie e imprese
Sono alcune delle misure contenute nel nuovo decreto legge – stando all’ultima bozza giunta sul tavolo del preconsiglio – che questa mattina, lunedì 16 marzo, il Consiglio dei ministri si appresta a varare. L’appuntamento è alle 10. Un corposo pacchetto con le misure per l’emergenza coronavirus: aiuti per famiglie e imprese, ma anche medici e lavoratori. Un’iniezione di sostegno all’economia da circa 25 miliardi; finanziamenti mobilitati per 350 miliardi.

Gualtieri: per decreto legge useremo tutti i 25 miliardi
Per quanto riguarda le risorse messe sul tavolo dal Governo, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, intervenuto in serata alla trasmissione “Che tempo che fa”, ha spiegato che per il “decreto di marzo” si è già «sopra i 20 miliardi e probabilmente arriveremo a tutti i 25 miliardi» autorizzati dal Parlamento «per dare una risposta forte e immediata» all’emergenza Coronavirus. Si tratta, ha continuato il responsabile dell’Economia, di un primo provvedimento per dare «liquidità massiccia a famiglie e imprese» cui seguiranno «provvedimenti più precisi di ristoro». Gualtieri ha poi aggiunto che il provvedimento mobilita finanziamenti per 350 miliardi di euro. Si tratta di una cifra “equivalente” in percentuale del Pil ai 550 miliardi della Germania, ha concluso.

Il decreto in via di approvazione è solo l’ultimo di una serie di provvedimenti che hanno ottenuto il via libera dell’esecutivo negli ultimi giorni (consulta il testo dei decreti). Dal 21 febbraio al 9 marzo sono stati adottati dal governo 17 atti tra Dl (decreti legge), Dpcm (decreti del Presidente del Consiglio) e ordinanze. Si contano 4 decreti legge, di cui uno convertito in legge in meno di due settimane (legge n. 13 del 5 marzo 2020). Con il Dl n. 6 gli italiani hanno iniziato a toccare con mano la quarantena e fare i conti con divieti e restrizioni. Il Dl n. 9 ha sospeso versamenti di tasse, bollette e contributi. Nella logica dell’emergenza continua sono arrivati anche altri due decreti d’urgenza. Quello sulla giustizia, con la sospensione dell’attività giudiziaria. Il quarto decreto legge sul Coronavirus tra l’8 e il 9 marzo è approdato sulla Gazzetta ufficiale fissando le regole per l’assunzione di 20mila unità tra medici e infermieri, autorizzando in deroga l’acquisto di presidi e attrezzature per sostenere l’emergenza continua nelle strutture sanitarie.

Congelati Iva, ritenute e contributi per tutti
Il provvedimento – il quinto decreto legge della serie – è dunque solo l’ultimo atto. Anche in questo caso l’obiettivo è garantire liquidità a famiglie e aziende che da giorni devono fare i conti con questa emergenza sanitaria. In arrivo prima una sospensione di una settimana per tutti i contribuenti e per tutti i pagamenti in scadenza domani 16 marzo. Poi una proroga per tutti i contribuenti, non più selezionati in base alle filiere maggiormente colpite, ma in base al fatturato.

A integrare il capitolo fiscale del decreto potrebbe arrivare anche l’introduzione di un credito d’imposta del 60% degli affitti di marzo di negozi e botteghe. L’obiettivo della misura è sostenere i lavoratori autonomi che svolgono la loro attività in affitto, ma sono stati costretti alla chiusura per rispettare le misure di contenimento adottate dal Governo per frenare il contagio.

Congedi genitori al 50% retribuzione
Nel pacchetto anche misure per le famiglie. Arrivano i congedi per i genitori che hanno figli sotto i 12 anni costretti a casa dalla chiusura delle scuole. I congedi “speciali” saranno validi dal 5 marzo per tutti i dipendenti. L’indennità sarà di massimo 15 giorni da utilizzare tra mamma e papà non contemporaneamente, e sarà pari al 50% della retribuzione. È quanto prevede l’ultima bozza del decreto suscettibile di modifiche. Nessun limite di età in caso di figli disabili. Sarà poi riconosciuto un congedo speciale non retribuito ai dipendenti con figli tra 12 e 16 anni. In alternativa ai congedi parentali, i genitori lavoratori dipendenti con figli sotto i 12 anni potranno richiedere i voucher baby-sitter. Il bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting è previsto «nel limite massimo complessivo di 600 euro e viene erogato mediante il libretto famiglia». Il voucher sale a 1000 euro per medici, infermieri, tecnici sanitari e ricercatori.

Rinvio del pagamenti dei contributi Inps per il lavoro domestico
È di aiuto delle famiglie il rinvio del pagamento dei contributi Inps per il lavoro domestico (le collaboratrici familiari, Colf). Il pagamento dei contributi Inps in scadenza dal 23 febbraio al 31 maggio infatti potranno essere pagati dopo il 10 giugno.Il pagamento sarà al netto di sanzioni e interessi.

