Credito Cooperativo: definito il testo del nuovo Contratto CCB

3 - Fisac Cgil

Delegazione sindacale Gruppo Cassa Centrale Banca


 

Alle lavoratrici e lavoratori
delle BCC e delle Società
del Gruppo Cassa Centrale Banca
Loro sedi

Definito il testo del nuovo contratto integrativo del Gruppo Cassa Centrale Banca

L’accordo del 1° dicembre scorso impegnava Capogruppo e Delegazione sindacale di Gruppo a definire un testo coordinato del Contratto Integrativo di Gruppo che raccogliesse tutta la relativa normativa.

Dopo vari incontri tenutisi in sede tecnica, abbiamo definito il testo coordinato del Contratto Integrativo del Gruppo Cassa Centrale Banca, approvato nella giornata di ieri anche dalla Delegazione Datoriale.

Il testo armonizza gli accordi sottoscritti il 1° giugno e il 1° dicembre 2023 e contiene, facendone diventare parte integrante, i contratti integrativi di secondo livello stipulati con le Aziende del Gruppo e con le Federazioni locali e che continuano a trovare applicazione presso le diverse aziende e BCC già destinatarie, per le materie non trattate nel CIG.

Un risultato importante e non scontato perché fa “vivere” nel C.I.G. i contratti regionali previgenti, che rischiavano altrimenti di essere persi. Inoltre, con questo lavoro, abbiamo voluto raccogliere in un unico documento tutta la normativa applicata nel Gruppo, favorendone in tal modo la consultazione.

Rimaniamo a disposizione per qualsiasi chiarimento e salutiamo cordialmente.

Trento, 26 marzo 2024

 

LA DELEGAZIONE SINDACALE DI GRUPPO
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UGL CREDITO – UILCA

 

ALLEGATI:

 




BCC: contratto integrativo di gruppo Cassa Centrale Banca

Nella tarda serata di giovedì 1 giugno u.s. è stato sottoscritto con Cassa Centrale Banca un accordo che rappresenta il primo, importante, passo per la complessiva definizione del contratto integrativo di gruppo.


Alle lavoratrici e ai lavoratori del Gruppo Bancario CCB


 

Nella tarda serata di ieri si è pervenuti alla sottoscrizione di quanto segue:

  1. Accordo per definizione del Valore di Produttività Aziendale per le CRA/BCC/RAIKA del Gruppo Bancario CCB e per le Società di Sistema del Gruppo Bancario Cooperativo, con riferimento all’esercizio 2023, da erogarsi nel 2024.
    Ricordiamo che, per le erogazioni a titolo Premio di Risultato relativi all’esercizio 2022 (da erogarsi nel 2023),si farà riferimento agli accordi già in essere.
    E’ previsto che Il premio sarà erogato entro il mese di settembre; in caso di conversione del premio in quote welfare o versamento al fondo pensione, verrà garantita una maggiorazione del 15%;
  2. Prima parte del Contratto Integrativo di Gruppo, avente ad oggetto i seguenti argomenti:a) PRESTAZIONI SANITARIE AGGIUNTIVE DI GRUPPO:
    Nel condividere la necessità di rafforzare gli strumenti di welfare sanitario a favore dei dipendenti, è stato introdotto un contributo aggiuntivo, rispetto a quanto già previsto dal CCNL, nella misura complessiva pari allo 0,65% della retribuzione imponibile, di cui lo 0,50% a carico azienda e lo 0,15% a carico del lavoratore, a partire dal 1° gennaio 2024;

    b) TICKET PASTO:
    La misura minima del tiket pasto, per tutti i dipendenti del Gruppo Bancario Cooperativo, è pari ad euro 8,00 con decorrenza 01.10.2023, fermi restando i maggiori importi già in essere per effetto della contrattazione collettiva vigente.
    Si è convenuto inoltre di riconoscere, sempre a decorrere dal 1 ottobre 2023, a favore di tutto il personale destinatario del Contratto Integrativo di Gruppo, una somma pari ad euro 225,00 annui, da destinare a forme di Welfare aziendale o, in alternativa, – a scelta del lavoratore e a pari costo azienda – in busta paga ovvero ad aumento del valore facciale del ticket pasto.
    Il medesimo importo sarà corrisposto annualmente a decorrere dal 1 gennaio 2024;

    c) ULTRATTIVITA’ DEI CONTRATTI DI SECONDO LIVELLO:
    E’ confermata la piena validità dei contratti di secondo livello già in essere, per quanto non previsto dall’accordo sottoscritto in data 01.06.2023;

    d) IMPEGNO ALLA PROSECUZIONE DEL CONFRONTO:
    Le parti si sono impegnate a continuare la trattativa per affrontare tutti gli altri temi presenti in piattaforma a cominciare, vista l’urgenza dettata dalle attuali situazioni di mercato, dalle condizioni applicate ai mutui prima casa dipendenti.
    Consapevoli che le intese sottoscritte costituiscono il primo passo di un importante lavoro di definizione organica della Contrattazione di Secondo Livello applicabile a tutti i dipendenti del Gruppo Bancario Cooperativo, che continua e che ci vedrà impegnati già a partire dal corrente mese di giugno, restiamo a disposizione per ogni necessità di chiarimenti e porgiamo cordiali saluti.

 

p. il Coordinamento FISAC CGIL Gruppo Bancario CCB
M. Rosaria Sarpedone




BCC, sulla riforma solo ritocchi

La riforma delle banche di credito cooperativo non sarà sospesa: subirà solo alcuni “ritocchi”, dando più tempo agli istituti per aderire ai gruppi bancari. Lo ha spiegato ieri in Senato, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Una decisione non in linea con Lega e M5S, che chiedevano di fermare l’iter con una moratoria ad ampio raggio. “Significa eliminare la riforma, ma non sembra che questa richiesta provenga dalla maggioranza del credito cooperativo”, ha tagliato corto il ministro, che punta a evitare interventi drastici per far poi pesare a Bruxelles il suo no al pacchetto sull’unione bancaria.

Nel 2016 il governo Renzi ha approvato la riforma che impone alle 300 e dispari Bcc di aderire a una capogruppo. Il testo è stato scritto da Bankitalia pensando che tutte le banche avrebbero aderito a Iccrea holding, braccio operativo della Federcasse, storico feudo romano che ha dettato legge nel sistema cooperativo. Molte Bcc, le più sane, hanno invece aderito alla trentina Cassa Centrale Banca, mentre quelle altoatesine hanno creato, grazie a un’apposita deroga (tornata utile per candidare Maria Elena Boschi a Bolzano) al gruppo provinciale Raiffeisen. Il guaio è che finiranno sotto la vigilanza della Banca centrale europea, le cui rigide regole sulla valutazione della clientela renderebbero complicata la vita a molti istituti. Per questo Lega e M5S hanno chiesto una moratoria, trovando favorevoli soprattutto le Bcc altoatesine (che rischiano anche loro di finire sotto la vigilanza della Bce).

Secondo Tria non si può più tornare indietro. Anche perché Francoforte e Bankitalia, per mettere pressione al governo hanno accolto nei giorni scorsi la candidatura delle tre capogruppo. Probabile invece che venga solo allungato – via decreto – il tempo a disposizione degli istituti per aderire ai gruppi. Nel mentre sarebbero possibili, secondo il ministro, almeno due modifiche: la prima è rivedere la soglia di capitale delle capogruppo in mano alle Bcc aderenti, fissato al 51% da Bankitalia, alzandolo al 60-70%, cifra inizialmente prevista ma fermata da Via Nazionale, preoccupata di rendere appetibili i gruppi agli investitori esteri; la seconda è alleggerire per le sole Bcc i nuovi requisiti professionali per gli amministratori delle banche previsti dalla direttiva Ue Crd IV, che però l’Italia non ha mai applicato visto che il Tesoro tiene chiuso nel cassetto il decreto attuativo da oltre due anni.