Stop mutui casa, anche autonomi
Nel provvedimento anche la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa per chi è in difficoltà, estesa anche agli autonomi. In questo secondo caso, la sospensione è prevista per le partite Iva che come conseguenza della crisi autocertifichino di aver perso, in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020, oltre il 33% del proprio fatturato rispetto all’ultimo trimestre 2019. La misura, che sarà in vigore per 9 mesi come estensione di quanto gia prevede il Fondo Gasparrini, non prevede obbligo di presentare l’Isee e sarà finanziata con 500 milioni.

Cassa integrazione in deroga per tutti fino a nove settimane
Il Governo mette sul piatto quasi 5 miliardi per gli ammortizzatori sociali. Torna la cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori di imprese, anche quelle “micro” fino a 5 dipendenti, incluso il settore agricolo, non coperte dagli attuali ammortizzatori sociali: il sussidio assicurerà fino a nove settimane di integrazione salariale. Si rafforza anche il fondo di integrazione salariale (il Fis), un altro strumento di sostegno al reddito in caso di cessazione o sospensione dell’attività lavorativa, rivisitato dalla riforma del 2015. Sempre sul fronte ammortizzatori, un’altra novità riguarda la cassa integrazione ordinaria: viene introdotta una causale unica speciale, «emergenza Covid-19», per assicurare la semplificazione delle procedure d’accesso.

24 giorni in più in 2 mesi permessi 104
Chi assiste persone disabili potrà chiedere fino a 24 giorni in più di permesso nei prossimi due mesi. I permessi previsti dalla legge 104 potranno essere aumentati di 12 giorni sia nel mese di marzo che nel mese di aprile.

A marzo premio 100 euro a chi lavora in sede
È previsto poi un premio di 100 euro per il mese di marzo 2020 ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che abbiano continuato a lavorare nella sede di lavoro. Il premio spetta a chi guadagni non più di 40mila euro l’anno ed è esentasse. Viene rapportato ai giorni di lavoro in sede e viene dato in via automatica dal datore di lavoro, se possibile nella busta paga di aprile o comunque entro il conguaglio di fine anno.

Fondo di ultima istanza per redditi bassi
Stando alla bozza del provvedimento, arriva un «fondo per il reddito di ultima istanza» per i lavoratori danneggiati dal Coronavirus. La misura prevede una forma di sostegno al reddito per lavoratori dipendenti e autonomi, che abbiano cessato, ridotto o sospeso la loro attività e che nel corso del 2019 non avevano guadagnato più di 10mila euro. Per sostenerli viene istituito un fondo da 200 milioni per l’erogazione di una indennità nel 2020. Sarà il ministero del Lavoro a definire i criteri.

Quasi tre miliardi per le pmi
Per quanto riguarda le aziende, è previsto l’ampliamento e potenziamento del fondo di garanzia per le Pmi, dotato di 1 miliardo in più, garanzie statali a sostegno della moratoria delle banche alle imprese per 1,73 miliardi di euro oltre che un sostegno fiscale alla cessione dei crediti deteriorati. In particolare il fondo garanzia Pmi vede ampliare e semplificare il suo raggio d’azione per i prossimi 9 mesi, elevando ad esempio la garanzia massima per singola impresa a 5 milioni di euro.

Garanzia Cdp attiva 10 mld fondi
Cdp (Cassa depositi e prestiti) garantirà, con uno stanziamento pubblico di 500 milioni, finanziamenti per un importo fino a 10 miliardi che le banche potranno rilasciare alle imprese colpite dall’emergenza Coronavirus.

Fondi alle imprese per produrre mascherine
Il nuovo decreto legge stanzia 50 milioni e prevede che Invitalia, in qualità di soggetto gestore delle principali agevolazioni nazionali alle imprese, è autorizzata a erogare finanziamenti a fondo perduto o contributi in conto gestione, nonché finanziamenti agevolati, alle imprese che producono dispositivi di protezione individuale e medicali, «per assicurarne l’adeguata fornitura nel periodo di emergenza».

Si potranno requisire alberghi e macchinari
Il provvedimento mette in campo una serie di misure per l’emergenza sanitaria. In caso di necessità, ad esempio, il capo della protezione civile potrà requisire «in uso o in proprietà da ogni soggetto pubblico o privato» oltre ai presidi sanitari e medico-chirurgici, anche i macchinari e le altre dotazioni per le terapie intensive. I prefetti invece potranno provvedere alla requisizione in uso di «strutture alberghiere, ovvero di altri immobili aventi analoghe caratteristiche di idoneità», per ospitarvi chi deve fare la quarantena e non può restare a casa. Per fronteggiare l’emergenza strutture sanitarie private, accreditate e non, dovranno mettere a disposizione il personale sanitario, i locali e le apparecchiature. Le prestazioni saranno remunerate dalle regioni con una somma di denaro a titolo di indennità.

320 medici e infermieri militari in più
La bozza all’esame del pre consiglio dei ministri contempla presidi sanitari straordinari anche per il servizio sanitario militare. È messa in evidenza la necessità di incrementare il personale medico e infermieristico militare per 320 unità, di cui 120 medici e 200 infermieri, attraverso l’arruolamento straordinario e temporaneo, con una ferma eccezionale della durata di un anno.