Nelle scorse settimane, Bankitalia ha ammesso che la vigilanza della Bce sarebbe un problema non da poco. Da mesi il sistema del credito cooperativo è scosso da tensioni interne: chi ha voluto la riforma oggi tentenna e viceversa. Il problema più urgente, però, è che diverse Bcc se la passano male. Secondo una mozione della Lega un terzo sono “ad alto rischio” e un quarto “mediamente a rischio”. Anche i sassi sanno che la spinta di Bankitalia alla riforma, più che da un progetto sistemico, nasce dalle tante situazioni di crisi lasciate incancrenire a lungo.

Secondo i dati di Via Nazionale, a dicembre 2017 il credito cooperativo vantava 22,6 miliardi di crediti deteriorati su 131 totali erogati alla clientela, il 17,2%, sopra la media del sistema bancario scesa al 14,1%, anche se i numeri sono in miglioramento. Il numero di Bcc si è notevolmente ridotto dalle quasi 400 di qualche anno fa. Si stima che entro un anno scenderà a poco più di 200. Solo Cassa Centrale Banca, per dire, dalle iniziali 115 Bcc aderenti è scesa a 95 e calerà entro l’anno a 90 per effetto delle fusioni messe in atto per salvare quelle in difficoltà. Iccrea affronta una situazione anche più complessa. Secondo i dati comunicati in un incontro di ottobre con Bankitalia e Bce, a giugno 2017 le circa 160 Bcc aderenti al suo gruppo avevano nel complesso 18 miliardi di crediti deteriorati, il 19,8% del totale, coperti con accantonamenti più bassi rispetto alla media del sistema cooperativo. I giudizi ispettivi di Bankitalia sul 2016 e il primo quadrimestre 2017 si sono chiusi nel 43,9% dei casi mettendo la banca nell’“Area di attenzione” (rischiano di essere commissariate dalla capogruppo) e nel 10% con esito “sfavorevole”, condizione che di norma porta alla richiesta di fondersi con un istituto più solido.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 18/7/2018

 

leggi anche:

https://www.fisaccgilaq.it/bcc/credito-cooperativo-pronti-ad-attuare-la-riforma.html

 

https://www.fisaccgilaq.it/bcc/bcc-la-riforma-deve-fermarsi-governo-pronto-al-decreto.html

 




Credito Cooperativo: pronti ad attuare la riforma

Di seguito riportiamo il comunicato stampa congiunto di Confcooperative, Federcasse ed i tre costituendi Gruppi Bancari Cooperativi.

Confcooperative, Federcasse e i tre Gruppi Bancari Cooperativi disponibili al dialogo con Parlamento e Governo.

(US 25.6.2018) Le BCC, le Casse Rurali e le Raiffeisenkassen affondano le proprie radici nella storia economica e sociale italiana distinguendosi per la propria natura mutualistica.

E’ un movimento che conta oggi 1 milione e trecentomila soci, con oltre 270 Banche locali radicate nei territori dei quali sono espressione, con quote di mercato rilevanti nel finanziamento dell’economia reale, delle famiglie e delle imprese.
Sono banche autonome ma legate da tempo da un sistema associativo e di servizi sussidiari, da sistemi bancari ed industriali e dai fondi di garanzia che operano in una logica solidaristica.
Supporto indispensabile per le economie locali, hanno basato il proprio inimitabile modello di impresa sui valori fondanti della mutualità, della centralità delle persone e delle proprie comunità.

I valori restano nel tempo. I modelli organizzativi e le persone passano, cambiano e si evolvono.

La salvaguardia ed il rafforzamento di un modello di “fare banca”, che caratterizza il credito cooperativo, realmente vicino alla gente, alle famiglie ed alle imprese, è condizionata dalla capacità di raccogliere e vincere le sfide di un mercato sempre più complesso e competitivo.
L’evoluzione dell’industria bancaria, la normativa, la tecnologia incidono, vincolano, stravolgono i modelli industriali ed organizzativi e la capacità di interpretare la mutualità con efficacia e con efficienza, generando quella redditività indispensabile per garantire ulteriore solidità e le necessarie risorse per investire nel futuro.

La tecnologia ed il susseguirsi incalzante di strumenti sempre più sofisticati modificano le abitudini delle persone e fanno nascere nuovi comportamenti, diverse ed intermediate modalità di relazione che aprono le porte a competitors “alternativi” che vogliono occupare spazi di mercato fino ad oggi prerogativa delle banche.

Non c’è e non ci potrà essere una buona Banca di Credito Cooperativo, una buona Cassa Rurale, una buona Raiffeisenkasse se non sarà una banca coerente e competitiva. Questo è il tema al centro di tutto.
La Riforma del Credito Cooperativo, avviata dalle Autorità all’inizio del 2015, è divenuta legge nella primavera 2016. L’interlocuzione e il coinvolgimento del credito cooperativo sono stati talmente intensi che si è arrivati a definirla “Autoriforma”. Questa infatti recepisce pressoché integralmente le richieste della Categoria ed è stata oggetto di generale approvazione in occasione del XV Congresso Nazionale del Credito Cooperativo tenutosi nell’estate 2016.
La Riforma del 2016 conferma tutti i connotati delle BCC, Casse Rurali, Raiffeisenkassen: intermediari caratterizzati da finalità mutualistica, localismo, democraticità di funzionamento, esclusione di speculazione privata.
Sono i cardini della cooperazione costituzionalmente riconosciuta (art. 45).

Al fine di ovviare ai vincoli normativi e operativi tipici delle imprese cooperative, la riforma impone alle banche a mutualità prevalente l’appartenenza a gruppi bancari cooperativi. Ciò consentirà di dare forza adeguata alla necessaria riorganizzazione e modernizzazione per superare le inefficienze di un elevato frazionamento del sistema e – pur mantenendo il controllo nelle mani delle BCC, garantito dall’art. 37-bis del TUB – di accedere al mercato dei capitali per ragioni sia di opportunità strategica sia di necessità. Obiettivi che gli IPS non permetterebbero di raggiungere.
La nascita dei tre Gruppi Bancari Cooperativi – Iccrea Banca, Cassa Centrale Banca, Cassa Centrale Raiffeisen – segna l’inizio di una nuova fase della storia che il Credito Cooperativo italiano vuole inaugurare.
Una visione e una progettualità innovative che stanno nascendo dopo anni di percorso faticoso ed impegnativo, di investimenti ingenti, di un lavoro riorganizzativo a tutto campo in continuo contatto e confronto con la Vigilanza italiana ed europea.

Tutte le componenti del Movimento hanno dato il loro fondamentale contributo: le Banche locali, le Federazioni e Federcasse, Confcooperative e le Società di sistema. I soci di tutte le Banche di Credito Cooperativo hanno deliberato l’adesione ai gruppi in occasione delle
assemblee che si sono tenute tra aprile e maggio 2017.

I tre Gruppi bancari hanno già presentato istanza formale alla Vigilanza e sono oggi pronti a partire.
Nasce così il modello del Gruppo Bancario Cooperativo, un modello tutto nuovo nel panorama nazionale. Un Gruppo Bancario in cui è forte la tensione finalizzata ad ottimizzare il rapporto fra Capogruppo e le banche affiliate che, da una parte ne rimarranno le proprietarie e, dall’altra, accetteranno di sottoscrivere un contratto che definisce le regole che una buona banca, in una logica di sana e prudente gestione, dovrà rispettare.

Ciascuna delle tre Capogruppo avrà un ruolo di coordinamento e d’indirizzo, ma avrà doveri forti e responsabilità precise.