Commissario straordinario coordina misure sanitarie
Una norma sancisce che il presidente del Consiglio con un suo decreto nomina un commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure sanitarie di contenimento e contrasto dell’emergenza Coronavirus. Il commissario straordinario può «requisire beni mobili, mobili registrati e immobili» per «potenziare la capienza delle strutture ospedaliere» e in particolare «i reparti di terapia intensiva e sub-intensiva». Il commissario inoltre «preserva e potenzia le filiere produttive dei beni necessari» per contenere l’emergenza, anche «costruendo nuovi stabilimenti e riconvertendo quelli esistenti» e può «organizzare la raccolta di fondi occorrenti», inclusi quelli privati. Il Commissario sarà – come annunciato dal premier Giuseppe Conte – l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri.

Fonte: www.ilsole24ore.it

 

 




L’occupazione aumenta? È solo un bluff

Col boom della cassa integrazione è come se ci fossero 139mila disoccupati in più.

I dati non lasciano scampo. Nei primi sei mesi dell’anno la Cassa integrazione totale, in termini di ore, ha avuto un’impennata di oltre il 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma quel che più conta in negativo è che, dopo sei anni di costante calo, il ricorso al più noto ammortizzatore sociale del sistema di welfare è tornato a crescere. Al punto che, negli ultimi 180 giorni, il numero dei cassintegrati a zero ore (di fatto disoccupati) ha toccato quota 139mila lavoratori: una cifra che da sola annulla l’incremento di 92mila occupati registrato a maggio su base annua dall’Istat. E che porta, secondo gli esperti del settore e i sindacati, a bollare come propaganda le fanfare fatte suonare da Luigi Di Maio e dagli altri big grillini di fronte alle più recenti statistiche dell’Istat.

A rielaborare i numeri e gli andamenti della Cassa integrazione dal 2012 a oggi è il Centro studi dell’Associazione Lavoro & Welfare dell’ex Ministro Cesare Damiano. Ebbene, in sette anni si passa da un totale annuo di ore di Cig che supera il miliardo e 100 milioni nel 2012 a 216 milioni nel 2018. Dalla grande crisi alla ripresa, la diminuzione della Cassa integrazione accompagna, anno dopo anno, il miglioramento delle prospettive economiche dell’economia italiana. Il crollo delle ore di Cassa è rilevante: meno 80,61% tra 2012 e 2018. E, di fatto, l’andamento più favorevole del Pil e della produzione industriale sono coerenti e contestuali.

Ma, dall’inizio del 2019, il motore dell’azienda Italia torna a incepparsi e, insieme con il raffreddamento del Pil fino a zero o quasi, torna a salire il ricorso alla Cig: e così nei primi sei mesi dell’anno le ore di Cig tornano ad aumentare del 16,29 per cento, fino a circa 144 milioni.

Il che lascia ipotizzare che, se il trend continuerà nel secondo semestre, a fine anno si potrebbe arrivare a 288 milioni di ore contro le 216 del 2018. Un segnale grave, che indica un netto peggioramento dello stato di salute delle imprese e dell’economia manifatturiera in particolare.

Dietro le ore, però, ci sono le persone in carne e ossa. In base alle ore di Cig totali si sono perse circa 18 milioni di giornate lavorative. I lavoratori hanno visto diminuito complessivamente il loro reddito di quasi 590 milioni di euro, al netto delle tasse. Ma, soprattutto, scrivono gli esperti del Centro studi, “se consideriamo le ore totali di Cig equivalenti a posti di lavoro con lavoratori a zero ore, in questi primi sei mesi del 2019 (ventisei settimane lavorative) si determina un’assenza completa di attività produttiva per oltre 139.000 lavoratori“. In sostanza è come se avessimo in sei mesi circa 140mila nuovi disoccupati (133mila fino a maggio), che, però, per l’Istat non sono tali proprio perché in Cassa integrazione.

Ora, tenendo conto che per l’Istituto di statistica, a maggio, su base annua l’occupazione è cresciuta di 92mila unità, la realtà dei fatti è che con l’impennata dei cassintegrati a zero ore (più 133mila fino a maggio) si sono di fatto persi oltre 21mila posti di lavoro. E se è vero che quelli dell’Istat sono dati statistico-campionari e quelli Inps, alla base dell’elaborazione, sono dati amministrativi (relativi a casi reali), l’osservazione avvalora ancora di più il contrasto tra le stime e i numeri reali.
Dunque, come osserva Damiano, “l’enfasi con la quale Di Maio magnifica i meravigliosi risultati del decreto Dignità cozza con i dati di realtà. Il primo è dato dalla ripresa della Cassa integrazione da inizio anno. Il secondo è che su base annua, nel confronto 2008-2018, manca all’appello circa un miliardo di ore di lavoro: il che vuol dire che l’aumento statistico degli occupati comprende sempre più lavoro di scarsa qualità e di bassa retribuzione”.

 

fonte: www.quotidiano.net