Dovrà riconoscere e salvaguardare le finalità mutualistiche delle BCC, Casse Rurali e Raiffeisenkassen, accrescendo la loro capacità di sviluppare lo scambio mutualistico con i soci e lo sviluppo delle comunità. Dovrà garantire prodotti, servizi, investimenti e tecnologia all’avanguardia. Dovrà vigilare sulla qualità della gestione e spingere sulla capacità competitiva, sullo sviluppo delle banche locali e sulla loro reale attenzione ai territori ed alle proprie comunità. Dovrà assicurare qualità dando esempio concreto di trasparenza, competenza e spirito di servizio verso le banche affiliate. Dovrà garantire la corretta
applicazione del modello risk based che definisce in maniera oggettiva il livello di qualità complessiva della Banca di Credito Cooperativo e che è la base dell’applicazione del principio di proporzionalità interna ai Gruppi Cooperativi. Principio che tutela la buona banca locale, che non solo potrà ma dovrà continuare a esercitare a pieno titolo, anzi rafforzare, il ruolo
insostituibile di sostegno alle proprie economie di riferimento.
Il Gruppo Bancario Cooperativo sarà coerente e competitivo tanto quanto riuscirà a valorizzare la centralità delle BCC, Casse Rurali, Raiffeisenkassen che ne sono il vero motore e la ragione di esistere. Banche mutualistiche in cui lavorano uomini e donne orgogliosi e consapevoli dell’importanza della loro attività al servizio della propria gente.
Questo è lo spirito costituente del Gruppo Bancario Iccrea, del Gruppo Cassa Centrale Banca e del Gruppo Raiffeisen. Questo è lo spirito che caratterizza la sfida evolutiva del Credito Cooperativo in Italia e che dobbiamo cogliere e vincere nell’interesse di tante famiglie e imprese, di milioni di soci e clienti e di decine di migliaia di collaboratrici e collaboratori presenti su tutto il territorio nazionale.

Le riforme hanno bisogno di tante condizioni per avanzare e consolidarsi. Anche quella del Credito Cooperativo necessita, in tutte le sedi e da tutti gli interlocutori, di attenzione costruttiva, di sensibilità ed aiuto per poter partire e realizzarsi. In questa fase di delicata definizione degli strumenti normativi interni e degli assetti organizzativi è necessario che le Istituzioni e la Vigilanza, italiana ed europea, favoriscano con sensibilità l’attuazione di quanto
previsto dalla legge di riforma e dalle norme secondarie.

In particolare agevolando, con buon senso:
o la specificità territoriale e mutualistica delle BCC, ancorata all’economia reale;
o il principio di proporzionalità correlata alla rischiosità (risk based) delle singole BCC;
o la possibilità per le basi sociali delle Banche Locali “virtuose” di esprimere gli amministratori;
o un modello di vigilanza sui Gruppi Bancari Cooperativi e sulle BCC, individualmente
considerate, proporzionato e coerente con le peculiarità del credito cooperativo senza appesantirle di ulteriori oneri regolamentari ed amministrativi.
Confcooperative, Federcasse, Iccrea Banca, Cassa Centrale Banca, Cassa Centrale Raiffeisen nell’interesse delle BCC, Casse Rurali, Raiffeisenkassen chiedono che il Governo e il Parlamento confermino la linea salvaguardata e valorizzata dalla Riforma che tutela l’identità mutualistica, il ruolo e la capacità competitiva delle BCC, Casse Rurali e Raiffeisenkassen affinché queste possano continuare ad essere anche per il futuro protagoniste nel concorrere alla costruzione del “bene comune”.
Siamo pronti ed auspichiamo un confronto costruttivo con il Governo e il Parlamento italiano finalizzato a condividere tutti questi obiettivi.

Sarà un’occasione preziosa.

Allo stesso tempo ci auguriamo che il Governo italiano possa contribuire – nei confronti del Parlamento Europeo e della Commissione UE – a riequilibrare una produzione normativa e regolamentare in favore di una legislazione realmente proporzionale e adeguata rispetto a banche che hanno dimensioni, complessità e finalità imprenditoriali differenti. In particolare, sarà rilevante rivedere in un’ottica di coerenza le misure relative alle BCC contenute nella bozza di decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze sui requisiti degli esponenti e quanto contenuto nel decreto legislativo di recepimento della Mifid II in materia di trattamento delle azioni emesse dalle Banche di Credito Cooperativo.

È interesse di tutti, ed in particolare delle banche affiliate, dei soci, delle imprese e delle comunità territoriali, che la Riforma parta nei tempi attualmente previsti dalla normativa, con l’avvio dei Gruppi Bancari Cooperativi programmato al più tardi per il 1° gennaio 2019.

Siamo convinti che l’attuazione della Riforma è per il Credito Cooperativo italiano un passo decisivo verso il futuro. La grande maggioranza delle BCC, Casse Rurali, Raiffeisenkassen è pronta a raccogliere questa sfida al servizio e per lo sviluppo del nostro Paese.

 

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